Il panorama indie viene costantemente arricchito di novità, specialmente dallo store di Valve dove ogni giorno fanno capolino un gran numero di produzioni. Spesso si tratta di titoli rilasciati in accesso anticipato: una fase che a seconda dei casi può durare mesi, se non addirittura anni. In ogni caso non si può certo dire che manchi la carne al fuoco, per quanto certi generi siano sempre meno popolari di altri. E’ il caso dei gestionali, un mondo a cui oggi ci affacceremo nuovamente con DotAGE.
Progetto rigorosamente italiano che prova quindi a inserirsi in un insieme videoludico non affollato come altri, ma comunque abbondante e vario, con l’intento di proporre qualcosa di diverso. Lo sviluppatore milanese Michele Pirovano porta quindi a schermo un gestionale con connotati strategici e una componente narrativa simpatica e irriverente. Andiamo a scoprire di più in questa recensione di DotAGE. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso sviluppatore, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
MA SÌ, SEGUIAMO L’ANZIANO
La componente narrativa di DotAGE viene introdotta in modo semplice, e già dal menu principale apprendiamo come al centro dei riflettori vi sia la figura dell’anziano. Ce ne sono diversi ma inizialmente potremo sceglierne solamente uno. Per uno scherzo del destino o per chissà quali visioni quest’uomo dall’età indecifrabile decide di partire con un gruppo di pips, i nostri coloni, verso una terra lontana.
Il problema è che durante il viaggio la sua memoria vacilla e arrivati nella nuova terra (generata casualmente a ogni partita) si è praticamente dimenticato tutto ciò che serve. Giustamente i coloni potrebbero decidere di appenderlo al primo albero disponibile, ma dato che le sue conoscenze potrebbero comunque tornare utili decidono di seguirlo ugualmente.
E così le prime ore di gioco passano con un anziano fin troppo vecchio e un tutorial colmo di istruzioni e consigli, che già in questa fase suggeriscono una profondità ludica quantomai insospettabile, almeno a una prima analisi. Porteremo quindi i nostri piccoli cittadini a raccogliere bacche e accoppare pollame per poi “modernizzarci”, arrivando alla semina e l’allevamento.
Il tutto viene supportato da case, amore (che non ha bisogno di spiegazioni, giusto?), artigianato di vario tipo, profezie, maledizioni ed elementi inaspettati che dipingono un’esperienza davvero molto varia. Non a caso nel corso della gestione dell’insediamento dovremo fronteggiare una serie di eventi casuali e conseguenti comportamenti dei coloni, che talvolta impatteranno drammaticamente sul gameplay.
LA VITA NUOVA, FORSE…
Di base l’obiettivo resta quello di edificare (ma non troppo in fretta), generare eredi forti e vigorosi e superare le insidie che ci si pareranno davanti. Specialmente quelle di tipo profetico. Strutturalmente il gameplay di DotAGE viene scandito da turni, dove le azioni disponibili dipenderanno dal numero di pips presenti, e dalle visioni dell’anziano. Nelle prime fasi della partita le cose risulteranno semplici, perchè con un numero limitato di edifici e coloni la loro gestione sarà immediata.
Il tutorial poi ci accompagnerà per un bel pezzo, anche se le varie istruzioni vengono sciorinate in una successione fin troppo numerosa. Fortunatamente ci verrà in soccorso una comoda enciclopedia (questa volta sotto forma di “memorie”), che ci offrirà una panoramica generale assieme a brevi e concise spiegazioni sulle varie strutture disponibili. Il passare dei turni scandirà l’aumentare di alcune potenziali risorse a nostra disposizione, che grazie alla ricerca ci permetteranno di allevare animali e coltivare la terra.
Questi due fattori vanno di pari passo con la riproduzione, ma di base il gioco risulterà particolarmente punitivo e non di rado capiterà di dover ricominciare una partita. In sostanza un’espansione troppo rapida o troppo lenta si rivelerà fallimentare: andrà quindi trovato un equilibrio tra popolazione, soddisfazione e reperimento dei beni primari. Per due volte siamo rimasti senza cibo, il che ha portato i coloni a essere infelici, poi malati, e infine a perdersi tra le nebbie (letteralmente).
