E’ con gli occhi lucidi che ci apprestiamo a parlarvi di Neva, il nuovo “AAA” (definito da noi “Artistic Action Adventure”) realizzato dagli autori di GRIS. Pensavamo che nulla avrebbe potuto scalfirci a livello emotivo dopo le superlative rappresentazioni artistiche sulle fasi del dolore viste nel suddetto titolo. Eppure eccoci, ancora una volta, a (ri)scoprire emozioni che non credevamo di avere. Sepolte e sopite in un deserto di abitudini in cui solo pochi altri rari esempi riescono ad emergere.
Gli sviluppatori spagnoli di Nomada Studio sono ormai pienamente riconosciuti come un team dal talento indiscusso. Merito anche del famoso artista visivo che ha fornito la base per entrambi i titoli, rendendoli iconici. Parliamo di Conrad Roset e dei suoi policromatici dipinti in acquarello rappresentanti figure femminili fuse con la natura floreale. Un viaggio intenso ed emotivamente potente, emerso da questo connubio di talento per lo sviluppo e passione per l’arte. E noi oggi siamo qui ad analizzare proprio Neva, con questa recensione della versione Pc. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Devolver Digital, sarà disponibile da domani anche su PS5, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
IL CONCETTO DI “CAPOLAVORO”…
Ammettiamo di essere in difficoltà nello scegliere le giuste parole che possano rendere comprensibili i nostri pensieri senza rovinarvi l’esperienza narrativa di Neva. Parliamo di un viaggio che ricalca quanto fatto con GRIS, eccezione fatta per un maggiore focus sulle fasi action. La nostra misteriosa protagonista dai capelli voluminosi infatti è una motivata spadaccina, affiancata da un leggendario ibrido e albino lupo-cervo.
I due affiatati protagonisti di questa storia si troveranno a dover affrontare un violento scontro con una forza oscura. Una piaga che divora e infetta tutto ciò che può definirsi “natura”, dalla vegetazione agli animali, uccidendone la vitalità con infestanti fiori neri. Per poi, infine, prenderne la forma con obbrobriosi esseri umanoidi che indossano pallide maschere kabuki, anche in grado di controllare in modi soffocanti vari tipi di animali deceduti.
Inizierà quindi un viaggio attraverso le stagioni, come fossero capitoli. Ognuna con un diverso e scandito livello di progressione, sia riguardo la crescita personale dei due protagonisti che l’estensione della piaga nelle sue varie forme. Il tutto nel continuo mutamento di quelle che una volta erano rigogliose praterie popolate da pacifica fauna e inebrianti foreste ricche di colori. Il nostro viaggio con al seguito la piccola Neva ci porterà fino alla fonte della piaga, in un’esperienza eccelsa che definire ricca di simbolismi sarebbe riduttivo.
Si alterneranno dunque momenti di “attraversamento” con significative fasi di combattimento, inframezzate da stupendi enigmi ambientali. Man mano che avanzeremo nella nostra avventura la nostra fidata lupacchiotta crescerà, sbloccando nuovi elementi di gameplay. Il tutto con un equilibrata cadenza in grado di variare e reinventare il gameplay senza mai scadere nel banale, colpendoci sempre più spesso con inaspettata piacevolezza.
LEGAME INDISSOLUBILE
Fin da subito in Neva ci troveremo a scoprire il legame fra i nostri due protagonisti vivendolo “in prima persona”. Con un iniziale cucciolo distratto e giocherellone a cui dover prestare attenzione fino alla sua forma più possente, stagione dopo stagione. Arrivando infine a diventare nostro compagno d’armi, attaccando autonomamente con assalti mirati ma anche divenendo parte della nostra lama, teletrasportandosi liberamente dove serve.
Sarà quindi impossibile non legarsi agli eroi di questa storia che, su schermo, non saranno altro che “puntini” in movimento su panoramiche sublimi, almeno per la maggior parte del tempo. Gli attraversamenti saranno perlopiù monodirezionali, spesso verticali. Lunghe camminate in mistici e suggestivi paesaggi si alterneranno a fasi platform ben congegnate che richiederanno una certa abilità di base, così come nei combattimenti.
Se avete giocato Gris non faticherete a riconoscerne i riferimenti in Neva. Dalle strutture imponenti, tagliate a spigoli, alle cascate come linee rette, fino ad arrivare alle riconoscibili forme quadrate dei vari elementi di interazione. Il tutto può essere attraversato con doppi salti, schivate aeree, arrampicate su pareti fiorite e voli in picchiata. Insomma, se la precedente opera di Nomada Studio vi ha fatto innamorare, stavolta vorrete sposarli…
Le fasi di combattimento inoltre non saranno solo meri riempitivi, ma sezioni decisive con una direzione artistica che non trova aggettivi adeguati per la potenza visiva espressa. Una danza fra eleganti colpi di spada, schivate coreografiche e mostri da pelle d’oca. Nonostante i soli tre attacchi in sequenza, un colpo in picchiata e il “lancio” della lupa, le sequenze di lotta non ci hanno mai stancato. Per certi aspetti ci hanno fatto tornare alla mente Hollow Knight…
L’ABBRACCIO PIÙ SENTITO…
Più di una volta ammettiamo di essere stati messi alla prova in alcune sezioni, e questo ci è piaciuto… In ogni caso per i meno avventurosi ci sarà sempre a disposizione una “modalità/difficoltà storia”. Noi abbiamo sempre trovato l’energia e la volontà di combattere, superare fasi platform e anche raccogliere alcuni collezionabili. Il solo voler scoprire il prossimo scenario, l’inaspettato dietro ogni angolo e il resto della storia è bastato da solo a trattenerci con la forza.
