Lightyear Frontier, agricoltura in mondi alieni, anteprima
Per una volta non ci ritroveremo a combattere in uno sperduto pianeta alieno... Ma a coltivare e a realizzare una perfetta fattoria intergalattica
Quando si parla di avventure in mondi alieni remoti, il fatto di dover prepararsi a combattere è praticamente scontato. Non è però il caso di Lightyear Frontier, che viceversa rompe gli schemi offrendo un’esperienza simulativa agricola rilassante e quasi priva di pressioni. A bordo di un mech infatti saremo liberi di creare la fattoria dei nostri sogni, in un mondo dove persino la fauna locale si dimostrerà amichevole.
Dietro allo sviluppo troviamo invece Frame Break, uno studio svedese fondato nel 2020 da un gruppo di tre giovani sviluppatori freschi di università, che l’anno dopo sono stati acquisiti da Amplifier Game Invest, costola di Embracer Group (celebre holding svedese che possiede società piuttosto note nel settore tra cui Coffee Stain, Plaion e THQ Nordic).
Non ci resta quindi che scoprire cosa ha in serbo per noi Lightyear Frontier in questa anteprima della versione Pc. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Amplifier Studios, è disponibile in accesso anticipato anche su Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
ECOLOGIA SPAZIALE
Come anticipato pocanzi, in Lightyear Frontier intraprenderemo un’avventura intergalattica. Dopo esserci lasciati alle spalle il pianeta Terra (ormai in rovina), atterreremo su un pianeta alieno sconosciuto, col compito di realizzare un insediamento agricolo autosufficiente. Oltre al nostro ingegno, con noi avremo unicamente un mech da utilizzare a tal scopo, con miglioramenti e strumenti ad hoc per le varie esigenze.
Al di là della pacifica fauna locale, la nostra sola compagnia sarà quella di PIP-3R (per gli amici Piper), compagno robotico che dialogherà con noi nel corso dell’avventura dandoci anche istruzioni e suggerimenti. Il mondo su cui atterreremo si rivelerà pacifico e dai colori sgargianti, e non mancheranno delle rovine sparse tutte da esplorare, lasciate da un’antica civiltà aliena evidentemente scomparsa.
Nemici da combattere non ce ne saranno, tuttavia avremo modo di familiarizzare con una progressione abbastanza lineare, quasi in controtendenza con la struttura open world del titolo. Il pianeta alieno su cui sbarcheremo infatti è diviso in biomi/regioni, ognuno dei quali risulterà invaso da melma e piante nocive. Nostro compito sarà quello di purificare quei territori così da riportarli al loro splendore originale e consentire nuovamente la prosperità delle risorse naturali.
Solo allora potremo sbizzarrirci con coltivazioni, edifici (sempre funzionali al nostro lavoro) e quant’altro. La linearità nella progressione riguarda il fatto che saremo comunque tenuti a seguire un certo ordine nel “recupero” di quelle zone, visto che per rimuovere le piante nocive e lavare via la melma ci serviranno equipaggiamenti via via più potenti, tutti da craftare e potenziare.
IL CICLO DELLA VITA (ANCHE ALIENA)
Un aspetto interessante di Lightyear Frontier, oltre che coerente con i propositi del team di sviluppo, è che saremo pressochè esenti dalle penalità tipiche di molti altri titoli sui generis. Potremo rimanere alzati ininterrottamente, senza necessità di dormire, ed esplorare e operare senza alcuna limitazione in termini di fatica/resistenza.
Certo, se dovessimo caricarci di troppe risorse insieme il nostro mech sarà impossibilitato a correre o saltare, ma nulla che una buona pianificazione di percorsi e depositi temporanei non possa risolvere. Oltre al già citato Piper (e ad alcuni altri NPC), una volta costruita la piattaforma di atterraggio dedicata potremo ricevere ogni giorno la visita di Lola, una commerciante intergalattica pronta a venderci sementi e altri oggetti utili.
Tra questi vi sono anche decorazioni, con cui potremo abbellire la nostra fattoria. E’ importante precisare che cambiare/migliorare l’estetica della nostra nuova casa offrirà anche dei vantaggi unici, come per esempio dei bonus relativi alla velocità di estrazione delle risorse. Perciò diamoci sotto con gli orpelli. Per quanto riguarda invece la raccolta delle risorse, c’è da dire che il mech e le sue funzioni la renderanno davvero intuitiva e piacevole.
Abbiamo inoltre apprezzato il “sottotesto” educativo che si manifesta in maniera evidente nel gameplay. Anche se il team di Frame Break ha voluto mettere sul piatto un’esperienza accogliente e priva di qualsivoglia pressione o difficoltà, bisognerà tenere presente che le risorse (a parte quelle coltivabili, ovviamente) non si rigenereranno automaticamente, come invece accade spesso in altri simulatori agricoli. Perciò se abbatteremo un albero dovremo assicurarci di piantarne un altro, pena il non ritrovarcene più.
UN FUTURO PIUTTOSTO ROSEO
Pur trattandosi di un accesso anticipato, tecnicamente parlando Lightyear Frontier ci è sembrato piuttosto solido. Graficamente apprezzabile, meno bug di quanto non ci si aspetterebbe da un titolo in sviluppo e prestazioni sorprendentemente buone. E’ presente persino la localizzazione in italiano, anche se vi sono un po’ di refusi qua e là che immaginiamo verranno corretti nel corso dello sviluppo. Il problema principale riguarda la fisiologica ripetitività e a una quantità di contenuti ancora abbastanza limitata.
Ma gli sviluppatori hanno già condiviso una road-map con gli aggiornamenti previsti per il futuro, che non includeranno solo miglioramenti vari ma anche aggiunte di aree, NPC, piante, animali e potenziamenti per il mech. Oltretutto va sottolineato che nel frattempo è già disponibile la modalità cooperativa, che consentirà fino a quattro giocatori contemporanente di vivere la propria avventura agricola in questo affascinante pianeta alieno.
PROMETTENTE
Anche se ogni singola meccanica che lo compone rimane derivativa, Lightyear Frontier porta la simulazione agricola a un livello superiore. O almeno su un pianeta alieno lontano. Un luogo pacifico dove a bordo del nostro mech potremo realizzare la miglior fattoria intergalattica che si sia mai vista. Allo stato attuale l’opera di Frame Break appare già solida, offrendo anche una stabile modalità cooperativa che consentirà di mitigare la quantità non eccelsa di contenuti disponibili al momento. Ciò detto, il sentiero tracciato dal team svedese è chiaro, e c’è ragione di ben sperare per il futuro.