Apocalisse zombie? Collasso dell’umanità e una nuova civiltà da fondare e guidare? Già visto! Cos’abbiamo oggi invece? Una società di pinguini “umanizzati” da gestire e far progredire? Di certo non è qualcosa che si vede tutti i giorni. Infatti stiamo per parlare di United Penguin Kingdom, un city builder/gestionale avente come protagonisti proprio gli adorabili uccelli acquatici che tutti conosciamo, intenzionati a espandersi fra i domini del re Pinguino.
Dietro allo sviluppo troviamo Turquoise Revival Games, software house indie turca che abbiamo già avuto modo di conoscere l’anno scorso con un’altra produzione simile, Oxygen (qui la nostra recensione). Stavolta però ci attende un’esperienza decisamente più “glaciale”. Indossate i cappotti e venite con noi a scoprire il mondo dei pinguini in questa recensione di United Penguin Kingdom. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da GrabTheGames e UpgradePoint, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
IL FREDDO QUEST’ANNO ARRIVA PRIMA
Ancora una volta è colpa degli esseri umani. Nella loro corsa all’evoluzione hanno alterato il clima del pianeta Terra causando l’innalzamento delle temperature. Proprio come nella vita reale, molti animali che abitano le zone artiche stanno subendo i problemi che da tutto ciò ne conseguono. I pinguini tuttavia si sono evoluti, e per sopperire alla “carenza di freddo” hanno iniziato a costruire refrigeratori e strutture utili al loro sostentamento.
Questa è la semplice intro di United Penguin Kingdom, che con un importante messaggio di fondo e un pizzico di simpatia ci ha saputo catturare da subito. Soprattutto grazie ai suoi buffi protagonisti. Dovremo quindi costruire il nostro stabilimento di volatili pinnati e scalare a suon di reputazione la classifica del regno. Chi raggiungerà la prima posizione diventando così il nuovo re del Regno dei Pinguini Uniti?
I nostri cari pinguini non sono sciocchi come gli esseri umani. Non ci sono guerre fra gli stabilimenti, ma solo un sistema di reputazione e vantaggi. Questo però non significa che non ci siano problemi… Infatti tutti gli stabilimenti dovranno fare i conti con foche affamate e orche “demolitrici”. Il primo mammifero pinnipede sarà sempre pronto a rubare fra le scorte ci cibo accumulato. La seconda invece non mangerà i pinguini come ci si aspetterebbe in natura, ma arriverà per distruggere le nostre strutture a bordo acqua. Forse per invidia, chi lo sa…
Sarà richiesto un particolare equilibro nella gestione delle risorse in United Penguin Kingdom fra abitazioni, torri difensive e vari centri di raccolta. Pescagione varia per nutrirsi, erbe per guarirsi, plastiche, metalli e materiali per creare nuove strutture, ecc. Così proseguirà il nostro calendario mese dopo mese, anno dopo anno. E nel corso del tempo la nostra isola verrà ciclicamente assalita dai sopracitati mammiferi, per poi arrivare infine alla “valutazione” annuale.
ORCA MA…LEDETTA
Il gameplay di United Penguin Kingdom è estremamente semplice ed intuitivo. Fin dal tutorial potremo comprendere rapidamente come gestire le mansioni dei singoli pinguini e in generale la loro sopravvivenza. I menu risultano accessibili e pratici, specialmente quello delle Professioni che vedete qui sopra, nello screenshot, in alto a sinistra. Da questo pannello potremo agevolmente inviare i nostri amici “in smoking” presso ogni struttura con un semplice click, dove rimarranno fino a nuovo ordine.
I pinguini inattivi saranno invece visibili in cima come “a riposo”. Uno schema tipico delle tante produzioni del genere, reso qui estremamente semplificato. Carenza di pesce? Basterà togliere due pinguini da qualsiasi altra struttura e cliccare sulla capanna per la pesca, aggiungendo membri ad ogni click. Così come per ogni altra esigenza. Quella di Turquoise Revival Games è una produzione davvero alla portata di tutti, anche dei giocatori più giovani.
Non tutto però sarà semplice come sembra. Una gestione attenta e ponderata dell’insediamento non sempre potrà salvarci dal “triangolo dei conflitti” di United Penguin Kingdom, che finiranno prima o poi con l’impattare fra loro. Le missioni ci chiederanno di costruire “il prossimo” edificio, e ci verranno assegnate delle risorse in caso di riuscita. Ma alcune risorse come legno, pietre e metalli non saranno reperibili fino al raggiungimento dello stadio “Città”, sbloccabile tramite il raggiungimento di 1500 punti di reputazione.
Ci troveremo così ad arrancare per gestire le poche risorse disponibili, costruendo edifici sempre più complessi che ne richiederanno altrettante, in un ciclo di richieste che difficilmente ci porterà in pari… Saremo quindi obbligati a distruggere le strutture e ricevere un rimborso totale. Nel frattempo però tali risorse dovranno essere impiegate anche nella costruzione di più torri difensive, in quanto due spesso non basteranno per respingere l’orca di turno. La quale puntualmente distruggerà l’edificio necessario alla nostra sopravvivenza creato con tanti sacrifici…
RE DEI PINGUINI, MI SCUSI DI NUOVO MA…
Per fortuna United Penguin Kingdom non sarà troppo punitivo, come potrebbe essere un Frostpunk. Infatti in caso di morte di tutti i pinguini non ci sarà il game over ma ne riceveremo alcuni extra, assieme a un certo calo di reputazione. Se le risorse saranno scarse potremo però chiedere aiuto al re dei Pinguini Uniti, anche se solo una volta l’anno. Così come potremo richiedere nuovi servizi o pinguini attraverso le varie strutture, suddivise in rami.
