Al di là del “fenomeno” Palworld (che ha superato i 12 milioni di copie vendute, escludendo i circa 7 milioni di giocatori su GamePass), nell’ultimo mese c’è un altro titolo survivalistico che ha riscosso e sta continuando a riscuotere un buon successo. Stiamo parlando di Enshrouded, che ha da poco raggiunto il milione di copie vendute. Si tratta del nuovo progetto (il primo auto-pubblicato ndr) di Keen Games, software house indie tedesca con quasi vent’anni di attività alle spalle, principalmente conosciuta per Portal Knights (2016).
L’idea (non propriamente originale, lo diciamo subito) è quella di un’arpg open world survivalistico, con meccaniche di crafting, farming e in generale tutto quello che ci si può aspettare una simile produzione, a oggi. Per fare un paragone, possiamo considerarlo come una sorta di Valheim (qui la nostra anteprima)” potenziato”, anche se trattandosi entrambi di titoli work in progress non si può essere sicuri circa eventuali implementazioni future, da parte dei rispettivi team di sviluppo.
Ciò detto, tuffiamoci in questa anteprima di Enshrouded. Ricordiamo che il gioco, pubblicato appunto da Keen Games, è disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam. In futuro sono attese anche le versione per PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.
UN TUFFO NELLA NEBBIA
Per far sì che una determinata tipologia di videogiochi possa progredire, ci sono due strade. Una è quella della novità, che consiste nell’implementare idee e meccaniche innovative capaci di lasciare il segno, finanche a ispirare altre produzioni successive. L’altra, quella solitamente più battuta, prevede invece di partire da delle buone idee pre-esistenti, ma che abbiano comunque dei margini di miglioramento.
Il paragone con Valheim, fatto nell’introduzione, non è stato casuale. L’opera di Iron Gate Studio infatti ha pescato a suo tempo dal pilastro delle opere sandbox, ovvero Minecraft. A differenza di quest’ultimo però, fra le altre cose, assegna al giocatore obiettivi e in generale un sistema di progressione basato sulla sconfitta di vari boss.
L’accesso a nuovi materiali, così come a nuove armi e oggetti, è vincolato non solo alla semplice esplorazione, ma appunto al fatto di avere la meglio sui guardiani dei vari biomi. Enshrouded riprende questo stesso concept, fornendo però un alberto tecnologico più vasto, un numero assai maggiore di armi, armature e in generale equipaggiamenti (oltre che incantesimi), e un sistema di combattimento più semplice e immediato.
Il mondo di gioco realizzato da Keen Games si divide sostanzialmente in due parti. Una è composta da una terra sana e rigogliosa, abitata da creature selvagge, l’altra invece (coperta dallo Shroud, una sorta di nebbia malevola) è assai più pericolosa, nonchè infestata da non-morti. C’è da dire che al momento il numero totale di mostri è alquanto limitato, perciò speriamo di vederne aggiunti molti altri nel corso dello sviluppo: ce ne sarebbe davvero bisogno.
COMPARAZIONI INEVITABILI
Un elemento che abbiamo particolarmente apprezzato in quel di Enshrouded è quello relativo al crafting, dove soprattutto quello avanzato risulta legato al supporto di NPC specifici. Dopo averli reclutati in seguito a delle missioni di salvataggio, saremo in grado di condurli al nostro accampamento. Qui, una volta fornito loro un tetto sopra la testa, un magazzino e qualche altro elemento essenziali, potranno essere messi al lavoro.
Grazie a loro infatti potremo contare su utili pozioni, oggetti magici e armi, da portare rigorosamente in battaglia. Per quanto concerne quest’ultima, il sistema di combattimento proposto dalla software house tedesca risulta oltremodo semplificato, almeno rispetto agli standard offerti da altre produzioni simili (come lo stesso Valheim).
