Reynatis, tra fantasia e realtà, recensione

Un giovane mago intenzionato a scatenare liberamente i propri poteri incrocia la sua strada con un'intransigente poliziotta che viceversa vuole stabilire ordine e disciplina

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Complice un periodo veramente denso di uscite importanti, tra i titoli passati un po’ in sordine c’è Reynatis, ultima fatica di Furyu Corporation. Software house nipponica che in oltre 10 anni di carriera ha avuto il merito di aver concretizzato delle prestigiose collaborazioni, mettendo in contatto piccoli e grandi sviluppatori. Un esempio è dato da The Caligula Effect (2016), dove si è visto Tadashi Satomi, lo sceneggiatore principale dietro ai primi due capitoli di Persona, prendere le redini del comparto narrativo con il team di Aquria.

Peccato però che questi sodalizi siano stati raramente all’altezza della situazione. Ma le tradizioni sono dure a morire, e così anche questa volta il team del Sol Levante ha voluto coinvolgere alcuni nomi importanti. Stiamo parlando di Kazushige Nojima (responsabile della sceneggiatura, tra gli altri, di Final Fantasy VII, VIII e X) e Yoko Shimomura, celebre compositrice che troviamo anche dietro a produzioni del calibro dei Kingdom Hearts e di Xenoblade.

Come sarà andata questa volta? Scopriamolo nella nostra recensione della versione Pc di Reynatis. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da NIS America, è disponibile anche su PS4, PS5 e Switch. Buona lettura.

MAGICA MINACCIA (?), MAGICA POLIZIA

Reynatis è ambientato a Shibuya, in Giappone, dove anni prima una parte della popolazione aveva improvvisamente risvegliato dei poteri magici. Come era prevedibile, svariati individui iniziò a farne uso in ambito criminale, determinando la creazione di una nuova forza di polizia, la Magic Enforcement Agency, allo scopo di contrastarli. I suoi agenti infatti utilizzano i propri poteri magici per contrastare i criminali, ma nel frattempo un gruppo noto semplicemente come “la Gilda” ha cominciato a imperversare per la città.

L’obiettivo dell’organizzazione è spezzare ogni tipo di limitazione riguardo l’uso della magia, consentendone la più pura, libera espressione. Nel gioco impersoneremo Sari e Marin, due personaggi contrapposti in termini di ideali e fini. Come ormai da “tradizione” di Furyu Corporation, la qualità narrativa risulta altalenante. Di certo la critica sociale è tagliente, dal momento che si parla con decisione di corruzione della polizia e oppressione del popolo in merito ai vincoli circa l’uso della magia.

Non a caso quando giocheremo nei panni di Sari, poliziotta simbolo della Magic Enforcement Agency, potremo monitorare una sorta di “misuratore di malizia” che indicherà il livello d’odio provato dalla popolazione nei confronti dei tutori dell’ordine. C’è anche un potenziale inespresso a livello narrativo: per esempio nel mondo di gioco gira una droga chiamata Rubrum, in grado di regalare un senso di beatitudine. Peccato che l’utilizzo smodato di tale sostanza arrivi, col tempo, a corrompere l’animo di una persona fino a trasformarla in un mostro assetato di sangue.

Cosa che successe a uno dei mentori di Sari, caduto nel vortice della dipendenza dopo una mancata promozione. Tuttavia quella che sarebbe potuta essere una storia secondaria dal discreto potenziale umano/emotivo viene esaurita con poche righe di testo, senza ulteriori approfondimenti. Questo e alcuni altri casi simboleggiano in un certo senso le buone idee messe in campo dal team di sviluppo, che però non ha voluto/saputo sfruttarle a dovere.

UN PO’ PER UNO NON FA MALE A NESSUNO

Come dicevamo, Reynatis presenta due protagonisti distinti. Tuttavia, a differenza di come avviene per esempio in Scarlet Nexus, non potremo sceglierlo all’inizio. Viceversa, un po’ come in Yakuza 0, il controllo tra i due verrà alternando nel corso della storia: all’incirca ogni due capitoli. Per quanto ciascuno dei due appartenga a una “fazione” diversa, lo stile di gioco sarà pressappoco lo stesso.

Paradossalmente, Sari e Marin avranno un nemico in comune: la telecamera, che diverse volte ci creerà più d’un grattacapo. Principalmente perchè farà fatica a seguire i movimenti dei personaggi più rapidi… Buona parte del tempo comunque lo passeremo vagando per la notte a Shibuya, colma di vicoli e angoli nascosti contenenti dei piccoli “cancelli” di nebbia che condurranno in altri mondi. Essi, totalmente diversi dall’ambientazione urbana di Tokyo, risulteranno di dimensioni assai più limitate ma anche più ostici da esplorare.

