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Nour: Play with Your Food, (non) si gioca con il cibo, recensione

Avete mai pensato di tuffarvi in una dimensione surreale di cibo generato a profusione?

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Quand’è stata l’ultima volta che un videogioco è riuscito a stupirvi utilizzando della meravigliosa arte culinaria? Possiamo considerare Nour: Play with Your Food come un vero e proprio esperimento, sotto diversi punti di vista. Quasi una simulazione, più che un videogioco per come viene solitamente concepito.

A portare sul mercato questa specie di parco giochi culinario vi è una piccola software house indie americana, chiamata Terrifying Jellyfish. La loro “artistica” idea si sarà rivelata valida? Scopriamolo in questa recensione della versione Pc di Nour: Play with Your Food.

Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Panic, è disponibile anche su PS4 e PS5. Buona lettura (e degustazione).

NON ADATTO AI DIABETICI

Non possiamo definire Nour: Play with Your Food un videogioco in senso stretto. Quest’esperienza artistica si avvicina più a qualcosa che la raffigurerebbe come uno “strumento” dai molti volti. Un simulatore di cibo, un gioco ritmico, oppure un editor per scattare foto pubblicitarie di vari cibi e bevande? E’ tutto ciò, ma anche molto di più. Inizieremo da un laboratorio di cibo, con una breve intro che lascerà spazio alla libera immaginazione.

Dopo poco però ci ritroveremo in un ristorante di lusso, con al tavolo 20 cloche da scoprire una ad una. Quale sarà la nostra prossima avventura culinaria? Decorare una vaschetta di gelato con una pioggia di dolciumi e canditi? Creare Bubble Tea o cocktail di frutta? Sbizzarrirsi con zuppe, sushi, cibi fast-food, e carboidrati di vario tipo? Condire una pizza, dei pancake? Nutrire una buffa medusa??? Sì, sì e sì. Perché?… Perché no?

Bruciare hamburger nello spazio? Si può fare

I “livelli” di Nour: Play with Your Food sono descrivibili come “spazi” indefiniti, scene da set fotografici e più semplici location mangerecce quali pizzerie, cucine e così via. Man mano che accederemo ai vari livelli ci verranno forniti nuovi “attrezzi” di divertimento con cui sconquassare, colorare, ingrandire, distruggere o trasformare il cibo di turno, per dirne alcune. Potremo persino agire sulla gravità!

Fuoco, ghiaccio e (con una certa sorpresa) anche il vento, utilizzabile soffiando dentro il nostro microfono. Un’idea deliziosa che, come in pochi altri casi, collega “il mondo esterno” con quello interno. Inoltre, a patto di avere un certo senso del ritmo, potreste trovarvi a comporre musica  in un’orchestra di cibo salterino. Ma anche creare il nuovo poster promozionale del McDonald’s, fotografando cibo che vola al rallentatore come nelle pubblicità in TV.

ARTE CULINARIA…BUTTATA ALL’ARIA

Il prossimo!

Vi starete chiedendo cosa dovremo fare di preciso in Nour: Play with Your FoodDivertirci, creare o entrambe le cose. Il gameplay prevederà l’utilizzo di mouse e tastiera. Con il primo potremo selezionare e utilizzare i vari strumenti a nostra disposizione. Primo fra tutti un vortice portatile, in grado di attrarre quasi ogni oggetto (e di farlo roteare). Con l’altro tasto del mouse invece potremo rallentare il tempo o lanciare vari “incantesimi”. Sarà possibile persino far “ballare il cibo”.

In mezzo agli oggetti selezionabili avremo un coltello (per affettare ogni cosa), un cannello a gas (per bruciare ogni cosa), un batticarne (vabbè, avete capito), del colorante alimentare (da applicare su ogni cosa), e una pistola in grado di ingigantire il cibo. Queste e altre diavolerie renderanno le nostre “stanze” dei veri disastri culinari che farebbero impallidire ogni genitore. Soprattutto i più severi in materia di divieti relativi all’atto di giocare con il cibo.

Non solo cibo

Non mancheranno casi in cui, oltre che col cibo, potremo smanettare con elettrodomestici e in generale apparecchi relativi al mondo della cucina. Tritacarne in cui infilare ogni genere di cosa, scatole rompicapo, distributori di merendine, un’orchestra musicale composta da vari tostapane e altro ancora. Insomma, di certo non mancano le idee bizzarre in quel di Nour: Play with Your Food. Tuttavia, con un certo sgomento, il gameplay alla fine risulterà piuttosto limitato, visti i pochi elementi a disposizione in spazi virtualmente infiniti.

Diverse azioni eseguibili con il mouse seguiranno dei “binari” che non ci permetteranno di muovere tridimensionalmente l’oggetto in uso, ma solo di spostarci sul piano dell’asse X. E la telecamera tenderà a focalizzarzi sull’oggetto al centro dello schermo, limitandoci nel poter “guardare altrove”. Un peccato, visto che da uno spazio aperto e “circoscritto” del genere, ci saremo aspettati di poterci muovere liberamente fra il cibo.

MAESTRO ALL’OPERA

Alla fine sono esplosi

Diversa sarà la storia riguardante i comandi riguardanti la tastiera, che fungerà come una sorta di “pianoforte”, per così dire. Quasi tutta la prima “metà” della tastiera evocherà un alimento specifico a ogni pressione. E non dimentichiamoci dei tasti “nascosti” che spesso “spawneranno” cose tutt’altro che commestibili. Le evocazioni di cibarie saranno inerenti allo scenario, perciò sarà difficile non venir tentati dall’alzare la prossima cloche nel ristorante di Nour: Play with Your Food.

