Avendo da poco riaffrontato il discorso relativo ai giochi di ruolo di stampo giapponese con Sea of Stars (qui la nostra recensione), Wandering Sword rappresenta un buon punto di partenza per espandere ulteriormente un ragionamento che è possibile approfondire a 360°. In questo contesto è importante evidenziare quanto per la Cina, negli ultimi anni, ci sia stato un vero e proprio riscatto. Non solo per questa nicchia specifica di cui stiamo parlando, ma in generale per l’intero mercato videoludico, soprattutto lato mobile. Il quantitativo di sviluppatori cinesi che ogni giorno si affaccia sulle più comuni piattaforme è in rapida ascesa, e titoli ormai divenuti iconici come Genshin Impact di miHoYo non rappresentano più delle mosche bianche.
Oggi parliamo di una produzione made in The Swordman Studio, una software house indie con base a Shanghai. Si tratta di un gioco di ruolo che va ad abbracciare una nutrita ma sempre ben affamata nicchia di mercato, con un comparto narrativo a sfondo storico e una storia che intreccia legami familiari e desiderio di vendetta. Un’opera che si pone l’obiettivo di far breccia tra gli appassionati anche grazie a una componente grafica di pregio. Di seguito la nostra recensione di Wandering Sword. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Spiral Up Games, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
UNA CINA MOLTO AFFASCINANTE
Wandering Sword è una delle tante dimostrazioni del fatto che di legato alla Cina ci sia veramente tantissimo, e non solo la Battaglia dei Tre Regni (celebre romanzo di Luo Guanzhong incentrato sugli eventi della battaglia di Chibi avvenuti sul finire della dinastia Han). Questo paese che sovente tenta di guidare un mondo in continua evoluzione può contare infatti su una storia ricca e profonda, che affonda le sue radici nell’antichità.
E in questo contesto il giocatore vivrà le gesta di Yuwen Yi, ragazzo alle prime armi con le arti marziali che insieme ad alcuni amici esplorerà le Terre Esterne. Aree quasi desertiche che si estendono fino alla regione centrale delle pianure di Jianghu. Qui il gioco delle parti muta quasi in uno di quei film sul generis anni ’80 con un malvagio criminale a capo di una setta, Tianlong Gang, e un maestro pronto a trasmettere il suo sapere, Jiang.
Inutile dire che quest’ultimo vive in un remoto villaggio e ha una graziosa figlia che ovviamente attrarrà l’interesse del protagonista. Lasciamo alla vostra fantasia il seguito dell’incipit iniziale che farà strappare un sorriso compiaciuto specialmente a chi conosce un genere cinematografico che oggi è un po’ diverso rispetto al passato. L’allenamento sarà utile per via del tutorial, che ci introdurrà alle meccaniche di gioco mentre Yuwen Yi imparerà come controllare il suo Qi e altre tecniche di combattimento, ovviamente segrete e letali.
Sul finire delle prove godremo di un bel risvolto narrativo che, nuovamente, riprenderà le atmosfere di quelle mitiche pellicole a cui abbiamo fatto riferimento pocanzi. Ma non vogliamo spoilerarvi nulla anche perché seppur colma di cliché, la storia di Wandering Sword è davvero interessante e piacevole da seguire. Nel complesso il viaggio rappresenta il classico esempio di trama all’orientale con l’epico eroe in compagnia di amici incontrati per puro caso e diretti verso il destino che li attende.
EROI, GUERRIERI E REIETTI
Se anche si volesse disquisire sui difetti di Wandering Sword, di sicuro non ci si potrà lamentare del numero di luoghi e personaggi. Se le tappe del viaggio sono scandite da un passo non troppo veloce, il numero di compagni, eroi, antieroi, alleati, traditori e possibili antagonisti è davvero corposo. Tanto che, specie all’inizio, potremmo venirne quasi disorientati. The Swordman Studio però non ha lasciato nulla al caso, e infatti ogni NPC con cui interagiremo avrà un motivo per essere nostro amico o nemico.
Talvolta le storie a supporto delle missioni secondarie risulteranno persino più avvicenti della campagna principale. Il mondo di gioco è collegato e intrecciato al filo rosso che segue il destino del giocatore e dei suoi compagni. Per esempio Bai Jin, un ladro che ci ha ricordato Shadow di Final Fantasy VI e che pur non godendo di motivazioni similari, risulta davvero interessante. Di concerto anche il setting offre una buona interattività con personaggi a sfondo che possono offrire missioni o insegnare tecniche segrete aumentandone l’affinità attraverso i classici doni.
Come in Octopath Traveler II (qui la nostra recensione), sarà inoltre possibile sfidarli per ottenere speciali ricompense. Per quanto riguarda la progressione in senso stretto, il team di sviluppo ha optato per l’evoluzione dinamica delle abilità al posto del classico miglioramento a livelli. Il miglioramento delle stesse sbloccherà nuove specialità legate al Qi, e aumenterà le caratteristiche del personaggio in oggetto.
