Bleach Rebirth of Souls, il ritorno di Ichigo e compagni, recensione

Bleach Rebirth of Souls, il ritorno di Ichigo e compagni, recensione

Il primo grande gioco dedicato all'opera di Noriaki Kubo dopo diversi anni non riesce a raggiungere il livello di Bankai

-

A distanza di 14 anni dall’ultimo titolo “serio” (escludendo quindi gacha e produzioni mobile), ovvero Bleach: Soul Resurrecciòn su PS3, i fan dell’opera di Noriaki Kubo possono finalmente gioire grazie al debutto di Bleach Rebirth of Souls, un nuovo picchiaduro basato sul celebre manga shonen. Già nel 2022 con l’uscita di Bleach: Thousand-Year Blood War, sequel dell’anime originale che adatta l’arco finale del manga (a eccezione degli ultimissimi capitoli), la serie è tornata alla ribalta…

Pur essendo sostanzialmente rimasta se mpre sulla cresta dell’onda, data la sua forte popolarità. Sfruttando però questo “ritorno di fiamma”, il team di Tamsoft Corporation ci propone di rivivere la storia di Bleach attraverso un picchiaduro tridimensionale. La software house nipponica, fondata nel 1992, vanta un gran numero di produzioni, di cui ricordiamo, tra le più recenti, il buon Captain Tsubasa: Rise of New Champions (qui la nostra recensione).

Andiamo a vedere come è andata con questa recensione della versione Pc di Bleach Rebirth of Souls, curata dal nostro Claudio Szatko. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Bandai Namco, è disponibile anche su PS4, PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.

UNA STORIA INCOMPLETA

Partiamo dalle basi: Bleach: Rebirth of Souls offre principalmente tre modalità di gioco: storia, combattimenti offline (suddivisi in allenamento, versus e missioni) e combattimenti online. Oltre a questi troviamo un tutorial, un negozio per acquistare oggetti e una sezione extra, dove è possibile consultare i trofei, rivedere le cutscenes sbloccate nella modalità storia, ascoltare la colonna sonora o esplorare il glossario.

La modalità storia è senza dubbio la più curata di tutte, benchè non sia priva di difetti. Essa si divide in due sezioni: la trama principale, che ripercorre gli eventi di Bleach, e la storia segreta, dedicata ai momenti chiave nella vita dei personaggi. La prima ripercorre fedelmente gli eventi del manga, dall’inizio fino alla fine della Saga degli Arrancar (che corrisponde alla quarta stagione dell’anime).

E’ davvero un peccato, e a dire il vero risulta anche incomprensibile, che un gioco di Bleach lanciato nel 2025 copra una porzione così limitata della trama dell’opera, tanto più che la già menzionata serie animata che copre la parte finale del manga è stata rilasciata ben tre anni fa. Tornando alla modalità storia, essa presenta la tipica struttura che troviamo in titoli come questo.

Ciascun arco narrativo è suddiviso in episodi, a loro volta composti da varie cutscenes e da un numero variabile di scontri da superare per poter proseguire. Se riusciremo a vincere rispettando determinate condizioni, otterremo ricompense migliori: a parte questo però non c’è nulla in grado di invogliare a rigiocare la modalità storia una seconda volta.

L’APPARENZA INGANNA, ANCHE IN POSITIVO

Certo, non stiamo dicendo che la modalità storia sia terribile, anzi. E’ palese che da parte di Tamsoft Corporation ci sia stato molto impegno nell’atto di narrare degnamente la storia, con cutscenes realizzate tramite il motore di gioco. Queste ultime son lungi dall’essere perfette, ma rimangono in ogni caso assai migliori di semplici intermezzi statici (in stile visual novel ndr) che capita spesso di vedere in questo genere di titoli.

L’altra modalità con un minimo di sostanza è Missioni, che però si limita a una serie di scontri contro avversari progressivamente più impegnativi (una sorta di arcade ndr). Ma passiamo ora alla componente principale, ovvero il gameplay. Come abbiamo accennato in precedenza, Bleach Rebirth of Souls è un picchiaduro 3D che prevede scontri 1v1. L’impostazione è quella tipica degli altri titoli sui generis, perciò se per esempio avete giocato a un qualunque Naruto Ultimate Ninja Storm, vi troverete subito a vostro agio con i comandi.

Ciò che però ci ha sorpreso è stato l’atto di scoprire come, similmente a Dragon Ball: Sparking Zero, si tratti di un picchiaduro sorprendentemente profondo a livello di meccaniche in generale gameplay. Il combat system infatti include attacchi rapidi e potenti concatenabili, attacchi speciali, colpi rompiguardia, attacchi di inseguimento, diverse modalità di risveglio e persino un indicatore di reversal, usato principalmente per eseguire contrattacchi.

