Sands of Aura è un progetto che nasce dal desiderio di portare sul mercato un ARPG soulslike. Sì lo sappiamo, è una storia già sentita e risentita: ma in questo caso non si tratta di una “copia venuta male”, bensì di un meritevole esempio di passione e buona esecuzione. Una sorta di fratello minore a cui non manca quasi nulla, capace di offrire un intrattenimento e una sfida paragonabile al “fratellone”. Inoltre la prospettiva isometrica ci saprà dare un punto di vista un po’ più differente rispetto alla classica terza persona.
Dopo due anni di accesso anticipato, il titolo di Chashu Entertainment (una software house indie americana con base a Dallas, in Texas ndr) è stato finalmente rilasciato nella sua versione completa. Di seguito quindi la nostra recensione di Sands of Aura. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Freedom Games, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam, Epic Games Store e GOG. Buona lettura.
MAI GIUDICARE IL LIBRO DALLA COPERTINA
Sands of Aura è ambientato a Talamhel, un mondo intrappolato in una notte eterna. Le sue terre sono sommerse da un infinito mare di sabbia, riversato a frotte in seguito alla rottura della clessidra del tempo. Dopo generazioni di sopravvissuti al cataclisma, solo pochi osano ribellarsi al destino sempre più prossimo di Talamhel: i Remnant Knight. Noi impersonaremo uno dei pochi “cavalieri” rimasti, e proveremo a salvare il mondo…
Anche se inizialmente ci sembrerà un titolo a bivi tra caverne e mostri, presto avremo modo di scoprire la vera e propria natura dell’opera: quella di un open world. Un tutorial con “scene di prova” ci introdurrà alle meccaniche di base, per poi abbandonarci in un mondo ostile, dove avremo una gran libertà d’azione. Dalla nostra “isola casa” Starspire potremo interagire con i residenti, scoprire le loro storie e risolvere i loro problemi, e persino determinare il destino di alcuni di loro.
Quello di Sands of Aura è un mondo vivo, in cui però saremo dei “piccoli” soldati da non sottovalutare. Infatti avremo a disposizione sette stili di combattimento differenti, da padroneggiare con invidibiale leggiadria. Spada singola e doppie spade, picca e stocchi, pugnali, bastoni a doppio taglio, mazza chiodata e spadoni pesanti. Tutti gli stili scorreranno fluidi come l’acqua in semplici ma appaganti combo di colpi, da ripetere quasi senza sosta.
La nostra prima scelta è ricaduta su un bastone a doppia lama, poi evoluto in una vera ascia a “due teste” con cui abbiamo tenuto a distanza le orde di nemici non morti e cavalieri erranti. Una volta presa confidenza con il sistema di combattimento in seguito ai primi, ardui scontri, il gioco si aprirà dinanzi a noi con un vasto mare di sabbia da solcare sulla nostra nave. Tra morte e isole piene di tesori, tutte con difficoltà scaglionate. Saremo all’altezza?
FLUIDI COME L’ACQUA
La componente RPG di Sands of Aura sarà modesta, e perlopiù relegata alle sole statistiche del nostro equipaggiamento. Infatti non avremo una progressione a livelli né tantomeno punti abilità da assegnare. Viceversa ci saranno armi da evolvere, rune da incastonare e set di armature da collezionare e capaci di conferire potenti bonus passivi. Potremo inoltre infondere di potere i nostri colpi, caricandoli con stack di incantesimi, rilasciati a ogni utilizzo di parate, schivate e attacchi diretti.
Potenti fiammate da rilasciare con i colpi delle nostre armi o con le schivate, così come saette e vari tipi di infusioni magiche che potremo caricare accumulandoli in ordine di utilizzo nei quattro slot disponibili. Ad aggiungere varietà allo stile di combattimento troveremo anche una mossa speciale, diversa per ogni arma e capace di devastare il campo di battaglia, aumentando di potenza in base al livello di carica accumulato.
Come ogni soulslike che si rispetti, dovremo imparare a padroneggiare o “masterizzare” gli svariati elementi proposti. Dalle mappe piene di nemici e trappole ai pattern d’attacco degli ostili, oltre ai tempi di ricarica, schivata e parata. Quest’ultima in Sands of Aura richiederà più pratica rispetto ad altri titoli sui generis. Questo perchè se usata liberamente, la parata sarà instantanea, mentre se verrà infilata tra le combo richiederà quel mezzo secondo in più per essere eseguita. Mezzo secondo che in molte situazione ha deciso tra la nostra vita e la morte.
Decisamente più agevole è invece la schivata, attivabile in ogni momento e decisamente più utile. Certo, usando la parata al momento giusto potremo stordire i nemici, ma in caso di rottura della difesa finiremo noi con l’essere tramortiti e di conseguenza vulnerabili agli attacchi. Fortunatamente il “piatto” sul fronte delle migliorie sarà decisamente ricco, e con la giusta pazienza (e qualche ponderata scelta) saprà renderci delle vere macchine da guerra.
“TUTTI RITORNANO A LEISIS”
Un elemento che abbiamo particolarmente apprezzato in Sands of Aura riguarda la possibilità di craftare la propria arma, combinandone vari frammenti in originali quanto mortali abbinamenti. Il fatto di poter scegliere la “testa”, lo stile e il pomello ci permetterà di realizzare molte combinazioni interessanti come pugnali-mazze chiodate, doppie asce, alabarde con lame di spade o, come nel nostro caso, bastoni con doppia ascia bipenne.
