Mika and The Witch’s Mountain, una serie di magiche consegne, anteprima
Nei panni di una giovane strega in erba svolgeremo il ruolo di corriere su una piccola isola, volando su una scopa magica
Hayao Miyazaki (non Hidetaka, beninteso) non ha certo bisogno di presentazioni. Al di là di aver fondato Studio Ghibli nel 1985 assieme al collega Isao Takahata, i suoi film d’animazione (e in generale le sue storie) hanno accompagnato l’infanzia di intere generazioni per decenni. Le opere dello studio cinematografico giapponese in generale rappresentano un’istituzione nel mondo del cinema, e ancora oggi influenzano più e meno direttamente prodotti di vario genere, incluso quello videoludico.
Nel caso di Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea c’è stata una vera e propria collaborazione tra Studio Ghibli e Level-5. Ma in generale ci sono stati molte altre software house che hanno cercato, e cercano ancora oggi, di deliziare i giocatori (soprattutto i più giovani) con belle storie e uno stile visivo animato che richiama, in maniera più e meno indiretta, proprio lo stile di Miyazaki e soci. Oggi è il turno di Mika and The Witch’s Mountain.
Dietro lo sviluppo troviamo Chibig, uno studio indipendente spagnolo che già abbiamo conosciuto, tra gli altri, grazie all’ottimo Summer in Mara. Due anni fa il team di Valencia lanciò una campagna Kickstarter fissando un traguardo di 40.000 euro… Che venne letteralmente distrutto. Oltre 24.000 sostenitori decisero infatti di finanziare il progetto, con circa 1.300.000 euro. Non ci resta quindi che farvi il punto della situazione in questa anteprima della versione Pc di Mika and The Witch’s Mountain.
Ricordiamo che il gioco, pubblicato sempre da Chibig, è disponibile in accesso anticipato anche su Switch. Per le versioni PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S bisognerà probabilmente attendere il rilascio della versione 1.0, completa. Buona lettura.
LA VIA DELLA STREGA, UN PACCO ALLA VOLTA
Mika and The Witch’s Mountain prende palesemente ispirazione da Kiki’s Delivery Service (1989), celebre film d’animazione scritto e diretto da Hayao Miyazaki. Come Kiki, anche Mika deve lasciare casa sua per studiare e diventare una strega migliore. Tuttavia, quando giunge sulla cima del monte Gaun, viene spinta giù dalla sua maestra e non essendo ancora sufficientemente addestrata, nell’atterraggio rompe il suo manico di scopa.
Per fortuna un’artigiana locale si offre di ripararla, o meglio di sostituirla con un modello migliore. Per farlo però serve denaro che la giovane apprendista strega non possiede: per questo deve accettare un lavoro da corriere per coprire le spese. Da qui inizierà l’avventura vera e propria. La piccola isola che comprende il monte Gaun sarà il nostro “parco giochi”.
Dotati di un manico di scopa base, avanzando nella storia otterremo dei potenziamenti che ci consentiranno di volare sempre più in alto e di cavalcare più efficacemente le correnti di vento. Prendere dimestichezza col sistema di volo richiederà un po’ d’applicazione, ma alla fine si rivelerà abbastanza appagante. Il nostro lavoro consisterà nel consegnare pacchi o oggetti alle persone, e/o da un luogo all’altro.
Le consegne avranno spesso dei requisiti da soddisfare. Non bagnare il pacco, non danneggiarlo, consegnalo entro un tempo limite, e così via. Tutto sommato effettuare consegne perfette (e ottenere così il massimo compenso) risulterà piuttosto semplice. Nel caso dovessimo sbattere contro un muro o immergere completamente un pacco nell’acqua (arrivando così a danneggiarlo), sarà comunque possibile ricominciare da capo la consegna con la pressione di un tasto.
SERVE UNA MAGIA PER IL FUTURO
Progredendo nella storia di Mika and The Witch’s Mountain, la posizione di alcuni NPC cambierà, ma per fortuna potremo “monitorarla” dalla mappa di gioco. Sul fronte delle consegne, a parte qualche piccola e brillante trovata (come il dover trasportare del gelato rimanendo all’ombra per rallentarne lo scioglimento) non troveremo grosse differenze. Certo si tratta di una produzione pensata per un pubblico giovane e poco incline a sfide difficili, ma una maggiore varietà non avrebbe guastato.
Il fatto di rivolgersi al suddetto target di pubblico si riflette anche sulla semplificazione della scrittura, e nello specifico sulla mancata profondità di personaggi e dialoghi. Anche qui, riteniamo che una caratterizzazione maggiore dei singoli NPC potrebbe giovare alla produzione. Oltre alle consegne principali avremo la possibilità di soddisfare delle richieste facoltative da parte dei personaggi che incontreremo, oltre a piccoli incarichi “indiretti” con risoluzione di enigmi annessa.
Per esempio ci capiterà di trovare degli oggetti sparsi per l’isola, e dovremo capire da soli a chi appartengono, per poi riconsegnarli. Ci saranno anche dei collezionabili da trovare, che potranno essere usati per acquistare nuovi costumi. Graficamente invece la produzione di Chibig presenta, al pari dei suoi titoli precedenti, uno stile semplice che punta tutto sulla vivacità dei colori e sulla grazie del disegno.
Il risultato è nel complesso positivo, anche se abbiamo riscontrato diverse texture piatte (soprattutto ambientali) e frequenti fenomeni di pop-in. Trattandosi di un accesso anticipato c’è indubbiamente margine per intervenire e rifinire il tutto, come nel caso dei glitch visivi. Personaggi che attraversano i muri, errori di visualizzazione nei testi e così via. Di lavoro ce n’è parecchio da fare, ma le premesse sono abbastanza incoraggianti.
PROMESSA DA MANTENERE
In una scena di Kiki’s Delivery Service, la madre della protagonista affermava come l’importante non sia il colore del vestito che si indossa, ma il cuore che c’è dentro. In Mika and The Witch’s Mountain si intravede chiaramente il “cuore” di Chibig, studio ormai avvezzo a produzioni ispirate alle opere dello Studio Ghibli e rivolte ai giovanissimi. Allo stato attuale tuttavia si presenta come un’esperienza poco più che sufficiente, che latita di contenuti e in particolare di varie rifiniture a livello tecnico. Bisognerà quindi attendere come gli sviluppatori spagnoli decideranno di agire d’ora in avanti, possibilmente conferendo spessore a un’opera che può dire tanto. O almeno molto più di quanto faccia adesso.