The Bridge Curse 2: The Extrication rappresenta il ritorno di Softstar Entertainment al genere horror, con un atteso sequel che promette di migliorare, amplificare ciò che di buono vi era nel primo capitolo. La software house taiwanese, che nel corso della sua carriera si è perlopiù concentrata su produzioni di carattere narrativo e ruolistico, due anni fa si è data all’horror con il primo capitolo, The Bridge Curse: Road to Salvation. Nel farlo ha tratto ispirazione da storie soprannaturali, di fantasmi, legate alle tradizioni locali.
Questo sequel si propone di offrire un’esperienza ancora più immersiva, in cui il folklore asiativo viene messo sul piatto con una maggiore attenzione ai dettagli e una narrativa stratificata. Avventuriamoci quindi tra le mura decadenti e sinistre di una scuola cinese che sembra imprigionare le anime di chiunque vi si inoltri. Di seguito la recensione della versione PS5 di The Bridge Curse 2: The Extrication, curata dal nostro Simone Mafara. Ricordamo che il gioco, pubblicato da PQube e Gamera Games, è disponibile anche su Pc, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
UN LABIRINTO DI TENEBRE
Ambientato in una scuola che, a prima vista, può sembrare comune, The Bridge Curse 2: The Extrication ci fa capire sin dalle prime battute di gioco che dietrole apparenze si cela una realtà macabra. Oscura e carica di una storia tragica, la scuola diventa un’entità vivente. Uno spazio dove il passato non muore, ma continua a tormentare.
Il team di sviluppo ha trasformato ogni aula, corridoio e scalinata in un luogo carico di minacce invisibili. Nel corso della nostra analisi non abbiamo solamente camminato nell’oscurità, ma tra i ricordi e i dolori ancora palpabili tra le mura scolastiche. Come se l’edificio stesso ci stesse avvisando del rancore provato verso chiunque osi disturbare la sua quiete sinistra.
La trama si sviluppa attraverso cinque capitoli e altrettanti protagonisti, ciascuno con le proprie motivazioni inerenti l’esplorazione di questo luogo maledetto. Ogni personaggio presenta infatti un suo background e obiettivi personali che, uniti alle storie proprie dell’avventura, formano un mosaico complesso e coinvolgente. Il cast è formato da una giornalista alla ricerca della verità su una ragazza scomparsa in precedenza e da un gruppo di studenti.
L’obiettivo di questi ultimi è realizzare un progetto cinematografico rievocando una storia che si tramanda nella scuola e altre figure misteriose che contribuscono a svelare i segreti nascosti. I giocatori si ritroveranno così a dover ricostruire un puzzle narrativo, trovando piccoli indizi sparsi nei luoghi più impensabili e svelando dettagli agghiaccianti di eventi passati che continuano a perseguitare la scuola e le sue anime perdute.
NAVIGARE NELL’INCUBO
The Bridge Curse 2: The Extrication offre un gameplay immersivo e “semplice” a un primo impatto, costruito attorno all’esplorazione e all’utilizzo di strumenti soprannaturali. I corridoi e le aule della scuola risultano ricche di dettagli interattivi: ogni angolo infatti può celare indizi, oggetti e collezionabili utili a svelare il mistero e le tragiche storie legate a quel luogo infestato.
I giocatori scopriranno indizi e segreti nascosti grazie all’Anima Lantern, una lanterna che come si evince dal nome si legherà al personaggio che la utilizzerà. Uno strumento che non solo illuminerà il cammino (svelandone i segreti), ma offrirà anche protezione dagli spiriti ostili. La suddetta laterna si rivelerà essenziale sia per la risoluzione degli enigmi che per procedere attraverso le aree più oscure e minacciose.
Gli enigmi sono diversi e richiedono un’attenta interazione con l’ambiente, incoraggiandoci a esplorare le aree a nostra disposizione collegandone gli oggetti raccolti. Oltretutto non ci si limiterà sempre alla semplice raccolta e posizionamento di oggetti, ma si dovranno risolvere degli enigmi correlati.
Le sequenze di fuga e inseguimento contribuiranno a mantenere alta la tensione. Pur non essendoci nemici dotati di un’intelligenza artificiale particolarmente raffinata, questi momenti offrono un’ottima dose di adrenalina grazie a effetti sonori di qualità e alla necessità di trovare rapidamente rifugi sicuri. D’altra parte avremo a che fare con un cast di nemici inquietantemente realistici e spaventosi.
MIGLIORAMENTI PIÙ E MENO PAUROSI
The Bridge Curse 2: The Extrication ha apportato diverse migliorie rispetto al primo capitolo. I controlli sono più reattivi, l’intelligenza artificiale dei nemici risulta comunque affinata e il level design è stato ripensato per apparire meno lineari. Nel predecessore i percorsi erano spesso inevitabilmente prevedibili, mentre in questo sequel gli spazi offrono maggiore libertà di esplorazione e nascondigli, aumentando il senso di minaccia costante e in generale il ritmo del gioco. Gli enigmi, decisamente più vari e complessi che in passato, favoriscono un coinvolgimento mentale maggiore e una progressione narrativa più fluida.
Ma nonostante questi indubbi passi in avanti, l’opera di Softstar Entertainment presenta comunque alcuni difetti. Sebbene l’atmosfera sia stata realizzata con grande maestria, talvolta il ritmo della narrazione subisce dei rallentamenti, causando alcuni cali di tensioni. Un altro aspetto che potrebbe far storcere il naso agli appassionati di horror più esigenti è la prevedibilità di alcune meccaniche di fuga. Quando si è costretti a nascondersi dalle presenze maligne, il gioco rende fin trovo chiaro ed evidente dove trovare dei rifugi sicuri, eliminando parte della suspense che dovrebbe rendere coinvolgente un’esperienza di natura horror.
Passando al comparto tecnico, The Bridge Curse 2: The Extrication offre una grafica di buon livello che contribuisce a enfatizzare l’elemento horror. La scuole e le sue ombre infatti vengono rappresentate con un livello di dettaglio davvero notevole. Il team di sviluppo ha inoltre puntato su texture realistiche e animazioni migliorate, che si notano soprattutto durante gli incontri con i fantasmi.
I già citati effetti sonori giocano ovviamente un ruolo cruciale nel costruire la suspense, con cambiamenti di tono e suoni che avvertono il giocatore del pericolo imminente. Certo la sincronizzazione labiale dei dialoghi in inglese è lungi dall’essere perfetta: perciò giocare con il doppiaggio in cinese potrebbe risultare più immersivo. Quest’ultimo infatti offre un voice acting di livello che riesce concretamente a trasmettere l’angoscia e il terrore dei protagonisti, arricchendo ulteriormente il fattore immersività.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Nonostante un ritmo narrativo non sempre costante, The Bridge Curse 2: The Extrication si dimostra un’eccellente aggiunta al panorama dei videogiochi horror, offrendo una combinazione vincente di atmosfera, trama e meccaniche di gioco solide. I miglioramenti apportati da Softstar Entertainment rispetto al primo capitolo e l’attenzione al comparto tecnico rendono quest’esperienza memorabile per tutti i veri appassionati del genere.