Si sa che negli ultimi anni molte produzioni di genere roguelike/roguelite hanno avuto un grande successo, come l’acclamato Hades (2020) di cui tutti stiamo aspettando il secondo, agognatissimo capitolo. Migliorare il proprio alter-ego morte dopo morte, personalizzare lo stile di gioco in base alla scelta fra più personaggi, avere un persistente fattore di casualità (dato solitamente dai potenziamenti selezionabili nel corso delle singole run) che più o meno assicura partite sempre diverse…
Insomma, non è difficile intuire come mai questo modo di concepire videogiochi abbia avuto e continui ad avere riscontro sul mercato, nonostante il debutto di un numero sempre maggiore di produzioni, soprattutto indie. Dove a parità o quasi di meccaniche lo scontro si gioca necessariamente sullo stile e sul design visivo, o su qualche altro elemento (possibilmente ludico) davvero “caratterizzante”. Oggi parleremo di Shadow of the Depth, e vedremo se effettivamente ha qualcosa in grado di distinguerlo dalla “massa”.
Dietro allo sviluppo troviamo ChillyRoom, una piccola software house indie stanziata a Shenzhen, in Cina, attiva da diversi anni con alcuni titoli per mobile salvo poi passare a Pc, con Otherworld Legends e Xeno Command, entrambi rilasciati nel 2022. Cosa bollirà in pentola stavolta? Scopriamo con l’anteprima di Shadow of the Depth. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile in accesso anticipato esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
CINQUE STORIE, CINQUE COMBATTENTI
In Shadow of the Depth cominceremo nei panni di Arthur, un guerriero specializzato nel corpo a corpo che fa della difesa (a scapito dell’agilità) il suo punto di forza. Armato di spada e scudo ed esperto nelle manovre difensive, è spinto da un profondo senso di giustizia, scatenato dalla perdita del padre (fabbro ndr) per mano di terribili mostri.
La sua però non sarà solo una vendetta personale, ma una vera e propria missione nell’atto di liberare il mondo da queste orripilanti creature. Va detto che in una produzione come questa la componente narrativa viene spesso lasciata ai margini, e in generale il tema della vendetta è tremendamente ricorrente e quindi banale, eppure l’opera di ChillyRoom riesce a catturare l’attenzione grazie a delle pregevoli animazioni fatte a mano, valorizzate nella cutscene introduttiva.
Arthur sarà solo il primo dei cinque distinti personaggi che potremo sbloccare e quindi usare per lanciarci nella mischia. Ciascuno di essi avrà non solo un proprio background narrativo (per quanto ininfluente nell’economia globale del gioco), ma anche abilità uniche e in generale una specializzazione in termini di “classe”. Assieme ad Arthur conosceremo Phyllis, un’arciera specializzata nel combattimento a distanza e capace di evocare animali da far combattere al proprio fianco.
Segue Stephanie, una strega capace di utilizzare varie magie elementali per annientare i nemici. Abbiamo poi Ginzo, uno spadaccino armato di katana che combatte in maniera non dissimile da un samurai. E infine a chiudere il roster vi è Arya, un’assassina estremamente agile e armata con due affilatissimi pugnali. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti e gli avvezzi al genere non avranno difficoltà a trovare qualcosa di congeniale al proprio stile di gioco preferito.
SEMPLICE MA BEN STRUTTURATO
Allo stato attuale Shadow of the Depth offre già oltre 100 diverse abilità passive e combo da padroneggiare, che ci permetteranno di sperimentare molte build e strategie. Come prevedibile sarà possibile contare su dungeon generati proceduralmente, alla pari delle sfide e dei tesori contenuti al loro interno. Durante le nostre run potremo trovare monete, armi e abilità aggiuntive, da ottenere anche tramite delle sfide con dei mini-boss, che ci costringeranno a resistere a delle vere e proprie ondate.
Se riusciremo a sopravvivere, verremo ricompensati con un forziere di valore più alto rispetto a quelli rinvenibili in giro normalmente. In termini di comandi il team di ChillyRoom ci darà modo di giocare in maniera efficace tanto con mouse e tastiera quanto con pad, e in entrambi i casi potremo modificare gli input a nostro piacimento, nelle impostazioni di gioco.
Per quanto riguarda invece il combat system, avremo un attacco primario, uno secondario speciale (che avrà un costo in mana e un tempo di recupero), la possibilità di schivare e un’abilità suprema, unica per ciascun personaggio. Bisognerà imparare bene a concatenarli per riuscire a far fronte alla gran varietà di nemici che incontreremo giocando, tenendo inoltre presente che non vi è possibilità di rinascita né di cura.
Una morte è una morte. Ciò detto non sarà inutile, visto che acquisiremo esperienza (necessaria allo sblocco di personaggi, abilità e rune da equipaggiare). Come in altri titoli sui generis quindi, la morte sarà parte integrante della progressione. I dungeon invece saranno suddivisi su tre piani, dove in ognuno di essi i nemici diventeranno sempre più forti, e alla fine avremo un boss alquanto tosto da sconfiggere.
A distinguere Shadow of the Depth dalla massa ci sono de facto due soli elementi. Il primo è la visuale, non isometrica tradizionale ma top-down alla Hotline Miami, per intenderci. Un punto di vista alquanto inusuale in questo genere di produzioni. Il secondo è la grafica disegnata a mano e in generale lo stile, che regala in particolar modo ai personaggi un’ottima caratterizzazione anche a livello estetico.
Bene anche il comparto audio, con effetti molto precisi e distinti anche per i mostri (che potremo identificare ancor prima di vederli) e un’ottima colonna sonora che non mancherà di cambiare “tono” a seconda delle fasi dell’azione. Nella nostra prova infine non abbiamo riscontrato bug significativi: segno che il team di ChillyRoom sta lavorando bene e può concentrarsi sull’aggiunta di contenuti.
MOLTO PROMETTENTE
Shadow of the Depth si affaccia in un mercato ricco di “colleghi” di successo, dove la strada per ritagliarsi un posto al sole appare fisiologicamente tortuosa e in salita. Oltre a un gameplay solido e una complessiva assenza di sbavature tecniche, l’opera di ChillyRoom ha però dalla sua un non banale “punto di vista” unito a un’estetica raffinata e capace di conquistare al primo sguardo. Probabilmente non riuscirà neanche a impensierire mostri sacri del genere come Hades, tuttavia il gioco ha comunque le carte in regola per ottenere una propria fetta della torta. Alla software house cinese non resta che aggiungere ulteriore carne al fuoco, anche se già allo stato attuale costituisce un’esperienza che non possiamo evitare di consigliare.