Call of Duty: Modern Warfare 3, sovrascrivere la storia, recensione
Non tutte le guerre possono essere vinte, soprattutto quelle contro il tempo... Ecco come è andata
Call of Duty: Modern Warfare 3 porta sulle spalle l’enorme peso di dover rappresentare il ritorno (o “riavvio”) di uno dei capitoli più importanti della saga. Gli appassionati della serie Modern Warfare sono forse i più “accaniti” dell’intera saga. Complici probabilmente i suoi amati protagonisti, e i suoi odiati nemici. Tutti siamo rimasti “traumatizzati” da una storia di sacrifici e tradimenti, e nessuno ha mai potuto riscattare quella tanto agognata vendetta… Le cose andranno diversamente stavolta?
Sledgehammer Games e gli altri studi al seguito purtroppo hanno avuto non poche beghe durante lo sviluppo. I piani iniziali infatti prevedevano di realizzare un nuovo capitolo più vicino a un Infinite Warfare. Tuttavia arrivarono “dall’alto” delle nuove direttive, che costrinsero gli sviluppatori a cambiare le carte in tavola a metà sviluppo. Nuovo obiettivo: proseguire quanto compiuto con il reboot di Call of Duty: Modern Warfare 2 (qui la nostra recensione) rilasciato lo scorso anno.
E così, dopo circa 13 mesi di sviluppo e con pressioni non indifferenti, eccoci qui a parlarvi di Call of Duty: Modern Warfare 3 in questa recensione della versione Pc (Battle.net). Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Activision, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
OPERAZIONE CONGIUNTA
Iniziamo col dire che la campagna di Call of Duty: Modern Warfare 3 si lascerà giocare, pur non offrendo nulla di particolarmente memorabile, se non per qualche fugace momento. La nuova strada intrapresa negli ultimi reboot della serie sembra infatti portare a una “riscrittura della storia originale” focalizzata nell’espansione del suo “COD-verse”. Ciò implica una maggiore enfasi sulla narrazione dei personaggi, senza però mai lasciare davvero la proverbiale comfort-zone.
Il risultato porta ancora una volta a uno strano effetto Mandela, con una campagna che sembra già stata vissuta anche se di fatto ce la vedremo con nuove strade narrative. Come se stessi percorrendo una linea temporale alternativa, dove ciò che ricordiamo in realtà non è mai accaduto. Una riscrittura “benevola” che sacrifica però parte del suo coraggio narrativo cambiando alcuni eventi, lasciandone altri invariati e in generale dando l’idea di star brancolando nel buio in cerca di ispirazione.
Sono ormai 20 anni che la serie Call of Duty esce a cadenza regolare e, tra alti e bassi, molti dei suoi capitoli si fanno ricordare ancora adesso. Un fattore che molti sembrano dare per scontato (ma non dovrebbe esserlo), è che Call Of Duty rimane a oggi uno dei pochi FPS di guerra che ancora fornisce una modalità campagna ai suoi giocatori. Per quanto essa non sia sempre all’altezza del più popolare comparto multigiocatore.
Un vero peccato, per quanto la responsabilità sia da ricercare più “ai piani alti” che non tra gli sviluppatori. Dopo un pesante allenamento in palestra i muscoli hanno bisogno di riposo per rendere al meglio nell’allenamento successivo. Quindi, coerentemente a tale metafora, Call of Duty: Modern Warfare 3 aveva e avrà bisogno di più tempo. Tempo che purtroppo non è stato concesso per delle più “importanti” scadenze di lancio. Tempo che speriamo riuscirà a ottenere in futuro…
NIENTE RUSSO…
In Call of Duty: Modern Warfare 3 ci troveremo a inseguire il terrorista Vladimir Makarov, evaso grazie al nostro aiuto (nella prima missione) come soldati speciali del suo esercito privato. Richiamati al comando del loro capo, gli ultranazionalisti russi (identificati come Gruppo Konni) si mobiliteranno su più fronti per dare inizio ai piani dello spietato terrorista Makarov, assetato di vendetta e determinato a scatenare la terza guerra mondiale…
Con il “risveglio” di una potenza militare, anche un’altra verrà “richiamata al dovere”. Ovvero quella capitanata da John Price, la Task Force 1-4-1. Alterneremo così il controllo fra alcuni dei protagonisti della serie fra cui il tenente Simon “Ghost” Riley, il sergente Kyle “Gaz” Garrick e John “Soap” MacTavish. Vestiremo inoltre i panni della comandante della forza di liberazione dell’Urzikstan, Farah Karim, pronta a far tornare la pace nel suo paese a ogni costo. Il tutto affiancati dalla nostra alleata della CIA Kate Laswell, con la quale affronteremo una veloce missione sotto copertura.