Ciascuna componente presenterà pregi e difetti. Le teste di accetta faranno più danni critici, i pugnali saranno più rapidi a discapito della potenza, in altri casi ci ritroveremo con meno salute ma più attacco, e così via. Tramite dei tomi invece saremo in grado di aumentare le statistiche delle armi craftate, infondendo anche attributi di vario genere, fra quelli rinvenuti nel corso dell’avventura. In ogni caso potenziare l’arma e aumentare le statistiche sarà determinate per poter sopravvivere nelle isole più pericolose.
Sands of Aura saprà inoltre metterci contro varie tipologie di nemici, dagli abomini meccanici ai non morti più disparati, fino ai possenti ed epici cavalieri fantasma. Un mashup ispirato con classe e senza mai dare l’impressione di aver “rubato” ai capisaldi del genere. Il platforming inoltre si può trovare in quantità maggiore, lì dove la facoltà di saltare non sarà solo una funzione opzionale, ma una reale meccanica “ponte” per il raggiungimento di molte strade, comprese alcune segrete.
Il design dei livelli ci richiederà di esplorare le isole, e in ognuna troveremo sempre qualcosa per cui valga la pena lottare, che siano tesori o ardue boss-fight. L’esplorazione oltretutto non è mai risultata frustrante, anche considerando i vari scenari e le loro meccaniche, fra trappole, impedimenti e zone “pericolose”. Tutte da affrontare in modo diverso, aumentando la nostra crescente curiosità verso le prossime destinazioni.
NON LANCIARE IL CONTROLLER…
Sands of Aura presenta un gameplay solido e fluido, anche se non sempre reattivo al punto giusto. Fra tastiera+mouse e joypad ci sentiamo di consigliare quest’ultimo per semplice comodità in termini di indirizzamento delle mosse. I movimenti invece riprendono quanto già visto in produzioni soulslike con corse, rotolate e salti “limitati” dalla loro struttura rigida, per così dire. Inoltre la possibilità di caricare l’attacco vale solo per la prima sferzata, e non per le seguenti.
Il colpo d’occhio invece non delude. Qualche insicurezza da visione ravvicinata si lascia dimenticare grazie a una cura dei dettagli ambientali ottimale. Il mondo di gioco risulta infatti ricco di particolari e illuminato da un convincente gioco di ombre, luci e riflessi. Il tutto viene inoltre reso come una sorta di diorama con “corridoi volanti” e strutture costruite e attraversati come fossimo “esterni”. Si tratta di un piacevole punto di vista, in stile “teca di vetro”, dal quale poter muovere a distanza i nostri passi.
Colori accesi e vividi si sposeranno piacevolmente con le alternate zone oscure, mentre la colonna sonora (realizzata da Eduardo Lopez) ci coinvolgerà con le sue orchestre sinfoniche, capaci di farci percepire l’intensità del mondo stremato di Sands of Aura. Anche il comparto sonoro risulta complessivamente potente e profondo, in grado di sfoderare il suo massimo durante i combattimenti, con sciabolate fiammeggianti e impatti di tutto rispetto.
Qualche distrazione tuttavia l’abbiamo comunque trovata. Per esempio, trasportandoci alla base navigando dai bordi tempestosi del mondo, il filtro scuro del temporale rimarrà con noi fino al successivo riavvio. Anche la ricerca di NPC specifici in città risulta dispersiva visto che la bussola sarà presente solo in “mare”. Le missioni secondarie invece risultano un po’ avare di informazioni e ricompense. Infine nel caos magico generato dalle nostre abilità capiterà di far fatica nell’inquadrare le mosse nemiche.
DA AVERE SENZA RISERVE
Possiamo considerare Sands of Aura come un’avvincente versione in scala ridotta di Elden Ring, con cui condivide il focus sull’esplorazione open world e in generale l’ispirazione. Rispetto ad altri titoli sui generis non abbiamo percepito molto “plagio”, bensì un sentito tributo al genere sostenuto da un sistema di combattimento fluido e appagante capace di offrire una notevole varietà d’approccio nonostante la limitata componente ruolistica (almeno per come viene concepita di solito). Un’offerta notevole quella messa in campo dal team di Chashu Entertainment, che ha saputo mettere adeguatamente a frutto i due anni di accesso anticipato. Qualche trascurabile sbavatura tecnica non scoraggia la fruizione di un titolo da raccomandare a qualunque appassionato del genere.
Pregi
Un degno tributo al genere soulslike. La visuale isometrica e le ambientazioni a "diorama" conferiscono un'inaspettata caratterizzazione al prodotto. Crafting di armi personalizzate intuitivo e ben elaborato. Colonna sonora e comparto audio sul pezzo. Combat system variegato, appagante e fluido...
Difetti
... Anche se soffre di un leggero ritardo negli input. La quantità di effetti a schermo arriva talvolta a ostacolare la "lettura" degli attacchi nemici. Qualche sbavatura tecnica.
Voto
8,5
1 commento su “Sands of Aura, recensione di un Elden Ring in miniatura”