RoboDunk, quando NBA Jam incontra Rogue Legacy, recensione
Botte da orbi tecnologiche per un titolo insospettabilmente divertente, e a suo modo impegnativo
Negli ultimi anni i videogiochi sportivi hanno continuato a perseguire maggiormente la strada della simulazione, ma c’è anche chi invece ha puntato e continua a puntare sulla via dell’arcade. Come nel caso di RoboDunk, che punta a ritagliarsi il suo posto in una nicchia ancora oggi orfana di un nuovo Speedball, di cui si sente davvero la mancanza.
Tralasciando i controlli metodici e l’attenzione da riservare alla minima pressione, ci troviamo di fronte a un titolo immediato ma non così semplice come potrebbe apparire a prima vista. A cambiare poi è anche il target di riferimento poichè dal calcio/pallamano si passa a un moderno basket che, se vogliamo, strizza l’occhiolino a produzioni come NBA Jam (1993).
Come con il recentissimo DotAGE (qui la nostra recensione), anche in questo ci troviamo dinanzi a una produzione tutta italiana. Non ci resta che andare a scoprirla in questa recensione della versione Switch di RoboDunk. Ricordiamo che il gioco, sviluppato e pubblicato da Jollypunch Games, è disponibile anche su Pc, via Steam. Buona lettura.
IL CARO E VECCHIO SPEEDBALL
C’era una volta un gioco con alle spalle una lore quantomai tendente al cyberpunk, che vedeva un gruppo di fannulloni intenti a sfidare una lega di professionisti a un gioco brutale e violento. L’obiettivo della squadra era semplice: lanciare quella maledetta palla metallica nella “rete” avversaria mentre si faceva piazza pulita degli altri giocatori, in tutti i sensi.
In un certo senso RoboDunk riporta alla mente proprio i fasti dell’iconica produzione targata The Bitmap Brothers del 1988 (qui abbiamo recensito la sua versione in HD), pur con le ovvie differenze. Nel titolo invece proposto da Jollypunch Games il giocatore vestirà i panni di un protagonista non ben specificato, a cui viene chiesto di partecipare a delle partite di basket tra robot da una figura misteriosa, il Sorvegliante.
Non si sa molto su questo personaggio, a parte il fatto che risulta incuriosito da questa disciplina tanto da volerne studiare i contorni e vedere come va a finire. Non ci saranno campionati in cui scalare la classifica di una modesta serie B e alzare il trofeo della lega superiore, ma di base il setting risulta comunque interessante. Le formazioni che si contenderanno la vittoria hanno una loro descrizione, e non mancano battute di spirito a rendere il tutto più spensierato.
Oltre alla consueta modalità VS è presente una campagna piuttosto corposa, che ci vedrà impegnati in una serie di partite generate casualmente a ogni avvio. Diciamo da subito che una volta presa la giusta confidenza con meccaniche e pulsanti giocare insieme ad un amico sarà divertentissimo. E non finisce qui, perché sono previste ulteriori modalità di gioco (lato multiplayer) che verranno introdotte successivamente.
PASSA, SALTA, SPARA, VINCI
I comandi da eseguire in RoboDunk sono sostanzialmente quattro: saltare (che verrà usato automaticamente anche per schiacciare), placcare, passare e sparare. In quest’ultimo caso l’arsenale a nostra disposizione si compone di bombe, laser, missili e molto altro. L’atto di bloccare gli avversari avverrà tramite contatti che non escludono alcun tipo di colpo, e il risultato è quantomai divertente.
La palla è sempre lì lì per essere messa a canestro, ma in più di un’occasione sia noi che il nostro avversario riusciremo a interrompere un tiro sicuro in extremis. Il risultato è che ogni partita risulta veloce, adrenalinica e insospettabilmente impegnativa. Questo perchè se i quattro comandi possono sembrare semplici a parole, alla prova dei fatti sarà invece tutta un’altra questione.
Rispetto a giochi quali NBA Jam però i tiri da tre punti tentati da zone pazzesche risultano più difficili, se non quasi impossibili. Il salto infatti necessita di qualche secondo per essere caricato, e in quel momento il nostro robot sarà anche vulnerabile agli attacchi. Solitamente è consigliabile mettere fuori gioco gli antagonisti e attirare il fuoco nemico tentando di passare al compagno libero, che in questo modo potrà andrà a segno. Ma non andrà sempre così, anche perché ogni elemento della squadra che comporremo possiede peculiarità e abilità uniche, e lo stesso vale per quella avversaria.
