Nel caso doveste aver bisogno di una vacanza in queste fredde giornate novembrine, Tribe: Primitive Builder potrebbe fare al caso vostro. Un simulatore di gestione e sviluppo di tribù preistoriche in cui non agiremo solamente da fattorino, ma anche da direttore esecutivo. Non si tratta soltanto di un gioco di costruzioni e gestione però. La fine del mondo sembra essere alle porte, almeno per la piccola popolazione residente sotto un vulcano attivo.
Ma non fatevi spaventare da questa premessa: il gioco offre infatti un’esperienza rilassante in grado di farsi amare con la sua semplicità. Dietro allo sviluppo troviamo Space Boat Studios e Baked Games, due software house indipendenti (entrambe polacche) che hanno unito le forze per l’occasione. Vediamo com’è andata in questa recensione di Tribe: Primitive Builder. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Polyslash, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
QUANDO NESSUNO APPREZZA IL TUO LAVORO…
In un mondo di nativi-primitivi che cercano di ottenere la grazia dalle divinità nel cielo (ricevendo però segnali discordanti), è sempre più difficile mantenere fede e speranza. Infatti è dopo la nostra ennesima opera di ingegno “edilizio” che tra le genti del nostro villaggio natale succederà l’inaspettato. Un fulmine distruggerà la costruzione devota al cielo realizzata dal nostro protagonista. Un primitivo come tanti, che tuttavia possiede un “dono” nel costruire complesse e ingegnose strutture facendo affidamento su poche risorse naturali.
Visto come un gesto di rifiuto dalle divinità, il villaggio ci esilierà lanciandoci in mare… Fortunatamente troveremo la salvezza lungo le coste di una rigogliosa isola, dove verremo accolti e invitati a far parte di una piccola tribù locale. Durante una delle usanze rituali del villaggio una visione spiritica ci sceglierà, mostrandoci un catastrofico futuro da cui potremo salvarci solo cavalcando i cieli a bordo di una nave volante… La tribù, sorpresa nel vederci “eletti” dalle divinità, non esiteranno a metterci in mano le redini del villaggio. Così inizierà il nostro percorso in Tribe: Primitive Builder.
Passeremo rapidamente dall’essere i galoppini di noi stessi, ai direttori esecutivi di “tutta la baracca”. L’anziano del villaggio ci fornirà solo un compito alla volta, proseguendo nella realizzazione di costruzioni sempre più utili. Per sbloccare nuove tipologie di edifici sarà necessario eseguire diversi rituali, nei quali dovremo bruciare materiali raccolti e craftati per l’occasione. Una volta sbloccato l’edificio, inizierà la fase più piacevole del titolo.
Tribe: Primitive Builder riesce infatti a rendere il suo lato costruttivo non solo versatile e immediato, ma anche vagamente divertente. Basterà infatti tenere premuto il relativo comando e passare la visuale su ogni parte dello “scheletro” della costruzione in attesa. I pezzi andranno magicamente al loro posto, regalando una certa soddisfazione “primitiva”.
UNA VACANZA “DIVINA”
In Tribe: Primitive Builder avremo anche una componente survival, attuata attraverso i classici tre indicatori: stanchezza, fame e sete. Rimanere a corto di uno dei tre ci porterà a perdere la barra della vita, fino a perdere i sensi. Potremo comunque recuperare gli oggetti smarriti nel luogo dello “svenimento”, perciò non occorre preoccuparsi. Tutta l’esperienza risulterà pacifica e rasserenante. Quasi rilassante per certi versi, a dispetto di un gorgogliante vulcano sullo sfondo.
Perdendoci fra gli incarichi e la gestione del villaggio capiterà che il fattore “apocalisse imminente” venga messo in secondo piano, talvolta dimenticato. Complice anche una progressione piuttosto lineare che raramente si discosterà dal chiederci qualcosa di diverso dal costruire il nuovo progetto sbloccato. Di fatto passeremo la maggior parte del tempo a bruciare incensi e realizzare costruzioni, oltre a dei fisiologici intervalli relativi alla raccolta delle risorse necessarie.
Certo correre dietro gli animali di piccola taglia giocando al lancio del giavellotto sarà piacevole, così come anche esplorare le vaste e primitive terre di Tribe: Primitive Builder. Tuttavia riteniamo che si sarebbe potuto aggiungere qualcosa in più al piatto. Un sistema di maestrie si evolverà passivamente quando raccoglieremo, costruiremo e abbatteremo animali. Questi però saranno solo dei vantaggi su cui non potremo mettere le mani, nel concreto. Maggiore sarà la maestria in un determinato campo, migliori saranno i bonus accumulati. Nulla di particolarmente intraprendente.
