Recensioni

Nicolas Eymerich l’Inquisitore: La Peste (pc)

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La sua comparsa sul mercato ha fatto parlare di se perché è la conferma che le software house italiane sono tornate ad un certo fermento nello sviluppo di videogiochi di un certo livello.
E così, anche noi de IlVideogioco parliamo di Nicolas Eymerich, l’Inquisitore: La Peste, avventura grafica punta e clicca dai canoni piuttosto classici realizzata da TiconBlu di Ivan Venturi e Imagimotion che si rifà al personaggio storico realmente esistito che, in primis, ha ispirato lo scrittore Valerio Evangelisti autore di parecchi libri dedicati alla figura dell’inquisitore della Corona d’Aragona.
Il gioco è un progetto ambizioso ed è il primo di una serie di quattro avventure dedicata a Nicolas Eymerich. Il titolo, lo ricordiamo, è uscito lo scorso 16 novembre su pc Windows e Mac e successivamente su iPad. In queste righe prenderemo in considerazione la versione Windows.

L’OSCURO MEDIOEVO IN CHIAVE MISTICA

 nicolas eymerich in game 15112012b

Anno domini 1364. Il gioco ci porta in quest’anno, in un’epoca medievale in cui ogni minima credenza popolare non gradita alla Chiesa fa scattare il lavoro dell’Inquisizione. Un’epoca che ha saputo ispirare romanzi, film e, appunto videogiochi.
Ebbene, dicevamo, Anno domini 1364, Nicolas Eymerich è ormai privo di poteri di Inquisitore in Aragona e viene chiamato d’urgenza a Carcassonne, nel Sud della Francia, dall’abate Jean Vinet. Il potente e viscido (ve ne accorgerete presto) prelato convoca il protagonista per una indagine sulla presunta sparizione del fratello Jacinto Corona da Valladolid a Calcares, un paesino che si trova a circa due giorni di viaggio a cavallo. Tale episodio potrebbe essere collegato ad un’infestazione eretica dei Catari.
Ci sono, però, alcuni dettagli che non convincono Eymerich, uomo tutto d’un pezzo, forgiato da una fede incrollabile e dotato di un’intelligenza sopraffina nonché di una intraprendenza fuori dal comune.
Il protagonista comincia a sospettare già nel primo colloquio con l’abate ed inizia ad investigare presso l’abbazia di Carcassonne alla caccia di prove che contribuiscono a rendere l’atmosfera piuttosto cupa, esoterica ma, allo stesso tempo, appassionante.
Scopriremo come Eymerich sia una persona preparatissima ma allo stesso tempo durissima e capace di azioni non esattamente consone e convenzionali (un solo piccolo esempio: lo scoiattolo) pur di arrivare allo scopo. Al suo scopo, alla verità. Ed è proprio questo elemento che nell’Abbazia sembra latitare. Tra mezze parole dette da alcuni passanti, l’omertà dei fratelli, l’essere ostili di alcuni personaggi, ci si rende subito conto che Vinet (cordialmente ostile, a tratti palesemente irritante) cela il reale svolgimento dei fatti e si intravede come ci sia voglia di mandare Eymerich allo sbaraglio.