In quest’ultimo caso prendiamo in esame la meccanica relativa agli eventi legati a profezie e maledizioni. Pur essendo casuali, i risultati di questi ultimi dipendono anche dalla felicità dei pips. I fallimenti ci hanno insegnato a non cercare di crescere troppo velocemente e a posizionare meglio il nostro insediamento, che potrà espandere i suoi confini tramite la costruzione, per esempio, di nuove case. Le meccaniche risultano ancor più profonde dato che a seconda delle situazioni ciascuno dei pips potrebbe sviluppare tratti unici.
ANCORA UN TURNO E POI SMETTO
DotAGE rientra pienamente in quel ristretto cerchio di giochi da “cinque minuti e chiudo”. Ovviamente in questo caso parliamo di turni, ma la sensazione è la stessa, e l’abbiamo provata ad esempio pure con Against the Storm. Giochi diversissimi che però s’incontrano per via di un fattore comune: la voglia di andare avanti e superare una determinata situazione.
Il bello è che vale per entrambi anche il discorso legato alla frustrazione, sebbene nel titolo in oggetto questa emozione sia legata più a meccaniche casuali che a una richiesta disattesa. Un aspetto identificabile come negativo riguarda invece gli eventi, che talvolta generano conseguenze tali da portare al game over in una manciata di turni.
È implicito che più la popolazione è felice e numerosa, e meno questo genere di situazioni impatteranno a breve termine. Ma di base dovremo comunque ponderare ogni mossa con particolare attenzione. Se per esempio uno o più pips dovessero risultare infelici, potrebbero sviluppare il tratto “ladrocinio” che porterà le nostre scorte vicino all’esaurimento.
Qualora dovessero verificarsi ai primordi di una partita, eventi di questo tipo suggeriranno una ripartenza, ma come per il titolo di Eremite Games vi invitiamo a non arrendervi. Superato lo scoglio e apprese a dovere le meccaniche sapremo come anticipare determinate calamità, ed è lì che il gioco inizia davvero.
IL BELLO DELLA SEMPLICITÀ
Tecnicamente DotAGE presenta uno stile semplice, ma anche attraente e a suo modo peculiare. Gli sprite dei personaggi sono minimali, al pari di quelli di edifici e animali. Pure le animazioni sono ridotte all’osso, ma ciò nonostante il risultato è nel complesso pregevole. A Michele Pirovano dobbiamo quindi dare atto, in particolare, del fatto che i vari eventi e situazioni sono assai identificabili a partire dal livello grafico.
La palette protende verso tenui colori pastello, ma vira bruscamento verso lo scuro nei momenti di pathos, dove si evidenziano eventi catastrofici o comunque sfortunati. Menzione d’obbligo anche per il comparto sonoro: le musiche, riarrangiate da Luigi di Guida, sono interamente avvolte nel contesto medievale del Codice di Montpellier. Considerate la polifonia occidentale del XIII secolo, che ci accompagnerà degnamente offrendoci anche un buon grado di immersione.
DA AVERE SENZA RISERVE
Tra edifici da costruire, pips da far riprodurre, ricerche da portare avanti, coltivazioni da tenere sott’occhio e galline che scappano dal pollaio ce n’è per tutti i gusti. DotAGE è un gioco in cui ci si deve aspettare l’inaspettato, e si rivolge indubbiamente a un pubblico che ama le sfide impegnative. La componente narrativa, sebbene appena abbozzata ,risulta piacevole grazie anche alle simpatiche battute che strapperanno più di qualche sorriso. Le prime partite potrebbero essere difficili, ma non bisogna arrendersi alle insidie e ai primi cenni di game over.
Questo perchè una volta che si avrà familiarizzato con le meccaniche, l’opera di Michele Pirovano garantirà ore ed ore di divertimento. Lo stile visivo in pixel art è come “il lupo che si traveste da agnello”, poiché il gioco risulta quantomai complesso e sfaccettato pur nella sua tenera e semplice veste grafica. In una nicchia quantomai colma di offerte interessanti il titolo riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo. E non si tratta certo di un elemento da poco se consideriamo che il tutto rimane il concentrato di fatica e sogni a occhi aperti di un singolo sviluppatore.