Dragon Ball: Sparking Zero, un sogno che diventa realtà, recensione

Dopo 17 anni di attesa, il vero erede di Budokai Tenkaichi 3 è finalmente arrivato; ecco come è andata

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Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3 (2007), conosciuto nel Sol Levante con il nome di Dragon Ball Z Sparking! Meteor, debuttò alla fine della generazione di PS2, determinando il culmine di una serie di picchiaduro che per oltre 15 anni ha rappresentato l’apice delle “conversioni videoludiche” dell’opera di Akira Toriyama, tragicamente deceduto lo scorso marzo. Certo, fino a oggi sono stati rilasciati quasi 100 videogiochi dedicati a Goku e compagni, diversi dei quali (anche relativamente recenti) hanno conquistato critica e pubblico a suon di percosse e avventure. Ricordiamo l’eccellente picchiaduro in due dimensioni Dragon Ball FighterZ, o l’ultimo Dragon Ball Z: Kakarot, che offre la ricostruzione più accurata e scorrevole di tutto il manga/anime.

Tuttavia né loro né gli altri videogiochi che sono stati rilasciati dopo il 2007 sono riusciti e/o hanno voluto porsi in veste di “Budokai Tenkaichi 4″… Almeno fino a oggi, con Dragon Ball: Sparking Zero. Dietro al suo sviluppo non potevamo che trovare Spike Chunsoft, software house nipponica nata nel 2012 dalla fusione tra Spike Co (autori, tra gli altri, proprio della serie Budokai Tenkaichi) e Chunsoft, conosciuti invece per la serie di Pokèmon Mystery Dungeon. Ragionando su cosa ci siamo trovati davanti e di cui vi stiamo per parlare, è quasi incredibile che si tratti delle stesse menti dietro a Jump Force… Ma dopotutto, tutte le belle storie meritano un lieto fine. E finalmente la ricca eredità di Budokai Tenkaichi 3 è stata raccolta e trasmessa. Vediamo come.

Di seguito la recensione della versione Pc di Dragon Ball: Sparking Zero. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Bandai Namco Entertainment, è disponibile anche su PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.

BUDOKAI TENKAICHI 4 IS HERE

Inutile girarci intorno: Dragon Ball: Sparking Zero lascia a bocca aperta sin dal primo avvio, giungendo al menu principale. Le sezioni (negozio, combattimenti online e offline, ecc) di quest’ultimo infatti si presentano con dei brevi intermezzi animati, per di più dal piacevole sfondo comico, “ambientate” verso la fine di Dragon Ball Super. Un signor preludio a quello che scopriremo essere un signor gameplay, ma andiamo con ordine.

Dopotutto stiamo parlando del nuovo standard per quanto concerne il combattimento in Dragon Ball, con personaggi veloci e reattivi che sfrecciano velocissimi pronti a darsele di santa ragione in enormi scenari altamente distruttibili. Per quanto riguarda la modalità Storia, non ne troveremo una propriamente detta o comunque strutturata in maniera lineare e uniforme.

Stesso evento, sviluppi diversi. Starà a noi capire cosa fare.

Spike Chunsoft infatti ha inserito dei cosiddetti “Episodi Battaglia”, che ripropongono gli avvenimenti di Dragon Ball Z e Dragon Ball Super dal punto di vista di otto personaggi differenti. Essi includono non solo coloro che ci si potrebbe aspettare come Goku e Vegeta, ma anche Freezer e Black Goku. Tali episodi prevedono numerosi scenari “What If”: alcuni trattati in maniera oseremmo dire “sbrigativa”, e che presentano giusto qualche schermata capace di offrire dei finali alternativi a fatti ben noti.

Altri What If invece vengono sviluppati in maniera più approfondita attraverso gli “Episodi Sparking” (completamente animati), che esplorano degli sviluppi alternativi non di rado sorprendenti, o comunque molto interessanti. Per riuscire a sbloccarli bisognerà completare obiettivi più e meno nascosti, che ovviamente dovranno in qualche modo andare contro il normale svolgersi degli eventi che ogni vero fan della serie dovrebbe conoscere a menadito.