La campagna offrirà dunque dei contenuti differenti da quelli a cui siamo stati abituati in passato. Le missioni saranno 14, alcune tra le quali open world in stile Warzone. Obiettivi in missioni lineari si alterneranno a compiti sparsi in vaste mappe. Che si tratti di un nuovo modo di giocare volto a offrire più libertà di approccio, oppure di un furbo metodo per “allungare il brodo”?
Proprio come in una partita in stile battle royale di Warzone, potremo trovare casse di equipaggiamenti e armi nascoste, utili per aiutarci nella nostra missione. Un approccio che a molti potrebbe far storcere il naso, poichè romperà l’azione costante classica della serie. Inoltre evitare lo stealth ci porterà a essere letteralmente braccati dal nemico, e francamente in termini di “novità nella formula” non ci è affatto dispiaciuta come cosa.
SKILL BASED? NON SIAMO CONVINTI…
Lato multigiocatore tornano le modalità canoniche della serie quali Deathmatch, Uccisione Confermata, Controllo e le altre viste nei precedenti capitoli. “Tagliagole” invece rappresenta una novità, per quanto nella fattispecie si tratti di una semplice modalità 3vs3 all’ultimo sangue. Torna anche la versione di guerriglia su vasta scala (ispirata a “Guerra totale” della serie Battlefield), qui denominata “Guerra terrestre”, con le sue varianti sulla presenza di veicoli e di obiettivi mobili.
Il multigiocatore complessivo di Call of Duty: Modern Warfare 3 è stato inoltre “standardizzato”, appianando le differenze di potere fra molte armi e aumentando al contempo la salute del giocatore. Il risultato è quindi un time-to-kill più elevato, che richiederà talvolta decine di colpi di mitra in pieno petto o 3-4 alla testa a seconda dell’arma. L’opposto di ciò che accadeva nelle stesse mappe (qui rimasterizzate) dell’originale Modern Warfare 2 del 2009, in cui 3 proiettili di Scar-h uccidevano anche a distanza.
Afghan, Derail, Estate, Favela, Highrise, Invasion, Karachi, Quarry, Rust e altre ancora, per un totale di 16 mappe multigiocatore. Molte fra le più amate della serie sono state riportate in vita in Call of Duty: Modern Warfare 3. Inoltre all’interno di una playlist separata ne troveremo alcune prese dal capitolo dello scorso anno, Modern Warfare 2. Il gunplay è stato poi ritoccato, riducendo visibilmente il rinculo di ogni arma e rimuovendo le tanto amate calibrazioni di livello massimo nelle bocche da fuoco.
Una mossa a nostro parere deleteria, che non promuove più la sperimentazione come in passato, ed elimina alla base la possibilità di adattare le nostre armi preferite al nostro stile di gioco. Ora tutto è allo “stesso livello”, ma di sicuro non si può dire lo stesso sul bilanciamento. Il risultato è dunque quello di un gameplay che vuole puntare allo skill-based dove però, a conti fatti, i giocatori vengono spinti ad abusare delle armi più potenti del gioco, con poche possibilità di “farsi valere” diversamente.
VOGLIO SOLO GIOCARE…
Come i suoi precedenti capitoli, Call of Duty: Modern Warfare 3 è interconnesso con Call Of Duty HQ, grazie al quale potremo passare “agevolmente” da un titolo all’altro della serie. E da un unico prospetto sarà anche possibile continuare le nostre sfide, perseguire la caccia alle mimetiche e usare quelle già sbloccate. Stessa cosa per accessori e armi. Avevate sbloccato un particolare silenziatore in Modern Warfare 2? Potrete equipaggiarlo su alcune delle 37 nuove armi in totale presenti in questo nuovo capitolo.
Le specialità bonus inoltre sono ora degli apprezzati capi di vestiario con relativi bonus. Guanti, stivali, mimetiche e accessori per il capo forniranno l’equivalente dei vecchi “perk” come “Sciacallo”, “Sangue Freddo” e così via. I giubbotti invece aggiungeranno modifiche all’equipaggiamento in uso, aumentando il numero di granate a disposizione, armi, munizioni e altro. Non mancheranno nemmeno le specializzazioni ultimate come “Massima allerta” o “Fantasma”.
