Le guerre nella serie dei pompatissimi e corazzatissimi ultramarine non sembrano smettere mai. Dopo gli eventi di Warhammer 40.000: Space Marine (del quale è atteso per settembre il sequel diretto) ci ritroveremo nei panni di un nuovo prescelto dall’imperatore. In Warhammer 40.000: Boltgun giocheremo in prima persona, con uno stile Doomlike certamente originale per il franchise.
Il team di Auroch Digital inoltre ha recentemente realizzato il primo DLC per il titolo, denominato Forges of Curruption, che aggiunge nuove ambientazioni, armi e nemici. Un’espansione a cui dedicheremo lo spazio necessario in questa recensione. Non ci resta che avvicinarci col dovuto rispetto alle armi reliquie, imbracciarle e purificare le orde di eretici.
Di seguito la recensione della versione Pc di Warhammer 40.000: Boltgun. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Focus Entertainment, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
AVVICINARSI CON CAUTELA
Nuovo giorno, nuova invasione da parte dei cultisti ribelli, che stavolta si preparano a conquistare gli avamposti del pianeta Graia. Vestiremo la corazza dello space marine Malum Caedo, uno dei pochi prescelti incaricati di recuperare una potente fonte d’energia sul pianeta. Tuttavia dopo un attacco a sorpresa ci ritroveremo catapultati fuori dal vascello con la nostra capsula di salvataggio, in dirittura d’arrivo verso il pianeta.
L’obiettivo? Raggiungere il frammento e spappolare chiunque si metta di fronte la nostra possente armatura. Inizierà così Warhammer 40.000: Boltgun, tra qualche uccisione di riscaldamento con la lama a catena e il primo approccio al fucile reliquia Requiem. Tutto sembra intrigante e in pieno stile anni ’90, con una partenza inizialmente traquilla, che diventerà presto una macelleria per cultisti assatanati e traditori dell’impero.
La campagna di Warhammer 40.000: Boltgun si suddividerà in lunghi livelli, generalmente a campo aperto (che completeremo in circa 10-20 minuti ciascuno), attraverso tre capitoli. Approssimativamente in una ventina d’ore potremo arrivare ai titoli di coda della campagna principale. E per chi non ne avesse ancora abbastanza, ci sarà anche una modalità orda a round, senza contare le ore di massacri extra garantite dalla campagna aggiuntiva di Forges of Corruption.
Come avviene tipicamente negli sparatutto retrò, la trama non sarà propriamente al centro della scena. Qualche breve descrizione nelle schermate di caricamento, qualche ordine impartito dall’alto e niente di più. A forza di massacri dimenticheremo facilmente i nostri reali obiettivi. Con richieste in missioni che culminano con qualche boss-fight per poi passare al prossimo livello, senza preoccuparsi di altro. Facendoci chiedere se effettivamente stiamo progredendo o meno negli obiettivi…
IL GREZZO CHE CI PIACE
Warhammer 40.000: Boltgun sa il fatto suo nel lato gunplay, poichè offre un’esperienza precisa e facilmente approcciabile da chiunque. Tuttavia non pensate che ciò si traduca in una passeggiata in termini di sfida. Anche a difficoltà media infatti potreste aver problemi in alcuni “momenti picco” in cui le cose si faranno complicate, anche se generalmente il tutto risulterà sempre gestibile.
Le “epurazioni” ad esempio trasformeranno la mappa di gioco in un’arena chiusa, con delle non specificate ondate di nemici. Talvolta sarà divertente macellare i nostri avversari, altre volte risulterà più frustrante, specie con la presenza di alcuni boss demoni i cui attacchi infuocati di pirocinesi non sembrano lasciare speranze di contrasto o difesa. La velocità di esecuzione sarà sempre una costante da tener a mente, anche considerando il tempo impiegato mostrato a fine livello, oltre alla percentuale di uccisioni e ai segreti, in puro stile old-gen.
Come caratteristiche personali Warhammer 40.000: Boltgun offrirà ai giocatori la possibilità di eseguire con la propria armatura uno sprint frontale in grado di danneggiare o uccidere i nemici più piccoli, con veloci tempi di ricarica. La nostra arma corpo a corpo invece, la spada a catena, potrà essere usata in qualunque momento tritando sul colpo i nemici più deboli e danneggiando fino alla morte quelli più resistenti.
La pesantezza della nostra armatura sarà facilmente percepibile, sia per i danni da caduta che infliggeremo ai nemici, sia per la “rigidità” negli spostamenti. I movimenti saranno fluidi, senza sobbalzi, proprio come un classico gioco di Doom. A differenziarsi dai titoli old-gen tuttavia ci penseranno i salti, le scalate degli ostacoli e le accentuate fasi platform in livelli spesso tendenti alla verticalità. Un gradito tocco di modernità insomma.