UN TAGLIA E CUCI QUANTOMENO DISCUTIBILE

Goku+Vegeta= Distruzione totale

Questa sorta di modalità Storia “irregolare” presenta, come il suo illustre predecessore spirituale, un livello di sfida di tutto rispetto. Alcuni combattimenti della storia, come per esempio Goku Super Saiyan contro Freezer o ancor di più Goku contro Vegeta-Scimmione non dovranno essere presi alla leggera, pena il game over ripetuto. La difficoltà è tutt’altro che insuperabile (checchè se ne dica), ma i giocatori a digiuno di picchiaduro di Dragon Ball o di picchiaduro in generale potrebbero andare incontro a innumerevoli ostacoli.

Per questo motivo raccomandiamo di non buttarsi a capofitto negli Episodi Battaglia, ma di prepararsi adeguatamente attraverso il tutorial, che illustra in maniera abbastanza efficace tutte le meccaniche di gioco, ivi comprese quelle nuove di zecca che rendono il gameplay di Dragon Ball: Sparking Zero semplicemente sublime. Ma ci torneremo più avanti. Abbiamo davvero apprezzato gli Episodi Sparking e in generale What If proposti, che hanno aperto a scenari che non ci dispiacerebbe affatto veder diventare canonici.

Passano gli anni ma il Lampo Finale è sempre un piacere.

Tuttavia non possiamo evitare di provare rammarico per il fatto di aver completamente escluso la prima serie di Dragon Ball, per non parlare dei grossi tagli agli eventi di Z e Super. A seconda del personaggio scelto per lo svolgimento degli Episodi Battaglia infatti noteremo come molte sezioni importanti del manga/anime siano state saltate a pié pari. Cosa che rende il gioco pienamente fruibile solamente da coloro che già conoscono l’opera principale.

Certo, è evidente come nei progetti di Spike Chunsoft l’atto di proporre un “percorso completo della storia di Dragon Ball” fosse tutt’altro che in cima alla lista. Per questo motivo consigliamo alle persone interessate prettamente alla trama di giocare Dragon Ball Z Kakarot a tal proposito. Tuttavia avremmo gradito un coinvolgimento (anche parziale) della prima serie, o comunque una selezione più accurata degli avvenimenti di Z e Super.

UN CROGIUOLO DI MIRABILI PENSATE

Inserendo in una squadra personaggi specifici potremo notare delle battute uniche.

Al netto di ciò, vi è una feature del tutto inedita che farà esplodere di gioia qualunque fan del franchise, ovvero gli Episodi Battaglia personalizzati. Si tratta di fatto di un editor di “fanfiction” giocabili, dove potremo realizzare battaglie e filmati di fantasia così da poter dare vita ai nostri personali sviluppi di trama. Chiaramente saremo liberi sia di giocare quelli creati dalla community che condividere con la suddetta le nostre creazioni.

L’editor presenta molte opzioni e possibilità, ma l’ìnterfaccia e in generale l’utilizzo richiederà parecchia pratica. I giocatori meno pazienti potranno comunque scegliere di usare una versione semplificata dell’editor (dalle possibilità fisiologicamente limitate), oppure di modificare uno scenario già realizzato evitando così di partire da zero.

In questa sezione troveremo tante sfide da completare in cambio di varie ricompense.

Si tratta di una feature dal potenziale inconcepibile che virtualmente assicura una longevità infinita, ma che poteva essere realizzata in maniera più intuitiva. Continuando a parlare di personalizzazione, è doveroso fare riferimento all’utilizzo della valuta principale del mondo di Dragon Ball, ovvero gli Zeny, ottenibili in vari modi (in primis, il prender parte a dei combattimenti, naturalmente).

Nelle sezioni “Ordini di Zeno” e “Libro dei timbri di Whis” potremo trovare varie sfide in-game che ci garantiranno ricompense di natura monetaria oppure titoli: qualche volta persino delle sfere del drago. Di queste ultime, ottenibili anche casualmente come ricompensa dalle battaglie, ce ne saranno tre set: quella tradizionali del drago della Terra, quelle di Polunga e le Super sfere del drago.

Quel sorriso… Quel maledetto sorriso.

Tra i vari desideri che potremo esprimere figurano: più zeni (una bella somma), sblocco di un personaggio oggetti abilità e così via. Per quanto concerne lo sblocco di questi elementi, vale la pena far notare che si potranno acquistare dal normale store in-game, ovviamente in cambio di Zeni. Ciò vale anche per numerosi personaggi e relativi costumi.

