Croc: Legend of the Gobbos Remaster, la cura per la nostalgia, recensione
Un caloroso abbraccio in versione remaster del platform adventure che ai tempi ha fatto strage di cuori... Ed è pronto a farne ancora
Croc: Legend of the Gobbos Remaster è un indie il quale solamente il nome dovrebbe bastare a farvi sorridere di nostalgia. Qualora non doveste conoscerlo, alla fine del nostro articolo non avrete più dubbi riguardo il volerlo provare. Ma prima di ogni cosa vogliamo, dobbiamo, precisare un dettaglio non da poco e che ancora oggi non sembra essere del tutto chiaro a molti, con conseguenti e spesso ingiusti “capi d’accusa”. Ovvero la differenza fra una remaster/remastered e un remake. In questo caso parliamo di remaster in quanto solo il lato visivo e in generale tecnico sono stati “restaurati”, lasciando il resto inalterato.
Indi per cui è lecito aspettarsi la stessa struttura ludica e la stessa “carta da parati” (chiamasi texture), sia pure abbellita e curata con una definizione modernizzata. Un remake invece non solo agisce sugli elementi sopra menzionati, ma spesso va a modificare anche la struttura di gioco, la trama e i contenuti con una maggiore libertà e iniziativa, solitamente per incontrare la fruibilità delle produzioni più moderne. Nel caso del lavoro svolto dalla rediviva software house inglese Argonaut Games sono anche stati aggiunti succosi “dietro le quinte” nel menù, che però non cambiano la sua definizione di remaster.
Anni di successi quelli dell’azienda fondata nel 1982 che sfortunatamente dovette tuttavia chiudere i battenti nel 2004 in seguito a una insostenibile carenza di fondi. A distanza di 20 anni e con un bisogno di old-gen quasi patologico fra molti giocatori veterani, grazie agli stessi sviluppatori possiamo finalmente tornare dove tanti di noi scoprirono l’amore per questa forma di intrattenimento. Vediamo cosa ci aspetta con la nostra recensione della versione Pc (GOG, l’unica disponibile) di Croc: Legend of the Gobbos Remaster. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona e nostalgica lettura!
QUANDO LE COSE ERANO FATTE PER DURARE IN ETERNO…
Nei tempi in cui i videogiochi avevano trame semplici e lineari, erano altri gli aspetti che rimanevano impressi nella memoria. Croc: Legend of the Gobbos Remaster era uno di questi, ma al tempo fu costretto a cedere il passo alla spietata competizione di allora fra marsupiali in tuta, draghetti violacei e carismatici “elfi” armati fino ai denti (ogni riferimento a Crash Bandicoot, Spyro e Jack & Dexter è puramente casuale ndr). Non per questo però riteniamo che il buon Croc vada sottovalutato, anzi: per certi aspetti può tranquillamente arrivare sul podio come platform adventure 3D.
Parliamo di una generazione di videogiochi dove le idee erano tutto e le tecnologie per realizzarle limitanti. Per cui se diciamo Croc (1997), la prima cosa a venirci in mente è un alligatore (e non un drago, duro colpo) munito di zaino. Le similitudini fra Sonic (1991) e Crash Bandicoot (1996) venivano fuse in un pacchetto di avventure instancabile che potrebbero persino aver fornito ispirazione allo stesso Spyro (1998), tanto il suo successo fra critica e pubblico.
Ma torniamo a noi e concentriamoci sul presente parlando di un nuovo e splendente passato con Croc: Legend of the Gobbos Remaster. I puristi di Croc potranno comunque gioire visto che insieme alla remaster otterrete anche la sua parte classica, ancora perfettamente funzionante. Un doppio regalo per così dire, per poter testare in prima persona i miglioramenti apportati, come abbiamo fatto noi per questa recensione.
