Con Bomb Rush Cyberfunk, annunciato per la prima volta due anni fa con un trailer da poco più di 30 secondi, fu amore a prima vista. Quell’atmosfera, quello stile, quelle movenze, quel tipo di musica… L’associazione mentale con Jet Set Radio (2000) e Jet Set Radio Future (2002) fu tanto precisa quanto immediata. Eppure non si trattava di una sorta di terzo capitolo, ma di un prodotto a sé stante. Complice la totale assenza di coinvolgimento da parte di Smilebit, studio interno di SEGA autore proprio dei due cult in questione.
Si tratta infatti di un’idea partorita da Team Reptile, uno studio indipendente olandese conosciuto principalmente per Lethal League (2014) e Lethal League Blaze (2018). Il primo Jet Set Radio ha goduto di una svogliata rimasterizzazione nel 2012, mentre il sequel non fu reso retrocompatibile su Xbox One. Perciò da parte del team con base a Hilversum c’era sicuramente l’intenzione di soddisfare, in un certo senso, una richiesta da parte di una non trascurabile community di appassionati rimasta a lungo inascoltata.
Si tratta di un semplice tributo o c’è qualcos’altro? Andiamo a scoprirlo in questa recensione della versione Pc di Bomb Rush Cyberfunk. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
LOTTA PER IL CONTROLLO DI NEW AMSTERDAM
In Bomb Rush Cyberfunk inizieremo l’avventura nei panni di Faux, uno dei tre writer più talentuosi di New Amsterdam. Al pari dei rivali, il suo obiettivo è quello di rivendicare l’intera città come territorio personale a suon di graffiti. Dopo essere stato arrestato dalla polizia (che cerca di porre fine alle contese tra gang), riesce a evadere grazie all’aiuto di un altro writer, Tryce.
Nella fuga tuttavia finisce decapitato per mano di un altro dei “big three”, il misterioso DJ Cyber, che mette quindi le mani sulla testa di Faux. Qualcuno però ci viene in soccorso e nel nostro corpo viene impiantata una testa robotica. Nei panni di quello che da quel momento verrà chiamato Red dovremo quindi recuperare la nostra testa da DJ Cyber.
Per riuscirci bisognerà innanzitutto sconfiggere le altre gang e diventare “All City”, ovvero i writer incontrastati di New Amsterdam. Tryce e Bel ci accoglieranno nella “Bomb Rush Crew”, e insieme inizieremo a perseguire tale obiettivo. L’opera di Team Reptile si configura come un platform tridimensionale open world, dove i cinque quartieri di New Amsterdam (che corrisponderanno ad altrettante macroaree) da conquistare definiranno i confini del mondo di gioco.
La progressione di per sé sarà piuttosto semplice. Dopo essere arrivati in un nuovo distretto e aver acquisito abbastanza reputazione realizzando graffiti, ci scontreremo con la polizia e con la gang che detiene il controllo di quel quartiere. Una volta sconfitta scopriremo di più sul passato di Red, e ci avvicineremo sempre di più al recupero della testa di Faux. Non aspettatevi sensazionali colpi di scena o un’eccelsa sceneggiatura: ma d’altra parte, alla pari dei predecessori, il focus è stato fissato deliberatamente altrove.
JET SET RADIO 3? NON PROPRIO
Inutile girarci attorno. Bomb Rush Cyberfunk è un titolo fortemente derivativo. Chiunque abbia giocato a uno dei due Jet Set Radio si sentirà immediatamente a casa, e saprà esattamente cosa fare e come farlo. Ciò detto, pur mantenendo pressochè intatto il loro spirito originale, i ragazzi di Team Reptile hanno rielaborato con successo diversi elementi e meccaniche. In primis quelle relative al movimento.
Tutti i personaggi infatti indosseranno un “boostpack”, una sorta di zaino che garantirà una notevole propulsione aggiuntiva. Con questo sistema potremo saltare più in alto e più lontano, scattare più velocemente e così via. Dovremo giusto assicurarci di avere abbastanza “carburante”, la cui barra potrà essere ricaricata in due modi. Raccogliendo delle bombolette rinvenibili in giro oppure eseguendo combo all’interno degli scenari.
Il fulcro del gameplay, come i “predecessori”, ruoterà attorno a questo. Tant’è che le “battaglie” contro le crew rivali saranno proprio a suon di acrobazie, dove a vincere sarà il team che riuscirà a ottenere il punteggio più alto. Interessante il fatto che verremo incentivati a usare l’ambiente nella sua interezza, visto che fino al reset di una combo non guadagneremo punti (né moltiplicatori) passando una seconda volta su uno stesso elemento dello scenario.
Nei panni dei vari personaggi potremo muoverci non solo su dei rollerblade, ma anche su skateboard e perfino BMX. Le meccaniche saranno quasi le stesse, ma lo “stile” delle acrobazie, come prevedibile, risulterà parecchio diverso. Da elogiare rimane comunque il sistema di controllo, intuitivo e soprattutto fluido, che ci permetterà di sbizzarrirci concatenando combo stratosferiche, sia in termini di punteggio che di estetica.
ARTE (DELLA GUERRA) UN PO’ CARENTE
Uno dei simboli dell’universo di Jet Set Radio erano i graffiti, che ovviamente ritroviamo anche in Bomb Rush Cyberfunk, sia pure con una differenza sostanziale. Qui infatti potremo scegliere quali realizzare, attraverso delle combinazioni di punti da unire (nel nostro caso, con il mouse). Andando avanti nel gioco sbloccheremo numerose varianti, che ci permetteranno quindi di decorare gli ambienti con i nostri graffiti preferiti.