La cosa interessante a cui il team di Spike Chunsoft ha pensato è il poter essere rimborsati nel caso in cui si possegga già l’oggetto. Supponiamo di aver acquistato un personaggio o un costume nel negozio in cambio di Zeny. Se poi dovessimo sbloccarlo normalmente attraverso gli Episodi Battaglia, verremo rimborsati della cifra di Zeny spesa per acquistarlo. Fantastico! In questo modo non ci sarà motivo di trattenersi dallo spendere tutto il denaro in nostro possesso quanto prima.

UN’INCREDIBILE RIMPATRIATA, CON QUALCHE ASSENZA

Golden o non Golden (Freezer), questo è il problema.

Eccoci finalmente a parlarvi del gameplay di Dragon Ball: Sparking Zero. O per meglio dire, del combat system. Concettualmente semplice, ma insospettabilmente profondo. Per quanto riguarda lo schema dei comandi, troveremo di base due possibilità: lo schema classico e quello normale. Il primo riprende in pieno i controlli dei Budokai Tenkaichi, e permette così un inserimento immediato per i giocatori di lunga data.

Il secondo invece è uno schema più moderno, in linea con i controlli tipici dei picchiaduro sui generis. Premesso che entrambi saranno liberamente personalizzabili, abbiamo notato come l’esecuzione delle nuove meccaniche di combattimento risulti un po’ più intuitiva con lo schema normale, ma alla fine si tratta unicamente di gusti personali.

Numerosi costumi consistono in abiti strappati o comunque danneggiati. Non mancano poi vari accessori, tutti da sbloccare.

Il roster prevede 182 combattenti (con alcuni aggiuntivi già annunciati via DLC), e costituisce il più grande di sempre in un videogioco di Dragon Ball. Al netto di alcune assenze di personaggi provenienti dalla prima serie, che probabilmente verranno aggiunti in futuro, troviamo una lunga lista di personaggi con relative trasformazioni sia da Z che da Super.

Di base i personaggi condividono un comune set di comandi, che ovviamente differiscono a livello individuale per quanto riguarda attacchi, certi movimenti, trasformazioni e super attacchi. Oltre a ciò, essi risultano divisi in cinque “classi”, che assicurano una buona varietà di approcci al combattimento: Potenza, Velocità, Aura, Giganti e Androidi.

Il vero Super Saiyan della leggenda. Almeno nell’universo 7.

Queste classi non sono propriamente “dichiarate”, ma si possono desumere in quanto collegate ai personaggi in questione, sia in termini di design che di reale stile di combattimento. Personaggi come Freezer o Vegeta, della classe Aura, risultano particolarmente adatti al combattimento a medio raggio, visto che possono emettere un gran numero di “Ki-Blast” con un dispendio di energia minimo.

Gli androdi come C17 e C18 d’altro canto eccellono negli scontri ravvicinati, e dal momento la loro aura si ricarica autonomamente (perlopiù combattendo corpo a corpo), si prestano bene ai giocatori con uno stile di combattimento aggressivo. Sui personaggi giganti come il Dr.Willow o Anilaza, ovviamente, non funzionano le prese o in generale gli attacchi (o le super) che prevedono un approccio corpo a corpo: di contro sono ovviamente lenti e facili da colpire. Il resto ve lo facciamo scoprire in autonomia.

QUANDO LA MANCANZA DI EQUILIBRIO È GIUSTA…

La “signature move” di Vegeta, il Cannone Galick.

Come ogni picchiaduro che si rispetti, la conoscenza delle meccaniche di gioco e in generale del combattimento prevale su tutto il resto, ivi comprese le sopracitate “classi”. Ciò detto, in quanto pseudo Budokai Tenkaichi 4, il buon Dragon Ball: Sparking Zero non è né vuole essere un picchiaduro perfettamente bilanciato, specie a livello di personaggi.

Complici le tipiche “battaglie PD”, in cui bisogna formare una squadra in base a un valore numerico assegnato a ciascun personaggio, un Crilin (3 PD) non è fatto per portare a segno una quantità inimmaginabile di danni nei confronti di un Beerus (10 PD). Con questo non vogliamo dire che sia impossibile vincere in scontri dall’esito “scontato” (almeno sulla carta), anzi. Semplicemente, il sistema tiene conto sia delle classi di appartenenza che del livello di “potere” dei personaggi nell’atto di calcolare i danni degli attacchi.