Il nuovo sistema di armeria permetterà di scegliere cosa sbloccare, ma dovremo completare un tot di sfide giornaliere per farlo. Se da un lato avere una scelta sarà piacevole, dall’altro saremo frustrati nel “non poter far di più” una volta completate le poche sfide giornaliere disponibili. Bisognerà quindi puntare su sessioni più brevi ma costanti, invece che lunghe e rarefatte. In ogni caso saremo sempre liberi di dedicarci al normale livellamento dell’account, che garantirà come da tradizione molti elementi sbloccabili.
Va detto però che i contenuti iniziali del multigiocatore di Call of Duty: Modern Warfare 3 sono piuttosto risicati. I primi sblocchi di armi avverranno intorno al livello 25, mentre vari accessori e strumenti secondari si otterranno solo grazie al compimento delle sopracitate sfide giornaliere. Questo aumenterà forzatamente la longevità del titolo, obbligandoci a sottostare ad un sistema che non ci ha fatto impazzire e che abbiamo trovato decisamente meno stimolante rispetto al passato.
O MUORI DA EROE… O DIVENTI UNO ZOMBI
La vera novità di Call of Duty: Modern Warfare 3 risiede nella modalità zombi. Questa, similmente a quanto visto su DMZ in Warzone, fonderà vari elementi di gameplay in un’unica grande mappa. Squadre di giocatori coesisteranno nella stessa partita come in un battle royale, ma in salsa PVE. L’intera area di gioco sarà invasa da famelici zombie e la loro presenza, aggressività e resistenza sarà diversa in base a quanto ci spingeremo nel cuore dell’infezione.
Ogni squadra potrà operare liberamente, scegliendo anche di far fronte comune con le altre squadre. Accettare contratti, sfidare roccaforti zombi e fronteggiare insieme ardue boss-fight sarà divertente. Un ottimo mix di elementi dunque, che si sposa bene con una modalità a obiettivi a tempo limitato nella quale spingersi sempre più in alto, senza dover obbligatoriamente morire alla fine.
Abbiamo inoltre apprezzato la nuova modalità zombi in stile open world “MMO”. Una modalità “separata” con tanto di trama da “expare”. Completano il quadro le abilità anti-zombie, il crafting, i perk agenti e numerosi collezionabili e sfide. Oltre a ciò ogni 20 minuti un vortice mortale crescerà da un punto qualsiasi della mappa. Dovremo quindi farci recuperare con un elicottero per non perdere i progressi e il bottino guadagnati, prima che sia troppo tardi.
Direttamente dalla serie Black Ops invece rivedremo la misteriosa cassa delle armi casuali, la Raygun, il fucile Wunderwaffe, la scimmia bomba, le lattine e il Pack a Punch. Fondamentale quest’ultimo per potenziare le nostre armi con la valuta accumulata. Le sfide contro i boss e le zone “interne” delle mappe sapranno essere decisamente ostiche e appaganti, andando a rappresentare una delle poche valide novità di questo reboot.
DIVIDE ET IMPERA?
Parliamo infine della nota più dolente della produzione, ovvero il lato tecnico. Non ci sentiamo di criticare aspramente un titolo che comunque, nei suoi “momenti migliori”, saprà stupire con il suo alto livello di realismo. I protagonisti umani costituiscono indubbiamente gli elementi più curati, sia nei fotorealistici filmati in computer grafica che nelle rispettive (e quasi indistinguibili) parti realizzate con il motore di gioco.
I problemi tuttavia risiederanno appena sotto la superficie. E non servirà neanche scavare così a fondo per trovarli… La realizzazione di Call of Duty: Modern Warfare 3 mostrerà i risultati di uno sviluppo concentrato specialmente su ciò che avremo “davanti gli occhi”. Provando a guardare dove “non è necessario” infatti potremo comprendere quanto le voci ufficiali sui fenomeni di crunch occorsi durante la sviluppo siano vere. Nella fattispecie non abbiamo mai visto un Call of Duty realizzato in un modo così raffazzonato…
Non ci è dato sapere se le missioni della campagna “aperte” siano solo un modo per “allungare il brodo”, come ipotizzato in precedenza. Ma vogliamo comunque abbuonare le nuove scelte intraprese in questo capitolo considerando che, in fin dei conti, non sono poi così male. Gli alti e bassi sulla campagna di Call of Duty: Modern Warfare 3 possono essere superati rintanandosi in un multigiocatore comunque assuefacente, nonostante tutto. Alcune combinazioni tuttavia non funzionano a dovere fra loro…
L’aumento del time-to-kill cozza con le mappe rimasterizzate di Modern Warfare 2, portando molti giocatori a optare per armi “one-shoot-one-kill”. Mitragliette e fucili d’assalto raramente reggeranno il confronto con armi da tiratore, fucili da cecchino e fucili a pompa, finendo in fondo alla lista delle preferenze generali… Possiamo dunque affermare quanto questa parziale operazione-nostalgia non arrivi a soddisfare o a deludere del tutto.
