Double Dragon Gaiden: Rise Of The Dragons, recensione di una nuova, vecchia gloria

Scopriamo la rivisitazione di un classico degli anni '80

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Gestire una saga importante come quella di Double Dragon non è facile. Si può cercare qualcosa che si avvicini al titolo originale (datato 1987) come il buon Double Dragon Neon (2012), o persino spin-off come gli ottimi River City Girls. Ed è normale avere quantomeno qualche dubbio sapendo che lo sviluppo di un nuovo capitolo di questa storica serie è stato affidato a uno studio con un background piuttosto modesto.

Stiamo parlando di Secret Base, software house indie con sede a Singapore conosciuta principalmente per Streets of Red (2019). Non proprio indimenticabile, ma sufficiente a far comprendere la creatività insita in questo piccolo ma ambizioso team di sviluppo. Il quale, per la realizzazione di questo Double Dragon Gaiden: Rise Of The Dragons, ha comunque lavorato a braccetto con Modus Games.

Perciò non ci resta che scoprire il risultato finale in questa recensione della versione Pc di Double Dragon Gaiden: Rise Of The Dragons, curata dal nostro Antonio “Spettro” Amodeo. Ricordiamo che il gioco, pubblicato appunto da Modus Games, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

IL RITORNO DI BILLY, JIMMY.. E DEGLI ALTRI!

Iniziamo subito col dire che l’ambientazione di Double Dragon Gaiden: Rise Of The Dragons è quella del capostipite della serie a cui si ispira. Nel 199X (la data viene riportata esattamente così) un disastro nucleare fa sì che si creino delle bande armate pronte a lottare fra loro per spartirsi il territorio. Il Sindaco corre nel Dojo dei nostri protagonisti chiedendo aiuto, e da quel momento avrà inizio l’avventura.

Per affrontare gli scontri dovremo scegliere due personaggi da usare, che potranno essere alternati quando la barra per le mosse speciali sarà sufficientemente carica. Dopodichè bisognerà selezionare uno dei quattro livelli, tenendo conto che l’obiettivo sarà comunque quello di superarli tutti. Ogni volta che ne completeremo uno gli altri diventeranno sempre più difficili. Come? Diventanto più lunghi, aggiungendo vari mini-boss e soprattutto potenziando il boss finale.

La schermata di selezione dei personaggi. Giocando in co-op i personaggi da scegliere saranno quattro

Per quanto riguarda i personaggi utilizzabili, ciascuno di essi avrà abilità particolari. Billy e Jimmy, pur presentando attacchi diversi, potranno usare le armi cadute ai nemici. Marion, che questa volta non solo eviterà di farsi rapire ma si unirà alla mischia, utilizzerà armi a distanza. Lo zio Matin invece, nuovo personaggio visto solo nella serie TV e con il nome riportato nell’insegna del garage nel primo capitolo della saga, sarà una sorta di Haggard di Final Fight.

In grado di raccogliere grandi oggetti (o persino avversari) per poi lanciarli addosso ai propri nemici. Nel corso del gioco sarà possibile sbloccare vari boss e mini-boss (compreso il famoso bruto Abobo) grazie ai gettoni che riusciremo a guadagnare. Questo sia superando i livelli che scambiando i soldi guadagnati e non investiti nei vari “Continue?”.

Marion è disponibile fin dall’inizio, e pur offrendo una giocabilità meno canonica rispetto a quella degli altri personaggi, è uno spasso da usare

Se invece non dovessero interessarci i suddetti gettoni, potremo sempre concentrarci sul potenziamento dei personaggi per la partita in corso, da fare alla fine di ciascun combattimento contro un boss o un mini-boss. Questa meccanica relativa all’utilizzo dei gettoni è interessante, ma ci sarebbe piaciuto vedere una maggiore varietà nel negozio dove è possibile spenderli.

