E’ risaputo che uno dei generi più in voga negli ultimi anni sia quello dei metroidvania, che anche in questi primi mesi del 2024 ha visto comparire nel mercato diversi ottimi titoli. Va da sé che proporre qualcosa di originale, o anche solo di accattivante e in grado di distinguersi dalla massa, sta diventando man mano più difficile. Eppure qualcuno che già a una prima occhiata riesce quantomeno a catturare l’attenzione si trova, ed è il caso di Biomorph.
Un metroidvania soulslike frutto dell’inventiva e del lavoro di Lucid Dreams Studio, software house indie canadese che ha esordito sul mercato circa quattro anni fa con un’altra produzione ludicamente simile, Legends of Ethernal. Non ci resta quindi che tuffarci in questa nuova avventura con la recensione di Biomorph. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Mentre in futuro sono attese anche le versione per PS5, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
L’ARTE DELLA REPLICAZIONE
Nel mondo di Biomorph la situazione è drammatica. In seguito a un disastroso evento noto come “La Caduta”, le risorse del pianeta si sono prosciugate e temibili mostri hanno iniziato a vagare per i territori. Le misteriose rovine di una civiltà potrebbero tuttavia contenere il segreto per salvare la situazione. Dopo essersi risvegliato nel rifugio sicuro di Blightmoor, in preda a un’amnesia ed equipaggiato con due mani “parlanti”, il nostro protagonista (un alieno di nome Harlo ndr) partirà quindi per questa pericolosa avventura.
Come in molte produzioni similari, all’inizio le abilità di combattimento e movimento di Harlo saranno alquanto limitate. Cominceremo con la capacità di saltare e scattare, ma dopo pochissimo tempo troveremo il nostro primo chip da combattimento, pronto per essere equipaggiato. Man mano avremo accesso a lance perforanti, frecce magiche e diversi altri strumenti di distruzione da alternare a seconda delle necessità.
Fin qui tutto abbastanza “normale”, ma ora veniamo alla componente più interessante dell’opera di Lucid Dreams Studio. Uccidendo i mostri che troverà sul suo cammino, Harlo potrà assumere il loro aspetto e sfruttare le loro capacità, sia in combattimento che durante l’esplorazione. Risalire delle cascate con le sembianze di un mostro acquatico, scavare il terreno nei panni di una talpa gigante e così via.
Le prime volte, in cui avremo bisogno di superare degli ostacoli che altrimenti ci renderebbero impossibile il proseguimento del cammino, saremo costretti a ritornare al nostro aspetto originale. Tuttavia una volta che avremo sconfitto e ci saremo trasformati nello stesso mostro un po’ di volte, otterremo la possibilità di mutare a piacimento. Cosa assai utile per il backtracking, con il quale potremo tornare indietro a caccia di segreti e obiettivi secondari.
ABBASTANZA SOULS E POCO “LIKE”
Il sopracitato backtracking tornerà comodo visto che potremo rinvenire sia dei potenziamenti per le statistiche che dei “ricordi”. Questi ultimi, una volta equipaggiati, garantiranno abilità passive extra come una guarigione accelerata o un bonus danni contro i boss. Va detto che oltre alle capacità legate all’assimilazione e alla replica dei mostri sconfitti, in Biomorph sarà comunque possibile contare sui poteri “tradizionali” di tanti metroidvania, quali salti sui muri e compagnia cantante.
Certo il gameplay rimane fortemente ispirato ai pilastri del genere, tuttavia abbiamo apprezzato la presenza di tutte quelle funzioni accessorie in termini di “qualità di vita” che oggi vengono sempre più apprezzate, quali i viaggi veloci e la possibilità di appuntare i luoghi di interesse sulla mappa. Non tutto però fila per il verso giusto, e vediamo ora cosa non ci ha convinto. In primis il fatto che in combattimento le “forme” di mostro tenderanno a essere alquanto goffe e in generale poco efficaci.
Perciò, tolta l’esplorazione, ci ritroveremo a usare perlopiù le armi normali. Poi anche la progressione in termini di poteri e abilità risulta essere alquanto impercettibile, con miglioramenti davvero minimi volta per volta. Ciò, unito al fatto che i colpi nemici infliggeranno dei danni molto (troppo) elevati, potrebbe rendere l’esperienza un po’ frustrante.
Oltretutto, parlando di feature tipiche dei soulslike, nel caso venissimo sconfitti perderemo la valuta di gioco accumulata fino a quel momento, e dovremo quindi andare a recuperarla. Per non parlare del fatto di non poter cambiare equipaggiamento ecc in ogni luogo, ma solo presso i checkpoint. A smorzare parzialmente il tutto troviamo appunto un buon numero di punti di salvataggio (dove potremo anche effettuare i viaggi veloci), ma in generale abbiamo trovato l’esperienza eccessivamente punitiva, in maniera un po’ forzata.
UN POTENZIALE PARZIALMENTE SPRECATO
Un aspetto davvero curato di Biomorph (e che salta, da subito, letteralmente all’occhio) è quello estetico. Uno stile fantascientifico che, specie per quanto concerne i mostri e il relativo design, attinge direttamente al body horror e alle opere di David Cronenberg. Il risultato è davvero pregevole, e accentua il fascino di quanto compare su schermo, anche grazie all’ottimo level design. Anche i comandi risultano costantemente precisi e reattivi, così da poter riconoscere solamente a noi stessi la responsabilità di eventuali errori in fase di platforming. Ci è invece dispiaciuto non veder maggiormente sviluppato il lato narrativo.
Le premesse sono ottime, e anche il sottotesto della creatura di Lucid Dreams Studio appare fortemente attuale, con il pianeta rovinato dalla costante raccolta dell’energia ferrox, e ai disastri a catena che hanno causato anche la mutazione della fauna selvatica in mostri spaventosi. Purtroppo però la sceneggiatura non brilla e anche diverse missioni e obiettivi risultano banali. Buona invece la colonna sonora e gli effetti audio, che si aggiungono alla lista di elementi che denotano l’impegno e gli investimenti da parte del team canadese.
DA AVERE SENZA RISERVE
Biomorph è un metroidvania che fa di un’estetica disgustosamente accattivante e di un gameplay tecnicamente perfetto (forte anche di una meccanica a dir poco magnifica) i suoi punti di forza. Il team di Lucid Dreams Studio ha messo a frutto l’esperienza maturata precedentemente mettendo sul piatto un prodotto in grado di sgomitare a testa alta nel sempre più affollato mercato di action platformer bidimensionali. Una sceneggiatura incapace di valorizzare i buoni spunti narrativi e qualche elemento soulslike che nell’economia ludica complessiva finisce con lo stonare impediscono all’opera di divenire davvero grande… Ma resta comunque un titolo raccomandato a tutti gli appassionati del genere.