Sapranno dare molta soddisfazione invece i dettagli legati al farming. Prendere ad accettate un albero sarà godurioso. Il legno si frantumerà in pezzetti “croccanti”, nel mentre che cingeremo di colpi l’intero tronco. Le risorse inoltre ricresceranno in tempi brevi, perciò non sarà mai un problema accumulare ciò di cui avremo bisogno. Risorse di cui sarà sempre bene fare un minimo di scorta, così da essere sempre pronti in vista di nuove esigenze edilizie.
OTTIMIZZAZIONE RECAPITO
Tribe: Primitive Builder saprà farsi amare per la sua semplicità e immediatezza. Certo avremmo gradito, per esempio, una pioggia di frammenti vulcanici ogni tanto in grado di fornirci sia materiali rari che di ricordarci la catastrofe imminente. In ogni caso il crafting richiederà pochi elementi. Erbe, pietre e rametti e il gioco sarà fatto, spesso e volentieri. Molti degli equipaggiamenti che creeremo saranno inoltre richiesti dagli abitanti del villaggio, necessari per le loro mansioni di produzione giornaliera.
La capanna del pescatore e del cuoco avranno bisogno di coltelli, quella dell’artigiano di martelli, quella dei cacciatori di lance e così via. Questi utensili, depositati insieme a varie stack di cibo, saranno consumati costantemente, generando nuove utili risorse. Potremo scegliere infine dove spedire le risorse, se al deposito del villaggio o nell’inventario della capanna di produzione. Grazie anche al lavoro dei corrieri, basterà mantenere il deposito fornito di ciò che servirà al villaggio e nessuno avrà più bisogno di noi, per così dire.
La vedetta inoltre ci aiuterà a popolare la tribù con nuova forza lavoro, indicandoci la presenza di “vita” in lontani focolari, dove potremo recarci per reclutare nuovi alleati. Se la situazione si farà affollata non preoccupatevi. Il sistema di gestione del villaggio in Tribe: Primitive Builder è ben pensato e alla portata di tutti. Con la pressione di un tasto sarà possibile aprire un comodo menu dal quale potremo scegliere dove assegnare i lavoratori, in che numero, cosa produrranno e dove lo depositeranno.
Un ottimo lavoro da questo punto di vista. Tutto sarà gestito validamente con il minimo sforzo organizzativo. Una volta completata una costellazione, ci aspetteranno infine nuovi habitat in cui dovremo recarci per proseguire nella trama. Dal rapido menu di costruzioni a torta comunque non ci sarebbe dispiaciuto vedere delle decorazioni aggiuntive per il villaggio, oltre agli edifici.
LO SEGNO SUL CALENDARIO MAYA…
Sul fronte tecnico Tribe: Primitive Builder offre dei colpi d’occhio niente male. Gli scorci naturali sono interessanti, per quanto comunque non offrano mai nulla di particolarmente memorabile. Sensazioni simili a quelle provate andando in vacanza in qualche spiaggia hawaiana, per fare un paragone. A tenerci sempre attivi e “sul pezzo” ci penserà invece la colonna sonora, ricca di motivetti incalzanti, con tante sonorità “artigianali” a tema tribale davvero apprezzabili.
Altrettanto apprezzabile sarà il comparto grafico, che non manca di dettagli sia dentro che fuori le costruzioni. Queste ultime riprenderanno vari stili costruttivi indigeni di stampo polinesiano in salsa primitiva. Le ingegnose architetture realizzabili sapranno stupirci più di una volta. Peccato per la mancanza di qualche stimolo in più atto a rendere più “colorita” l’esperienza, che di suo si limiterà a mantenersi costante nei suoi contenuti, puntando sempre su un’espansione lineare e non sempre stimolante.
Per il resto non abbiamo riscontrato alcun problema tecnico in Tribe: Primitive Builder, dove spicca un’eccellente ottimizzazione. Nessun caricamento aggiuntivo oltre a quello iniziale, se non un leggero e fugace freeze nell’attraversamento di zone collegate fra loro, ma nulla di fastidioso.
Abbiamo inoltre apprezzato i cambiamenti climatici e la comparsa di pozzanghere in seguito alla pioggia, ma ombre e riflessi più curati avrebbero probabilmente fatto la differenza. In ogni caso, per essere una produzione indie il risultato è di tutto rispetto, se non qualcosa in più.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Tribe: Primitive Builder è un piacevole titolo di costruzioni in cui potremo agire personalmente per l’espansione della tribù, limitandoci a gestirne le risorse una volta resi i suoi abitanti autonomi e autosufficienti. La base di trama apocalittica ci spingerà a proseguire nei singoli e lineari incarichi forniti senza farci impensierire particolarmente. Certo qualche scelta maggiormente coraggiosa avrebbe potuto rendere l’esperienza più colorita e intrigante, senza arrivare a snaturare un comunque valido gameplay di appaganti costruzioni primitive, sostanzialmente privo di frustrazioni. Una modesta ma valida esperienza quella nata dal lavoro congiunto di Space Boat Studios e Baked Games. La quale, osando un po’ di più, sarebbe potuto essere persino migliore.