9th Dawn Remake, il ritorno di un grande classico, recensione
Molteplici contenuti aggiuntivi e una totale rivisitazione per un ARPG open world in pixel art che in oltre un decennio non ha avuto la giusta visibilità
Nel 2012 una piccola software house indie britannica, Valorware, esordì sul mercato con 9th Dawn. Si trattava di un piccolo ma delizioso ARPG hack & slash in pixel art, che offriva un open world insospettabilmente vasto e ricco di mostri, luoghi nascosti e oggetti. Successivamente venne rilasciato anche un secondo e un terzo capitolo, ma i pensieri del team di sviluppo e degli appassionati tornavano sempre lì, a quando tutto ebbe inizio.
E così eccoci oggi a parlarvi di 9th Dawn Remake, una totale rivisitazione del titolo originale che per di più offre un gran numero di contenuti aggiuntivi tra nuovi dungeon, armi, mostri, ecc. Basta chiacchere e tuffiamoci nella recensione dell’unica versione disponibile, quella Pc (Steam). Buona lettura.
DA DUE DIMENSIONI A DUE E MEZZO
Opera di rivisitazione a parte, 9th Dawn Remake rimane fedele alle sue radici. Come anticipato pocanzi, ad attendere i giocatori c’è un ARPG open world con un mondo di gioco incredibilmente vasto, pronto a offrire decine, se non centinaia di ore di divertimento per coloro che si decideranno a esplorare ogni angolo del continente di Montelorne.
L’aggiunta di oltre 40 nuovi dungeon rispetto all’originale, ciascuno ricco di creature mortali e preziosi tesori, assicura opportunità di avventura e scoperte ancora più ampie. Come ogni remake che si rispetti tuttavia il cambiamento principale apportato dal team di Valorware riguarda la componente visiva. Infatti è stata introdotta una nuova grafica 2.5D, che infonde una nuova linfa vitale al mondo di gioco.
Sono evidenti l’impegno e gli sforzi profusi dagli sviluppatori nella pulizia e nella rielaborazione degli sprite dei personaggi, che godono inoltre di animazioni migliorate per una resa fedele all’originale, ma molto più godibile da parte di un’utenza contemporanea. Anche il gameplay è stato rinnovato, e rispetto a 12 anni fa si presenta decisamente più fluido e movimentato.
Il risultato sono battaglie ancora più intense e dinamiche, che per quanto combattute da sprite a metà tra due e tre dimensioni tutti “pixellati”, sapranno trasmettere più adrenalina di quanto uno non potrebbe pensare. Oltretutto vi è un’altra notevole, gradita aggiunta: la modalità in prima persona. In qualsiasi momento sarà possibile cambiare tra quella classica “dall’alto” e quest’altra, che conferisce all’esplorazione e al combattimento una dimensione (e una visuale) tutta nuova.
LE COSE BELLE VANNO CONDIVISE…
Assente nel titolo originale, 9th Dawn Remake gode per di più di una modalità multigiocatore, sia online che in locale a schermo condiviso, che consentirà a due giocatori di vivere assieme le avventure e le sfide offerte dal mondo di Montelorne. E’ importante precisare però che per limitazioni di natura tecnica quest’esperienza cooperativa si svolge, come dichiarato dagli sviluppatori, in maniera non troppo dissimile da titoli come Code Vein.
In sostanza solo l’host avrà la possibilità di visionare per intero i dialoghi delle missioni principali e di poter usufruire concretamente dei completamenti degli incarichi. Il secondo giocatore (ospite) non potrà conservare progressi relativi alla trama principale, ma solo su alcune missioni secondarie. Di contro tutto il bottino e l’esperienza guadagnati saranno salvati. Comprendiamo i limiti tecnici, e tutto sommato non impedisce a due amici di vivere per intero l’avventura, ma una modalità cooperativa “completa” avrebbe sortito tutt’altro effetto.