La storia di Croc inizia nel mistero, con una culla abbandonata che giungerà sulle rive delle terre dei gobbos, una civiltà di pelosetti innocua e indifesa. Verremo quindi adottati dal re dei gobbos che ci insegnerà le basi per correre, saltare e sopravvivere a colpi di coda. Ci ritroveremo così a crescere di colpo di fronte agli ingenui occhi della tribù, in quella che sarà una pacifica valle naturale, ancora per poco…
CONCETTI SEMPLICI, MASSIMA RESA
Il panico arriverà tutto di colpo con il malvagio re dei dantini, Baron Dante, un dispettoso e perfido bullo in armatura che inizierà a rapire i poveri gobbos. Con l’aiuto del re dei gobbos tuttavia Croc riuscirà fortunatamente a salvarsi, facendo partire la nostra avventura con il compito di trarre in salvo tutti i gobbos e sconfiggere il perfido oppressore.
Ci troveremo così a una selezione livelli simile a quella vista in Crash Bandicoot (1996), e verremo trasportati in una mappa 3D da un fidato uccellino. Croc: Legend of the Gobbos Remaster non ha modificato nulla dell’esperienza originale classica, ma come potremo notare fin dai primi passi, la telecamera è stata perfezionata. Infatti ora il focus rimarrà sempre di fronte a noi, con una telecamera reattiva saldamente agganciata sopra le nostre spalle.
Se volessimo descrivere con una parola il design generale di un titolo di 20 anni fa, potremmo dirvi (e non per nostalgia) che Croc: Legend of the Gobbos Remaster è una festa. Piccole sezioni di livelli “volanti” in un vuoto dipinto come copertina sapranno regalarci tutto quello che serve per appagare la passione di platform di chiunque. Un videogioco così ben pensato e realizzato che persino oggi risulta ancora fresco e originale.
Non importa se nei quattro mondi disponibili esploreremo dei comuni livelli a tema d’erba, ghiaccio, sabbia e medioevo, sarà il contenuto a fare la differenza. Design semplici ma efficaci, basilare ma divertente, ricco di sfida e prove di abilità con una conta delle vite ben lontana dalle “99” accumulate nei titoli di oggi… Casse da spaccare, gobbos da trovare e gioielli da collezionare, sia per il finale al 100% che per i rari frammenti di puzzle dei livelli speciali.
“YAAA SUUUEEEE”
Il concetto di festa appena menzionato sopra per Croc: Legend of the Gobbos Remaster non riguarderà solo i livelli. Questi saranno un vero mix di divertimento dalla sfida costantemente crescente, e avranno al seguito una degna colonna sonora, rimasterizzata anch’essa. Potremo ascoltare nuovamente tracce spensierate, frizzanti e tematiche dopo ogni porta, diverse per ogni sezione. Dalle pimpanti maracas nel deserto a una voglia di natale nei livelli artici, e via discorrendo.
Tanta, veramente tanta genuinità nelle fasi platform, nelle sfide segrete e nei combattimenti a colpi di coda con piccoli dantini e boss di intermezzo e fine mondo. Come accennato in precedenza, il lavoro di restauro svolto da Argonaut Games non riguarda solo lo smussamento degli spigoli e una nuova illuminazione, ma contiene anche una montagna di bonus e dietro le quinte per i curiosi e gli appassionati di sviluppo videoludico.
Interi raccoglitori originali di Game Design Document, bozzetti preparatori, design di personaggi, play test, animazioni, colonne sonore e video di livelli scartati. Persino diverse interviste ai creatori di Croc: Legend of the Gobbos Remaster e ai “restauratori” musicali e grafici che hanno lavorato a questa lettera d’amore. Non si può che ringraziarli di tanto materiale scansionato pagina per pagina e incluso gratuitamente. Veramente immenso, come raramente ne abbiamo visto nelle nostre vite.
Parlando dei miglioramenti apportati le texture sono state ampliamente svecchiate. Rese quasi al pari di un moderno platform adventure ispirato ai titoli vecchia scuola come Kao The Kangaroo (qui la nostra recensione). Per farvi un paragone più diretto potremmo dire che questa remaster ha raggiunto (e superato) lo stile visivo di Croc 2 (1999). Che ancora oggi risulta, graficamente e non solo, invecchiato piuttosto bene…
“MI SPOSERESTI SE FOSSI UN TANK?”
