Underdogs, le mie braccia, i suoi pugni, recensione
Avete mai sognato di pilotare un possente mech in realtà virtuale per devastare a pugni ogni vostro nemico?
Per quanto sia una “giovane” tecnologia, la realtà virtuale ha ormai ampiamente invaso la nostra quotidianità. Un visore non è più considerato uno strumento “alieno”, ma una periferica come tante altre. Per quanto rappresenti nella fattispecie un nuovo orizzonte dove poter vivere e sperimentare “le cose” attraverso un inedito punto di vista. Quello che banalmente potrebbe essere offerto dai nostri occhi, ma in altre realtà. Per catturare l’attenzione di giocatore sempre più “abituati a tutto”, ci vuole qualcosa in più…
E quel qualcosa è Underdogs, ovvero un arena brawler VR in salsa roguelike. Se questi termini generici non dovessero dirvi nulla di nuovo, aspettate di salire sul “Gorilla” e cambierete idea… Come quella avuta da One Hamsa, una software house indipendente con sede a Tel Aviv, in Israele. Siete pronti? Allora montate sul mech insieme a noi e venite a scoprire Underdogs in questa recensione (svolta con l’ausilio di un Valve Index). Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
SONO LORO AD ESSERE IN MINORANZA…
Underdogs ci introdurrà in uno dei tanti distopici futuri “al neon”, dove i combattimenti nell’underground (almeno quelli sotto i riflettori) vengono affrontati a bordo di mostri metallici. Noi impersoneremo un nuovo arrivato, pronto a dar spettacolo nell’arena detta “Killbox” con il nostro possente mech, alias Gorilla. Dovremo scalare la gerarchia e affrontare il campione di ogni quartiere, scendendo sempre più a fondo nei meandri di una società corrotta dal potere.
Lungo la nostra strada potremo incontrare casualmente nuovi alleati o fastidiosi “disturbi” che trasformeranno i nostri percorsi a bivi in importanti scelte di sopravvivenza. Ogni giorno si svolgerà in quattro tappe in giro per la città. Nelle prime tre dovremo scegliere fra due strade casuali che ci porteranno ad altrettante situazioni. Nella tappa finale invece saranno la Killbox e i suoi robot assassini ad attenderci.
Essendo Underdogs un titolo roguelike “classico”, dovremo puntare a un più longevo mantenimento del nostro mech. Morire nell’arena infatti significherà dover ricominciare da zero (o dal “Day 1”). Questo però non risulterà mai frustrante, perché che a ogni sconfitta verranno sbloccate nuove parti ottenibili in gioco, espandendo così la collezione degli oggetti ottenibili in modo casuale durante i 5 giorni di ogni zona.
La trama poi, oltre a seguire un filo conduttivo tra il giorno 1 e il giorno 5 (quello con lo scontro finale ndr), presenterà una soddisfacente varietà di eventi e imprevisti. Nelle opzioni con la scelta “Roll” potremo infatti tentare la sorte. Cercare pezzi in una discarica, fare affari “sotto banco” o scegliere se affrontare o meno dei pericoli tra cui, a volte, proteggere i vari “Patreon”. Questi saranno dei soggetti che ci forniranno dei servizi utili come riparazioni, nuovi pezzi o aiuti sul campo.
FARE A “PEZZI” LA CONCORRENZA
Al calar della notte, in Underdogs arriverà il momento di combattere. Ogni scelta fatta (o non fatta) fino a quel momento verrà messa in secondo piano. Infatti non sarà sempre scontato poter scegliere la strada che ci porterà al Patreon in grado di riparare il nostro mech. Perciò evitare ogni tipo di danno sarà sempre la migliore scelta se non vorremo arrivare nell’arena in condizioni sfavorevoli. E per quanti riflessi possiate avere, un match senza danni non sarà così semplice…
Prima di ogni combattimento dovremo inoltre scegliere fra due Patreon diversi. Ognuno avrà delle ricompense basate sulla loro specializzazione, che accrescerà la scelta e i vantaggi con la reputazione ottenuta dalle vittorie e da alcune scelte di trama. Vorrete dei pezzi con più punti salute? Allora punterete sul meccanico Bizzi. Vi interessano accessori che agiscono sulla velocità di movimento? In quel caso sceglierete la mercante Zikitta, e così via. Attenzione però, perché la scelta di un Patreon modificherà le condizioni dell’arena e dei suoi nemici…
Abbiamo sinceramente gradito la varietà di situazioni casuali offerte in Underdogs, con tanto di scelte oneste e non… Tentare di rubare a un Patreon per ottenere qualche pezzo gratis per esempio potrà fruttarci nuovo materiale, ma in caso di malasorte verremo cacciati (nel migliore dei casi) e lo perderemo per sempre. In generale avremo un discreto numero di scelte, valide e differenti fra loro, zona dopo zona.
Abbiamo infine una quantità considerevole di pezzi in generale, che siano passivi equipaggiabili su braccia o corpo, ma anche sui vari tipi di “pugni”. Questo oltre a vari tipi di rarità e bonus assortiti legati a particolari movimenti o azioni fisiche. Braccia che accelerano con i movimenti, pugni in grado di affettare o sparare ganci, scocche protettive con cui investire i nemici e altro ancora. Il tutto rogorosamente potenziabile con vari moduli. Spettacolare.