Oltre a nuovi personaggi, sarà possibile sbloccare solamente musiche e artwork aggiuntivi. Nessuna traccia di skin, abilità aggiuntive o, perchè no, altre modalità di gioco. Cosa un po’ problematica dato che è presente la sola modalità storia. Sicuramente rigiocabile (lo scontro finale, a seconda del boss che si deciderà di lasciare per ultimo, sarà sempre diverso e impegnativo), ma non sufficiente a rendere la produzione decentemente longeva.

SI RIPRENDE IN MANO IL JOYSTICK. O IL JOYPAD

Acquistare potenziamenti quando si sconfigge un boss può essere utile prima di proseguire. Tuttavia si possono sempre conservare i soldi per sbloccare personaggi giocabili aggiuntivi

Come abbiamo detto in precedenza, ogni personaggio presenta i suoi attacchi specifici, assieme a tre speciali. Molto interessante è la meccanica relativa agli attacchi di “calca”. Eliminando tre o più nemici con una mossa speciale, otterremo un bonus di recupero dell’energia. Completare uno specifico numero di attacchi del genere o eseguirne uno capace di togliere di mezzo molti nemici rappresenta inoltre un possibile obiettivo di gioco, necessario per ottenere soldi aggiuntivi alla fine della sezione di livello.

Altri obiettivi possono richiedere l’atto di terminare una lunga combo o di effettuare una certa quantità di attacchi speciali consecutivi. La grafica di Double Dragon Gaiden: Rise Of The Dragons funziona davvero bene nella sua pixel art, e in generale non abbiamo riscontrato bug o glitch di sorta. Il sonoro invece presente i classici remix dei brani del titolo originale: niente di particolare, funzionano senza però stupire. Da non sottovalutare è invece l’intelligenza artificiale dei “cattivi”.

Gli avversari non perderanno tempo nell’attaccarvi. Se si troveranno lontani, correranno verso di voi o vi lanceranno la loro arma

Spesso finiranno arrostiti sulle bombe che loro stessi lanceranno, ma non per questo andranno presi sottogamba. Infatti non esiteranno a lanciare le proprie armi se vi vedranno da lontano, e nel caso di boss e mini-boss sceglieranno sempre di usare gli attacchi migliori contro il giocatore. Un po’ problematica è invece la difficoltà complessiva. Anche se risulterà difficile arrivare ai titoli di coda senza premere “Continue” più volte, i quattro livelli proposti (più quello aggiuntivo) potranno essere completati in meno di mezza giornata.

E senza troppe imprecazioni. Ciò non significa che l’opera di Secret Base sia poco divertente, anzi. Rigiocare la modalità storia con personaggi diversi e lasciare per ultimo il boss affrontato all’inizio nella run precedente farà variare tantissimo l’esperienza di gioco. Le sezioni con i boss finali non a caso sono molto più lunghe delle altre, e arrivano persino a cambiare l’ambiente di gioco. Per fare un esempio, nel livello di M.G.Willy (il boss con la mitragliatrice presente anche nell’originale del 1987) saremo costretti a raggiungerlo sulla cima di un palazzo. E da un elicottero ci verranno lanciate tante granate!

I boss provengono dai titoli più famosi del franchise, e con il giusto numero di gettoni potranno essere “acquistati” e poi utilizzati

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Grafica fantastica, sono accettabile, giocabilità superba ed esperienza generale davvero gradevole. Possiamo riassumere così Double Dragon Gaiden: Rise Of The Dragons. Ci è dispiaciuto però dover usare il classico “peccato che” in riferimento alla longevità, limitata soprattutto dalla mancanza di altre modalità di gioco. Quello di Secret Base resta comunque un titolo da raccomandare agli appassionati, per via della cura dei particolari e per la varietà offerta dai (pochi) livelli presenti. Una buona produzione che con qualche accorgimento in più avrebbe potuto raggiungere ben altri risultati.

Pregi

Ottima giocabilità. Sistema roguelike piuttosto essenziale ma interessante. Personaggi ben differenziati tra loro, con molti attacchi da usare. Grafica adorabile.

Difetti

Rigiocabile ma comunque troppo veloce da finire. Longevità scarsa a causa dell'assenza di modalità aggiuntive. Il negozio in-game poteva essere più fornito.

Voto

7+