Non preoccupatevi se non siete mai andati d’accordo con i controlli dei videogiochi di una volta. I comandi “tank” (prima roteare sul posto, poi avanzare) saranno solo un’opzione. Pad alla mano infatti, con l’analogico saremo liberi di muoverci liberamente, come in un qualunque platform recente. Con le frecce invece potremo giocare con i controlli tank: una chicca per veri puristi. Ci sarà anche la sempre apprezzata modalità grafica alternabile istantaneamente con la pressione di un tasto.
Per onorare l’esperienza originale, abbiamo giocato rigorosamente con controlli tank. Croc: Legend of the Gobbos Remaster è un mondo creato per salti precisi e veloci corse a ostacoli che, come in un classico Tomb Raider, richiede particolari aprocci. Il “curvare” correndo è uno di questi e giocarlo con comandi moderni priverebbe il gioco, a nostro parere, di quell’attenzione e di quel livello di sfida in grado di rendere tutto più appagante. Per cui noi vi consigliamo di tirare fuori gli attributi e provare a godervelo alla maniera classica, meglio ancora se usando una tastiera…
Anche la luminosità è stata ritoccata, con ombre ambientali migliorate e più omogenee che danno nuova energia al mondo di gioco. Attraverso le opzioni sarà possibile anche modificare diversi filtri e personalizzare la vostra “esperienza di remaster”. L’unico “difetto” che abbiamo concretamente riscontrato riguarda i mondi innevati, con una texture del pavimento tanto bianca e ancora più luminosa da accecare e nascondere il brillantio dei livelli segreti.
La texture era proprio così in origine, quindi sarebbe (a livello di concetto) insensato parlare di “difetto”, ma è veramente l’unico particolare che può infastidire nell’intera esperienza. Il resto è rimasto fedele al progetto originale, con le stesse “morti rapide” se colpiti in aria e le boss fight fermate in modo grezzo sul finale da una cutscene. Dettagli assolutamente leciti in una remaster…
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Siamo molto felici di aver potuto rimettere le mani su un classico senza tempo, da apprezzare anche (e soprattutto) nella sua forma lucidata e smussata. Parlando da esperti, da fan, e da giocatori possiamo dire di non aver avuto dubbi in merito alla scelta grafica di questo genere di remaster. Avvicinare graficamente Croc: Legend of the Gobbos Remaster al suo secondo capitolo (invece di anomali cambiamenti) è stata la scelta migliore. Il design da platform 3D senza tempo di Croc non ha bisogno certo di stravolgimenti, considerando quanto ancora oggi riesca ad essere fresco e divertente nella sua semplicità, anche sul fronte grafico.
Una rimasterizzazione così fedele è stata la scelta meno invasiva per questo tipo di opera. E non ha senso sostenere il contrario. I dietro le quinte e i bonus omaggio inoltre ci faranno sentire veramente parte di questa famiglia. Speriamo di veder volare nuovamente il nostro coccodrillo preferito sulle ali della popolarità, sperando anche nell’arrivo di un lavoro di restauro del secondo capitolo. Auguriamo ad Argonaut Games un ritorno all’altezza dei meriti, mentre a Croc un augurio di una nuova e rinnovata vitalità fra i gamers di oggi.
Pregi
Energia da vendere a 20 anni di distanza in una nuova veste limata e brillante. Accessibilità rinnovata senza snaturarne l'essenza. Svariati bonus e chicche di dietro le quinte per la felicità dei fan. Rimasterizzazione audio e video fedele al materiale originale, che modernizza il tutto in modo poco invasivo e sensato.
Difetti
La combinazione della rinnovata illuminazione delle texture terrene nei mondi invernali può risultare accecante, letteralmente.
Voto
9