Police Shootout, realizzato da Games Incubator (software house indie polacca avente all’attivo parecchie produzioni in ambito job simulator), si presenta come un’esperienza ibrida che fonde azione e strategia in un contesto poliziesco. Con un gameplay a turni che mescola sparatorie, negoziazioni e investigazione, il titolo cerca di offrire un’alternativa ai classici FPS e ai simulatori di polizia più realistici. Ma sarà riuscito a trovare il giusto equilibrio tra innovazione e divertimento?
Originariamente rilasciato su Steam nel 2022, il gioco è recentemente approdato su console next-gen. Scopriamo quindi come si comporta Police Shootout in questa recensione della versione PS5. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Ultimate Games, è disponibile anche su Pc e Xbox Series X/S. Buona lettura.
IL DISTINTIVO DI SCOTT PRICE
Nel gioco vestiamo i panni di Scott Price, un ex agente di una metropoli che si ritrova a lavorare nella sonnacchiosa cittadina di San Adrino. Ben presto però scopriamo che anche in una piccola comunità non mancano i problemi: furti, rapine, prese di ostaggi e situazioni ad alto rischio ci mettono alla prova. Il protagonista oltretutto ha un passato tormentato, segnato dalla misteriosa scomparsa del fratello. Un elemento narrativo che si intreccia con le indagini e le missioni.
La storia cerca di dare profondità al personaggio e alle sue scelte, ma si limita a qualche dialogo e intermezzo, senza mai diventare realmente coinvolgente. Anche i personaggi secondari risultano poco caratterizzati, rendendo difficile un vero attaccamento emotivo alle vicende. In pratica ci ritroveremo a eseguire una serie di missioni, della durata di circa venti minuti l’una, che risultano poco legate tra di loro.
SPARARE O NEGOZIARE? IL DESTINO È NELLE NOSTRE MANI
Il cuore del gameplay di Police Shootout sta nella gestione delle situazioni ad alto rischio. A differenza di molti titoli polizieschi in cui l’azione è immediata, qui ogni mossa deve essere ponderata. Il sistema a turni ci permette di scegliere tra diverse opzioni: sparare, negoziare, prendere copertura o tentare un approccio tattico per risolvere la situazione senza causare vittime di sorta.
Price ha a disposizione diversi strumenti nel suo equipaggiamento: un taser elettrico, una pistola, un fucile a pompa, un manganello, delle manette e una radio. Questi chiaramente andranno utilizzati a seconda del tipo di tattica adottata e delle situazioni che si verranno a creare. Cambiare strumento ridsulta abbastanza pratico ma ci dovremo prendere la mano, perché poco intuitivo di base.
Ogni missione propone scenari diversi, dalla classica rapina in banca a situazioni più complesse come il salvataggio di ostaggi in un negozio. Il titolo premia indubbiamente l’approccio strategico: evitare lo scontro diretto e risolvere i conflitti con il dialogo infatti porta spesso a risultati migliori. Tuttavia la ripetitività delle meccaniche si fa sentire presto, con dinamiche che tendono a essere fin troppo simili tra loro missione dopo missione.
Il sistema di mira e shooting, basato su QTE, è uno degli aspetti che ci ha lasciati maggiormente perplessi. In pratica per sparare a un sospettato dovremo prendere la mira e cliccare col grilletto nel momento in cui il mirino si allinea all’obiettivo. La mancanza di un controllo diretto nei combattimenti tra l’altro potrebbe non piacere a chi cerca un’esperienza più action e realistica.
UNA DIVISA UN PO’ SGUALCITA
Dal punto di vista tecnico, Police Shootout sfortunatamente non brilla. La grafica è piuttosto datata, con modelli poco dettagliati e ambientazioni spoglie. Anche le animazioni risultano legnose, specialmente nei movimenti dei personaggi e nelle espressioni facciali durante i dialoghi. Abbiamo riscontrato inoltre alcuni bug sin dai primi minuti di gioco. Come ad esempio il sergente addestratore che si incastra in una stanza e non riesce ad uscire da una normale porta.
Le texture sembrano appartenere a una generazione precedente e su PS5 il gioco non riesce a sfruttare appieno l’hardware per migliorare la resa visiva. Viceversa il comparto sonoro riesce a svolgere un lavoro discreto: gli effetti audio delle sparatorie e le voci dei personaggi contribuiscono infatti a creare un’atmosfera sufficientemente coinvolgente. Anche l’effetto delle voci provenienti dalla radio è realistico e ben realizzato.
PRO E CONTRO DEL DISTINTIVO
Police Shootout offre un concept interessante e una modalità di gioco che si distingue dai classici FPS. La possibilità di risolvere le missioni in modi diversi aggiunge varietà, e l’idea di mettere il giocatore nei panni di un poliziotto che deve prendere decisioni cruciali funziona bene. Anche la rigiocabilità viene stimolata dato che potremo scegliere approcci diversi per ogni missione.
D’altro canto la realizzazione tecnica complessiva lascia per l’appunto a desiderare. Il comparto grafico non è all’altezza degli standard moderni, il sistema di shooting risulta macchinoso e le missioni tendono a diventare ripetitive. Il bilanciamento tra azione e strategia è interessante, ma non sempre riesce a mantenere alta la tensione.
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Police Shootout è un titolo che prova a innovare il genere, ma che fatica a raggiungere il livello che avrebbe potuto ottenere con una maggiore cura nei dettagli. Gli amanti delle simulazioni poliziesche potrebbero apprezzare l’originalità dell’approccio adottato da Games Incubator, ma chi cerca un’esperienza più dinamica e rifinita potrebbe rimanere deluso. Se siete disposti a chiudere un occhio sui difetti tecnici e amate i giochi strategici con un tocco narrativo, il gioco potrebbe valere un’occasione.
Pregi
Meccaniche originali e varie, diversi tipi di approccio disponibile per ogni missione. Una simulazione poliziesca che mancava nel panorama videoludico.
Difetti
Tecnicamente è parecchio datato. Complessivamente fin troppo ripetitivo nonostante gli sforzi profusi in ambito rigiocabilità.
Voto
6