Inizialmente potremo scegliere tra tre classi di robot: il Devil, agile e veloce schiacciatore, il Chomper, adatto agli scontri corpo a corpo, e infine il Blasto, una discreta via di mezzo. Nel corso del gioco potremo sbloccare delle classi aggiuntive, per un totale di ben sedici tipologie di robot differenti. Oltre a nuove classi, vincendo le partite sarà possibile acquisire nuovi e potenti equipaggiamenti per mezzo della valuta guadagnata giocando. Non c’è il classico “shop”, ma nel complesso il risultato è soddisfacente e il senso di progressione marcato.
UN OSSERVATORE NEL PALLONE
Oltre a classi, equipaggiamenti e una sana dose di veloce strategia, RoboDunk ha il merito di innovare una componente spesso considerata solo come sfondo: gli stadi. All’inizio di ogni round di comb… partita, potremo scegliere fra tre strutture.
Ognuna di esse avrà dei bonus particolari che se acquisiti verranno mantenuti anche nel prosieguo del calendario. E non finisce qui perché questi edifici sono anche protagonisti di vari tipi di calamità che colpiranno tanto noi quanto i nostri avversari.
Sfruttare a nostro vantaggio questo tipo di situazioni può rivelarsi fondamentale, sebbene all’inizio deflagrino con immane e casuale violenza. Vedere meteoriti che cadono dal cielo proprio mentre stavamo andando a punto facendoci quindi capitolare è allo stesso tempo frustrante e divertente. Altro fattore a nostro avviso da evidenziare riguarda le schede tecniche che riceveremo giocando.
L’incarico del Sorvegliante non è un mero pretesto, e sebbene le sue ragioni rimangano misteriose scopriremo che ogni robot e struttura presentano una propria storia. Il mondo di gioco infatti è un teatro di partite dove una volta si combatteva con gli stessi mezzi che oggi si sfidano in campo. Sport per unire nonchè un chiaro messaggio contro la guerra: chapeau.
POLIGONI IN MOVIMENTO
A livello tecnico RoboDunk si difende bene proponendo i vari personaggi con uno stile visivo in stop motion non dissimili dai corti fan-made LEGO disponibili su YouTube. Il risultato è che i robot si muovono in modo meccanico e quasi buffo, con animazioni spigolose che stridono con la velocità dell’azione. Questo fattore ci ha lasciato inizialmente perplessi ma alla lunga ne abbiamo apprezzato i pregi.
Anche perché questo particolare stile rende il titolo davvero unico. La palette di colori è varia, con tonalità tendenzialmente scure che si alternano ai colori accesi di armi ed effetti sul campo. Passando all’IA, argomento spesso spinoso specialmente in ambito videoludico sportivo, possiamo dire che nel corso della nostra prova si è comportata decisamente bene.
Essa non solo propone giocate “stilose” e furbizie varie come delle finte, ma risulta scaltra nello scovare e sfruttare le debolezze dell’avversario. Il bilanciamento è buono, anche se per ovvie ragioni molto dipenderà dalle scelte del giocatore in fase di setting tra robot e power up.
La nostra prova su Switch si è dimostrata positiva, senza cali di framerate e con comandi reattivi, anche se abbiamo trovato più semplice giocare con un joypad dedicato invece che con due joycon suddivisi tra i giocatori in partite co-op. Il comparto sonoro offre infine un discreto numero di tracce in linea con l’atmosfera scanzonata che accompagnerà l’intera esperienza.
DA AVERE SENZA RISERVE
RoboDunk è un titolo arcade impegnativo e appagante che non disdegna elementi presi da altri generi, come quello dei roguelite. Inizialmente potrebbe apparire semplice e immediato, ma si tratta perlopiù di apparenza visto che l’opera di Jollypunch Games risulta inaspettatamente complessa. La progressione è marcata, anche se è doveroso considerare un fisiologico periodo d’ambientamento con meccaniche e comandi. Sebbene non particolarmente profonda, anche la componente narrativa risulta interessante, soprattutto grazie alle schede tecniche che inducono il giocatore a sbloccare il più possibile per apprendere ulteriori informazioni.
La longevità è assicurata da una più che buona campagna, colma di partite ed elementi da sbloccare e altre modalità multiplayer che si aggiungeranno prossimamente a quelle già presenti. Il discreto numero di robot e armi garantisce un buon numero di strategie che non limitano la libertà del giocatore. Si tratta di una produzione adatta a sessioni brevi e intense, particolarmente riuscita sulla console portatile di Nintendo, dato il fattore mobilità. Non è blasfemia immaginare un sequel spirituale di Speedball nelle mani di questo sviluppatore. Con soddisfazione e una punta d’orgoglio constatiamo il crescente successo di prodotti italiani, e ci auguriamo che le cose possano continuare in questa direzione.
Pregi
Narrativamente interessante. Veloce e impegnativo. Buona varietà di robot. Artisticamente ispirato. Divertente anche in co-op.
Difetti
Talvolta l'IA è fin troppo sveglia. Per sua stessa natura ripetitivo.
Voto
8+