Tra i moltissimi giochi che ogni giorno debuttano su Steam, ve ne sono alcuni che a dispetto della qualità non riescono a ottenere la visibilità che gli spetta. Poco importa che si tratti di un gioco di ruolo, di un picchiaduro o di un racing. Non di rado l’algoritmo è beffardo e non bastano un buon numero di recensioni positive per salire la china.
E’ il caso di Obsidian Prince, deck builder roguelike che presenta una coloratissima grafica in voxel art e una componente narrativa scanzonata e irriverente. Andiamo a scoprirlo meglio in questa recensione. Ricordiamo che il gioco, sviluppato da Unleash the Giraffe e pubblicato da Gameclaw Studio, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
COLORI, PIXEL E UNA BIRRA
Iniziamo col dire che Obsidian Prince è un titolo molto più ricco e sfaccettato di quanto non sembri a prima vista (dove si viene già colpiti dallo stile visivo). Vedere la mappa aprirsi a noi man mano che proseguiamo l’avventura è piacevole, sebbene la progressione non avvenga come inizialmente immaginato. Guardando il trailer o gli screenshot si potrebbe erroneamente pensare che in questo roguelike con meccaniche da deck builder scorra un’anima open world.
In realtà non è così e nonostante questo fraintendimento ci abbia colto di sorpresa apprezziamo l’obiettivo, a metà tra innovazione e tradizione, in riferimento alle meccaniche classiche del genere. A livello narrativo veniamo accolti in un mondo minacciato da una serie di problemi tra cui zombie, briganti, malvagi sacerdoti e altre creature tipiche del genere fantasy. La premessa sarà quella tipica: un eroe destinato a salvare la situazione, sia pure con un verve molto ironica e scanzonata.
Nelle prime ore di gioco (che fungono anche da tutorial) il nostro locandiere ci introdurrà al mondo di gioco, alla gestione del personaggio e all’esplorazione dei vari livelli. Il tutto viene gestito da una mappa principale, che si aprirà man mano che completiamo gli incarichi e una serie di livelli, che cambieranno in base alle varie missioni che dovremo completare.
Ci saranno situazioni dove non basterà terminare uno scenario in quanto l’area da esplorare è suddivisa in tappe, che talvolta necessiteranno di strumenti ad hoc per essere oltrepassate. La progressione è pregevole, e per quanto possa risultare ripetitiva (consuetudine tipica del genere) viene però stemperata dai dialoghi con i vari NPC, oltre che dalla possibilità di reclutare nuovi eroi una volta ampliato l’insediamento con vari tipi di strutture.
ANDIAMO A FARE UN PO’ DI LEGNA
Le missioni che possiamo intraprendere in Obsidian Prince vengono solitamente indicate da un punto esclamativo sulla mappa di gioco, nelle vicinanze di un’area o di un NPC. Lo scenario propone la tipica griglia tattica quadrata, affiancata da un’interfaccia semplice ma efficace. In basso a sinistra troveremo i pulsanti relativi agli attacchi disponibili, che cambieranno anche in base all’equipaggiamento e alll’indicatore del vigore.
Al centro, un set di tre carte che si rinnoverà a ogni turno. Chiudono la panoramica i consumabili e l’indicatore dei punti ferita/armatura in basso a destra. Le informazioni sono quindi facili da monitorare, come anche il movimento delle unità gestito da una meccanica IGOUGO. Sopravvivenza e vittoria non dipenderanno solo da un uso sapiente dell’equipaggiamento, poiché dovremo gestire al meglio il dispendio energetico.
Per farla breve, guadagneremo vigore rimanendo fermi in presenza di nemici visibili, ma ciascun attacco (soprattutto quelli speciali) ne comporterà la riduzione. Tipi d’arma diversi avranno vari tipi di portata, e questo si potrà evincere specialmente quando useremo l’arco. Interessante la possibilità di muoversi non solo in orizzontale e verticale ma anche in diagonale, fattore preminente soprattutto in presenza di incantesimi ostili da evitare.
La meccanica delle carte è differente da quanto si vede di solito, poichè non le giocheremo “personalmente”. A ogni turno infatti si rinnoveranno, e gli effetti di ciascuna saranno immediatamente disponibili nel turno in essere. Ad esempio capiterà di trovare carte che rigenerano la salute e i punti armatura, o che ci renderanno invincibili nel turno in cui la carta è pescata. Non esiste pertanto una strategia raccomandabile dato che il “pescaggio” è casuale. Sicurmente però può esservi un metodo nel selezionarle, andando a privilegiare attacco, cura, ecc.
MA QUANTO È BELLO IL VOXEL?
A livello tecnico Obsidian Prince si difende molto bene proponendo una piacevolissima voxel art con carte e ritratti in pixel art semplicemente fantastici. Lo stile risulta quindi semplice, supportato da una palette di colori solitamente tendente ai toni chiari e con un buon numero di animazioni. Anche gli effetti (come quelli di attacchi speciali e incantesimi) sono vari e rendono bene nell’economia di gioco.
L’interfaccia, anch’essa in pixel art, offre una buona panoramica tra informazioni ed elementi attivi disponibili. Cercando il pelo nell’uovo abbiamo notato un fastidioso effetto “nascondino” applicato alle note relative alle missioni, che se numerose finiranno con il coprire i pulsanti di conferma.
La mappa del mondo permette di ingrandire la visuale, ma tale opzione non è presente nei scenari protagonisti delle missioni. È pur vero che la dimensione degli stessi è piuttosto esigua, ma talvolta avere una panoramica ravvicinata non avrebbe guastato.
La colonna sonora accompagna la componente narrativa con sinfonie scanzonate che sebbene non eccedano nel numero risultano apprezzabili e sopra la media del genere. Oltre alla campagna base facciamo presente l’esistenza di una modalità classica roguelike con livelli in successione, che differisce dall’avventura principale poiché meno ancorata da meccaniche RPG.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Obsidian Prince è una gemma nascosta che meriterebbe certamente più visibilità. La struttura è quella di un classico roguelike, con meccaniche da deck builder dove la campagna principale si armonizza con diversi elementi carpiti dai giochi di ruolo. I giocatori saranno impegnati per un discreto numero di ore, grazie a diverse mansioni e quest tipiche del genere, stemperate oltretutto da una dialettica scanzonata e irriverente.
L’alternanza di missioni e la gestione parallela di strutture ed eroi garantisce ulteriore spessore al gameplay. Di suo già contraddistinto da un sistema di combattimento insospettabilmente strategico, avvincente e ai livelli più alti anche molto impegnativo. I problemini relativi all’interfaccia e talvolta alle inquadrature non scoraggeranno certamente gli appassionati, che troveranno nell’opera di Unleash the Giraffe una valida alternativa a titoli più blasonati.
Pregi
Modalità campagna e roguelike classico. Divertente e scanzonato. Molte cose da fare. Art design assai piacevole.
Difetti
Alcune incertezze con l'interfaccia. Uno zoom durante le missioni sarebbe stato apprezzato.
Voto
7,5