Tornando al gioco in sé, troveremo le opzioni di personalizzazione del personaggio ancora più profonde e accattivanti. Incantesimi, abilità, punti attributo da assegnare e ovviamente tantissimi equipaggiamenti da potenziare: tanti e vari ingredienti per creare molteplici build, a seconda del proprio stile di gioco. Non dimentichiamoci poi della possibilità di allevare creature. Dopo averle fatte schiudere dalle uova, potremo man mano contare su dei mostruosi, formidabili alleati, che ci daranno man forte in combattimento e in generale nel corso del gioco.
La trama è quella di sempre: in seguito alla misteriosa scomparsa del guardiano del faro locale, il giocatore verrà inviato in missione a investigare su un potere oscuro che si aggira per il continente, e che ha come epicentro il castello di Maltyr, che rappresenta l’obiettivo finale dell’avventura. Ciò detto, vi sono innumerevoli missioni secondarie disseminate per i villaggi di Montelorne, che offrono ricompense e approfondimenti sulla lore di gioco. Certo non manca una quantità notevole di armi ed equipaggiamenti da trovare e potenziare, ma gli amanti del crafting troveranno in 9th Dawn Remake ciò che possono desiderare da un titolo del genere, come la possibilità di forgiare armi e preparare pozioni.
UN REMAKE DA E CON MANUALE, QUASI
Come se non dovessero bastare tutte le novità di cui abbiamo parlato finora, Valorware ha introdotto in 9th Dawn Remake due nuovi minigiochi che rappresentano un piacevole diversivo dall’avventura principale. Il primo, Fishing Survivors, è un bizzarro ma divertente gioco di pesca bullet hell dove impersoneremo dei “guerrieri-vermi” col compito di affrontare ondate su ondate di pesci nemici.
La quantità di pesci sconfitti determinerà la resa della pesca; andando avanti con l’avventura principale inoltre sarà possibile sbloccare obiettivi e ricompense aggiuntive per tale minigioco. Deck Rock invece è il secondo minigioco, e si tratta di un vero e proprio deck builder ispirato a produzioni come Roguebook e Slay the Spire.
Per la quantità di contenuti che offre e per la cura riversata in esso, potremmo azzardarci a paragonarlo (con le dovute proporzioni) al Gwent in The Witcher 3. Inoltre per gli amanti di lore vogliamo far notare che insieme al gioco è stato rilasciato, in forma di DLC, The Book of Nameless. Si tratta di un ebook digitale contenente il primo romanzo ambientato nell’universo di 9th Dawn.
Un’opera di 170 pagine, redatta dallo scrittore L.R.Gaunt, ambientata 100 anni prima del gioco originale. La storia segue le avventure di Fen Greenbelt e Rena the Teamaster mentre combattono draghi, goblin e forze sconosciute per salvare il regno di Montelorne, e contribuiscono a fornire ulteriore profondità a una lore che già nel corso del gioco mostra di avere parecchio da raccontare.
DA AVERE SENZA RISERVE
9th Dawn Remake è la testimonianza di come si dovrebbe realizzare il remake di un titolo che sì, ne aveva bisogno. Nuovi contenuti, grafica e gameplay rinnovati, minigiochi, funzionalità cooperative (anche se limitate tecnicamente)… Il team di Valorware ce l’ha messa tutta per riportare in vita la sua opera d’esordio, rendendola appetibile per i palati moderni. Possiamo dire che la missione è stata decisamente compiuta: unitevi a un’avventura epica piena di pericoli e scoperte, da vivere in un mondo fantasy che dietro a dei semplici pixel nasconde un’insospettabile profondità narrativa.
Pregi
Remake da manuale: è così che si dovrebbe rimettere mano a un titolo vetusto. Atmosfera del gioco originale inalterata e piacevolmente migliorata allo stesso tempo, grazie a tanti nuovi contenuti. Ottimo lavoro sul comparto tecnico. La modalità multigiocatore ci voleva proprio...
Difetti
... Anche se presenta delle limitazioni tecniche che per quanto fisiologiche (data la produzione), potrebbero far storcere il naso ai più.
Voto
8,5