E’ tempo di tornare a rimboccarci le maniche con My Time at Sandrock, sequel del noto My Time at Portia (2019). Niente più verdi colline e comodità stavolta, ma un ostico deserto dove le risorse avranno una maggiore importanza nelle nostre vite. Dietro allo sviluppo troviamo ovviamente Pathea Games, software house indie nata nel 2010 a Chongqing, in Cina, che continua a puntare su quella che ormai è divenuta una serie iconica nel suo genere.
Venite con noi in questo viaggio nelle terre aride di Sandrock, dove costruiremo oggetti, sconfiggeremo nemici e svilupperemo relazioni. Di seguito la recensione della versione Pc di My Time at Sandrock, che dopo più di un anno di accesso anticipato ha finalmente debuttato con la sua versione 1.0. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Focus Entertainment, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
FARE LE COSE IN GRANDE
Dopo essersi lasciati alle spalle quasi un anno e mezzo di accesso anticipato, il team di Pathea Games mostra fin da subito la propria genuina riconoscenza verso community, sin dai primi momenti di gioco. Già in seguito alla release ufficiale della versione 1.0 (avvenuta l’altroieri ndr) ci sono stati diversi aggiornamenti, anche di un certo peso. Tutti elementi che confermano, alla pari della fase di accesso anticipato, la cura riversata in My Time at Sandrock.
Come in precedenza, anche qui daremo il via alla nostra vita in questa nuova terra, anch’essa vittima di un misterioso cataclisma che ha riportato i suoi abitanti “indietro nel tempo”. Dopo 300 anni da tale evento, la popolazione di Sandrock continua a sopravvivere (quasi sempre) in armonia,facendo tuttavia i conti con la gestione delle poche risorse utili. L’acqua prima di tutto, seguita da ciò che di naturale offre questa landa rocciosa.
Come però sarà lecito aspettarsi, non tutti sapranno convivere pacificamente. Primo fra tutti il misterioso cowboy Logan, elemento in cima alla lista dei ricercati del corpo di guardia della città. Ma tranquilli, sveleremo le incognite della trama lungo la nostra avventura. Per il momento dovremo integrarci, fare nuove conoscenze e prendere parte (oppure no) agli eventi in città. Questo dopo aver creato il nostro alter ego attraverso un ricco editor.
Come costruttori su licenza, il nostro primo compito sarà quello di riportare Sandrock al suo antico splendore. Riparando, costruendo o aiutando i cittadini con le loro personali richieste. Ci aspettano moltissime ore di gioco, ancor di più rispetto al passato. My Time at Sandrock ha infatti triplicato le missioni principali e raddoppiato le secondarie, raggiungendo un totale di oltre 300 quest. Meglio rimboccarsi le maniche…
ALTRO GIORNO, NUOVE AVVENTURE
La formula di My Time at Sandrock si rivela alquanto fedele al precedente capitolo, anche se nella fattispecie espande il lato RPG. Ogni giorno ci attenderanno miniere da scavare in cerca di tesori, buffi nemici selvatici, pericolosi dungeon e nuovi eventi a cui partecipare. Una progressione lenta ma costante, supportata da un calendario che, come nell’iconico Stardew Valley, ci aiuterà a ricordare le date delle festività di paese e i compleanni dei suoi abitanti.
Un maggior peso è stato dato anche alla componente action, senza nulla togliere (semmai aggiungendo) al lato “costruttivo” e di gestione della bottega. Tra le novità di questo capitolo figurano anche le armi, non solo bianche come lancia, pugnali e spadone, ma anche da fuoco quali fucili e pistole. Una deliziosa e colorata simulazione agricola infarcita con una bella dose di ARPG.
In My Time at Sandrock dovremo anche fare attenzione ad alcuni dettagli fondamentali. L’acqua, immagazzinata nel nostro serbatoio, sarà indispensabile per il funzionamento delle nostre “macchine” di fabbricazione. Così come dovremo anche dedicarci spesso alla ricerca dei materiali necessari per le varie costruzioni richieste per proseguire la trama. Non mancheranno vari alberi di “conoscenze” da sviluppare e upgrade annessi da ottenere.
Quasi tutto ciò di cui avremo bisogno sarà lì fuori, pronto a essere raccolto con l’equipaggiamento in nostro possesso. Elementi più rari richiederanno ricerche ed equipaggiamento all’altezza, come in passato. Nelle miniere ad esempio potremo impiegare il nostro tempo (e il vigore) per ricercare artefatti del mondo che fu, oltre che preziosi minerali. I cari vecchi CD-ROM, già presenti nel primo capitolo, che ci permetteranno di sbloccare macchinari da costruzione sempre più elaborati.
SI AVVICINA LA TEMPESTA…
Nel deserto di My Time at Sandrock dovremo fare i conti anche con le tempeste di sabbia. Similmente a quanto visto in titoli come Jak 3 (2004), le tempeste porteranno alla luce nuovi tesori, ma anche nemici furiosi. Dovremo essere equipaggiati con il giusto vestiario anti-sabbia per poterci spostare agilmente, oppure potremmo sempre rimanere a letto, salvando la partita e arrivando direttamente al giorno successivo, a tempesta cessata. A noi la scelta.
