Lies of P, Pinocchio in assetto da battaglia, recensione
La storia del celebre burattino immaginato da Carlo Collodi reinterpretata in un avvincente ARPG soulslike; ecco come è andata
Fin dal suo primo annuncio (circa due anni fa ndr), Lies of P si è proposto e fatto notare come il “soulslike di Pinocchio”. Questo è esattamente ciò che gli sviluppatori di Round 8 Studio, una software house sudcoreana sussidiaria di Neowiz, si sono prefissati. Ovvero realizzare un’ARPG con meccaniche tipiche dei Souls ispirandosi però alle avventure di Pinocchio, il burattino protagonista del famoso romanzo per ragazzi di Carlo Collodi pubblicato nella seconda metà dell’Ottocento.
Questa interessante premessa ha suscitato subito l’interesse di tantissimi appassionati, assieme alla tetra ambientazione in stile vittoriano che rende inevitabile l’accostamento a Bloodborne. Intramontabile opera di From Software della quale si sta ancora aspettando una versione Pc, o quantomeno una remastered o un remake ufficiale per PS5.
Bando ai convenevoli e andiamo a scoprire di che pasta è fatto Lies of P in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Claudio Szatko. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Neowiz, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
KRAT, LA CITTÀ DELLE MARIONETTE
Lies of P ci conduce nella città di Krat. Un luogo dove sono stati fatti notevoli progressi grazie all’apporto delle marionette automatizzate create da mastro Geppetto. Un giorno tuttavia queste marionette perdono il controllo e iniziano ad attaccare gli esseri umani, seminando il caos e bagnando le strade di sangue. Noi vestiremo i panni di P, la marionetta più preziosa di Geppetto, e dotata di un’insolità capacità: quella di mentire.
Insieme a Gemini (marionetta di una guida-grillo che risiede all’interno di una lampada ndr) dovremo esplorare Krat. Qui affronteremo pericoli di ogni tipo e incontreremo una vasta gamma di personaggi, con l’obiettivo di scoprire cosa è realmente accaduto. Dal punto di vista del gameplay, l’opera di Round 8 Studio propone tutti gli elementi caratteristici dei soulslike.
Schivate, parate e contrattacchi, gestione della stamina in combattimento, perdita delle “anime” (qui chiamate Ergo) alla morte, i falò (qui “Stargazers”) per il riposo e il viaggio rapido.. E naturalmente un HUB (l’Hotel Krat) che man mano si popolerà di personaggi presso i quali sarà possibile potenziare il nostro alter ego.
Anche gli aspetti relativi al potenziamento delle armi e al modo in cui esse aumentano il loro danno in relazione alle statistiche del personaggio rimangono fedeli al genere. Perciò i giocatori con esperienza pregressa in materia di soulslike si sentiranno immediatamente a proprio agio. Ciò detto, non mancano alcune modifiche interessanti alla formula e qualche idea interessante, di cui ora parleremo.
UN PINOCCHIO DAVVERO VERSATILE
Per cominciare, nel sistema di combattimento di Lies of P viene data particolare importanza al blocco e al parry attraverso due meccaniche chiave. Innanzitutto la guardia, che rappresenta i danni subiti nel momento in cui blocchiamo un attacco. I danni da noi subiti vengono mostrati in maniera chiara nella barra della salute e diminuiscono gradualmente.
Se però riusciremo a colpire il nemico prima che essi “svaniscano”, potremo recuperarli. In altre parole, verremo incoraggiati da subito ad adottare uno stile di gioco aggressivo, balzando addosso al nemico subito dopo aver parato un attacco. D’altra parte l’esecuzione di un parry non sarà semplicissima, poichè richiederà un ottimo tempismo nell’atto di premere il pulsante designato un attimo prima della ricezione dell’attacco.
Proprio come avviene tipicamente in questo genere di produzioni. In questo caso però la meccanica del parry offrirà un notevole vantaggio aggiuntivo, ovvero la possibilità di danneggiare le armi nemiche. Sarà possibile persino arrivare a causarne la rottura, cosa che ridurrà drasticamente la loro forza d’attacco. Si tratta di un elemento davvero affascinante che incentiva non poco a utilizzare i parry, al netto della loro difficoltà. Tuttavia avremmo preferito che tali effetti si applicassero anche ai boss, e non solo a nemici isolati.
Oltre alle varie armi che troveremo nel corso dell’avventura, potremo contare sul Braccio di Legione. Uno strumento secondario il cui impatto varierà in base al braccio equipaggiato. Uno ci consentirà di attrarre i nemici verso di noi, un altro lancerà scariche elettriche, un altro ancora funzionerà come un lanciafiamme, e così via. E ovviamente sarà possibile potenziarli per ottenere nuovi effetti, oltre che per migliorare quelli già presenti.
DA BURATTINI A MASTRI
Avremo poi l’Organo P, il classico albero delle abilità con numerose opzioni sbloccabili interessanti. Tra queste figurano la possibilità di rialzarci rapidamente in caso di abbattimento, l’aumento del numero di celle di impulso (oggetti curativi ndr), l’aggiunta di ulteriori slot per gli aumuleti e così via. La meccanica più intrigante di Lies of P rimane però quella relativa all’assemblaggio delle armi. Ciascuna di esse è composta da due parti: la lama e l’impugnatura.
La prima determina il danno inflitto, il valore di blocco e la velocità di attacco, mentre la seconda stabilisce il set di movimenti e le statistiche su cui viene poi calcolato il danno effettivo inflitto ai nemici. La bellezza di questo sistema risiede nella possibilità di mescolare le lame e le impugnature di quasi tutte le armi presenti nel gioco, per poi ottenere una vasta gamma di risultati. La sperimentazione, in tal senso, riserverà grandi soddisfazioni e si rivelerà necessaria specialmente in presenza di nemici particolarmente ostici, come i boss.
