The Mobius Machine, pianeta che vai minacce che trovi, recensione

Partiamo per un viaggio tra alieni crudeli, salti rocamboleschi e tecnologia futuristica

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Ah i metroidvania… Un genere videoludico piuttosto inflazionato (soprattutto in ambito indie) che comprende grandissime produzioni come anche dei titoli a dir poco discutibili. Oggi parleremo di un’altra opera sui generis, denominata The Mobius Machine. Si tratta della più recente fatica di Madruga Works, una software house fondata diversi anni fa da Martiño Figueroa e Tucho Fernàndez.

Due sviluppatori veterani che nel tempo si sono anche avvalsi di vari collaboratori da remoto, e che all’attivo hanno già due titoli discretamente conosciuti: Planetbase (2015) e Dawn of Man (2019).Senza ulteriori indugi andiamo dunque a scoprire The Mobius Machine in questa recensione della versione PS5. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile anche su Pc e Xbox Series X/S. Buona lettura.

DISPERSI, MA NON DA SOLI

L’incipit di The Mobius Machine è uno dei più classici della fantascienza: ce ne stiamo sulla nostra navicella pronti a finire una consegna, quando una richiesta d’aiuto giunge da un pianeta sconosciuto. Dopo aver risposto alla chiamata ci dirigiamo verso quel pianeta, ma qualcosa fa precipitare la nostra astronave. Da lì dovremo trovare il modo di andarcene…

Specialmente perchè quelle lande risultano tutt’altro che disabitate. Scorgeremo infatti delle strutture realizzate con una tecnologia avanzata, lascito di qualcuno che è stato lì molto tempo prima di noi. E non a caso ci imbatteremo in orde di alieni ostili ansiosi di mangiarci. Tuttavia non gli renderemo il compito facile, e ci difenderemo con le unghie e con i denti (anche se loro ne hanno comunque di più).

SALTARE, SPARARE, RIPETERE

In The Mobius Machine vengono onorati tutti i capisaldi del genere metroidvania. L’esplorazione sarà il principale intrattenimento del gioco, e ci spingerà a guardare in ogni angolo della mappa, fino a quando non otterremo un potenziamento che ci permetterà di superare quella barriera fino a un momento prima invalicabile.

Durante il nostro peregrinare, fatto di molte sezioni platform (alcune più semplici, altre più impegnative), incontreremo un gran numero di nemici. Questi non offrono un livello di difficoltà troppo elevato e ce ne sbarazzeremo in fretta, fatta eccezione per i boss presenti. I cattivoni di fine settore infatti saranno piuttosto impegnativi, e dovremo impegnarci non poco per batterli.

Qualore doveste avere dei problemi contro di loro (o in generale) non disperate troppo. Vi è infatti la possibilità di farmare dei rottami dai nemici e acquistare dei potenziamenti, che saranno sicuramente d’aiuto. Inoltre muovendoci nelle varie mappe troveremo dei frammenti di progetti che, una volta riuniti, ci permetteranno di creare nuovi strumenti e nuove armi. All’aumentare della forza dei nemici anche la nostra potenza di fuoco potrà così adeguarsi.

Durante l’esplorazione troveremo diversi punti di salvataggio, e una cosa interessante è che, in caso di morte, potremo scegliere se conservare gli oggetti che abbiamo raccolto oppure perderli tutti. Sicuramente quest’ultima opzione è per chi cerca un’esperienza di gioco più hardcore. Peccato però che non ci si possa spostare da un punto di salvataggio all’altro velocemente, così da evitare il notevole e noioso backtracking di cui soffre il gioco.

COME ARRIVO ALLA FINE DI QUESTO LUNGO VIAGGIO?

Oltre ai vari salvataggi ci verrà in aiuto anche una minimappa, che potremo facilmente aprire premendo un tasto. Anche se non chiarissima, ci darà una bella mano per orientarci nel dedalo di possibilità che ben presto ci si apriranno. Probabilmente il principale problema di The Mobius Machine è proprio la confusione che si viene a creare quando cerchiamo di capire come avanzare.

A volte basterà sbagliare una deviazione per essere costretti a noiosi giri per tornare al punto di partenza, dove poi dovremo lambiccarci il cervello per capire dove andare e come arrivarci. Non sempre bisognerà possedere nuove abilità per superare certi ostacoli: infatti potrebbe bastare semplicemente fare un “giro lungo”. Solo che questi escamotage ci faranno sprecare davvero troppo tempo.

UN ALIENO TUTTO INTERO?

A livello tecnico The Mobius Machine risulta praticamente ineccepibile: non abbiamo riscontrato alcun bug o imperfezione di sorta. Anche il lato grafico è di ottima fattura, con particolari ben definiti e colori sgargianti. A mancare è un po’ l’ispirazione artistica. Infatti gli ambienti risultano scialbi e incapaci di trasmetterci qualcosa che vada oltre alla constatazione di quanto siano ben realizzati e funzionali. Il protagonista in tuta da astronauta non è particolarmente affascinante, e la mancanza di dialoghi non lo rende di certo più interessante.

Le (poche) battute iniziali sono indubbiamente divertenti, ma finisce lì. Anche i nemici e gli sfondi sono, ripetiamo, ben fatti, ma non riescono a far volare la nostra mente o a catturare il nostro sguardo: ottimi elementi platform, divertenti salti e scivolate, ma niente di davvero entusiasmante La colonna sonora presenta lo stesso problema. Gradevole, ma sostanzialmente priva di personalità. E’ davvero un peccato che una produzione indie così curata a livello tecnico non riesca a risultare più creativa e originale.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

The Mobius Machine è un gradevole metroidvania che svolge per benino il suo compito. L’opera di Madruga Works presenta infatti un solido gameplay che comprende tutte le componenti tipiche del genere: esplorazione, progressione anche a suon di power-up e un combat system curato. Tuttavia manca di quello spessore artistico necessario a spiccare concretamente su molti altri colleghi in circolazione. Non fraintendoci, si tratta di un titolo divertente e ben fatto che raccomandiamo a tutti gli amanti del genere, ma è probabile che non riuscirà a rimanere stabilmente nel loro cuore.

Pregi

Gameplay solido e divertente. Tecnicamente ineccepibile e piuttosto longevo.

Difetti

Backtracking a volte fastidioso e troppo accentuato. Gli manca quell'ispirazione in più a livello artistico che avrebbe potuto fare la differenza.

Voto

7,5