Quando si parla di videogiochi “pirateschi”, ce ne sono alcuni che vanno necessariamente menzionati o comunque tenuti in considerazione. Dalla saga di Monkey Island a Sea of Thieves, da Assassin’s Creed IV: Black Flag a Sid Meier’s Pirates. Per quanto riguarda il genere strategico/gestionale, ci vengono in mente titoli come Tropico 2 e Port Royale 2: ed è proprio su questa tipologia di videogiochi che ci soffermeremo oggi, parlando di Republic of Pirates.
Dietro allo sviluppo troviamo Crazy Goat Games, una software house indie polacca con oltre 10 anni di attività alle spalle che ricordiamo principalmente per The Dragoness: Command of the Flame (2022). Stavolta però il team di sviluppo punta in alto come non mai, con un city builder/gestionale che comprende altresì elementi RTS. Andiamo a scoprire di che si tratta con questa recensione di Republic of Pirates. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da PQube, è disponibile solo su Pc, via Steam ed Epic Games Store. Buona lettura.
A DOMINARE È L’ACQUA
Republic of Pirates è ambientato durante l’età d’oro della pirateria, a cavallo del XVII secolo. Nel gioco vestiremo i panni dell’erede dell’ex leader della repubblica dei pirati, che è stata rovesciata da tre signori emergenti. Dopo essere stati salvati e istruiti dal braccio destro di nostro padre, dovremo riorganizzarci e ricostituire l’impero decaduto, reclamando dagli usurpatori tutti i territori perduti.
Anche se cominceremo senza possedere nulla, la ricchezza di risorse delle svariate isole a nostra disposizione ci permetteranno di portare a compimento il nostro progetto. E qui va subito evidenziato come l’opera di Crazy Goat Games si concentri sulla componente “acquatica”, rispetto a tanti altri colleghi city builder che volgono la loro attenzione sulla sola terraferma.
Ogni mappa di gioco si presenterà infatti come un arcipelago, con tante piccole isole separate dall’acqua. Dal momento che una sola isola non potrà mai soddisfare i nostri bisogni di risorse, dovremo capire subito l’importanza dell’atto di espandersi, rendendo autosufficiente ogni insediamento presente su un’isola, che diverrà così una vera e propria cittadina portuale.
Il titolo presenta una modalità campagna e una sandbox. Quest’ultima, come è facile intuire, ci permetterà di agire liberamente senza obiettivi ben precisi. Nella prima invece, ben più avvincente, vivremo la storia accennata pocanzi. Insieme al nostro primo ufficiale John Artley, partendo da una modesta nave a cremagliera, dovremo rivalerci sulle tre fazioni responsabili dell’uccisione di nostro padre e del rovesciamento della repubblica dei pirati.
“ORA PORTAMI ALL’ORIZZONTE”
La trama di Republic of Pirates è sorprendentemente avvincente, anche grazie alla presenza di personaggi carismatici come il già citato John, che nelle fasi iniziali ci farà anche da tutor per quanto concerne le meccaniche di base. Dal momento che nella modalità sandbox non vi è alcuna guida o suggerimento, consigliamo di intraprendere per prima cosa la campagna, così da imparare bene tutto il necessario.
Dopo aver cominciato una partita, per prima cosa dovremo focalizzarci sulla raccolta del legno, materiale semplicemente fondamentale. Bisognerà posizionare la struttura dedidicata vicino a una foresta per massimizzare la produzione, con accanto un comodo deposito di stoccaggio. Il molo del porto fungerà invece da municipio, dove gli abitanti dell’insediamento si riuniranno.
Per consentire lo spostamento di persone e merci, dovremo avere una rete stradale efficiente, poichè in nessun caso i lavoratori e in generale i cittadini viaggeranno attraverso la natura selvaggia. Come ogni city builder/gestionale che si rispetti, tutte queste persone avranno dei bisogni che dovranno essere soddisfatti. Trattandosi sostanzialmente di pirati, essi comprenderanno anche la costruzione di bordelli e taverne con rifornimento illimitato di rum.
Oltre al legname, un’altra risorsa molto importante sarà il cotone (ottenibile dalle relative piantagioni), necessario alla realizzazione delle vele delle navi, che costituiscono una parte fondamentale dell’esperienza. Dai cantieri navali potremo costruire un buon assortimento di imbarcazioni, da quelle più basiche a quelle più corazzate e pesantemente armate: fregate, brigantini e via discorrendo.
I PIRATI NON BRILLANO PER L’INTELLIGENZA
Una volta costruita una nave, bisognerà assumere un capitano alla locanda. Ciascun candidato avrà i suoi bonus e malus (maggiore o minore potenza di fuoco, velocità ecc), oltre a preferenze circa la tipologia di nave. Nome e statistiche a parte, i capitani non presenteranno personalità o differenze sostanziali. Durante la navigazione nell’oceano sarà possibile recuperare parti di altre navi come legname, vele e cannoni, o persino tesori e materiali rari.