Si apprezza sentitamente la cura per le emozioni espresse dai due protagonisti, nonostante si riescano a malapena a vederne i volti. Il timbro di voce della nostra spadaccina sarà sempre adeguato alla situazione quando chiameremo Neva tramite apposito comando. In situazioni di tristezza, allegria, a distanza o da vicino, in pericolo o meno, la nostra protagonista saprà trasmetterci le sue emozioni solo ascoltandola. Così come la lupacchiotta risponderà ai nostri richiami. Splendido…
C’è poco altro che vorremmo anticiparvi riguardo Neva. Le sole parole, per quanto ricercate, non sarebbero sufficienti a descrivere il tutto. Si tratta di un’esperienza che fa dei campi lunghi il suo stile, camminando fra scenari che definire arte sarebbe riduttivo. Seppur alcune sezioni possano sembrare protrarsi più del solito, ci penseranno le variabili a rendere ogni zona diversa dalla precedente. Quindi possiamo dire che la ricerca della novità e il fattore noia si annulleranno a vicenda.
Le circa 4-5 ore richieste per terminare l’esperienza non sono affatto un difetto. Un pacchetto di emozioni complete che se sarebbe durato di più avrebbe potuto perdere la sua magia e la sua costanza. Come tutte le cose belle, prima o poi finiscono e il finale giungerà inaspettato e colpirà duramente, con un’infinità di significati dalla potenza emotiva mostrousa, in grado di mettere alla prova anche i cuori di pietra.
L’ARTE È L’ESPRESSIONE DELL’ANIMA
Come potevamo concludere la recensione senza dedicare un intero paragrafo al lato grafico, musicale e artistico di Neva? Ci troviamo di fronte a qualcosa di tanto ricercato quanto inaspettato. Disegni semplici si accostano a pitture di acquarello macchiato che sembrano sfogare anni di sogni repressi. Un’esplosione di espressioni in varie forme, talentuosamente orchestrate fra immagini recepite, messaggi assorbiti e sonoro udito.
Come detto pocanzi, le nostre parole non basterebbero a descrivere qualcosa che può solo essere vissuta. Tutto è perfetto, dai piccoli suoni ambientali al crepitio dei nemici. La possenza nelle movenze dei boss nemici alla leggiadria di figure più nobili. Il tutto trasmesso al nostro cervello con una potenza tale da far perdere il controllo dei dotti lacrimali ai più sensibili o empatici. Scioccando comunque tutti gli altri, ci sorprenderemo non accadesse…
Il mix di animazioni low-frame unite ad altre fluide come l’acqua sapranno regalare momenti indimenticabili. Chi tra di voi non ricorda la trasformazione della rondine in Gris? Esatto, proprio così, ma amplificato da una voglia di superare se stessi che non può e non deve passare inosservata, non nell’attuale panorama videoludico.
Concludiamo col dire che non abbiamo scovato alcun tipo di difetto in Neva. Di alcun genere. Tutto si evolve costantemente con equilibrata cadenza e con continuo stupore. Portando novità al gameplay nei momenti giusti, sorprendendoci dietro ogni angolo fino alla fine. Il tutto girando senza mai sbattere le palpebre con un framerate granitico. Vien quasi da lanciare una sfida riguardo al trovare dei difetti: una sfida certamente persa in partenza.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Descrivere Neva in poche parole? Praticamente impossibile trovarne di capaci di render giustizia alla nuova opera di Nomada Studio. E’ un pugno a mano aperta capace di rompere la cassa toracica e strappare il cuore dal petto. Un piccolo capolavoro che riesce a innalzare il “semplice” concetto di videogioco in qualcosa di più. Una fabbrica di brividi ed emozioni alimentata da una potenza simbolica e visiva come raramente ne abbiamo viste. Era difficile fare meglio di GRIS, ma la software house catalana ci è ugualmente riuscita. Ci troviamo dunque a dover decidere, come pochissime volte ci è capitato, se assegnare o meno un punteggio perfetto.
Tutto è orchestrato perfettamente, un flusso ludico e artistico costante nel suo reinventarsi, visivamente intenso, potentemente comunicativo, divertente e intelligente, senza mai scadere in nulla di negativo. Solo i cuori di pietra o i bisognosi di adrenalina costante potranno trovarne i difetti, questo è certo. Noi tuttavia riteniamo che un’esperienza in grado di riaccendere le emozioni umane con tanta grazia e talento meriti il giusto riconoscimento. Che tanta cura e tanta espressione visiva e sonora vengano valorizzate.. Un’esperienza vera come la vita, sviluppata con passione e dedizione. Congratulazioni e grazie per le emozioni. Alla prossima.