Anche lo sviluppo del combattimento risulta differente da quello che ci si potrebbe aspettare a un primo impatto. Invece di dover semplicemente azzerare la barra della vita dell’avversario, per vincere dovremo distruggere le sue anime. Per riuscirci bisognerà ridurre l’energia spirituale nemica fino a un certo punto, momento in cui potremo scatenare il Kikon, un attacco potente e spettacolare in grado di distruggere più anime in un colpo solo.

UN ROSTER DI TUTTO RISPETTO

L’interfaccia di gioco, che si presenta davvero stilosa e dinamica, si inserisce a schermo in vari momenti del combattimento con un design che richiama quello dei picchiaduro più tradizionali. Come detto pocanzi, non si tratta certo di un picchiaduro tecnico come quelli di Arc System Works, ma è comunque piacevole riscontrare una combinazione riuscita tra spettacolo e “complessità” ludica.

Parlando di complessità, i tutorial abbondano di termini e nomi elaborati per descrivere le mosse, al punto da diventare quasi un rompicapo da decifrare. Per quanto riguarda il roster, Bleach Rebirth of Souls offre al momento un totale di 33 personaggi, suddivisi nelle tre fazioni principali che tutti i fan conosceranno bene: Mondo Umano, Società delle Anime e Hueco Mundo.

Considerando la porzione di trama effettivamente coperta dal gioco, non possiamo affatto lamentarci circa il numero di combattenti. Il problema è invece quello tipico di altri titoli simili, ovvero che per quanto ciascun personaggio presenti abilità e poteri distintivi, le differenze di gameplay (e nella fattispecie combo ecc) saranno alquanto minime.

Oltre a questo non mancano personaggi completamente sbilanciati, che rendono gli scontri online piuttosto frustranti. Al di fuori dei combattimenti è invece presente un sistema di personalizzazione abbastanza basilare, dove potremo equipaggiare talismani e cristalli d’anima per potenziare alcune statistiche dei personaggi.

METTERCI UNA PEZZA

Graficamente parlando Bleach Rebirth of Souls si presenta bene, con modelli dettagliati e una presentazione complessiva di buon livello. Il gioco è stato creato con l’Unreal Engine 5, ma risulta comunque distante da altri titoli realizzati col medesimo motore. Forse per il fatto di averlo voluto anche su PS4, o forse per un budget non così abbondante, il punto è che l’opera di Tamsoft Corporation appare in ogni caso come una produzione da Unreal Engine 4. Lo si nota chiaramente nel cel-shading e nelle animazioni che PUR nella loro bontà risultano anni luce lontane da quelle viste anche nelle iterazioni più recenti di Naruto e Dragon Ball.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, al lancio la situazione era a dir poco disperata, col titolo che risultava di fatto ingiocabile, a causa di ripetuti crash e schermate bianche fin dal tutorial, per non parlare dell’audio mancante. Il team di sviluppo è stato quantomeno tempestivo nell’intervenire, con una prima patch rilasciata già dopo quattro giorni dal lancio. Va detto però che è stata la seconda (rilasciata nei giorni successivi ndr) a rendere di fatto giocabile il titolo: a oggi risultano ben quattro patch, e la maggioranza delle problematiche può dirsi finalmente risolta.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Bleach Rebirth of Souls riesce a dare spettacolo senza sacrificare una certa complessità nel gameplay. Un aspetto tutt’altro che scontato, soprattutto nei picchiaduro tratti da manga e anime. Purtroppo però nel suo complesso la produzione non riesce a raggiungere il Bankai per via di diverse limitazioni strutturali. Un peccato considerando il chiaro impegno profuso dal team di Tamsoft Corporation, che danche nel prossimo futuro ha in programma di continuare a intervenire sul gioco (dopo una partenza a dir poco disastrosa), con bilanciamenti vari e contenuti aggiuntivi che verranno rilasciati in futuro. Staremo a vedere.

Pregi

Il combat system risulta divertente, spettacolare e più elaborato rispetto alla media dei picchiaduro basati su manga/anime. Il roster proposto è numericamente e qualitativamente di tutto rispetto. La modalità storia viene narrata splendidamente grazie a delle ottime cutscenes...

Difetti

... Anche se la porzione di trama coperta nel gioco risulta piuttosto limitata, specie se si considera a che punto è arrivato tanto il manga quanto l'anime. Pur avendo utilizzato l'Unreal Engine 5, a livello grafico siamo distanti dagli standard offerti dai "colleghi". Qualche modalità di gioco aggiuntiva non avrebbe guastato.

Voto

7