Nel corso del gioco sarà possibile partecipare attivamente a vari eventi, dai quali potremo anche sottrarci momentaneamente, declinando l’invito. Sarà proprio qui però il fulcro del gioco. Avventure, amicizie e nuove scoperte, perciò l’approccio consigliato rimarrà sempre quello da “yes man”. Non si sa mai cosa potremo scovare: al massimo riempiremo il nostro album con qualche nuovo momento da ricordare.
Tra l’attesa di una costruzione e l’altra potremo anche dedicarci alle relazioni. Sviluppando una certa affinità con alcuni soggetti infatti potremo scoprire di più sul loro carattere e sulle loro vite. Saremo anche in grado di organizzare delle uscite, decidendo infine di ufficializzare il fidanzamento. Di fatto verremo sempre invogliati a essere gentili in quanto, riempiendo i “cuori” delle varie relazioni con i cittadini, sbloccheremo scene uniche o particolari elementi aggiuntivi.
Il paragone con Stardew Valley anche qui si rivela inevitabile. Anche se a rendere unico My Time at Sandrock ci penserà però il suo ormai peculiare stile “chibi”, affiancato dall’alone di mistero che aleggerà intorno alle rovine del mondo nascosto. I combattimenti dal rinnovato spessore mostrano nuove mosse speciali e un basilare sistema di schivate. Nulla di particolarmente elaborato su questo fronte, dove rimarremo ancorati a meccaniche abbastanza “legnose”.
L’IMPEGNO RIPAGA
My Time at Sandrock restituisce buoni feeling e invoglia a tornare per vivere questa “seconda vita” in quel del deserto. I cittadini faranno sicuramente la loro parte, con volti e caratteri ben differenziati e a volte stereotipati, ma tutti (nel bene o nel male) interessanti da sviluppare. Il design dei personaggi mantiene i suoi lineamenti amichevoli e vivaci, con il suo stile da “anime orientale” in salsa My Time.
Qualche svista generale c’è, ma non impensierisce. Alcune di esse sono già risolte con le patch rilasciate il giorno stesso del lancio. Abbiamo comunque notato un confuso signor Burgess darci il buongiorno alle nove di sera, e qualche piccolo refuso nella traduzione dei testi in italiano, ma nulla che possa rovinare l’esperienza di gioco. Anzi, siamo grati di essere stati nuovamente considerati a livello di localizzazione in un titolo che comunque presenta una quantità di dialoghi non indifferente.
Di My Time at Sandrock abbiamo inoltre apprezzato la presenza di alcuni piccoli ma graziosi dettagli. Per esempio la comparsa (e l’inspessimento) delle occhiaie sul nostro alter ego, qualora fossimo ostinati a fare tardi la sera. Stessa cosa per le varie abitudini dei singoli cittadini, che spesso passeranno del tempo insieme. La questione dello spazio occupato dagli oggetti rimane tuttavia poco pratica. Anche se potremo usare in ogni momento gli oggetti raccolti, a prescindere dalla loro posizione di stoccaggio e risparmiandoci quindi dei fastidiosi viaggi in verchio.
Poter pitturare i bauli e ordinare gli elementi nelle casse può tornare utile, tuttavia “manca” comunque qualcosa. Dovremo spesso sopperire a una soffocante quantità di oggetti di ogni categoria, che finiranno col riempire a dismisura gli spazi dei nostri bauli. I mercanti inoltre non acquisteranno vari oggetti se non oltre un certo stack di elementi, accumulando il disordine di singoli materiali nei nostri slot di stoccaggio. Molto apprezzata infine l’aggiunta di una modalità cooperativa online, che però risulta configurata come modalità sandbox a parte. Perciò non sarà possibile condividere con gli amici la trama principale, né tantomeno i relativi progressi.
DA AVERE SENZA RISERVE
My Time at Sandrock rappresenta sicuramente un consistente balzo in avanti per la serie di “My Time”, e dimostra quanto ancora una volta la sua atipica formula da “simulazione agricola” sia vincente. Il lato relativo alle costruzioni rappresenta uno degli elementi cardine, alla pari della piacevole gestione delle relazioni e degli eventi, scatenati nel corso di una longeva e interessante trama. La progressione, lenta ma costante, ci offrirà sempre qualcosa in cui “affondare le mani”.
Se pensavate che un arido deserto non potesse ispirare quanto le verdeggianti pianure del primo capitolo, dovrete ricredervi. Pathea Games ha confezionato una produzione in linea con quello che ormai è il suo stile, ampliandola con diversi nuovi elementi a tema desertico. Al netto di alcune piccole sviste, si tratta di una nuova avventura che tutti gli amanti del genere adoreranno senz’altro. E che per la prima volta potranno giocare con qualcun altro, e non necessariamente in solitaria.
Pregi
Maggiore profondità nella trama e nei rapporti con i cittadini. Il rinnovato spirito action porta una gradita freschezza al gameplay. Graficamente rasserenante, con tanti dettagli curati. Il multigiocatore cooperativo è una manna dal cielo. Apprezzate le migliorie nella gestione dell'inventario...
Difetti
... Anche se lo "smaltimento" e in generale lo stoccaggio dei moltissimi materiali in gioco può diventare facilmente soffocante. Qualche svista di poco conto qua e là. A livello di feeling il combattimento appare comunque legnoso.
Voto
8,5