È LA FISICA CHE TI STA COLPENDO
Passiamo ora al lato più entusiasmante della produzione. Potremo infatti definire Underdogs un “picchiaduro physics-driven“, ovvero basato sulla fisica del movimento e degli oggetti. Più forte colpiremo, più faremo danni, più velocemente scaglieremo un nemico e più lontano andrà, e così via. Il tutto ovviamente entro dei realistici limiti dovuti al convincente “peso” dei vari nemici, o alla potenza degli arti selezionati.
Inizialmente avremo a disposizione delle palle borchiate con cui poter fare pratica, per poi passare a nuovi accessori come ganci prensili, artigli-rampino, placche difensive, seghe circolari e vari tipi di “pugni-martello”. Tutti elementi che invogliano non poco lo sblocco di tutti i collezionabili possibili, in modo da poterci sbizzarrire nell’uso e nella scoperta di tanti validi attrezzi da demolizione.
Una volta saliti sul Gorilla e impugnati i controller nell’abitacolo sarà praticamente impossibile contenere l’entusiasmo nel sentirsi un vero pilota di mech. Su questo fronte Underdogs ha fatto centro, con un mix di gameplay, sensazioni, colonna sonora e hit-box fisiche generali praticamente perfette. Oltretutto l’iniziale ripetizione di nemici “animaleschi” non desta alcun tipo di fastidio, cvisto che diventeranno man mano più corazzati o pericolosi, talvolta con condizioni ed effetti a cui dover prestare attenzione.
Le reazioni ai colpi inoltre saranno curate, con parti di robot che si spaccheranno gradualmente sotto i nostri colpi in vari punti, colpo dopo colpo. Davvero godurioso. Per muoverci invece dovremo usare i grilletti e piantare i pugni a terra, spingendoci o camminando a braccia alternate, proprio come un gorilla. Questo tra l’altro non ci ha dato alcun problema di motion-sickness, anche nei momenti concitati. Forse per l’effetto “automobile” dovuto all’abitacolo.
TECNICAMENTE… FA SCINTILLE
Sul nostro Valve Index Underdogs ha girato perfettamente, senza mai accennare a cali di prestazioni di sorta. Il tracciamento è stato praticamente sempre perfetto, con solo rarissime sbavature sulle braccia prima di afferrare i comandi del mech. Tutto reagisce realisticamente come ci si aspetterebbe, e nella foga generale faremo anche dell’involontaria palestra in casa. Divertimento e utilità, unita alla longevità di un roguelike che non riesce a stancare.
Forse con qualche sfida o modalità extra oltre allo scontro libero il titolo avrebbe potuto offrire di più, ma già per quello che offre vale il prezzo del biglietto (quasi 30 euro). Avremmo comunque apprezzato poter decorare il mech con qualche personalizzazione extra (perché no, anche interna) puramente estetica, oltre agli equipaggiamenti in grado di cambiare forma e talvolta fisicità del Gorilla. Non osiamo poi immaginare un comparto multigiocatore 1v1 cosa potrebbe essere, ma visti i numerosi aggiornamenti fatti finora, non è detta l’ultima parola.
Infine facciamo un plauso alle tre campagne ripetibili in caso di vittoria totale, nelle quali potremo continuare a completare la nostra collezione e perseguire sfide sempre più ardue. Underdogs attualmente è una perla per VR che non dovrebbe mancare a nessun possessore di visori. Si tratta di un vero sogno che si avvera, quello di avere il controllo in tempo reale di un mech.
Proprio come nella pellicola con Real Steel (2011), potremo imitare le gesta dei potenti robot-pugili intenti a darsele di santa ragione. Ottimo anche il sonoro generale, profondo e completo di ogni dettaglio, mentre la colonna sonora a metà fra rap e hip-pop street underground di stampo “tamarro” saprà esaltare e caricare come poco altro. Un must have, quello di One Hamsa.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
L’unica stanchezza che proverete giocando ad Underdogs sarà quella dei vostri muscoli, fumanti come dopo una serie di incontri di pugilato. L’opera di One Hamsa ci farà combattere attraverso arene sempre più pericolose all’interno di una produzione physics-driven entusiasmante e appagante, oltre che curata nel dettaglio e perfettamente calibrata. A un gameplay esplosivo si unicono infatti un’accattivante colonna sonora “da strada”, un pregevole comparto audio e un comparto tecnico praticamente privo di difetti.
Una maggiore personalizzazione estetica del mech e qualche modalità/sfida aggiuntive avrebbe rappresentato la proverbiale ciliegina sulla torta… Ma non c’è dubbio che quella dello studio israeliano sia una perla irrinunciabile per qualunque possessore di visore VR. Saliamo a bordo del Gorilla, e che il combattimento abbia inizio!
Pregi
Tracciatura dei movimenti perfetta. Fisica realistica e convincente. "Pochi" contenuti, ma di gran qualità e cura. Ogni nuova run resetta il fattore noia e prolunga e espande la longevità sapientemente. Accessori equipaggiabili e bonus ben pensati. Atmosfera "street" ben riuscita. Vignette di trama caratteristiche. Vi sfidiamo a contenere l'entusiasmo una volta a bordo del Gorilla.
Difetti
Qualche cosmetico puramente estetico interno o esterno ci avrebbe reso ancora più felici, come anche qualche sfida o modalità extra.
Voto
9,5