A dieci anni dall’inizio dei lavori su Unicorn Overlord il team di Vanillaware ha finalmente coronato il sogno di raccontare il suo romanzo epico-cavalleresco. Qui, nel tumultuoso continente di Fevrith, sul giovanissimo principe Alain grava il dovere di liberare i cinque regni dal controllo del malvagio impero Zenoirano, la cui ascesa negli ultimi dieci anni è iniziata proprio con l’uccisione di sua madre, la regina.
Gli autori di 13 Sentinels: Aegis Rim, Odin Sphere e Dragon’s Crown hanno immaginato un RPG tattico dai contorni chiaramente ispirati al modello degli Ogre Battle, serie di culto a cavallo degli anni ‘90 dal gameplay RTS. Battaglie su larga scala, combat system profondo e dinamico e le incredibili illustrazioni realizzate da George Kamitani, fondatore dello studio. Questa è la formula magica che rende Unicorn Overlord un gioco unico e appagante, seppur con qualche sbavatura.
Siete pronti a schierarvi tra i ranghi dell’Esercito di Liberazione? Amori, cameratismo e tradimenti muoveranno le giornate di Alain e dei suoi 71 alleati reclutabili nella lunga strada che porta alla riconquista della capitale Gran Corraine. Se volete saperne di più seguiteci in questa recensione della versione Xbox di Unicorn Overlord, a cura di Giuseppe Pirozzi. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da SEGA, è disponibile anche su PS4, PS5 e Switch. Buona lettura.
UN ANELLO PER DOMARLI, UN UNICORNO PER GHERMIRLI
Alain non riscrive l’archetipo dell’eroe tipico dei giochi di ruolo giapponesi, ma rappresenta il classico eroe senza macchia pronto a sacrificarsi per i più deboli e a dare una seconda possibilità ai nemici di un tempo, purché siano pentiti. Questa moralità da fiaba rappresenta non solo la spina dorsale del principe, ma è anche un espediente fondamentale per arricchire le fila del nostro esercito e renderci temibili agli occhi di Zenoira.
Unicorn Overlord inizia raccontando le ultime ore della resistenza del regno di Cornia nei panni della regina che, sopraffatta dal generale traditore Valmore, decide di attirare su di sé le truppe nemiche per permettere al principe e al suo più fidato cavaliere di trovare una via di fuga. Un fast forward di dieci anni ci porta sulla spensierata isola di Palevia dove il giovane Alain, scampato agli zenoirani, passa il tempo con gli amici di una vita Lex e Scarlett, ascoltando i consigli del saggio Josef.
Qui il tempo sembra scorrere immutabile per l’allegra compagnia, finché l’approdo dell’ex-leader dell’esercito corniano Hodrick non porta scompiglio sull’isola. L’uomo, un tempo fedelissimo della regina, è deciso a servire la testa di Alain a Zenoira sull’onda di un incessante odio ma, dopo averlo sconfitto e perdonato, l’anello dell’unicorno scioglie l’incantesimo che lo aveva costretto a servire il nemico giurato per tanti anni. Hodrick non è che uno dei tanti ad aver perso la ragione a causa dell’incantesimo, e quindi sta ad Alain sciogliere l’anatema e radunare quanti più alleati possibili sotto l’effige dell’esercito di liberazione.
Ha così inizio la campagna militare del principe dislocata tra le cinque terre di Cornia, Drakenhold, Elheim, Bastoria e Albion, con lo scopo di riportare pace tra i popoli e spezzare il giogo zenoirano. Un viaggio a 360° che non funge da mero pretesto per scontri tattici, ma cerca di creare un legame tra il principe e i tantissimi alleati che incontrerà nel suo viaggio, magari davanti ai piatti squisitamente illustrati di una taverna.
IL MIO REGNO PER UNA VIVERNA
Il gameplay di Unicorn Overlord si divide in due componenti: l’esplorazione e le battaglie. Durante l’esplorazione del continente visualizzeremo lo sprite 2D di Alain, e muovendoci di città in città potremo raccogliere risorse per ricostruire i villaggi liberati, esplorare i segreti del mondo e partecipare alle battaglie di liberazione, dando così il via alle fasi di strategia in tempo reale.
Le battaglie non si svolgono a turni come in Tactics Ogre o Final Fantasy Tactics ma sono gestite dall’IA per entrambe le unità, esattamente come in Ogre Battle. All’inizio di ogni battaglia avremo il nostro presidio da difendere (pena la sconfitta) e quelli dei nemici da conquistare, con un tot di tre o quattro slot azione da utilizzare al fine di schierare una delle formazioni precedentemente allestite o, alternativamente, da usare per far eseguire alle truppe abilità offensive o di supporto.
Prima di una battaglia è opportuno allestire lo scacchiere di ogni formazione per farsi trovare pronti a ogni evenienza. Ogni unità sarà disposta su uno scacchiere di sei posti, tre in prima fila e tre in seconda. Inizialmente le unità saranno da tre elementi, ma col progredire dei successi dell’esercito e l’incremento della barra della fama potremo disporne fino a quattro, e infine cinque.
Avere un’unità fatta di soldati quanto più eterogenei è fondamentale. Unicorn Overlord mette a disposizione del giocatore una quantità enorme di razze e tipologie di unità per diversificare quanto più possibile le situazioni di gioco. Questo stimola anche il giocatore a variare approccio in ogni nuova regione. Senza contare che alle classiche unità umane di arcieri, maghi, fanteria e cavalleria si aggiungono unità ibride come i colossali gladiatori, i maestri di spada, gli sciamani, ladri e maestri di viverne e grifoni.
