C’è chi è cresciuto col “visualizzatore musicale” di Windows Media Player e chi mente. Vedere linee, onde, colori, pixel scatenarsi a ritmo di musica sullo schermo aveva sempre qualcosa di affascinante, e così alcuni sviluppatori di videogiochi, negli anni, hanno deciso in qualche modo di riproporre in una modalità “giocabile”. La formula più comune riguarda l’atto di correre a tempo di musica lungo un percorso a ostacoli generato proceduralmente: ritroviamo tale meccanica in titoli come Audiosurf e Melody’s Escape (e relativi sequel).
Nel 2010 però ci fu un gioco che si costruì un discreto seguito per via della sua proposta differente rispetto a quella che era la tradizione. In Beat Hazard infatti a essere generati proceduralmente erano astronavi in un contesto spaziale, dove il giocatore doveva cercare di sopravvivere in uno sparatutto isometrico bullet hell. Ovviamente a ritmo di musica. La formula ottenne appunto un discreto riscontro, tanto che lo studio di sviluppo Cold Beam Games rilasciò, oltre a vari DLC, un sequel nel 2019.
Oggi invece siamo qui a parlarvi del terzo capitolo della serie, che di recente si è lasciato alle spalle quasi due anni di accesso anticipato. Di seguito la recensione di Beat Hazard 3. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile solo su Pc, via Steam, GOG ed Epic Games Store. Buona lettura.
UN UNIVERSO MUSICALE
Anche se il concept di base rimane lo stesso, di capitolo in capitolo Cold Beam Games (dietro al quale c’è un solo sviluppatore) ha affinato la formula, o comunque aggiunto via via nuovi contenuti. Beat Hazard 3 non fa eccezione: le principali novità riguardano due aspetti. In primis il passaggio da una grafica bidimensionale a una tridimensionale.
Ci troviamo comunque di fronte a una sorta di sparatutto isometrico, ma tutti gli elementi di gioco (pianeti, astronavi, asteroidi ecc) risultano realizzate in tre dimensioni, per l’appunto. La seconda, grande novità consiste nell’introduzione della modalità “conquista galattica”, nella quale una nostra intera playlist potrà essere trasformata in una galassia vera e propria.
Sistemi solari, pianeti e lune rappresenteranno rispettivamente gli artisti, gli album e i brani. Per spostarci in questa galassia (decidendo come procedere con la conquista) adopereremo la nave madre. Una sorta di stazione mobile liberamente personalizzabile, visto che potremo variare a piacimento i singoli componenti, necessaria a saltare da un sistema solare all’altro.
Di fatto la nave madre fungerà anche da “selettore” di livelli: va detto però che gli ipersalti avranno un costo in risorse (guadagnabili dai livelli), che aumenterà in base alla distanza tra la nostra posizione attuale e il sistema solare desiderato. Ciò mina non poco la libertà relativa al poter scegliere liberamente quale artista o album “affrontare” per primi, ma rimane pur sempre una maniera davvero originale di interagire con la propria musica.
GESTIRE IL CAOS PUÒ ESSERE COMPLICATO
Come i due capitoli precedenti, anche il gameplay di Beat Hazard 3 rimane semplice e intuitivo. Traendo ispirazione dagli space shooter arcade di una volta, dovremo resistere a ondate di astronavi nemiche a tempo di musica. La difficoltà non sarà data solo dallo spazio piuttosto ristretto entro il quale potremo muoverci, ma anche dalla quantità di effetti a schermo.
Certo, visivamente lo spettacolo sarà assicurato grazie a una marea di proiettili, esplosioni e luci intermittenti… D’altra parte però faremo spesso fatica a “leggere” l’azione, e soprattutto nelle fasi più concitate finiremo con l’essere soverchiati da tutto ciò che accadrà sullo schermo. Un caos che non di rado potrebbe tramutarsi in autentica frustrazione…
Per quanto riguarda invece le navicelle che potremo utilizzare per combattere, esse apparterranno a industrie diverse, e saranno differenziate tanto per caratteristiche quanto per “look”. A livello pratico tuttavia queste astronavi risulteranno estremamente simili tra loro, rendendo l’appena citata differenziazione in statistiche di minimo o persino nullo impatto.
Viceversa notevoli sforzi sono stati riversati nella generazione procedurale dei nemici, che non comprenderanno solo schiere di astronavi “semplici”, ma anche “elite” e veri e propri boss, dalle dimensioni e dagli attacchi a dir poco notevoli. Ascoltare canzoni metal e veder comparire nemici enormi nei momenti “clou” dei brani è uno spettacolo difficile da raccontare: può solo essere vissuto in prima persona.
OCCHIO AGLI SPOT
Oltre alla musica presente di base in-game, su Beat Hazard 3 potremo naturalmente importare la nostra musica, indipendentemente dal fatto di essere salvata in file sul nostro Pc oppure organizzata in delle playlist su Spotify. Con quest’ultima applicazione infatti il gioco ha un collegamento diretto… Il quale, tuttavia, viene “corrotto” dalla presenza di piccoli spot pubblicitari.
Spot che oltretutto vengono conteggiati nel brano selezionato, andando a “occupare” una piccola porzione iniziale e una finale di quello che dovrebbe essere il livello basato su una singola canzone. Per evitare di incorrere in tale intoppo consigliamo quindi di avere sul proprio Pc della musica in file mp3 o altro, così da poterli importare manualmente.
Molto bene invece l’ottimizzazione, visto che il gioco si è dimostrato fluido per l’intera durata della nostra prova, ivi comprese le fasi in cui lo schermo era sul punto di esplodere (figurativamente) per via dell’abnorme quantità di effetti presenti. Segnaliamo infine, anche in questo capitolo, la possibilità di poter giocare in modalità cooperativa con un altro giocatore, in locale e a schermo condiviso. Doppia potenza di fuoco, doppio divertimento!
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Al netto di qualche imperfezione e di un potenziale non pienamente espresso, Beat Hazard 3 segna un ulteriore passo in avanti per la serie, arrivando a costituire un must have sia per gli appassionati di shooter arcade che per i giocatori vogliosi di interagire “ludicamente” con la propria musica preferita. Guitar Hero e derivati a parte. Dato l’impegno riversato da Cold Beam Games nella fase di accesso anticipato, è lecito aspettarsi ulteriori miglioramenti e magari contenuti anche in futuro. Non vediamo l’ora.
Pregi
Il gameplay ormai tipico della serie appare (r)innovato al punto giusto, presentandosi solido e divertente. La nuova modalità "conquista galattica" costituisce una gran bella aggiunta al pacchetto. Prestazioni tecniche eccellenti. Longevità virtualmente infinita.
Difetti
Interferenze da parte di spot pubblicitari in un videogioco? No grazie. Differenza "funzionale" troppo risicata tra le navicelle a disposizione del giocatore. La quantità di effetti a schermo risulterà eccessiva in svariati frangenti, e renderà confusionaria l'azione.
Voto
7