Fra elementi ritmici in grado di sbloccare reazioni segrete, oggetti musicali e cibo a profusione, potremo anche finire con il farci prendere “la mano”, raggiungendo l’equivalente delle droghe mescaline in filtri visivi, a volte. Divertenti anche le meccaniche dei vari tipi di fluidi e le rispettive consistenze. Peccato non aver potuto rovesciare alcuni tipi di bevande, con soglie di liquidi bloccati entro certi limiti.

Piovono polpette

Se da un lato Nour: Play with Your Food vuole chiaramente “ingolosire” il giocatore con una scelta piuttosto abbondante nel suo parco giochi culinario, dall’altro potremo ritrovarci presto nel dover sottostare a qualche regola. Avremo molta libertà nel giocare con vari elementi. Arriveremo quasi a provare delusione nello scoprire cosa non potremo fare o che “non funziona” come ci saremmo aspettati. Le combinazioni saranno pressappoco infinite, ma chi non proverebbe a mescolare gli elementi base a disposizione fra loro?

Congelare un cibo lo bloccherà solo, e se riscaldato andrà a fuoco senza cambiare stato o colorito. Stesso discorso per i liquidi, che non subiranno concrete variazioni di temperatura. Il fuoco non farà bollire l’acqua, né estinguerà oggetti in fiamme, che continueranno a bruciare come se nulla fosse, anche immersi in un drink. Il fuoco tuttavia divamperà fra vari oggetti e questo, anche se in piccola parte, ci ha risollevato il morale. Peccato per il resto: sarebbero bastati pochi accorgimenti per una maggiore credibilità.

UNA CIAMBELLA COL BUCO

La buffa medusa che ruberà il cibo, aggiungendolo nel nostro inventario di spawn

Sul fronte visivo Nour: Play with Your Food è un’autentica bomba. “Pochi” elementi visivi ma realizzati ad arte. Le texture di ogni oggetto, anche di quelli più piccoli, saranno estremamente dettagliate. Gli sforzi impiegati nel tassellare le varie superfici si noteranno soprattutto nei potenti zoom, visibili anche dalla modalità foto. Risultato? Cibarie così fotorealistiche da riuscire a metterci fame. Incredibile.

Già il nome del gioco suggeriva in qualche modo il fatto che fossero state usate delle scansioni 3D, e se fosse effettivamente così non saremmo sorpresi. Non solo “arte” in movimento però. Anche il comparto audio si è dimostrato peculiare, per usare un eufemismo. La componente sonora legata al cibo, agli scenari e ai suoi oggetti si è dimostrata accattivante e di qualità. Particolare anche la colonna sonora, un mix di elettro-pop “sperimentale” che si è abbinata egregiamente alla frenesia culinaria del titolo.

Non abbiamo riscontrato problemi tecnici mentre ci perdevamo ora dopo ora nei livelli di Nour: Play with Your Food. Giusto qualche rarissimo calo di framerate nel caricamento iniziale. Ma tolto ciò, nulla ci ha impedito di divertirci a fluidità massima. Sappiamo che dietro lo sviluppo ci sono piccoli sviluppatori indipendenti e ciò che hanno proposto è certamente sorprendente, anche solo per l’originalità dell’idea. Proprio per questo vi sono ampi margini di miglioramento.

Alcuni elementi purtroppo si tagliano solo alcune volte prima di mostrare un interno vuoto e invisibile, specialmente le ciambelle. La telecamera ci ostacolerà spesso incastrandosi con alcuni elementi equipaggiati, bloccandoli in posizioni anomale. Altre volte invece, passando da un elemento all’altro, potremo riscontrare qualche incastro. Nulla di frustrante, ma che comunque merita una rifinitura, alla pari delle varie interazioni elementali appena citate.

Mhhh

DA AVERE SENZA RISERVE

Non è stato facile assegnare un voto a Nour: Play with Your Food. E’ vero che molti videogiochi sono ormai delle forme d’arte, ma raramente ne fanno un idea alla base del titolo. Qui però c’è parecchio da divertirsi, con il cibo. La longevità sarà soggettiva: che si tratti di 10 minuti o di 5 ore tutto starà nel lasciarsi trasportare dalla semplice voglia di sperimentare con gli strumenti forniti in questo speciale “laboratorio culinario”. Tante funzioni con cui perdersi, per poi ritrovarsi ore dopo con un tavolo pieno di cibo devastato.

Dall’altro lato della medaglia tuttavia tali strumenti risultano spesso limitati dai movimenti possibili all’interno del gameplay, oltre che da alcune interazioni fra elementi non proprio in linea con lo spirito simulativo del titolo. L’opera di Terrifying Jellyfish, una sorta di parco giochi culinario senza particolari pretese, è simile a una claw-machine piena di cibo, con infiniti tentativi e comunque ricca di soddisfazioni. Visto e considerato anche il prezzo modico, vale comunque la pena dare una chance a un titolo che fa dell’originalità il suo punto di forza.

Pregi

Idea di base originale e artisticamente sorprendente. Tanti strumenti interessanti con cui sperimentare. Funzioni nascoste e bonus segreti dietro ogni angolo. Graficamente da acquolina in bocca. Sonoro sperimentale peculiare.

Difetti

Un parco giochi vestito da simulatore, ma solo a metà. Si perde nei dettagli combinabili alla base degli strumenti forniti. La telecamera rigida e i controlli limitanti spostano spesso altrove il focus.

Voto

8

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