Tanto più grande e potente sarà la nave nemica abbattuta, tanto migliori saranno i materiali recuperabili dal suo “resti”. Le altre navi potranno essere neutrali o ostili: le prime ci ignoreranno, a meno di non essere apertamente provocate. Di solito saranno marinai o corsari di nazioni come Inghilterra, Francia o Spagna. Quelle ostili invece ci attaccheranno a vista, durante le loro pattuglie attive. Potranno essere altre bande di pirati o navi governative affiliate a nazioni da noi “molestate” in precedenza.
In Republic of Pirates la componente “navale” si svolgerà in stile RTS, visto che avremo un controllo diretto sulle imbarcazioni. I combattimenti in mare tuttavia non risulteranno molto avvincenti, poichè l’IA nemica potrà essere facilmente buggerata. Le navi avversarie infatti tenderanno a concentrare il fuoco su un solo bersaglio, e raramente inseguiranno una nostra nave in fin di vita, prossima alla distruzione.
In presenza di più navi abbiamo inoltre notato qualche problema di pathfinding. Le navi danneggiate potranno essere riparate solo presso dei moli amici, e la riparazione costerà sia denaro che materiali come legno e cotone. Oltre a combattere, le navi avranno anche un compito secondario: quello di ripulire gli insediamenti nemici. Tale processo ci permetterà non solo di saccheggiare le risorse disponibili, ma anche di costruire/conquistare moli su altre isole.
NON PERFETTO MA DAVVERO CURATO
A volte potrebbe capitare di avere problemi con la raccolta delle risorse, per via di qualche “intoppo” sulla catena di produzione. Trovare l’origine del problema tuttavia non sarà sempre semplice, e potremo impiegare diversi minuti per riuscirci visto che non sarà evidenziato in qualche modo. Per questo motivo capiterà di mettere in pausa il gioco o “accelerare” lo scorrere del tempo, anche per verificare la risoluzione di un problema.
Ciò che rende il tutto un pochino scomodo è il fatto di dover selezionare “manualmente” (dalle icone apposite, poste sull’HUD) la velocità, quanto in tante altre produzioni sui generis tale azione è possibile tramite la comoda pressione di alcuni tasti sulla tastiera. Per di più, il fatto di dover essere così “costretti” a costruire depositi e strutture di raccolta risorse nell’ordine perfetto al fine di poter automatizzare l’intero processo impedisce, a monte, qualunque forma di creatività o sperimentazione.
Per quanto concerne l’aspetto grafico, Republic of Pirates presenta uno stile improntato al realismo, con un design estetico da “pittura a olio” per le miniature dei personaggi affascinante e assai azzeccato con il tema piratesco. Ma è sulla componente audio che possiamo maggiormente riscontrare la cura riservata da Crazy Goat Games alla propria opera. Con la piacevole colonna sonora (giusto un po’ limitata in termini di numero totale delle tracce) infatti abbiamo potuto godere di canti marinari autentici e coinvolgenti, che ci hanno riportato alla mente i fasti di Assassin’s Creed IV: Black Flag, considerata ancora oggi l’esperienza piratesca più “immersiva” mai concepita.
E come se non bastasse, il gioco è sorprendentemente doppiato per intero, con una buona recitazione vocale che aggiunge spessore ai personaggi e in generale alla narrazione. Certo, le battute generiche degli NPC potranno risultare un po’ troppo sciocche, ma alla fine si parla di pirati, di allegri ubriaconi: perciò abbiamo trovato il tutto molto coerente. Tecnicamente parlando segnaliamo giusto un tempo di caricamento della partita piuttosto lungo, dopo il quale però non avremo altre “fasi di transizione” nel corso della partita.
DA AVERE SENZA RISERVE
Inventare qualcosa di nuovo, capace di evolvere un genere ludicamente consolidato, è obiettivamente difficile. A onor del vero Republic of Pirates neanche ci prova, preferendo rimanere su un tracciato “sicuro” capace di offrire un gameplay solido e appagante. Il mix tra gestionale e strategia in tempo reale funziona, e rende giustizia all’importanza della componente marina/oceanica in riferimento al tema della produzione. Un’IA sempliciotta non permette di godere appieno delle battaglia navali, ma l’insieme di meccaniche presenti restituisce un’esperienza abbastanza simulativa e “piratescamente” convincente. Il prezzo budget (25 euro) costituisce una ragione aggiuntiva per dare una possibilità all’opera di Crazy Goat Games, che farà felice qualunque appassionato del genere. E ovviamente di pirati.