Questo livello di sfida tendente al ribasso si manifesta anche nel fatto che i nemici presenteranno schemi d’attacco assai prevedibili. E come non bastasse, attacchi e parate non consumeranno alcun indicatore di resistenza. Se da una parte tale scelta di design consente di venire incontro ai neofiti di questo tipo d’esperienza, dall’altra potrebbe compromettere gli stimoli in quella parte d’utenza un minimo smaliziata.
L’albero delle abilità, che come abbiamo anticipato in precedenza risulta davvero denso, è altresì ben strutturato e organizzato, grazie a un’intuitiva suddivisione (attraverso 12 rami distinti) in specializzazioni. Va detto però che il titolo lascia al giocatore molto margine per personalizzare il proprio stile di gioco, senza applicare rigide restrizioni legate alla scelta delle suddette abilità. Maghi guerrieri agili e atletici? Si può fare.
UN POTENZIALE TUTTO DA ESPRIMERE
Enshrouded può essere giocato tranquillamente in solitaria, oppure si può prendere parte (o ospitare) un server capace di contenere fino a 16 giocatori contemporaneamente. Altra scelta di design ripresa intelligentemente da Valheim riguarda il proprio alter ego, dove salute, mana e resistenza non dipendono da una crescita delle statistiche per esperienza, bensì dall’assunzione di pasti. Più elaborati e ricchi sono i suddetti, maggiori saranno i bonus conferiti nei sopracitati valori di base. D’altra parte, rispetto alla pluricitata opera di Iron Gate Studio, ci sono pro e contro.
Al di là della difficoltà complessiva minore, qui per esempio le pozioni saranno assai più facili da realizzare (dato che per farlo utilizzeremo ingredienti comuni). Senza contare che tra l’assunzione di una pozione e l’altra, rigorosamente istantanea, non dovremo neppure risentire di tempi di recupero. Oltre a ciò, anche i tempi di lavorazione dei materiali risultano mediamente inferiori. Di contro il sistema di costruzione implementato da Keen Games non appare efficace e in generale valido come quello di Valheim. Per dire, in Enshrouded avremo assai più difficoltà a fissare con precisione le parti di una struttura, cosa che agli appassionati di costruzioni causerà non poca frustrazione.
Per quanto riguarda il comparto grafico, l’opera di Keen Games si presenta davvero di alto livello. Il mondo realizzato dall’Holistic Engine (un motore grafico creato appositamente dalla software house tedesca) appare ricco di dettagli, e in grado di immergere concretamente il giocatore in un affascinante contesto a metà tra il fantasy e l’alto medioevo. Anche il design di armi, armature ecc ci è piaciuto molto, alla pari di quello dei mostri e in generale dei nemici (i quali però, come abbiamo detto in precedenza, peccano in termini di varietà).
A non essere altrettanto entusiasmante è invece il comparto audio, discreto ma indubbiamente con ampi margini di crescita. A sorprenderci sono state invece le prestazioni, piuttosto buone se si considera che, per l’appunto, ci troviamo dinanzi all’impiego di un motore grafico autoprodotto. Certo, i requisiti tecnici richiesti ai Pc (per il momento) non sono proprio banali, ma alla fine si tratta di una richiesta “hardware” commisurata all’effettivo comparto tecnico di cui gode la produzione. Dove di conseguenza, sul fronte dell’ottimizzazione, non possiamo che complimentarci.
MOLTO PROMETTENTE
Pur non presentando alcuna concreta innovazione, Enshrouded fa del suo meglio per far compiere in ogni caso un passo avanti a un genere sfaccettato (ma anche inflazionato) come quello dei survival. Il lavoro di Keen Games presenta infatti diversi alti ma anche alcuni bassi, frutto più di scelte discutibili che non di vere e proprie imperfezioni. Certo è che la software house tedesca ha tutto il tempo di effettuare degli interventi su una produzione che in meno di un mese ha già ottenuto un ottimo riscontro, tanto dal pubblico quanto dal mercato. La speranza tuttavia risiede nella capacità di scrollarsi di dosso almeno un po’ i paragoni con altri noti esponenti del genere, come il più volte citato Valheim. Testa bassa e dritti nello Shroud, sperando di uscirne più forti.