“I STILL HAVEN’T FOUND WHAT I’M LOOKING FOR…”
Nonostante una migliore ottimizzazione generale rispetto al capitolo dello scorso anno, Call of Duty: Modern Warfare 3 presenta comunque fastidiosi problemi tecnici. Tutto gira fluidamente e senza cali di framerate con settaggi ultra anche su Pc di fascia medio-alta. I problemi saranno nella solita compilazione degli shader che richiederanno anche metà deathmatch di lag, prima di stabilizzarsi. Nella campagna invece potremo assistere a vari caricamenti di texture, oltre che a panorami realizzati in modo frettoloso.
Non aiuta la questione Call of Duty HQ, che riunendo tanti giochi sotto lo stesso tetto obbliga i suoi giocatori a sottostare a frequenti aggiornamenti di dimensioni non trascurabili. Per il resto alcuni problemi sono già stati sistemati, come il respawn in zone pericolose. Alcuni crash di Directx12 inoltre hanno rimosso le personalizzazioni su delle nostre armi.
Visivamente questo capitolo non si discosta dal suo precessore, con mappe rimasterizzate che avrebbero meritato una maggiore cura nelle texture. Abbiamo notato anche dei problemi con l’audio, con alcune voci ovattate nella campagna in singolo e dei suoni di vari motori “rotti” nelle modalità online. Dove vari mezzi romberanno solo se osservati di lato e continueranno a farlo una volta scesi, anche a distanza…
Ottima invece la colonna sonora da film realizzata da Lorne Balfe, compositore dell’originale soundtrack di Modern Warfare 2 (2009) che realizzò insieme ad Hanz Zimmer, alla quale si è ispirato per i temi di Call of Duty: Modern Warfare 3. Migliorabile infine il suono di “sparo” di alcune armi, che risultano più “piatti” rispetto ad altre, viceversa più realistiche.
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Come dopo un allenamento intenso, i muscoli hanno bisogno di riposo per poter nuovamente lavorare al meglio. Il team di sviluppo evidentemente non ha avuto molto tempo per recuperare, mostrando un Call of Duty: Modern Warfare 3 visivamente raffazzonato. Si tratta infatti di una possibilità sprecata per un reboot che sarebbe dovuto essere decisamente migliore e che a conti fatti non riesce a reggere il peso del nome che porta. Il risultato è quello di un’esperienza con alcuni alti, ma anche parecchi bassi.
Tirando le somme il lavoro di Sledgehammer Games non offre nulla di rivoluzionario, e si limita a offrire (rigorosamente a prezzo pieno) una “mezza” campagna, molte nuove armi e delle mappe nostalgiche. Dove il tutto, comunque, soffre visibilmente di uno sviluppo problematico. Anche l’ottima colonna sonora, per questo motivo, finisce con il perdersi in un mare di sufficienza. Non ci resta quindi che sperare in un futuro più luminoso, possibilmente guidato da uno sviluppo più rilassato e ponderato che possa dare tempo e modo ai futuri episodi di brillare appieno.
Pregi
Modalità zombi PVE in salsa "MMO" su vasta scala alla DMZ, ci piace. Comparto multigiocatore sempre assuefacente. Entusiasmante la colonna sonora della campagna che nonostante gli alti e bassi si lascia giocare. Visivamente eccellente...
Difetti
... Se osservato col paraocchi. Potenziale della campagna largamente inespresso. Addio calibrazioni armi, benvenuti apatici e monotoni standard "skill-based" (si fa per dire). Il sistema di armeria è limitante e non invoglia a restare per sessioni prolungate. Graficamente raffazzonato, con una trama troncata a metà e con texture da rifinire nelle mappe di gioco. Time-to-kill "arcade".
Voto
6,5