Come Liquidators (2020), Chornobyl Liquidators si prefigge di dare spazio agli eroi dimenticati nella catastrofe nucleare del 26 aprile 1986 con una produzione dove vestiremo proprio i panni di un “liquidatore”. Queste figure erano incaricate di affrontare la distruzione invisibile causata dalle radiazioni, smaltendone i residui con particolari equipaggiamenti. Un incarico importante: ma riusciremo a compierlo noi stessi?
Dietro allo sviluppo troviamo una software house indie polacca, Live Motion Games, che dopo alcuni titoli decisamente più “spensierati” ha voluto mostrare gli orrori di un passato non così lontano. Scopriamo insieme cosa ci aspetta in questa recensione di Chornobyl Liquidators. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Frozen Way, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
NOBILI INTENTI MA…
Il 26 aprile 1986 il reattore nucleare CNPP n.4 esplose causando una devastazione nucleare paragonabile a quella di Fukushima del 2011. A seguito di tale sconvolgente evento centinaia di migliaia di cittadini aiutarono a combattere i residui del disastro come “liquidatori”, svolgendo svariati compiti (talvolta mortali) con lo scopo di sanare una terra martoriata dalle radiazioni.
In Chornobyl Liquidators impersoneremo proprio uno di loro, e dovremo compiere svariate missioni di “pulizia” attraverso una storia frammentata anonima. Questa tuttavia si concentrerà più sugli orrori del disastro che sulla narrazione effettiva. Nel corso della partite dovremo prendere anche delle decisioni importanti che però non avranno alcun peso nel mondo di gioco…
Inizialmente dovremo supportare una squadra di liquidatori durante un incendio, per poi passare a incarichi sempre più impegnativi e importanti. Tuttavia quello che inizialmente sembrerà un riuscito mix tra esplorazione, platform e survival si trasformerà presto in noiosi spostamenti da punto A a punto B… E quando non dovremo spostarci, ci saranno dei compiti di pulizia da svolgere.
Le intenzioni di Chornobyl Liquidators sono indubbiamente nobili, ma sarà difficile non provare frustrazione nel muoversi attraverso mappe labirintiche e caotiche. Un indicatore di direzione, quando presente, ci aiuterà a capire in che direzione andare a perderci, mentre i poco eleganti “segnali colorati” ci indicheranno la strada… In ogni caso risulterà faticoso raggiungere un punto che non di rado si troverà sotto al nostro naso, e dove ricominceremo a pulire senza accenno di variazioni evidenti.
MEGLIO ANDAR GIÙ DI VODKA…
Il gameplay di Chornobyl Liquidators “aspira” a voler somigliare a un Far Cry quando si tratta di platforming, mentre arranca nello stile “simulatore di serie D” per tutto il resto. Le mappe di gioco risultano inoltre insensatamente limitanti e confusionarie. I percorsi lineari, mascherati da “open world”, non sono altro che un labirinto di “cianfrusaglie” visive in cui trovare un piccolo passaggio utile a giungere al prossimo labirinto…
L’obiettivo (almeno quello) sarà chiaro: compiere azioni basilari come interagire con leve e maniglie, pulire i pavimenti e raccogliere oggetti utili alla sopravvivenza. Sigarette, bottiglie di vodka, medicine e cibo di varia natura che risultano ben curati nei loro utilizzi. Ma si torna a perdersi in un bicchiere d’acqua con la gestione dell’inventario… Un invasivo (per dire poco) tutorial ricco di muri di testo, che ci spiegherà come compiere azioni semplici in un classico e poco avvincente sistema di slot numerici in cui dover spostare ogni singolo oggetto manualmente.
Svolgere i compiti sarà semplice, fin troppo semplice, tendente al noioso a volte… Persino l’attività principale del gioco (eliminare fonti radioattive di varia natura) risulterà monotona e insoddisfacente dopo le prime ore. Così come i dialoghi in un inglese “russizzato”, non molto sensato fra compagni russi che incita lo “skip” senza mezzemisure per via della piattezza dei testi.
E’ presente tuttavia un lato “survival” in Chornobyl Liquidators. Dovremo infatti porre attenzione alla nostra salute, alla stamina e al livello di radiazioni. Anche farsi del male (cadendo da una certa altezza ad esempio) ci causerà ferite con vari stati di entità, così come le ustioni di gravità crescenti. Idee interessanti che porteranno a limitazioni di movimento e malesseri generali.
MI RIPOSO UN SECONDO
Nel concreto però Chornobyl Liquidators ci farà cogliere da morti fulminanti per vari tipi di bisogni fisiologici. La “tosse” potrà essere un sintomo di qualcosa di non proprio chiaro, considerando la maschera antigas sempre in viso. Ignorarla tuttavia ci porterà a morire in ogni momento, spesso causando un crash del titolo. Impersonando vari protagonisti non si capirà mai la differenza fra una morte voluta dal gioco e una causata da noi…
Almeno sul fronte grafico l’opera di Live Motion Games offre degli scorci niente male con molti dettagli che visti da lontano fanno un gradevole effetto. Ma senza analizzare troppo da vicino… Le location che ci troveremo a sanare si alterneranno fra spazi aperti e luoghi stretti. Sfortunatamente nemmeno la trama riesce a incidere in maniera significativa, con momenti “telefonati” che per quanto cerchino di intristire il giocatore, difficilmente riescono a suscitare qualche emozione.
Per non farci mancare nulla Chornobyl Liquidators offre svariati problemi di natura tecnica. Bug all’ordine del giorno, filmati senz’audio e interazioni fra meccaniche di “pulizia” che funzionano spesso a loro discrezione. Tanto disturbo visivo riempie gli spazi di dettagli a tal punto da non dare più importanza all’ambiente circostante, con razioni e medicine in quantità, prive di qualsiasi tipo di effetto dovuto all’esposizione radioattiva.
La mancanza di HUD punta al realismo quando in realtà risulterà solo tedioso dover aprire l’inventario ogni volta, per controllare il nostro stato di salute. L’ottimizzazione sta facendo piccoli passi in avanti grazie alle patch degli sviluppatori, ma ancora si verificano evidenti cali di framerate. La nostra impressione è che una release in accesso anticipato sarebbe stata molto più saggia…
DA EVITARE
Chornobyl Liquidators ha alla base una buona e nobile idea, ma l’esecuzione lascia parecchio a desiderare. A parte la componente grafica risulta infatti difficile salvare qualcosa di una produzione a dir poco frustrante. Un gameplay tutt’altro che immediato e un design dei livelli insensatamente labirintico non aiuta certo a immedesimarsi negli eroi del disastro di Chernobyl, che meriterebbero certamente un tributo “videoludico” migliore. Come se non bastasse, l’opera di Live Motion Games presenta diverse imperfezioni sul fronte tecnico. C’è parecchio da fare per salvare la situazione: davvero non ci spieghiamo la scelta di rilasciare il gioco “completo” invece che in accesso anticipato. Peccato.