Chants of Sennaar si presenta come qualcosa di unico e intrigante. Un’avventura punta e clicca non troppo distante da opere come Deponia e Grim Fandango. Al centro di tutta l’esperienza puzzle del gioco ci sarà la lingua, la traduzione e l’interpretazione. Il contesto storico rivisita e fa sue le leggende e i miti della torre di Babele, mescolandoli ad un gameplay “istruttivo”, per così dire.
Dietro allo sviluppo troviamo un giovane studio di sviluppo indie denominato Rundisc, che da Tolosa (in Francia ndr) si prepara a lanciare sul mercato il suo secondo “esperimento” videoludico. Siete curiosi? Allora partite con noi in questo viaggio con la nostra recensione della versione Pc di Chants of Sennaar. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Focus Entertainment, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
IL GATTO MI HA MANGIATO LA LINGUA
Le leggende narrano di un solitario viandante senza nome. Il quale, un giorno, riuscirà a riunire i popoli (ormai schierati l’uno contro l’altro) sotto un’unica “lingua”, riportando così l’equilibrio. In poche parole sarà questa la premessa di Chants of Sennaar, che avrà inizio proprio con il risveglio del nostro incappucciato viandante. Le location esotiche e gli enigmi ispirati al mito di Babele porteranno una piacevole ventata d’aria fresca al genere.
Stavolta però prima di elaborare soluzioni con gli elementi a nostra disposizione, dovremo innanzitutto comprenderli. Nel vero senso della parola. Alla base del gameplay infatti ci sarà la necessità di osservare, catalogare e interpretare i vari glifi di ogni lingua, comprendendone “l’alfabeto”. Potrebbe sembrare paralizzante all’inizio, trovarsi di fronte a strani e incomprensibili simboli… Tuttavia scoprirete presto che i metodi “d’apprendimento” forniti per venirci incontro saranno piuttosto creativi.
Vi starete chiedendo come comprendere una lingua sconosciuta. Beh, attraverso l’esplorazione e un’attenta osservazione. Se poi sarete anche provvisti di un arguto senso associativo, potrete intuire presto molti “segnali”. Dai murali con figure intente nel “fare qualcosa” ai semplici gesti di mimica corporea di varie figure nostre simili, che dovremo “interpretare” al meglio. Sul nostro diario verranno disegnate varie figure, oggetti o scene a cui associare il rispettivo simbolo. Una volta abbinati correttamente, scopriremo il significato di quelle lettere.
Per aiutarci potremo (anzi, dovremo) scrivere su ogni simbolo cosa questo potrebbe significare per noi. Un simbolo luminoso in cielo potrebbe essere il sole, un gesto della mano potrebbe essere un ordine o un saluto, fino ad elementi più complessi, di varia interpretazione. Chants of Sennaar saprà tenere alta la nostra attenzione con elementi utili al collegamento cognitivo di lettere e azioni. A patto però di dedicare una minuziosa attenzione all’esplorazione.
“IN CHE SENSO?”
Talvolta dovremo anche far interagire oggetti fra loro, in modo da risolvere determinati enigmi. Parliamo comunque di singoli elementi, quindi nulla che possa somigliare ad un classico punta e clicca, con svariati oggetti da usare in ogni scenario. Il punto focale di Chants of Sennaar sarà sempre la traduzione, vero e proprio mezzo di risoluzione per quasi ogni puzzle. A volte dovremo anche agire in silenzio, sgattaiolando dietro i ripari o distraendo le guardie di turno, ma anche confonderci astutamente tra i fedeli.
In generale avremo libertà di movimento su tutto il suolo percorribile. Spesso visiteremo anfratti in cui scopriremo ulteriori simboli per ampliare il nostro “vocabolario”. Come si dice, conoscenza è potere… Per muoverci ci basterà cliccare una volta nel punto desiderato e l’incappucciato ci si recherà da solo, correndo quando possibile. Altre volte la visuale passerà in soggettiva, focalizzandosi su importanti dettagli che andranno interpretati.
Tutto ciò che non sembrerà avere un collegamento logico a un primo impatto, sarà poi approfondito successivamente. Basterà osservare statue, descrizioni, comportamenti di vari individui e persino le insegne dei negozi. Tutto potrà aiutarci a riempire le pagine del nostro diario. Una volta completata la traduzione potremo destreggiarci senza problemi, almeno finché non giungeremo in nuove aree, con altri ceti sociali e le rispettive e sconosciute dialettiche.
In Chants of Sennaar il backtracking sarà quindi molto presente. Dovremo spesso ispezionare ogni sezione prima di poter “mettere insieme i cocci”. A volte dovremo solo cambiare strada in un crocevia, altre volte i percorsi saranno più labirintici. Location dopo location tuttavia, il backtracking potrebbe far sentire il suo peso, soprattutto visti i lunghi percorsi che spesso separano fra loro i luoghi chiave. Con un po’ di pazienza però riusciremo a crogiolarci nel godurioso “jingle”, udibile a enigma compiuto.
ASSONANZA COGNITIVA
Lo stile di “disegno” di Chants of Sennaar ci ha ricordato quello visto in Sable, con il quale condivide il “tratto” sottile e stilizzato. I colori inoltre, con i loro toni opachi accesi, riescono spesso ad imprimere nel giocatore qualcosa di memorabile nel quale perdersi. Quasi come fossimo in vacanza in un paese esotico. A completare il quadro ci penserà anche una rasserenante colonna sonora, alternata da toni più ansiogeni in quelle location dove vigerà un pericoloso stato dittatoriale.
La “filigrana” a linee presente sulle texture di gioco può anche essere limitata o eliminata completamente, dal pannello delle impostazioni, per questioni di accessibilità. Se non sarete riusciti a tradurre ogni pagina, infine, potrete andare a tentativi abbinando le informazioni raccolte con i simboli rimanenti.
Sarà possibile anche associare lettere e significati similari già conosciuti, collegando i glifi delle nuove lingue scoperte con quelli già tradotti. Sul fronte tecnico non abbiamo riscontrato problemi di alcun tipo. Chants of Sennaar è una produzione solida come le strutture che rappresenta.
La telecamera di gioco tuttavia ci è sembrata piuttosto “pigra” a volte, cambiando scenario o proseguendo nello scorrimento solo a bordo-schermo raggiunto. Le inquadrature viaggeranno infatti su dei “binari” preimpostati. Questo non sarà mai un problema, tranne che per qualche click extra in fondo allo schermo.
DA AVERE SENZA RISERVE
Chants of Sennaar, proprio come le premesse della sua trama, potrà riunire chiunque sotto la propria “lingua”. Gli appassionati potranno apprezzare facilmente questa suggestiva avventura punta e clicca rompicapo, dove gli elementi tipici del genere sono stati rimpiazzati da interpretazione e codifica di lingue antiche. Visivamente e sonoramente ispirato, offrirà decine di ore di argute osservazioni, attraverso esotici luoghi simbolo di miti e leggende attorno alla torre di Babele.
L’opera di Rundisc saprà spremere a fondo il vostro senso di associazione cognitiva, senza però lasciarvi mai del tutto a voi stessi. Basterà esplorare ogni strada per accumulare la conoscenza necessaria alla comprensione e alla risoluzione di ogni enigma. Talvolta però il backtracking potrà risultare un tantino pesante, visto che tra i numerosi enigmi che costellano il gioco ci sarà spesso molto spazio (gioco di parole affine). In ogni caso rimane comunque una piccola gemma (peculiare come poche altre) assolutamente da provare, anche solo per l’idea di base.