The Tale of Bistun, tra mito e videogioco, recensione
Addentriamoci in una particolare rivisitazione del poema persiano "Khosrow e Shirin"
Recentemente il panorama dei videogiochi ispirati alla letteratura classica ha mostrato una certa carenza di varietà. Le opere di Lovecraft, con i loro tentacoli, hanno certamente soddisfatto le esigenze degli appassionati di letture misteriose e avventurose, ma la domanda sorge spontanea. Cosa ci riserva il futuro? Un adattamento in formato QTE de “Il corvo” di Edgar Allen Poe? Fortunatamente, Black Cube Games ha saputo orientarsi nella direzione giusta con The Tale of Bistun.
Questo titolo segna il debutto dello studio indie olandese e offre una rivisitazione del poema persiano del XII secolo “Khosrow e Shirin”, scritto dal poeta persiano Nizami Ganjavi. Mentre l’opera originale si focalizza sulla coppia formata dal re Cosroe II e dalla principessa Shirin, il gioco pone l’accento sulla relazione tra Shirin e lo scultore Farhad, che qui riveste il ruolo del protagonista. Arricchito da elementi fantastici, il titolo narra la missione di Farhad per salvare Shirin e il mondo da una piaga corrotta, con l’aiuto della dea persiana Anahita e del magico albero senziente All-Seeds.
Andiamo a scoprire quindi The Tale of Bistun in questa recensione della versione PS5, curata dalla nostra Kim Fuentes. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da IMGN.PRO, è disponibile anche su Pc, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
LO SCULTORE
Come accennato pocanzi, The Tale of Bistun è un videogioco che narra la storia di uno scultore di nome Farhad, il quale è alla ricerca dei suoi ricordi perduti e del significato della sua esistenza. Progredendo attraverso le varie sequenze narrative e scene di combattimento, il giocatore scoprirà gradualmente frammenti del passato di Farhad e incontrerà alcuni compagni mitologici lungo il percorso.
La storia del protagonista rappresenta soltanto una piccola parte del poema “Khosrow e Shirin” che, come suggerisce il titolo, si concentra principalmente su questi due personaggi e sulla loro relazione. Dopo aver letto il poema originale al termine del gioco, abbiamo notato che la maggior parte della trama del gioco è costituita da materiale originale sviluppato dal punto di vista di Farhad riguardo agli eventi del poema.
Abbiamo intrapreso l’avventura di Bistun senza alcuna conoscenza preliminare della cultura o della letteratura persiana, trovandoci però rapidamente immersi e affascinati da essa a primo impatto. L’avventura si sviluppa alternando l’esplorazione di un vasto mondo montuoso e una dimensione oscura denominata “Revelations Realm”. Ogni livello completato viene accompagnato da un breve filmato che rivela una parte dei ricordi di Farhad.
Gran parte del gioco consiste nell’attraversare sentieri tortuosi ascoltando un narratore sicuro di sé che descrive i pensieri e le azioni di Farhad. Questo ci ha ricordato molto The Stanley Parable, in cui le vostre azioni vengono costantemente commentate dal narratore. Tuttavia, la storia di The Tale of Bistun è perlopiù lineare, con una sola decisione significativa da prendere giusto alla fine.
E IL GAMEPLAY?
Una delle prime caratteristiche immediatamente riscontrabili in The Tale of Bistun è la costante percezione dei progressi, resa possibile grazie a un mondo hub che si espande lentamente tra i livelli. Il gioco segue un percorso lineare attraverso intermezzi narrativi e missioni. Tra un narratore che integra delicatamente ogni elemento critico della trama prima di proseguire e una struttura rigorosa del layout degli incarichi, il gioco mira a soddisfare i giocatori in cerca di un’avventura più convenzionale e limitata.
È un aspetto negativo? Dipende dal tipo di giocatore. L’opera di Black Cube Music punta ad attirare coloro che si affascinano dinanzi alle storie d’amore tragiche, piuttosto che alle battaglie titaniche per la conquista del mondo. Durante l’avventura, gli oggetti e gli aggiornamenti cruciali per la missione saranno chiaramente indicati, ma di tanto in tanto sarà possibile deviare dai sentieri principali per raccogliere oggetti da collezione. Che si tratti di registri di testo su tavolette di pietra, statue da scolpire o iscrizioni, ogni livello presenta una piccola quantità di oggetti da raccogliere per l’area hub.
