Fae Farm, tra agricoltura e magia, recensione

Ci aspetta una nuova vita nella fatata isola di Azoria, dove potremo dividerci tra incantesimi e coltivazioni varie

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Dall’uscita di Stardew Valley (2016), il genere dei farming sim ha goduto di una popolarità senza precedenti, che ha portato alla realizzazione di altri titoli, più e meno ispirati alla celebre opera di ConcernedApe. Tra questi c’è chi ha provato a puntare su un setting più fantasy, e oggi parleremo proprio di uno di loro. Fae Farm infatti offre un’esperienza incrociata tra l’agricoltura e la magia, in un mondo fiabesco popolato sostanzialmente da fate contadine.

Dietro allo sviluppo troviamo invece Phoenix Labs, una software house indie canadese nata nel 2014 per mano di alcuni ex sviluppatori di Riot Games: Jesse Houston, Sean Bender, e Robin Mayne. Gli stessi che cinque anni dopo, con il loro studio, rilasciarono il popolare Dauntless (2019), una produzione sulla scia di Monster Hunter. In questo caso però avremo a che fare con qualcosa di totalmente diverso.

Di seguito la recensione della versione Pc di Fae Farm. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile anche su Switch. Buona lettura.

NUOVA VITA NELL’ISOLA DELLE FATE

Prima di cominciare l’avventura dovremo creare il nostro alter ego, attraverso un editor abbastanza ricco (che ricorda molto quelli degli avatar delle console Nintendo) compreso di opzioni inclusive come la possibilità di scegliere il pronome. Dopo ciò avrà inizio l’esperienza in Fae Farm, dove in seguito a un naufragio il nostro personaggio si ritrova in un’isola misteriosa, chiamata Azoria.

Il primo incontro è con una donna di nome Merrit, che si rivela essere il sindaco del villaggio locale. Come spesso avviene in questo genere di produzioni, veniamo informati del fatto che vi è giusto una casa libera da rivendicare, e dove potremo iniziare una nuova vita. A eccezione di alcune spine e ostacoli (estensioni di un potere malvagio che andrà sconfitto) che ci precluderanno temporaneamente l’accesso ad alcune parti dell’isola, saremo da subito liberi di esplorarla.

Nel corso del gioco (diviso in veri e propri capitoli) metteremo le mani su molti schemi e progetti, con cui realizzare, tra le altre cose, decorazioni e arredamenti di ogni tipo per la nostra dimora. Nel primo capitolo ci verranno illustrate le basi del gameplay, che comprendono tutto ciò che riguarda la raccolta e la lavorazione delle varie risorse, agricole e non (minerali, ecc).

Pala, ascia, piccone, falce, annaffiatoio e altri strumenti saranno i nostri fidi compagni, su cui dovremo contare ogni giorno in attesa di poterli potenziare (parallelamente alla progressione nella storia), così da avere accesso a materiali e oggetti di valore superiore. Non mancherà un sistema di preparazione dei pasti con relative ricette, grazie alle quali potremo provvedere alla salute e all’energia.

IN UN FANTASY DEVE ESSERE TUTTO POSSIBILE

Un elemento importante da tenere d’occhio sarà la casella postale, perchè è da lì che riceveremo la maggior parte degli incarichi, relativi alla storia e agli incarichi legati ai rapporti con le persone. Sì, perchè in Fae Farm è presenta una meccanica assimilabile a quella dei dating sim. Degli oltre 20 NPC che popolano l’isola, con sei di loro potremo persino convolare a nozze, a patto di fare le cose per bene.

Il sistema è semplice e se vogliamo un po’ banale, visto che bisognerà continuare a interagire e a fare regali all’NPC interessato per far aumentare (o anche solo mantenere) la barra relativa alla relazione con esso. Ignorarli porterà invece alla progressiva diminuzione della suddetta barra. Apprezziamo comunque l’inserimento di tale meccanica, tutt’altro che scontata in produzioni come questa.

A livello agricolo invece dovremo tenere conto delle quattro stagioni, dove a ognuna corrisponderanno delle sementi ideali da piantare. Ma niente paura, ne avremo anche altre da poter piantare in qualsiasi stagione, così da darci modo di avere costantemente qualcosa da far crescere nei nostri appezzamenti. Oltretutto sarà possibile sbloccare alcune fattorie aggiuntive. Esse, per quanto siano state concepite per il multigiocatore (potremo infatti condividere l’esperienza con un massimo di altri tre giocatori), potranno essere utilizzate anche giocando in solitaria.

