Probabilmente nessuno avrebbe mai potuto immaginare la release nello stesso anno non di uno, ma di ben due titoli dedicati al Principe più famoso della storia dei videogiochi. Dopo il debutto di Prince of Persia The Lost Crown a gennaio, ora è la volta di The Rogue of Prince of Persia. Medesima struttura (quella di un action/platform in 2.5D) ma diversa declinazione: stavolta parliamo infatti di un roguelite, con tutto quello che ne consegue.
D’altra parte dietro al gioco troviamo un team che di questo genere di produzioni se ne intende, ovvero Evil Empire. Software francese che in questi anni ha collaborato a stretto contatto con Motion Twin per realizzare le varie espansioni di Dead Cells, e che ora ha voluto curare da sé un progetto tutto nuovo, sotto l’egida di Ubisoft. Andiamo a vedere come è andata in questa anteprima di The Rogue of Prince of Persia. Ricordiamo che il gioco, pubblicato proprio da Ubisoft, è disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam. Buona lettura.
IL PRINCIPE IN 2.5D, DI NUOVO…
A differenza di Prince of Persia: The Lost Crown (dove si impersona una guardia reale), in The Rogue of Prince of Persia vestiremo i panni del Principe incoronato durante un’immaginaria invasione degli Unni a Cresifonte, nel 395 d.c. Saremo coinvolti nella lotta per difendere la Persia dalla minaccia del celebre popolo guerriero-nomade. La missione non sarà semplice, ma potremo contare su una bola mistica che ci permetterà di riavvolgere il tempo in caso di morte, fino alla totale disfatta degli invasori.
Trattandosi di un action/platform roguelite la trama non è che un mero ornamento, tuttavia nel corso dello sviluppo sappiamo che verrà arricchita, assieme al compendio di armi, livelli ecc. Tornando al gioco, ci muoveremo attraverso vari biomi (al momento ve ne sono sei), dove la mappa di ciascuno verrà generata proceduralmente.
Molto avvincente e dinamico risulta inoltre il combattimento con platforming integrato. In quanto a combo risulterà comunque semplice e intuitivo, ma a livello visivo lo spettacolo è assicurato. La mancanza di “scatti aerei” e similari viene invece colmata dalla possibilità di correre sui muri, in qualsiasi direzione. Il nostro Principe potrà anche afferrare pali, muri e sporgenze e balzare sui nemici con l’acrobaticità degna di un campione di American Ninja Warrior.
A livello di armi potremo scegliere tra doppi pugnali, ascia, spadone, lancia, spada, giavellotto, artigli ecc, alle quali si aggiunge un’arma secondaria per gli attacchi a distanza. Da questo punto di vista l’arco sarà indubbiamente la scelta migliore, ma nel caso ci sarà comunque la possibilità di eseguire attacchi furtivi. Nella nostra prova abbiamo trovato le armi complessivamente ben bilanciate: perciò sceglietele tranquillamente sulla base delle vostre preferenze personali.
… MA IN MANIERA DIVERSA DA THE LOST CROWN
Armi di livello superiore le troveremo nei forzieri o presso i mercanti, altrimenti potremo sempre migliorarle dal fabbro. A fare maggiormente la differenza saranno però i cosiddetti medaglioni, che a seconda dei casi non si limiteranno a potenziarci, ma arriveranno ad aggiungere dei veri e propri effetti extra al nostro moveset di base. Resina “rallentante” che si spargerà su un nemico assestando un calcio, una mossa “incendiaria” che si attiverà con un attacco in picchiata, e così via.
I barlumi spirituali droppati dai nemici sconfitti si potranno utilizzare per sbloccare permanentemente armi e medaglioni, che renderanno le run successive via via più semplici. Per quanto concerne invece il comparto grafico, The Rogue of Prince of Persia appare artisticamente suggestivo nonchè ben distinto sia da Prince of Persia: The Lost Crown che da altre produzioni Ubisoft.
Ciascun bioma non si differenzia dagli altri solo per l’estetica, ma anche per i pericoli ambientali che contiene. Dai nidi di spuntoni posti nell’acquedotto, ai rampicanti carnivori del bioma-giardino, fino ad arrivare alle insidiose trappole del tempio del fuoco, evitabili solamente con una consistente abilità nella fase platform. Le splendide illustrazioni realizzate a mano colpiscono mentre il mondo di gioco si “riorganizza” dopo ciascuna morte: come abbiamo detto in precedenza, la mappa viene generata proceduralmente ogni volta.
Al netto della “secondaria” importanza della trama e degli intermezzi narrativi, ci sarebbe piaciuto vederli (o per meglio dire sentirli) doppiati, visto che al momento latita qualunque traccia di voice acting. Ma la strada dell’accesso anticipato è ancora lungi dall’essere conclusa, perciò non è escluso che tra le varie implementazioni ci sarà anche un doppiaggio in grado di conferire un po’ più di spessore a tale componente. Segnaliamo infine che della lingua italiana (in termini di sottotitoli), ancora assente, è prevista l’aggiunta in futuro.
PROMETTENTE
Per chi viene da Hades 2 potrebbe risultare difficile entusiasmarsi appieno, ma The Rogue of Prince of Persia ha spessore da vendere, sia in senso ludico che artistico. Il team di Evil Empire sta mettendo in campo tutta la sua esperienza con Dead Cells per realizzare un action/platform roguelite degno di questo nome, e soprattutto degno spin-off di un franchise videoludico a dir poco “regale”. Le potenzialità ci sono tutte, non resta che attendere l’aggiunta di nuovi contenuti e magari di un doppiaggio in grado di rendere più memorabile il comparto narrativo, che rimane ad ogni modo secondario nell’economia del gioco. Tra una morte e l’altra, il Principe è sulla buona strada.