Durante le missioni, le aree offriranno una progressione lineare con momenti della storia intervallati da varie arene che dpvranno essere attraversate e purificate prima di poter continuare. Le battaglie di purificazione iniziali evidenziano la pesantezza del combattimento, che all’inizio può mancare di varietà. Con il passare del tempo però verrà offerta una piccolissima e modesta selezione di armi, mentre i nemici si evolveranno leggermente, anche se solo con il passaggio da nemici base a nemici base con scudo.
Durante l’intera avventura non ci troveremo a ideare una vera e propria strategia per il combattimento, visto che potremo cavarcela limitandoci a premere continuamente il tasto di attacco fino allo stordimento o alla sconfitta dell’avversario. Una delle poche risposte di The Tale of Bistun alla necessità di variare maggiormente gli scontri è l’inclusione di mostri a distanza, uno dei quali lancia un proiettile a ricerca che vi inseguirà per un breve periodo. Sebbene Farhad abbia frame di invincibilità durante la schivata, quest’ultima non assorbe il proiettile, e la distanza coperta da essa non è molto lunga, aumentando così la probabilità di essere comunque colpiti durante il recupero.
NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA
La mancanza di coinvolgimento per il giocatore è purtroppo palese sia sul fronte ludico che su quello narrativo. Perfino il protagonista, Farhad, fatica a risaltare a causa della scarsità dei contenuti complessivi. Anche il potenziale educativo, che un gioco come questo potrebbe fornire, risulta trascurato per ragioni sconosciute.
Infatti viene offerto solo un vago accenno alla cultura persiana, come l’assistenza della dea Anahita a Farhad nella sua avventura per salvare Shirin. La menzione di Khosrow poi è ridotta a una semplice nota a piè di pagina, senza alcun riferimento all’impero sasanide che Khosrow governava. Questo è uno degli aspetti più deludenti di The Tale of Bistun, insieme a svariati difetti tecnici.
Il gioco infatti è soggetto a frequenti crash (problema di cui Black Cube Games è a conoscenza e che sta cercando di risolvere), e il sistema di checkpoint non sempre salva effettivamente i progressi. Per esempio, in caso di crash a metà di un livello, tutti gli oggetti da collezione acquisiti dovranno essere recuperati nuovamente. Questo piccolo inconveniente potrà rapidamente trasformarsi in un incubo, poiché alcuni livelli presentano diversi punti di non ritorno, senza una ragione particolare.
Non si tratta però di trappole che conducono direttamente a un’arena di combattimento, dato che i combattimenti sono sempre preannunciati e non vi è possibilità di accumulare risorse come la salute, che torna sempre al massimo dopo la sconfitta di un’arena. Non ci sono trappole né pericoli ambientali, ma solo combattimenti monotoni.
ARTISTICAMENTE PARLANDO
Purtroppo anche il comparto artistico non riesce a brillare, con The Tale of Bistun che sarebbe potuto e dovuto apparire sicuramente migliore. La presentazione infatti manca di dettagli, e il mondo di gioco appare generalmente desolato, privo di qualsivoglia dettaglio di pregio.
La qualità visiva migliora giusto nell’atto di visitare un’area ricorrente chiamata “The Realm of Revelations,” che offre una piacevole pausa dalla mediocrità grazie alle sue tonalità viola scure e all’estetica più da incubo, in contrasto con i colori semplici e pallidi della montagna che altrimenti caratterizzano l’ambientazione.
Tuttavia, non si tratta di nulla di eccezionale. Se si cerca una grafica di alta qualità e un design coinvolgente, ci sono molti altri giochi indie che si presentano decisamente meglio. Anche la colonna sonora purtroppo risulta scialba, priva di mordente, a coronare il cammino di una produzione incapace di incidere su un qualunque aspetto.
SCONSIGLIATO
The Tale of Bistun si può raccomandare ai giocatori alla ricerca di un’avventura leggera, accompagnata da una storia originale e non convenzionale. A parte questo però l’opera di Black Cube Music fa acqua un po’ dappertutto, complice una scarsa varietà di nemici, un livello di sfida poco stimolante e vari problemi tecnici. Davvero un peccato non aver valorizzato meglio la cultura persiana, e in particolare uno dei suoi tipici poemi. Allo stato attuale il titolo risulta quindi incompleto e carente in diversi aspetti fondamentali. Da rivedere.
Pregi
Interessante approccio verso una cultura decisamente fuori dall'ordinario in ambito videoludico, cioè quella persiana. Commenti del narratore apprezzabili nel corso della campagna....
Difetti
... Comunque brevina e incapace di approfondire al meglio una parte della storia persiana. Combattimenti lenti e ripetitivi. Tecnicamente fin troppo grezzo.
Voto
6-