Per quanto concerne il sistema di combattimento, Furyu Corporation ha optato per uno classico da ARPG. Ogni personaggio potrà contare su una combo di attacchi base, più due abilità uniche che potranno essere sostituite con altre una volta sbloccate nel corso della storia. Chiaramente Sari e Marin differiranno in tal senso, avendo delle abilità esclusive.

Entrambi però, dopo aver formato un proprio gruppo al completo, potranno rilasciare tutto il potenziale ludico di Reynatis. Infatti saremo liberi di far intervenire altri personaggi a combo in corso, o in generale di sostituirli durante la battaglia, ampliando le opzioni strategiche a nostra disposizione. Cosa molto utile, in particolare, contro i nemici più forti.

L’APPARENZA A VOLTE INGANNA

Pilastro del combattimento resta però il cosiddetto sistema di soppressione e liberazione. In modalità soppressione, il nostro personaggio avrà l’arma rinfoderata e i poteri magici soppressi. Nel momento in cui sguainerà la spada o in generale attaccherà, invece, verrà attivata la modalità liberazione. Detta così potrebbe non avere molto senso, ma lasciateci spiegare.

In sostanza, quando un personaggio risulta “liberato”, e quindi in modalità offensiva, si vedrà prosciugati costantemente gli MP (o punti magia), che verranno anche spesi a parte nell’attivazione di abilità. Da soppresso invece gli MP potranno rigenerarsi, ma di fatto non saremo in grado di attaccare. L’elemento interessante di questo sistema consiste nel contrattacco accessibile solo in modalità soppressione.

Se riusciremo a eseguirlo (comprendere il tempismo giusto richiederà un minimo di pratica), faremo nostri parte degli MP avversari, e ci ritroveremo quasi sempre con una barra piena e la possibilità di scatenare una raffica di attacchi. Anche se nel complesso potrà risultare lineare e non particolarmente vario, il sistema di combattimento di Reynatis è piuttosto divertente e spettacolare, grazie al tripudio di nemici che potremo far letteralmente volare via.

VISIVAMENTE FUORI TEMPO MASSIMO

Veniamo al principale tallone d’achille di Reynatis, ovvero il comparto tecnico. Graficamente parlando non c’è dubbio che l’opera di Furyu Corporation sia di almeno una generazione indietro… Dimensione degli scenari scarsa, ambienti piatti e avari di dettagli (al netto delle buone luci, almeno su Shibuya), per non parlare dei modelli tridimensionali dei personaggi.

Nel complesso buoni ma che arrivano a sfigurare totalmente se comparati alle versioni bidimensionali visibili durante certi dialoghi, che viceversa presentano un ottimo design. Anche sul fronte delle animazioni ci sarebbe da ridire, soprattutto per quanto concerne quelle di corsa, che ricordano titoli di 10 anni fa e oltre. I personaggi infatti correranno con la schiena rigida come un tronco d’albero, senza la fluidità e la ricchezza di micro-animazioni a cui ci hanno abituato titoli come Stellar Blade.

Situazione un po’ più positiva sul fronte audio, grazie al lavoro della nota Yoko Shimomura, che ha realizzato delle buone tracce che mixano chitarra, violino e batteria. Pregevole inoltre il doppiaggio nell’unica lingua disponibile, il giapponese; come sempre sul fronte del voice acting la terra del Sol Levante si conferma una garanzia in ambito videoludico.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Reynatis è la tipica esperienza targata Furyu Corporation: per alcuni aspetti terribile, per altri splendida. Un giro di montagne russe selvaggio, tra alti e bassi, per una software house che in realtà avrebbe tutte le carte in regola per fare il salto di qualità. Ancora una volta le buone idee non mancano, peccato che non vengano poi sfruttate a dovere. Un sistema di combattimento tutto sommato apprezzabile deve poi fare i conti con una telecamera non di rado caotica, per non parlare dell’ottimo doppiaggio/colonna sonora che si contrappone a un comparto grafico old gen. Suggeriamo comunque agli appassionati di ARPG di derivazione nipponica di dare una chance al gioco.

Pregi

Sistema di combattimento apprezzabile con qualche buona trovata. Personaggi accattivanti, il cui fascino viene amplificato dal designi in 2D (magari fosse lo stesso col 3D). La trama presenta del potenziale...

Difetti

... Che però non viene adeguatamente sfruttato, al pari di altre componenti di gioco. Telecamera caotica, soprattutto negli spazi ristretti. Graficamente arretrato.

Voto

6,5