GAME-PLAY CLASSICO, BEGLI ENIGMI, OTTIMA TRAMA

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Andiamo a scavare all’interno di quello che è il gioco. Si tratta, come più volte ripetuto, di un’avventura grafica punta e clicca di vecchia scuola. Si esplorano le varie ambientazioni, più o meno piccole e quindi la visuale si sposta seguendo il personaggio, per far visionare quelle più grandi nella loro interezza, si interagisce con gli oggetti e con i personaggi che si incontreranno durante il gioco.
L’interfaccia è essenziale, il cursore cambia forma a seconda dell’azione che si può compiere (raccogliere, esaminare, usare o, se si vede una persona, parlare e così via) puntando questo o quell’oggetto, mentre è facile consultare l’inventario, gli appunti e la mappa riconoscibilissimi anche dalle icone in sovrimpressione.
Gli enigmi sono interessanti e richiedono intuito e colpo d’occhio, ma anche, in certi casi, un’accurata riflessione. Il gioco a livello narrativo aiuterà parecchio. Basterà fare attenzione ai dialoghi ed anche ai pensieri di Nicolas Eymerich che ogni tanto ripeterà alcuni punti chiave delle azioni da fare o delle indagini da svolgere. Vista la trama, ci sentiamo di dire che tali enigmi sono piuttosto interessanti ed hanno un discreto fascino. Se proprio non si riesce a venire a capo si può chiedere l’aiuto divino premendo Shift sulla tastiera. È comunque bene non abusarne perché questo influirebbe negativamente sul punteggio della partita.
La trama e l’atmosfera sono senza dubbio i punti forti di questa produzione made in Italy. La longevità è assicurata dalle tante cose da fare, dalle persone con cui parlare. Sono circa una quindicina le location sulla mappa ma sono presenti anche alcuni ambienti segreti raggiungibili eseguendo alcune azioni esuli dalla trama principale. Presenti anche alcune easter egg.
In totale si parla di circa 6-10 ore per risolvere l’avventura ma i più avvezzi a giochi di questo genere potrebbero metterci anche di meno. Poco male: è sempre la prima di quattro parti.

GRAFICA TRA ALTI E BASSI, ORIGINALE DOPPIAGGIO ITALIANO E LATINO

Nicolas Eymerich in game 2

Veniamo così al comparto tecnico di Nicolas Eymerich. Gli sviluppatori hanno voluto puntare su un formato in 2,5d, ossia personaggi in 3d in ambienti simil 3d. Il risultato è altalenante. Ci sono luci ed ombre.
I personaggi peccano in dettaglio grafico ed appaiono leggermente “squadrati”. Alcune animazioni sono migliorabili così come le texture. E’ comunque fatto un grosso passo avanti rispetto alla Beta e questo è un dato di fatto. Di contro le espressioni dei volti sono abbastanza valide e credibili grazie ad una buona tecnica utilizzata per questa caratteristica.
Anche l’aspetto degli ambienti soffre di un’alternanza di cose belle e cose meno belle. A tratti gradevole, a tratti no, si ha comunque l’aria di vedere un buon potenziale non espresso del tutto anche se, il compito non dovrebbe essere così difficile. In fin dei conti, le avventure grafiche sono un genere piuttosto vecchio.
Se la grafica ci appare sufficiente e non di più, il sonoro dà spessore al gioco. Il doppiaggio è convincente ed anche questo è stato piuttosto migliorato dal punto di vista qualitativo rispetto alla versione di prova.
Nondimeno oltre all’italiano è possibile optare per il latino per un ulteriore tocco in più sulla atmosfera. Ovviamente si può anche scegliere di ascoltare il pregevole doppiaggio in latino attivando i sottotitoli in italiano.

COMMENTO FINALE

Nicolas Eymerich riesce a far centro. Il gioco non prende per il contesto grafico o tecnico che nonostante gli sforzi è senza dubbio migliorabile, ma per la grande atmosfera che ha e che sa regalare a chi lo gioca. L’argomentazione storico-esoterica dà quel pizzico di pepe necessario per far presa. Se non altro il contesto è decisamente alternativo al Fantasy, al Postapocalittico, al Fantascientifico e così via. In pratica, tanta sostanza per questo Nicolas Eymerich.
Gli sviluppatori sono riusciti a svolgere complessivamente un buon lavoro. Gli appunti vanno alla parte grafica che presenta alti e bassi. Siamo convinti che i prossimi capitoli potrebbero avere quel quid in più anche in questo campo. Un plauso, oltre che per l’atmosfera che offre il titolo assieme ad una trama solida ed a una ottima caratterizzazione del personaggio principale, va al sonoro, anzi, al doppiaggio.
TiconBlu ed Imagimotion sono sulla buona strada. Ci sentiamo di consigliare il titolo agli appassionati di avventure grafiche punta e clicca ma anche ai neofiti, purché maturi. La trama lo esige.

PREGI: Trama solida. Comparto audio ottimo. Originale presenza del latino. Longevità sufficiente

DIFETTI: Aspetto grafico sufficiente ma da migliorare. Alcuni difettucci tecnici qua e la.

VOTO: 7,5/10

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