Per scombinare le carte in tavola, in Vanillaware hanno pensato a unità non-umane dotate di vari bonus per stimolare il giocatore a variare formazione. Le unità angeliche, dotate di un paio d’ali che le rendono più inclini alla magia e all’evasione degli attacchi nemici. Quelle elfiche, propense a magia curativa e all’arcieria, e infine quelle bestiali, capaci di andare al doppio della velocità delle truppe tradizionali durante le battaglie notturne.
Una volta deciso lo schieramento dei nostri battaglioni dovremo disporli sul campo e decidere come pianificare attacchi e difese, in base alle formazioni nemiche. Appena due unità opposte saranno a contatto partirà la schermata di preparazione al combattimento, dove sarà visualizzato il risultato dello scontro. Questo sarà frutto delle scelte compiute nell’allestimento della squadra e delle indicazioni fornite ai nostri soldati.
A incidere sul risultato sono molteplici fattori: il livello delle unità, l’efficacia contro un determinato tipo di classe (i cavalieri sono efficaci contro la maggior parte delle unità terrestri ma soffrono le lance, i maghi possono perforare le difese di legionari con alta resistenza fisica, ecc), gli oggetti con cui sono equipaggiati e la presenza in zona di unità di supporto quali arcieri, maghi o chierici.
Una volta arrivati allo scontro non si potrà scappare, ma decidere se simularlo rapidamente o se visualizzarne lo scontro animato. La seconda opzione è decisamente quella che preferirete grazie alla stupenda realizzazione, tra animazioni e disegni impeccabili. Una volta terminato lo scontro l’unità perdente sarà immobilizzata o annientata, se la potenza del nemico lo consente.
A decidere gli scontri non sarà solamente la forza delle unità, ma soprattutto la quantità di punti per le abilità attive e passive, che decidono la quantità e qualità degli attacchi a disposizione delle unità. A questo si aggiungono i parametri di forza, schivata, resistenza, attacco magico e iniziativa, che gettati nel calderone del combat system decideranno le sorti delle nostre incursioni.
Attenzione anche alle trappole e alle macchine di assedio disposte in alcune delle mappe, o ai santuari dove sarà possibile evocare piogge ristorative o tempeste dannose. Tenete inoltre a mente che ogni unità ha un numero specifico di abilità da usare al di fuori del combattimento e che possono salvarvi da situazioni scomode. E non dimenticate di prestare anche attenzione alle imboscate nelle foreste, o ad affidarvi a unità volanti per aggirare corsi d’acqua che altrimenti potrebbero favorire il nemico appostato.
COSA FARE QUANDO NON SI SBARAGLIA FECCIA ZENOIRANA?
Non si vive di sola spada e questo Alain lo sa bene. Oltre alle battaglie di liberazione sarà bene curare i rapporti con i propri compagni d’armi. Cosa fattibile sia battagliando spalla a spalla che attraverso doni e condividendo spettacolari pietanze nelle taverne delle grandi città. Non a caso uno dei marchi di fabbrica di Vanillaware, sin da Odin Sphere e Dragon’s Crown, sono proprio le tavolate imbandite che davvero arricchiscono la sensazione di cameratismo e coesione del gruppo, oltre a far venire l’acquolina in bocca.
Una volta ottenuta una certa affinità con un personaggio sarà disponibile un’interazione unica che rivelerà un momento condiviso tra due personaggi dell’esercito come la preparazione di una cena, la lotta all’alcolismo o lo scambiarsi vestiti e altri pezzi di vita quotidiana ai tempi della guerra. Una volta designato il partner ideale potremo persino legarci a esso performando un certo rituale. Dopo aver appagato i propri appetiti Fevrith ci intratterrà con un simpatico minigioco minerario, caccia al tesoro e l’intrigante arena, che permetterà anche di confrontarsi con truppe di altri giocatori online.
NON TUTTO È FEVRITE CIÒ CHE LUCCICA
Unicorn Overlord poggia su un sistema di combattimento dinamico e profondo, mentre le illustrazioni sono così belle da valere da sole il prezzo del biglietto per l’intera esperienza. Tuttavia vi è una nota stonata che continuerà a insinuarsi nel vostro orecchio per tutte le circa settanta ore (se siete completisti) che vi vedranno impegnati nella liberazione: la discrepanza tra doppiaggio inglese e localizzazione italiana.
Se masticate un minimo d’inglese rimarrete colpiti dal tono epico e prezioso dei dialoghi. Esattamente quelli che vi aspettereste da un principe ben educato e solenne, come fosse uscito dal MacBeth shakespeariano. Nei sottotitoli in italiano però molti di questi giochi di parole o elementi “alti” del discorso vengono semplificati o alle volte persino esacerbati, aggiungendo elementi totalmente mancanti nel doppiaggio anglosassone. Fermo restando che è comunque un bene avere a disposizione le cento e più parti del sistema di gioco tradotte nella nostra lingua.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Unicorn Overlord è una gioia per gli occhi e per la mente. Prsenta un solo grosso “problema”: la durata. In parte dipende da voi, ma se vorrete perdervi tra le culture del Fevrith e restaurarne l’interezza avrete un bel po’ di ore davanti. Il tutto per un’avventura che tende a mantenersi fresca per la maggior parte del tempo, anche se dopo centinaia di battaglie (in gran parte opzionali) e restaurazioni di villaggi potrà cominciare a tediare. Ciò detto il team di Vanillaware ha creato un prodotto degno di nota che potrebbe attirare anche giocatori non avvezzi al genere, grazie alla bellezza delle illustrazioni e alle battaglie divertenti e tutto sommato rapide.