Tutto ha inizio nel 2017, quando Shanghai Manjuu e Xiamen Yongshi (due sviluppatori cinesi ndr) rilasciano su mobile Azur Lane. Un gatcha RPG strutturato come un ibrido tra sparatutto a scorrimento laterale e strategico a turni, ambientato in una sequenza temporale alternativa della Seconda Guerra Mondiale. La particolarità stava nel ricco roster di personaggi utilizzabili (che si potevano anche “sposare”, ovviamente in-game), ovvero celebri navi da guerra in forma di waifu impegnate a combattere tra loro, per conto delle nazioni coinvolte nel conflitto. Dopo essere stato inizialmente rilasciato in solo territorio cinese, il gioco dopo alcuni mesi approdò anche in Giappone, dove ebbe un successo strepitoso.
A soli quattro mesi dall’uscita infatti furono superati i cinque milioni di giocatori. Un successo che si mantenne anche nel lungo periodo, visto che un paio di anni dopo venne rilasciata anche una versione in inglese, e in generale il titolo si diffuse in tutto il mondo. Ma era solo l’inizio. Tra il 2020 e il 2021 la collaborazione tra Compile Heart, Felistella e Idea Factory portò alla realizzazione di Azur Lane Crosswave, un adattamento tridimensionale (con alcune differenze importanti nel gameplay) del franchise, che mirava a farsi conoscere anche al di fuori del mondo mobile.
Non ci resta quindi che scoprire cosa è venuto fuori in questa recensione della versione Pc di Azur Lane Crosswave. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Idea Factory International, è disponibile anche su PS4, PS5 e Switch. Buona lettura.
SECONDA GUERRA MONDIALE ALTERNATIVA
In Azur Lane Crosswave ritroveremo lo stesso mondo conosciuto nel “predecessore” su mobile. Dove gli equilibri tra le principali quattro nazioni coinvolte in questa Seconda Guerra Mondiale alternativa vengono sorretti dalle Kansen. Giovani fanciulle con un potere bellico esagerato, e che non a caso rappresentano delle celebri navi da guerra in forma umana.
Le nazioni dell’Eagle Union ( che corrisponde agli Stati Uniti), Sakura Empire (impero giapponese), Royal Navy (Regno Unito) e Iron Blood (Germania nazista) si ritrovano tuttavia a dover far fronte comune contro uno stesso nemico. Un misterioso gruppo chiamato Sirens, che ha iniziato a diffondere in tutto il mondo una tecnologia sconosciuta (presumibilmente aliena) che ne sta sconvolgendo gli equilibri.
La nostra avventura inizierà dalla prospettiva di Suruga e Shimakaze, le due Kansen protagoniste del gioco (nonchè personaggi inediti nella serie, e realizzati appositamente per questo capitolo) che insieme alle loro compagne di battaglia avranno il compito di riportare il mondo alla tranquillità. Rispetto alla controparte mobile, qui si è scelto di puntare sostanzialmente su uno sparatutto in terza persona con degli intermezzi da visual novel, anche se sarebbe più corretto dire il contrario, per certi versi. A breve capirete perchè.
Da una mappa del mondo potremo selezionare di volta in volta il livello da affrontare, per poi scegliere la nostra “squadra”, composta da tre Kansen. Una volta scesi in campo ci ritroveremo in un’ambiente tridimensionale pieno di nemici (navi e aerei da guerra, e perfino altre Kansen), di cui dovremo evitare il fuoco e nel contempo vuotargli addosso il nostro arsenale.
WAIFU ARMATE FINO AI DENTI
Le Kansen sono divise in classi, che corrispondono al tipo di scafo delle navi da guerra che “rappresentano”. Alcune si muovono più lentamente ma possono contare su una grande potenza di fuoco, altre sono particolarmente veloci ed efficaci nello schivare, ma anche poco resistenti ai danni. Altre ancora, come le Kansen “portaerei”, possono rilasciare le proprie unità volanti che andranno poi a combattere quelle nemiche in cielo, e a bombardare quelle in superficie.
In più nel corso della battaglia ogni personaggio può contare su una serie di abilità, che andranno ad aumentare temporaneamente valori come i danni inflitti o la velocità di ricarica degli attacchi (divisi in speciali e normali). Tra un livello/battaglia e l’altro sarà anche possibile cambiare e/o potenziare l’equipaggiamento e le abilità delle nostre Kansen. Con le quali, oltretutto, potremo aumentare il livello di affinità (in stile dating sim) arrivando persino a sposarle, o in generale a conferire loro ulteriori bonus alle statistiche.