SPLATOON MA CON IL SANGUE
Lo stile “grossolano” della serie Warhammer non fatica a farsi vedere o sentire. Tutte le armi (una decina circa) risultano incarnare tutto quello che un fan degli space marine vorrebbe. Bossoli giganti e bocche da fuoco grezze ma efficaci, con spari ed esplosioni “muscolose”. Il classico del genere fra mitra, mitragliatori e shotgun, plasma-gun, lanciamissili, lanciagranate e fucili laser. Tanti strumenti di morte per un divertimento spensierato.
Le munizioni saranno sempre presenti in quantità presso i soliti cassoni di munizioni. Scelta di design forse banale e ripetitiva, ma necessaria per fronteggiare una presenza nemica non di rado soffocante. Il bisogno di maggiore potenza di fuoco maggiore in Warhammer 40.000: Boltgun inizierà a farsi sentire presto, quando dovremo affrontare a ripetizione nemici di grosso calibro, che resisteranno a diversi caricatori prima di tirare le cuoia…
Le unità nemiche non risultano tuttavia sufficientemente variegate, con solo alcune variazioni nei modelli (e solo per gli eretici) dall’inizio alla fine. Demoni, rospi pestilenziali e space marine corrotti continueranno ad affollare ogni location del gioco senza troppa fantasia. Non a caso la prevedibilità con cui inizieremo a sparare prima di girare ogni angolo o prima di aprire ogni porta diventerà una costante dopo poche ore.
Warhammer 40.000: Boltgun non si sbizzarrisce nel provare a offrire qualcosa di nuovo o più articolato, se non il mero spawn di nemici in quantità. Una “pecca”, per così dire, che inizierà a pesare sempre di più già da metà gioco, quando il divertimento del massacro si trasformerà in una corsa disinteressata fino all’uscita. Passeremo intere decine di minuti a scaricare caricatori sempre sugli stessi nemici “spugna”. Questi ultimi si divideranno prevalentemente in minion eliminabili in un colpo, mini-boss duri e grossi boss ancor più resistenti, ripetuti spesso e volentieri…
“STA PISCIANDO METALLO…”
Warhammer 40.000: Boltgun fa del suo meglio per offrire al giocatore location differenziate, passando fra ambienti paludosi, fucine metalliche, cattedrali gotiche e deserti inospitali, con valide differenze cromatiche. Tuttavia la costante ripetizione tra nemici, ricerca di chiavi per aprire porte e le epurazioni faranno perdere di mordente l’esperienza, sempre di più…
Bene invece l’aspetto grafico, con splendidi colori e un’animazione “low frame” di qualità, fra armi e nemici. Gli sprite nemici (modelli sagomati piatti rivolti sempre verso il nostro punto di vista) sapranno farsi amare, anche se non sprizzeranno originalità fra attacchi a distanza e corpo a corpo. Il pixellaggio di superfici tridimensionali unito a un ambiente con presenze bidimensionali invece non può che non fare la sua porca figura.
Lo stile visivo generale di Warhammer 40.000: Boltgun non può che ricordarci quanto apprezzato in un altro retro-FPS di tutto rispetto come Turbo Overkill (qui la recensione) con cui il titolo di Auroch Digital condivide l’applicazione di texture “datate” su modelli tridimensionali. Texture ricche di dettagli “minuscoli” come le armi, che riescono a confondere il giocatore con la sensazione di profondità offerta da modelli che ancora non sappiamo se definire sprite o tridimensionali. Un gran bel lavoro sotto questo punto di vista.
Ultimo ma non meno importante il comparto sonoro, ricco di sfumature artigianali in grado di causare assuefazione, come i suoni dei bossoli caduti e la splendida “spartaneità” di sparo di molte armi. Purtroppo non spicca allo stesso modo la colonna sonora, che spesso passa per inudita nonostante qualche momento interessante. Sul fronte tecnico infine il framerate regna costante, con giusto qualche sporadicissimo calo di poco conto. Talvolta l’avviso dei colpi ricevuti sull’HUD viene indicato nella direzione errata, ma nel complesso non possiamo che complimentarci per il lavoro svolto dalla software house di Bristol, nel Regno Unito.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Warhammer 40.000: Boltgun riesce a confezionare un pacchetto di nostalgia anni ’90 di tutto rispetto, ricco di dettagli grafici e contornato da un sound design artigianale di qualità. Certamente la trama non è il punto forte di queste esperienze, ma un supporto maggiore alla nostra “causa” avrebbe fornito un maggiore interesse al tutto. Lì dove non si sembra voler puntare più in alto del semplice “corri e spara”. Al netto di tutti gli aspetti positivi va comunque rimarcato quanto non sia tutto oro quel che luccica, in un’appagante pixel art dove la ripetizione (in particolar modo dei nemici) si farà viva assai presto.
Inoltre la pesantezza dell’armatura inizierà a farsi sentire sempre di più, procedendo nella campagna anche oltre la quarta parete. I contenuti extra forniti dall’espansione Forges of Curruption offrono fortunatamente un po’ di brio in quella che rimane comunque una produzione di classe. Apprezzabile tanto dai fan di lungo corso del franchise quanto ai semplici amanti di sparatutto. Una buona prova per il team di Auroch Digital, che nel nome dell’imperatore potrebbe riservarci nuove sorprese e contenuti in futuro.