Qualora le morti di Ravenous Devils (2022) non vi fossero bastate, e se ormai essere connessi con la paura è qualcosa di cui non potete fare a meno, The Kindeman Remedy può fare davvero al caso vostro. L’opera di Troglobytes Games (team tutto italiano di cui ricordiamo l’ottimo Blind Fate: Edo no Yami) rappresenta infatti l’apoteosi del terrore, sotto forma di incubo perverso.
Andiamo a scoprire cosa cosa ci aspetta in The Kindeman Remedy con questa recensione della versione PS5, curata dalla nostra Kim Fuentes. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da 3D Realms, è disponibile anche su Pc, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
A VOLTE BISOGNA TOCCARE IL FONDO PER RIALZARSI
The Kindeman Remedy è un gestionale blasfemo, diabolico e folle. Qui interpreteremo il ruolo del dottor Carl Kindeman, che ha perso tutto e si è ritrovato in un orribile carcere. Disconosciuto e odiato dalla comunità medica per i suoi metodi “discutibili”, il dottor Kindeman accetta un lavoro miserevole nella prigione, ma in realtà fa tutto parte del suo piano per ristabilire la sua reputazione perduta. Qui nessuno noterà i suoi sadici esperimenti.
Il dottor Kindeman farebbe qualsiasi cosa per ripristinare la sua reputazione, anche se significa trattare i detenuti come cavie per le sue ricerche. Potremo lasciarli morire urlando sulla sedia elettrica o salvarli… Per poi usarli successivamente per altre nostre ricerche. Fonderemo le loro ossa, bruceremo le loro viscere o semplicemente li massacreremo. Noi siamo i geni, e loro solo delle cavie.
Essere un dottore malvagio però non è un lavoro semplice. Dovremo aggiornare e utilizzare otto stanze diverse, gestire le nostre risorse, giocare con veleni, droghe e sostanze pericolose e condurre esperimenti segreti. Ma non saremo soli in questo. Sister Anna è lì per noi. Sempre. E sarà pronta a fare esattamente ciò che le ordineremo.
La storia oscura, popolata da personaggi complessi, aggiunge profondità a questa esperienza straziante, sollevando inquietanti domande morali e mostrandoci il lato oscuro del male: l’umanità. I finali multipli e gli eventi sbloccabili rendono il titolo rigiocabile, lasciando il destino di Anna e Carl nelle nostre mani. In breve: “Questa volta, siamo noi il mostro”.
A VOLTE FAR SOFFRIRE GLI ALTRI È UN MALE NECESSARIO
Coloro che hanno giocato a Ravenous Devils ritroveranno in The Kindeman Remedy la medesima struttura di gioco, seppur con scelte ed elementi ancora più intelligenti e strutturati. La visuale, tematicamente vicina a opere come This War of Mine, dà modo di avere costantemente il fulcro dell’azione davanti a sé, così da impersonare i due personaggi come si desidera e senza particolari problematiche.
Il gioco si divide essenzialmente in due fasi: di giorno dovremo creare pillole e flebo per i malati, anche se in alcuni metteremo del veleno. Pillola buona, te ne torni in cella e aspetti la tua ora d’aria, pillola cattiva (avvelenata) e te ne vai al creatore. Starà a noi, giorno per giorno, scegliere se puntare a migliorare la nostra reputazione, il che ci permetterà di migliorare cose come la velocità d’esecuzione e la quantità delle scorte e strumenti vari. Tutto molto semplice e ben impostato.
I cadaveri accumulati di giorno torneranno utili di notte, quando nei sotterranei li useremo per estrarre da loro una certa sostanza che ci servirà per creare una sorta di reagente utile per simulare la morte. A Thompson Island infatti sembra che tutti vogliano fare un giro sulla sedia elettrica, un’esecuzione ogni 48 ore. Ecco quindi che il reagente sarà utilissimo.
Se lo inietteremo il giorno prima al condannato e avremo avvisato Ronnie per la manomissione della sedia elettrica, ci ritroveremo nella nostra bella stanza segreta a giocare con il malcapitato di turno. Potremo liberarlo oppure scegliere quale tortura infliggere. Tutte molto differenziate tra loro, oltre che dannatamente dolorose. Peccato non aver inserito anche la tipologia di crimini per cui il condannato è stato punito, che avrebbe potuto aggiungere una sadica ironia riguardo punizione da scegliere.
TORTURA SÌ, MA CON STILE
La componente gestionale del gioco è abbastanza semplice in quanto, probabilmente, il team di Troglobytes Games non hanno voluto distrarre troppo i giocatori dalle scelte morali a cui sono chiamati. Questa mancata profondità causa tuttavia una certa ripetitività di fondo, che alla lunga si farà sentire. A meno che uno non sia un sadico che gode senza sosta nel vedere cadaveri squartarti e gente torturata.The Kindman Remedy non punta con decisione sul comparto grafico, e questo si nota fin da subito. I modelli sono costantemente ripetuti e le ambientazioni risultano particolarmente spoglie.
Va detto però che questo stile piuttosto basic aiuta a smorzare l’impatto splatter. Al contrario invece le cutscenes presenti in-game vengono rappresentate con dei disegni statici di pregevole fattura, che richiamano molto i fumetti pulp anni ’70. Per quanto riguarda invece il comparto audio, è presente una melodia tetra ma anonima che va a ripetersi nel corso della giornata, accompagnata da qualche mugugno durante le varie azioni compiute da Anna e Carl. C’è da sottolineare anche la presenza di un buon doppiaggio, presente però nelle sole cutscenes sopra citate. Il titolo è comunque localizzato in italiano, quindi niente paura. Non per la lingua almeno.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Gli amanti dello splatter adoreranno The Kinderman Remedy, un gestionale capace di spruzzare sangue e cattiveria da tutti i pori. Il solido e divertente gameplay dell’opera di Troglobytes Games accompagneranno i giocatori nel riscattare il “buon nome” del dottore protagonista del gioco, oltre a metterli alla prova con scelte morali discutibili. Una ripetitività di fondo e un comparto grafico abbastanza semplicistico non bastano a mettere a repentaglio quanto offerto dal team italiano. Un’offerta per sadici e amanti di violenza e torture, ma pur sempre una buona offerta.