Non potevano mancare nel roster diversi combattenti provenienti da altri universi e visti in Dragon Ball Super nel corso del Torneo del Potere.

In fin dei conti, se tutti i personaggi fossero bilanciati perfettamente come in un picchiaduro tradizionale, non avrebbe senso investire 8-10 PD su 15 a disposizione scegliendo un personaggio potente e rinunciando, di fatto, alla possibilità di creare un team da 4 o 5 personaggi. A meno che non siano tutti “bassi” di potere: come nel caso di Mr. Satan, unico personaggio con 1 PD, o di Guldo e Rif, entrambi del valore di 2 PD.

D’altra parte le nuove meccaniche “difensive” (Perception e Vanish) a conti fatti non tengono conto del livello di forza dei personaggi, ma solo dell’abilità del giocatore di effettuare schivate e contrattacchi con il giusto tempismo. Soprattutto le battaglie tra giocatori esperti arriveranno, visivamente, a emulare quelle viste nell’anime, con continui teletrasporti alle spalle dell’avversario e in generale un combattimento corpo a corpo che, come abbiamo detto in precedenza, rappresenta ora il nuovo standard per i picchiaduro a tema Dragon Ball (e non solo).

… FINO A UN CERTO PUNTO

Non dimenticate di personalizzare la Carta Giocatore, che risulterà visibile online.

Ai tempi Budokai Tenkaichi 3 era riuscito a costruire una solida scena competitiva per quanto concerne il multigiocatore, e a quasi due settimane dal lancio possiamo dire che i ragazzi di Spike Chunsoft, con Dragon Ball: Sparking Zero, sono riusciti nuovamente nell’intento. Quasi. Ma andiamo con ordine. Per quanto oggi sia diventata uno standard all’interno dei giochi picchiaduro con componente online, nel titolo di Spike Chunsoft non è presente la tecnologia del rollback netcode.

Di fatto l’andamento degli scontri si poggia interamente sui giocatori e sulle rispettive connessioni. Con una connessione cablata e un uso appropriato dei filtri nel matchmaking, tuttavia, è possibile vivere un’esperienza multigiocatore online più che apprezzabile. Nella nostra prova abbiamo sofferto di meno input lag di quanto avessimo preventivato. Ciò detto, non vi sono tutte rose e fiori: proprio perchè alla base vi è un roster volutamente “sbilanciato”, l’abuso di determinati personaggi nelle partite classificate online rimane inevitabile.

Tale e quale alla versione animata. Anzi, meglio.

In quelle senza limitazioni è un proliferare di Goku Ultra Istinto, Vegito, Gogeta SSJ4 e Whis. Una situazione più equilibrata la troviamo invece nelle partite PD, dove si è per l’appunto costretti a comporre una squadra con le limitazioni di potere precedentemente accennate. Tuttavia anche in questa modalità troviamo personaggi “meta” notevolmente più utilizzati, come C19 e C20 (grazie alle mosse risucchia-energia) e soprattutto l’insospettabile Yajirobei.

Grazie alla sua abilità “Senzu” infatti il robusto spadaccino è in grado di recuperare tutta la salute perduta. Non il 20% come l’abilità “Merenda” di Whis o “Meditazione” di Jiren, ma il 100%. Un’indubbia esagerazione che ha costretto il team di sviluppo a scendere in campo: infatti è prevista prossimamente una patch che andrà, tra le altre cose, a nerfare il personaggio. In che modo non è dato saperlo. Nel complesso comunque la componente multigiocatore online è dunque ampiamente soddisfacente.

L’Unreal Engine 5 ha davvero un’aura potentissima.

Lo stesso non si può dire di quella multigiocatore locale: una feature invocata a furor di popolo dalla community e indubbiamente introdotta all’ultimo momento dal team di sviluppo. Non a caso le battaglie offline a schermo condiviso, attualmente, possono svolgersi in un solo scenario (la stanza dello spirito e del tempo ndr). In una produzione che fa della mole di contenuti uno dei principali punti di forza, ciò è quantomeno imbarazzante. Speriamo che con i prossimi aggiornamenti vengano aggiunti anche il resto degli scenari già presenti nel gioco.