Ce ne saranno di vari stili e dimensioni, mentre quelli più piccoli saranno realizzati in automatico, con un graffito unico (una sorta di “firma”) per ciascun writer. Si tratta insomma di una feature accessoria che abbiamo molto apprezzato, al pari del cellulare. Il nostro personaggio di turno potrà in ogni momento tirarlo fuori dalla tasca, per poi utilizzarlo in diversi modi.
Dalla lista dei graffiti (con annesse combinazioni di punti) ai brani musicali sbloccati, che potremo selezionare in qualsiasi momento a mò di lettore MP3. Ci sarà persino una comoda fotocamera, con cui sarà possibile scattare foto e persino selfie, anche durante l’esecuzione di acrobazie. Un aspetto che invece lascia parecchio a desiderare riguarda i combattimenti, principalmente contro le forze di polizia.
Oltre agli scontri inevitabili nel corso della trama (con tanto di boss fight, decisamente dimenticabili), facendo graffiti in giro per gli scenari attireremo l’attenzione della polizia, in stile Grand Theft Auto. L’aumento del numero di “stelle” infatti causerà un progressivo, maggior dispiegamento di forze. Da semplici poliziotti arriveremo ad affrontare cecchini, torrette spara-catene e persino elicotteri. Niente che due calci e qualche graffito non possano risolvere, tuttavia.
AL RITMO DEL PASSATO
Se molta cura e attenzione è stata posta nel design degli ambienti e nel sistema di controllo che permette di inanellare combo spettacolari, lo stesso non possiamo dire riguardo al combattimento, citato pocanzi. Oltre al fatto che manca un vero e proprio “sistema”, l’IA dei nemici è semplicemente non pervenuta. Va da sé che ci ritroveremo a evitare i confronti con la polizia, quando possibile. Per smettere di essere inseguiti infatti basterà entrare in alcune cabine sparse negli scenari, dove il personaggio da noi controllato potrà cambiare outfit facendo così perdere le sue tracce. Poco realistico? E allora, ha importanza?
La trama non risulta certo indimenticabile in termini di scrittura, ma ci ha comunque riservato un paio di colpi di scena niente male. Il punto forte sono invece le sezioni “oniriche”, dove il protagonista Red cercherà di recuperare i ricordi perduti. E’ qui che potremo ammirare l’apice della creatività di Team Reptile, soprattutto per quanto riguarda i percorsi da superare a suon di evoluzioni. Una volta raggiunti i titoli di coda, dopo che saremo diventati All City (abbiamo impiegato una decina d’ore circa), saremo liberi di scorazzare per il mondo di gioco, dove potremo sfidare diversi personaggi per tentare di farli unire alla nostra crew.
A livello grafico e stilistico, Bomb Rush Cyberfunk appare come un misto tra il “mentore” Jet Set Radio e Lethal League. Team Reptile ha adottato un effetto cel-shading fumettoso davvero piacevole, con colori accesi e un design a dir poco accattivante. I personaggi, realizzati con uno stile che ricorda molto i vecchi titoli Dreamcast (dove debuttò il primo JSR nel 2000), presentano tratti spigolosi che fanno risaltare l’atmosfera “retrò”. New Amsterdam poi è semplicemente meravigliosa, con i quartieri e le rispettive crew che si differenziano in maniera decisa fra di loro.
Dal background agli abiti, fino ad arrivare allo stile di ballo (che noi potremo imparare, dalla crew sconfitta). Molto bene anche le prestazioni, con un’ottimizzazione che non ha lasciato spazio al benché minimo problema. Il tributo più sincero va però fatto alla colonna sonora, semplicemente elettrizzante. Ben tre brani sono frutto dell’estro di Hideki Naganuma, storico compositore e DJ nipponico celebre per il lavoro svolto con JSR e JSR Future, ma anche gli altri non sono da meno. Uno dei principali stimoli all’esplorazione degli scenari sarà proprio quello di trovare tutti i “CD”, grazie ai quali potremo selezionare in qualunque momento la traccia da ascoltare.
DA AVERE SENZA RISERVE
Ci avrebbe dovuto pensare SEGA, e invece sono stati i ragazzi di Team Reptile a tirar fuori Bomb Rush Cyberfunk dal cilindro. Un dichiarato, affascinante, ambizioso erede spirituale del celebre Jet Set Radio (e del suo sequel, Jet Set Radio Future), del quale prova e in buona parte riesce persino a migliorare la formula. Dall’aggiunta del boostpack, che espande notevolmente la mobilità e in generale la capacità di eseguire acrobazie, alla possibilità di realizzare dei graffiti a scelta (da una nutrita lista).
A essere inspiegabile è la quasi inesistente attenzione rivolta al combattimento, che se non altro detiene un ruolo piuttosto marginale all’interno dell’esperienza. Giù il cappello invece per la magistrale colonna sonora, per cui la software house olandese si è avvalsa della collaborazione del mitico Hideki Naganuma. In sostanza non ci troviamo di fronte a un vero e proprio Jet Set Radio 3, ma poco ci manca. E non possiamo che esserne felici, in ogni caso.
Pregi
Un'esplosione di stile che onora alla grande i fasti del Dreamcast. Gameplay divertente e ben strutturato, migliorato quanto basta rispetto al celebre franchise ispiratore e con un ottimo level design a supporto. Colonna sonora da urlo, una delle migliori dell'anno.
Difetti
IA dei nemici inesistente e combattimenti che lasciano davvero a desiderare: sarebbe stato meglio non averli. Per l'end-game si sarebbe potuto fare qualcosa in più.
Voto
8+