AsHes, anteprima del Valheim dagli occhi a mandorla

Scopriamo un po' di folklore cinese avventurandoci negli inferi

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Come molti altri addetti ai lavori, anche noi non abbiamo potuto fare a meno di notare la costante crescita dell’industria videoludica cinese. In attesa di Black Myth: Wukong (in arrivo il mese prossimo, salvo ulteriori rinvii), anche quest’anno sullo store di Valve si sono affacciate numerose produzioni cinesi, alcune delle quali hanno beneficiato di un discreto riscontro in Occidente.

Non mancano tuttavia titoli disponibili nella sola lingua cinese, o altri dove per quanto sia effettivamente presente una localizzazione in inglese, il nome del gioco appare esclusivamente in cinese nella pagina del negozio. E’ il caso di “炭熄”, che scopriamo essere “AsHes”. Si tratta di un action adventure survival con un taglio horror, che trae ispirazione dal folklore cinese, e più nello specifico dalle leggende riguardanti il Diyu, ovvero il corrispettivo dell’Inferno nella mitologica cinese.

Senza perderci ulteriormente in chiacchere andiamo allora ad esplorare AsHes in questa anteprima. Ricordiamo che il gioco, sviluppato e pubblicato da Yanmo Games, è disponibile in accesso anticipato solo su Pc, via Steam. Buona lettura.

VIAGGIO NELL’OLTRETOMBA CINESE

In AsHes ci risveglieremo in un regno (quello dell’oltretomba) desolato e ostile, in cui dovremo sopravvivere cercando nel contempo di scoprire come ci siamo arrivati. Nei panni di un protagonista senza nome e coi ricordi frammentati, avremo a che fare con una narrazione di carattere ambientale avente a supporto dei messaggi criptici sparsi per il mondo di gioco.

Quest’ultimo non lascia molto spazio all’immaginazione: paesaggi desolati, strutture in rovina e incontri inquietanti che ci impegneranno in un ciclo di sopravvivenza ed esplorazione. Dovremo raccogliere risorse, creare armi e strumenti e affrontare i pericoli che si celeranno nell’ombra. Il sistema di crafting concepito da Yanmo Games appare piuttosto solido, e ci permetterà sia di costruire strumenti di base come asce e picconi sia strutture più complesse quali rifugi e fortificazioni.

Le risorse spaziano da quelle di base come legno e pietra a materiali più rari e preziosi come la giada e i cristalli: ognuna di esse avrà le sue applicazioni. Inoltre proseguendo nel gioco avremo modo di conoscere storie perdute di fantasmi, e sarà possibile metter mano tanto a indizi sul passato di questo regno dei morti cinesi quanto ad artefatti che ci renderanno più agevole la sopravvivenza.

Come accennato nel titolo di quest’anteprima, la formula di AsHes ricorda da vicino quella di Valheim (qui la nostra anteprima). Ciò vale non solo per il sistema di crafting, ma anche per la presenza di vari nemici, oltre che di boss. E naturalmente, è in comune anche la possibilità di condividere l’esperienza con altri amici. In multigiocatore infatti la progressione avverrà più rapidamente, e ci si potrà guardare le spalle a vicenda.

ALLA CONQUISTA DELL’OCCIDENTE (?)

Sopravvivere in AsHes non dipenderà quindi dalla sola gestione delle risorse, ma anche e soprattutto dall’incontro coi mostri. Il Diyu infatti è un luogo pericoloso, che brulica di entità malevole tratte dal folklore cinese. Si passa da mostruosità grottesche e deformi a una sorta di spiriti vendicativi: data la scarsità di risorse, dovremo scegliere saggiamente quando e come combattere, possibilmente sfruttando l’ambiente a nostro vantaggio.

A livello visivo il team di Yanmo Games ha optato per una gradevole grafica stilizzata ricca di colori tenui, che riescono a restituisce efficacemente la desolazione degli Inferi. Anche gli ambienti risultano ricchi di dettagli, con strutture fatiscenti ricoperte di vegetazione e inquietanti iconografie incise. Molta cura è stata inoltre riposta nel sound design, con ottimi rumori ambientali capaci di aumentare la tensione, per non parlare degli inquietanti versi dei mostri e del lugubre soffio del vento tra gli alberi scheletrici.

Decisamente meno nutrita (ma non per questo meno suggestiva) è la colonna sonora, con poche ma superbe melodie opprimenti al punto giusto, con splendidi elementi percussivi che sottolineano i momenti decisivi in termini di scoperta e di pericolo.

Oltre alle animazioni non particolarmente elaborate, il limite principale risiede nella localizzazione in inglese, ancora incompleta. Per far sì che l’opera possa ambire alla più vasta platea possibile, rendersi comprensibili almeno attraverso la cosiddetta “lingua franca” costituisce un tassello fondamentale.

PROMETTENTE

Definirlo “Valheim made in Cina” non gli rende giustizia, anche se rimane il modo più sintetico per descriverlo. AsHes è un’avventura stimolante e coinvolgente sia ludicamente che culturalmente, grazie alla folta presenza di elementi tipici del folklore cinese. L’atmosfera inquietante e il livello di difficoltà (da non sottovalutare) non lo rendono adatto ai deboli di cuore, ma agli appassionati del genere lo raccomandiamo vivamente. In attesa, oltretutto, di scoprire cosa Yanmo Games ci riserverà in futuro.