La struttura è basata su tre macro insiemi. Attacchi diretti, potenziamenti e tecniche legate alla guarigione, a loro volta suddivisi in base all’efficacia: leggeri, normali, speciali, potenti, unici e coltivazione. Quest’ultima in particolare è davvero importante, poiché il suo sviluppo permetterà di aumentare il livello dei punti meridiani, utilizzati per migliorare le statistiche di base.
POSIZIONE DELLA MANTIDE
Il combat system di Wandering Sword si avvale di una struttura classica, basata su una griglia e turni scanditi da un sistema non dissimile all’ATB dei primi Final Fantasy. Movimento e posizionamento sono aspetti fondamentali, perché attaccare dai fianchi o da dietro garantisce un alto numero di danni che si aggiungono alle abilità attive e passive. La strategia si basa sul tentativo di massimizzare il numero di attacchi e combo legati alla vicinanza di due o più membri del party, che spesso e volentieri si troveranno ad affrontare anche una decina di nemici.
Data la natura open world, sarà possibile accettare qualunque missione secondaria. Anche se, specialmente nelle fasi iniziali, potrebbe capitare di trovarsi contro nemici ben più forti di noi. In situazioni del genere verremo però “avvertiti” prima, così da poter decidere se provare ugualmente o aspettare di migliorare prima il proprio party. Fortunatamente potremo salvare quasi in ogni momento, e questo fattore diminuirà drasticamente la possibile frustrazione derivante da una sequenza di sconfitte. Chiudiamo con l’equipaggiamento che sebbene offra una soddisfacente varietà di elementi quali armi, armature e consumabili, risulterà spesso poco incisivo ai fini della progressione.
SPETTACOLO DI OCCHI A MANDORLA
Se la progressione e le possibilità offerte dalla personalizzazione dei personaggi rappresentano un po’ il fiore all’occhiello di Wandering Sword, lo stesso si può e si deve dire del comparto tecnico. La tecnica della pixel art in HD-2D ha fatto capolino in tempi relativamente recenti in ambito videoludico, ma ha conquistato a tempo record ampi consensi tra gli appassionati.
Quella proposta dalla software house cinese non si discosta molto da quelli che ormai sono gli standard del genere, ma l’impatto è veramente gradevole. Che siano gli interni di un’abitazione o gli esterni di un foresta, ogni elemento risulta riccamente decorato e impreziosito da tanti piccoli particolari che rendono ogni scenario unico. La direzione artistica è ispirata e il tratto legato ai vecchi film di arti marziali deducibile ovunque.
Tutto questo non impatta solo sugli scenari ma anche nel mondo di gioco, con personaggi secondari che viaggiano costantemente da una parte all’altra della mappa offrendo uno spaccato da open world davvero affascinante. Una cornice impreziosita inoltre da una colonna sonora che si avvale di tracce ispirate alla Cina antica ed effetti sonori a corredo di ogni ambiente.
A cercare il pelo nell’uovo abbiamo riscontrato una certa mancanza di bilanciamento sul fronte dei combattimenti. Esplorando non capiterà di rado di perdere una o più schermaglie contro nemici ben più attrezzati di noi. Tendenzialmente dunque il grinding è abbastanza pronunciato, ma è implicito che in una produzione di questo tipo possa essere parte integrante dell’esperienza
DA AVERE SENZA RISERVE
I giochi di ruolo di stampo giapponese stanno vivendo un periodo particolarmente florido, con diverse produzioni di livello che quest’anno hanno lasciato il segno nel mercato. E tra questi troviamo (o speriamo di poter trovare) Wandering Sword. Una produzione capace di offrire un’esperienza divertente e impegnativa. L’aspetto grafico di sicuro impatto si armonizza con una colonna sonora di livello, all’interno di un mondo ricco e sfaccettato.
Buona anche la longevità visto che per arrivare ai titoli di coda serviranno alcune decine di ore. Per un’avventura scandita da viaggi, missioni e scazzottate nel pieno spirito dei film di arti marziali di una volta. Sebbene sia un tripudio di cliché narrativi, la storia si lascia seguire con interesse e presenta dei buoni spunti. Da rivedere invece il bilanciamento nei combattimenti, anche se possibilità di effettuare salvataggi manuali quasi in ogni occasione costituisce un discreto rimedio. Visto l’ottimo esordio, aspettiamo fiduciosi la prossima opera di The Swordman Studio.
Pregi
Una Cina mai così bella da vedere- Buona personalizzazione del party. Tanti personaggi da reclutare. Mondo aperto e ricco di elementi da esplorare. Gran comparto tecnico.
Difetti
Tanto loot in parte inutile. Bilanciamento nei combattimenti da rivedere.
Voto
8,5