In questo modo avremo a disposizione ulteriore spazio per organizzare le nostre coltivazioni, magari dividendole per tipologia. E non dimentichiamoci della possibilità di allevare e addomestica animali: attività che si aggiungeranno alla pesca e al poter vendere tanti oggetti diversi alla gente del villaggio così da guadagnare il denaro necessario all’acquisto di progetti, semi, e decorazioni extra. Anche per il nostro stesso personaggio, che potrà contare su un gran numero di costumi e accessori.

I DOLORI EMERGONO COMBATTENDO

Come abbiamo accennato prima, Fae Farm è diviso in capitoli. E per quanto ci venga lasciata da subito grande libertà nel poter vivere la nostra vita fatata, per poter sbloccare man mano nuovi materiali a un certo punto dovremo necessariamente proseguire nella trama (che ci vedrà come gli unici a poter fermare il potere malvagio che minaccia l’isola).

Ed è dopo qualche capitolo che entreremo in contatto con la componente fatata della produzione. Non solo avremo a disposizione delle sementi magiche da piantare (tuttavia diverse da quelle “babbane” solo in termini di skin), ma sarà possibile anche apprendere delle abilità, che utilizzeremo principalmente per combattere le ombre e le spine che minacceranno i nostri concittadini.

Anche se fortunatamente rappresenta una componente secondaria all’interno dell’economia di gioco, ci saranno casi in cui arriveremo a combattere. Tuttavia non faremo molto ricorso agli incantesimi (limitati e nel complesso poco efficaci), quanto invece al caro vecchio corpo a corpo, da attuare a colpi di bastone. Da questo punto di vista il team di Phoenix Labs avrebbe certamente potuto fare di più, approfondendo anche la parte dungeon crawler, poco più che abbozzata.

Nei pochi dungeon che ci ritroveremo a poter esplorare (e divisi in piani), ci troveremo costantemente dinanzi alle stesse 4-5 tipologie di nemici, da sconfiggere con il già accennato sistema di combattimento, poco vario e dannatamente semplicistico. Non che in un farming sim uno si debba aspettare chissà quale livello di sfida, ma in Fae Farm non ce n’è affatto.

UN’OCCASIONE SPRECATA

Non solo a per via delle meccaniche semplici e del livello di sfida inesistente, ma anche a livello grafico l’opera di Phoenix Labs lascia intendere chiaramente quanto il pubblico di destinazione sia quello rappresentato da utenti giovanissimi. Magari fan di produzioni come Animal Crossing, da cui Fae Farm riprende indubbiamentelo lo stile dei modelli.

Certamente si sarebbero potuti caratterizzare meglio i personaggi, anche per valorizzare al meglio (cosa non riuscita, dunque) la meccanica da dating sim presente. Il quadro finale che emerge è quello di una produzione che al di là del setting magico e di possibilità di personalizzazione del personaggio superiori alla norma, non riesce a offrire qualcosa in più rispetto a Stardew Valley o altri rivali più e meno imponenti.

POTREBBE DARE SODDISFAZIONI

L’idea alla base di Fae Farm è chiara e a suo modo intrigante. Il binomio magia-agricoltura, per quanto sia stato già visto in passato, avrebbe potuto rappresentare una carta vincente… Se non fosse per la resa approssimativa di alcune componenti del gameplay, come quella legata al combattimento e all’esplorazione dei dungeon. Certo rimangono secondarie rispetto a quelle da farming sim vero e proprio, ma se fossero state approfondite meglio avrebbero donato tutt’altro spessore all’opera di Phoenix Labs.

La quale, oltretutto, non riesce concretamente a brillare neanche sul resto. Nel complesso rimane una produzione divertente e capace di offrire un discreto numero d’ore di relax, ma il prezzo base di 40 euro non incoraggia molto a dargli una possibilità. Specie se si considera che sul mercato non mancano delle alternative non solo più valide ludicamente e convenienti economicamente. Peccato.

Pregi

Il contesto è tutto sommato intrigante (come l'accoppiata magia+agricoltura), e adorabile lo stile che caratterizza la produzione. Grandi possibilità di personalizzazione per il nostro alter ego e la relativa dimora. Il gameplay offre una buona varietà di meccaniche...

Difetti

... Diverse delle quali, tuttavia, non vengono approfondite e sfruttate nel modo giusto, da quella dungeon crawler a quella dating sim. A dispetto delle premesse non vi sono ragioni concrete per preferirlo a produzioni simili. Prezzo scoraggiante in relazione all'offerta.

Voto

6,5