Monster Hunter Stories HD, ritorno alle origini, recensione
Torniamo lì dove ebbe inizio una nuova modalità d'interazione con i mostri: non più bestie selvagge da cacciare, ma compagni con cui stringere un legame e collaborare
Lo scorso dicembre l’attenzione di tutti gli appassionati è stata catturata dall’annuncio di Monster Hunter Wilds, atteso per il 2025. Un’attesa indubbiamente molto lunga che Capcom ha voluto tentare di alleviare con una doppia mossa a effetto. Da una parte con l’uscita del porting su PS4 di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin (qui la nostra recensione), dall’altra con la remastered di Monster Hunter Stories. Primo capitolo della serie di JRPG dedicata al celebre franchise, rilasciato su 3DS nel 2016 in Giappone, e l’anno dopo nel resto del mondo.
Rispetto alla tradizionale formula da ARPG, il titolo offrì un modo tutto nuovo di interagire con i mostri (da lì definiti “Monstie”). Non più solo e soltanto bestie selvagge da temere e cacciare, ma compagni da allevare e con cui stringere un legame e collaborare. Anche allo scopo di combattere altri mostri, sì. A 7-8 anni di distanza, andiamo quindi a scoprire se e quanto Monster Hunter Stories è invecchiato in questa recensione della versione Pc.
Ricordiamo che il gioco, sviluppato e pubblicato da Capcom, è disponibile anche su PS4 e Switch. Buona lettura.
STESSO MONDO, APPROCCIO DIVERSO
Nel mondo immaginario di Capcom dove vivono i mostri che conosciamo, esistono dei piccoli e sperduti villaggi abitati e difesi non da cacciatori, bensì da rider. Individui che invece di cacciare in maniera indiscriminata Velocidrome, Rathian, Plesioth ecc ne allevano i cuccioli, imparano a conviverci e a collaborare con loro allo scopo di preservare l’equilibrio dell’ecosistema.
Monster Hunter Stories prende piede in uno di questi villaggi, Hakum, dove impersoneremo un giovanissimo aspirante rider intento a passare le sue giornate in compagnia dei suoi due migliori amici, Cheval e Lilia. Un giorno i tre si introducono incautamente in una tana di mostro, dove il nostro alter-ego, pur non possedendo una pietra del legame (misterioso cristallo in dotazione ai rider, fondamentale per ammansire i “Monstie”), riesce a fare amicizia con un cucciolo di Rathalos.
Lo stesso che poi comparirà in difesa del villaggio, che poco dopo subisce un attacco da un feroce Nargacuga “posseduto” dal cosiddetto Flagello Nero. Un fenomeno di cui si narra nelle leggende e che fa smarrire il senno ai mostri, rendendoli molto più aggressivi del normale. Nel corso dello scontro tuttavia “Ratha” ne esce sconfitto e scompare in un precipizio mentre il villaggio subisce gravi danni, dove tra le vittime figura anche la madre di Cheval, che da quel momento voterà la propria esistenza alla vendetta.
Ora, non intendiamo ripercorrere questo primo capitolo nella sua totalità, bensì concentrarci sulle modifiche, sui miglioramenti apportati in questa remastered. Rivolta principalmente a coloro che si sono approcciati alla serie con il secondo capitolo rilasciato tre anni fa, più maturo tanto nella sceneggiatura quanto nel gameplay. D’altra parte il primo Monster Hunter Stories si rivolgeva dichiaratamente a un pubblico più giovane, perciò tale differenza rimane assolutamente normale e legittima.
GLI ANNI SI SENTONO…
Monster Hunter Stories “HD” include innanzitutto un doppiaggio completo in inglese e giapponese, che rende la storia notevolmente più immersiva. Chi ha giocato la versione originale su 3DS ricorderà la presenza, parziale, dell’incomprensibile “lingua di Monster Hunter”. Siamo rimasti assai soddisfatti di questa aggiunta, al pari dell’inclusione di tutti gli aggiornamenti (e mostri aggiuntivi correlati) rilasciati all’epoca, compresi quelli mai arrivati nella versione occidentale del gioco. I fan più sfegatati apprezzeranno inoltre i contenuti bonus visionabili nel “museo”.
Dal menu principale infatti potremo accedere a una nutrita collezione di oltre 200 opere di concept art, assieme a svariati brani musicali (alcuni dei quali in surround). Anche questa una chicca molto gradita… Ma complessivamente non possiamo evitare di riconoscere quanto questa remastered risulti un tantino “pigra”. Il restyling grafico, pur presente, appare alquanto superficiale. L’illuminazione risulta senza dubbio migliorata, ma le texture e i modelli poligonali rimangono visibilmente arretrati.
Specialmente se accostati a quelli del sequel, superiore in ogni aspetto tecnico e soprattutto ludico. Ed è qui il “problema”: da parte di Capcom sarebbe stato più saggio realizzare un remake, più che una remastered in scala 1:1. Questo per avere sia un comparto tecnico maggiormente all’altezza del successore, sia tutti i miglioramenti alla quality of life che sono stati introdotti nel secondo capitolo, e qui non pervenuti.
Dalla possibilità di cambiare arma durante (!) la battaglia alla rielaborazione del rituale sciamanico, con la libertà di inserire un nuovo gene in un Monstie in qualunque slot. Se la prima si può considerare mediamente trascurabile, lo stesso non si può dire della seconda, che ruota attorno a una delle meccaniche più importanti e distintive della produzione. Per chi viene da Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, ritrovarsi con il poter inserire un gene solamente in uno slot corrispondente (su una griglia 3X3) costituisce una limitazione notevole…
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Per coloro che si sono approcciati a questa serie di spin-off col secondo capitolo rilasciato tre anni fa, Monster Hunter Stories “HD” rappresenta l’occasione perfetta per (scoprire dove tutto ebbe inizio. Su 3DS infatti venne mostrato come poter allevare e collaborare con i mostri che fino a poco prima si erano esclusivamente cacciati. Il tutto attraverso un JRPG con una sorprendente profondità strategica che Capcom ha deciso di rispolverare…Anche se in maniera un po’ pigra. Graficamente e soprattutto ludicamente la produzione avrebbe indubbiamente necessitato di “ripartire” dal sequel: dove i miglioramenti apportati alla formula si fanno sentire non poco in quest’altra sede. Magari fosse stato un remake invece di una remastered…
Pregi
Nostalgia canaglia. Il doppiaggio integrale rende la narrazione ancora più interessante e scorrevole. Ottima l'aggiunta del "museo" e di tutti i DLC rilasciati in passato, anche solo in Giappone.
Difetti
Il peso degli anni si fa sentire, tanto a livello grafico quanto ludico. La mancanza dei miglioramenti alla formula apportati con il sequel pesa non poco sull'economia del gameplay, che ora appare inevitabilmente limitato.
Voto
7