Questa “qualità altalenante” di Dragon Ball: Sparking Zero viene appunto controbilanciata dalla notevole quantità di contenuti. Oltre all’allenamento libero classico troviamo il Super Allenamento, dove attraverso dei combattimenti simulati tra Piccolo e Gohan Supremo ci verranno insegnate tutte le meccaniche del gioco, una per una. I tornei (Mondiale, dell’Aldilà, del Potere, degli Universi, ecc) tornano con più opzioni di personalizzazione che mai, ivi comprese limitazioni quali l’impossibilità di volare e la sconfitta data dalla fuoriuscita dal ring. E poi vi è una ricca enciclopedia che qualunque fan del franchise sarà felice di sviscerare a dovere.

UN SOGNO A OCCHI APERTI

La mossa simbolo di Dragon Ball… La Kamehameha.

Come annunciato sin dall’inizio, Dragon Ball: Sparking Zero è stato realizzato interamente con l’Unreal Engine 5. Il risultato è davvero notevole: abbiamo infatti personaggi e ambienti (distruttibili a livelli inediti in un picchiaduro di Dragon Ball) super definiti, e accompagnati dal tripudio di esplosioni ed effetti causati dagli innumerevoli attacchi ad aura.

Anche le cutscenes godono di una presentazione visiva di livello pari se non superiore a quello della serie animata: l’unica scelta del team di sviluppo in tal senso che ci ha fatto un po’ storcere il naso è il fatto di aver fatto spesso ricorso a delle immagini statiche e a delle “riprese” con una definizione decisamente inferiore rispetto alla media.

Poter assistere a questa scena iconica dalla prospettiva di Gohan è tutta un’altra cosa.

Anche a livello visivo quindi sarà possibile notare una certa discontinuità… Decisamente apprezzabile e apprezzata invece la possibilità di cambiare “punto di vista” in diversi frangenti delle cutscenes. Una feature semplice ma d’impatto che esalta l’immersività e il coinvolgimento nelle vicende di Goku e dei suoi amici. Il gioco presenta l’eccellente doppiaggio “ufficiale” (con tutti i voice actor noti ndr) sia in inglese che in giapponese.

Mentre per quanto riguarda la colonna sonora, comunque più che apprezzabile, dobbiamo far presente quanto in essa non siano include le tracce ufficiali dell’anime. Queste ultime infatti sono state rese disponibili in due DLC per motivi di licenza: ma ribadiamo che anche con le sole tracce musicali presenti di base nel gioco sapranno gasarci a sufficienza nell’atto di prender parte alle battaglie più spettacolari che si siano mai viste in un videogioco di Dragon Ball.

DA AVERE SENZA RISERVE

17 anni di lunghissima attesa, ma ne è valsa davvero la pena. Pur non risultando un perfetto “Budokai Tenkaichi 4”, Dragon Ball: Sparking Zero ha ripreso con successo lo spirito del suo illustre predecessore, fissando tanto a livello ludico quanto grafico il nuovo standard per quello che concerne i picchiaduro a tema Dragon Ball. Il lavoro di Spike Chunsoft presenta molti alti ma anche qualche basso, che però non ha per nulla scoraggiato l’utenza visti gli oltre tre milioni di copie vendute nelle prime 24 ore dal lancio.

Al netto di qualche scivolone iniziale evitabile (come la modalità a schermo condiviso con un solo scenario a disposizione) ma a cui si può rimediare facilmente con un aggiornamento, non c’è dubbio che tutto questo successo sia ampiamente meritato. Goku e compagni sono pronti a darsele di santa ragione per la gioia di ogni vero fan della serie, nel segno di un tributo videoludico assolutamente onorevole ad Akira Toriyama e alla sua opera intergenerazionale.

Pregi

I combattimenti di Dragon Ball non sono mai stati così spettacolari e fedeli alla controparte animata, ludicamente e graficamente. Sistema di combattimento "easy to learn, hard to master", che si pone come nuovo standard per la serie. Mole di contenuti davvero impressionante. Poter creare delle fanfiction giocabili è qualcosa di sconvolgente. Gli Episodi Sparking e in generale i What If sono pura dinamite...

Difetti

...Ma gli Episodi Battaglia nel complesso tagliano molte, troppe battaglie e momenti salienti di Z e Super. Tecnicamente altalenante. Multigiocatore in locale aggiunto in fretta e furia, con un solo scenario disponibile.

Voto

8+