Le battaglie in Azur Lane Crosswave risultano frenetiche e a tratti persino emozionanti: in particolare le missioni più difficili, denominate “EX”. Vi sono però diversi limiti importanti, che riguardano le dimensioni fin troppo contenute degli scenari (circondati da muri invisibili), la brevità e la ripetitività intrinseca delle battaglie (che si svolgono più o meno tutte allo stesso modo) e il livello di sfida piuttosto mediocre.
Si tratta di caratteri se vogliamo tipici di molti giochi mobile, che strutturalmente sono vincolati alle esigenze di quel pubblico (che solitamente prediligono sessioni di gioco mordi e fuggi). Nel caso però di una produzione come questa, destinata a piattaforme “maggiori”, questa struttura appare inevitabilmente come un fardello molto, troppo pesante da sopportare.
GRANDI AMBIZIONI MA RESA MODESTA
In Azur Lane Crosswave vi è un vero e proprio” squilibrio” tra gli intermezzi narrativi e le battaglie in sé. Ecco perchè prima facevamo riferimento al fatto che sarebbe meglio considerare la produzione come una visual novel con intermezzi di gameplay action, e non il contrario. Parlando quindi della componente principale, ci troviamo dinanzi a una narrazione non particolarmente complessa, dove il principale punto di forza risiede nella caratterizzazione dei personaggi, valorizzati da una scrittura dei dialoghi più che buona.
Ricordiamo infatti che possiamo contare su un roster davvero molto ricco, con oltre 30 Kansen giocabili e altrettante selezionabili come “unità di supporto” in battaglia. Tutte ben differenziate nel gameplay e soprattutto nell’aspetto, con un design davvero sopraffino fatto risaltare dal buon comparto grafico. Certo, alla fine le battaglie si svolgeranno praticamente in mare aperto (con pochi o nessun elemento sullo sfondo).
Tuttavia abbiamo apprezzato i molti effetti visivi legati al combattimento e per l’appunto i modelli e il design dei personaggi, sia in battaglia che nella predominante componente visual novel. La quale, oltretutto, gode di un doppiaggio (in giapponese ndr) completo per ognuno dei personaggi, e per giunta qualitativamente ineccepibile. I fan del franchise non potranno che rimanere estasiati da questo punto di vista.
Essi potranno anche fare incetta di ricordi relativi a momenti epici grazie alla comoda Photo Mode: un must irrinunciabile oggigiorno, soprattutto in titoli deliberatamente zeppi di fan service come Azur Lane Crosswave. Ottima anche la colonna sonora, che aiuterà a rendere almeno un minimo entusiasmanti le battaglie, afflitte dai problemi di cui abbiamo parlato in precedenza.
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Se si considera come produzione destinata unicamente agli appassionati del franchise, Azur Lane Croswave arriva a fare un’ottima figura, principalmente grazie alla componente visual novel. Ineccepibile nell’esecuzione e predominante rispetto a quella action (tanto che forse sarebbe stato meglio realizzare una visual novel “integrale”). Il punto però è che l’obiettivo dichiarato dagli sviluppatori era quello di raggiungere anche nuovi giocatori, magari all’oscuro circa l’esistenza del celebre titolo mobile e delle suggestive battaglie tra navi da guerra antropomorfe. Un obiettivo che viceversa non ci sentiamo di poter considerare davvero raggiunto a causa di un gameplay fortemente limitato, sia nella struttura che nella “densità”. Infatti rappresenta una parte marginale nell’economia totale della produzione: col senno di poi, comunque, meglio così.
Pregi
Trama semplice ma dialoghi di qualità che consentono di caratterizzare al meglio i numerosi personaggi. Design sopraffino e un eccellente doppiaggio per le affascinanti e letali Kansen. Le battaglie alla fine sono pure divertenti...
Difetti
... Ma nel complesso risultano fin troppo facili, brevi e ripetitive: una struttura da gioco mobile che qui pesa come un macigno. La componente visual novel annichilisce quasi del tutto quella action, che sarebbe dovuta essere protagonista.
Voto
6,5