Considerando che un anno di gioco a velocità x3 impiegherà quasi un’ora di gioco “reale”, sarà molto probabile che ci ritroveremo, per un motivo o per un altro, ad attendere con le mani in mano… L’espansione dovrà andare a ritroso quindi, focalizzandosi sui pochi edifici e sui loro fondi di alimentazione e protezione. Tutti gli sforzi dovranno concentrarsi sull’aumento dell’istruzione, della felicità, della sostenibilità e di tutti gli altri fattori che potranno tornare utili a far crescere la reputazione, anche a costo di dover fare scelte difficili…
Finché non sbloccheremo nuovi edifici, le missioni ricevute saranno di produzione generica. Produrre una risorsa per ottenere la stessa come ricompensa. Ciò non è stato certo utile… Non a caso ci è capitato di rimanere a corto di legna per diversi anni, attendendo l’aiuto del re dei pinguini ogni 12 mesi. Nessun nuovo pinguino fino a nuovo ordine, quindi stop accoppiamenti. I refrigeratori? Quest’anno tagli al budget.
Gli edifici a bordo acqua saranno di vitale importanza, ma anche gli unici attaccabili dalle orche. Perderli significherà perdere anche importanti risorse, spesso non replicabili. Il che potrebbe portare ad uccidere la longevità di United Penguin Kingdom. Anni di attesa in gioco per il prossimo aiuto, in un loop infinito di perdita di reputazione… O una nuova partita? Meglio la seconda…
CARINI E COCCOLOSI RAGAZZI, CARINI E COCCOLOSI…
Sul fronte tecnico di United Penguin Kingdom non possiamo lamentarci. Osservare i pinguini nelle loro buffe attività “similmente umane” non sarà solo divertente, ma ci spingerà anche a curiosare per vederne ancora. Come fosse un presepe animato, sarà impossibile non avvicinarsi a guardare le faccende di ogni pinnato abitante, scoprendo al contempo una notevole cura per i dettagli, di piacevolissimo riscontro visivo.
Avremo tutti i comandi del caso per seguire e rinominare il pinguino di turno e interessarci alla loro routine. Saremo poi sempre accompagnati da una tranquilla melodia che aiuta non di poco il titolo a entrare nella categoria “relax”, mentre in caso di pericolo la sinfonia cambierà in qualcosa di più adatto. Peccato per la mancanza di alcuni effetti sonori come i passi dei pinguini o quelli di alcune attività, presenti solo in parte o per nulla.
In quanto city builder United Penguin Kingdom ci avrebbe potuto rendere ancora più felici se ci avesse dato modo di spostare le strutture in qualsiasi momento. Dovremo invece abbattere l’edificio, senza perdita di materiali (rimborsati del tutto, come accennato prima) e attendere che venga ricostruito altrove. Una carenza che sicuramente peserà ai perfezionisti appassionati di ordine e funzionalità.
Graficamente invece l’opera della software house turca si lascia apprezzare, con texture dettagliate e modelli piacevoli da osservare. Segnaliamo inoltre (in aggiunta alla gradita localizzazione in italiano) che fra le mappe disponibili a inizio gioco, la numero sei risulta “ritagliata” a spigolo e non tondeggiante, a differenze delle altre cinque alternative più realistiche. Infine, avremmo gradito una maggiore incidenza di eventi annuali di vario genere, per tenere sempre alta l’attenzione del giocatore, spesso in forzata attesa.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Se siete stanchi dei tipici city builder e di gestionali survivalistici brutali come Frostpunk, United Penguin Kingdom potrebbe fare al caso vostro. Un titolo buffo da guardare e piacevole da giocare, ma con un livello di sfida da non sottovalutare. Più che altro il gameplay estremamente semplice e immediato (almeno tenendo conto della media di “accessibilità” del genere) può talvolta diventare vittima delle sue stesse caratteristiche.
Rimane tuttavia una gradita e spensierata produzione indie farcita di graziosi pinguini, osservabili da vicino come se si trattasse di un variopinto “presepe” animato. Nel complesso è un’opera che riesce a stimolare una certa rigiocabilità, anche se alcune pecche tra il lato gestionale e la progressione rischiano di compromettere l’intera esperienza. Ciò detto, quello di Turquoise Revival Games rimane comunque un lavoro più che apprezzabile, soprattutto dai neofiti del genere.
Pregi
Un titolo che si fa amare con poco. Buffo da osservare e curato anche nei minimi dettagli. Interfaccia di gioco versatile e immediata, oltre che di semplice gestione. Un piacevole passatempo alla portata di tutti. Può soddisfare, nonostante tutto, gli amanti delle sfide.
Difetti
Le missioni di produzione generali sono perlopiù inutili e a senso unico. L'espansione funziona meglio se seguita tardivamente. Prima o poi dovrete fare i conti con i tempi morti del gioco. Un calendario di eventi più ricco di contenuti e meno ciclico avrebbe fatto la differenza.
Voto
7+