Va inoltre detto che ogni lama e impugnatura sarà associata a una favola, termine utilizzato per indicare gli attacchi speciali che potremo eseguire. Ciò aggiungerà dunque un ulteriore elemento da considerare nell’atto di assemblare armi e in generale creare build. Per quanto riguarda invece l’assenza di una modalità multigiocatore di qualunque tipo, Lies of P conserva comunque degli elementi ormai tipici dei soulslike, come l’apprendimento e l’esecuzione dei gesti.
Anche se la loro utilità potrebbe essere messa in discussione, vi assicuriamo che usarli di fronte a determinati personaggi e in luoghi specifici avrà delle conseguenze interessanti. Per il resto, se anche non potremo richiedere l’assistenza di altri giocatori (RIP Let Me Solo Her su Elden Ring), sarà possibile evocare degli spettri controllati dall’IA per ottenere un aiuto in battaglia.
DILEMMA: BUGIA O VERITÀ?
L’unico vero punto debole di Lies of P può essere ricercato nel design strutturale dei livelli. La progressione nelle diverse aree infatti sarà davvero lineare, con opportunità di esplorazione a dir poco ridotte all’osso. Al netto della presenza di scorciatoie, le biforcazioni saranno rare e ciò limiterà notevolmente la sensazione di scoperta, oggi un must in questo genere di produzioni.
In termini di difficoltà invece, l’opera di Round 8 Studio è indubbiamente molto impegnativa. La sfida sarà costante, con insidie nascoste dietro ogni angolo e nemici ordinari in grado di farci a pezzi se presi sottogamba. Ma è nei combattimenti contro i boss che la difficoltà diventerà davvero estrema. Ciascuno di essi richiederà probabilmente diversi tentativi, prima di essere sconfitto. E fra di loro non ce n’è neanche uno che si possa considerare veramente “facile”, rispetto agli altri.
Nonostante i suddetti tentativi però non ci siamo mai sentiti frustrati, proprio grazie alla bellezza di queste boss-fight. Tanto a livello visivo e sonoro quanto a livello ludico, con i loro schemi d’attacco. Come abbiamo accennato in precedenza, Lies of P include alcune “agevolazioni” per i giocatori meno dotati o pazienti, come appunto la possibilità di evocare NPC di supporto in battaglia, o di semplificare notevolmente le missioni secondarie. Va da sé che anche il tempo necessario al completamento dell’avventura dipenderà fortemente dalle nostre abilità.
In ogni caso, per portare a termine una run come si deve non passeranno meno di 20-25 ore. Senza contare lo stimolo a giocare ulteriormente, data la presenza di ben tre finali differenti (che dipenderanno dalle “bugie”). Il team di sviluppo ha trasformato in una meccanica di gioco questo aspetto così simbolico del personaggio di Pinocchio. Infatti avremo diverse situazioni in cui dovremo scegliere se dire la verità o mentire, e il finale (come anche le ricompense) che otterremo dipenderà da queste scelte.
UN ESEMPIO PER MOLTI
Anche se prova a metterci del suo per differenziarsi dai colleghi più e meno ingombranti, Lies of P non offre nulla di propriamente innovativo. Certo realizzare un ARPG soulslike non è semplice… Ancor meno realizzarne uno fatto bene. Eppure in questo Round 8 Studio è riuscito, e brillantemente anche.
A livello tecnico il titolo presenta una notevole attenzione per i dettagli, oltre che un’ambientazione visivamente suggestiva. I modelli dei personaggi sono molto dettagliati, e anche un sapiente uso degli effetti (soprattutto in materia di fumo e fuoco) contribuisce a creare un mondo oscuro e inquietante.
La fluidità delle animazioni nel movimento e soprattutto negli scontri (dove la precisione, anche delle hitbox, è cruciale) si dimostra un punto di forza. Anche la telecamera risulta generalmente ben gestita, salvo rare eccezioni. Particolarmente degna di lode è inoltre l’ottimizzazione, aspetto che dovrebbe essere basilare ma che sempre più spesso viene trascurato, anche nelle produzioni più blasonate.
Quanto svolto dal team sudcoreano infatti dovrebbe essere di esempio a tanti altri addetti ai lavori. Infine, segnaliamo la presenza di un sontuoso comparto sonoro, che si divide tra pregevoli tracce musicali ed effetti audio molto curati e realistici, che accentuano notevolmente l’immersione nell’avventura.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Nonostante dia spesso l’impressione di essere eccessivamente derivativo, Lies of P si mostra come una produzione di alto livello. Gli elementi introdotti nella formula tipica del genere soulslike, anche se non innovativi, risultano molto ben ponderati e contribuiscono allo scorrere di un gameplay tanto divertente quanto avvincente. In grado di offrire una signora sfida agli appassionati senza però trascurare qualche facilitazione per gli utenti meno smaliziati. Se dicessimo di non voler raccomandare fortemente quest’opera di Round 8 Studio, diremmo una bugia.
Pregi
Un'atmosfera immersiva per una gran reinterpretazione del racconto di Pinocchio. Gameplay avvincente e curato fin nei particolari, per un'esperienza gratificante e ricca di sfide. Splendido il sistema di assemblaggio delle armi, oltre che il design delle boss-fight. Lato tecnico di ottima fattura ed eccellente ottimizzazione.
Difetti
L'esplorazione viene poco incentivata a causa di un design strutturale delle aree di gioco alquanto piatto e lineare. Manca della reale innovazione.
Voto
9+