Full Void non è certo passato inosservato nel suo periodo di “gestazione” e sviluppo videoludico. Sin dalla nostra anteprima di alcuni mesi fa (dove provammo la demo), ci siamo potuti sorprendere circa la qualità di questa perla nascosta. Dichiaratamente ispirata alle produzioni di un tempo quali Prince of Persia, Another World (Out of This World) e Flashback, e che offrirà esattamente ciò che promette. Una classica (ma moderna) esperienza puzzle platform 2.5D dall’impatto sopraffino, su molti dei nostri sensi.
Gli sviluppatori indipendenti di OutOfTheBit, di stanza a Londra (ma dove figurano anche alcuni nostri compatrioti) hanno lavorato a questa esperienza definendola “puzzle platform cinematografico in 2D“. Vediamo insieme di cosa si tratta con la nostra recensione di Full Void. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile solo su Pc, via Steam. Buona lettura.
MODERNO, RETRÒ… ENTRAMBI
Full Void metterà subito le sue regole in atto. Regole alle quali dovremo reagire per tempo e con astuzia, proprio come in un titolo trial & error (vedasi Limbo). Il nostro protagonista sarà un giovane e misterioso ragazzo in fuga da tenebrose presenze robo-umanoidi. La città sembra invasa dalle macchine e ad accompagnare il silenzio c’è solo il fruscio del vento. A rompere l’inquietante calma notturna ci penserà però il nostro primo mortale incontro…
Già nei primissimi momenti infatti capiremo da soli come funzioneranno le cose, senza l’ausilio di banali tutorial “accompagnatori”. Perdere troppo tempo a contemplare il vuoto potrà letteralmente ucciderci, come anche procedere in modo troppo spedito. Questa sarà gran parte della magia del titolo, che saprà punirci se saremo distratti, giocando in modo superficiale e senza cognizione delle nostre azioni, tirando avanti come muli.
Gli intenti del nostro incappucciato adolescente saranno perlopiù imprecisati. I flashback di una vita passata saranno parte del viaggio. Un fratellino più piccolo, un genitore, scenari verdi e pacifici… Cosa sarà successo? Del giovane protagonista carpiremo solo il suo intento nel voler raggiungere un luminoso edificio all’orizzonte… Che siano lì le risposte che tanto agogniamo? Troveremo lì il nostro passato? Oppure scopriremo un nuovo futuro?
In Full Void saranno le nostre “abilità” a fare la differenza, in ogni singolo fondale in cui ci troveremo. Ciascuna scena infatti offrirà qualcosa di diverso, ogni “quadro” ci farà accendere i neuroni per nuovi tipi di approccio. Un vero puzzle platform a scorrimento laterale con fondali fissi, che ci ha fatto innamorare con poco. Originale, ben strutturato e visivamente intrigante. Potrete giungere al finale in circa 3 ore, senza considerare la raccolta dei segreti. Qualità più che quantità, e a noi va bene così.
LA PAURA DELL’IGNOTO…
Anche sul fronte del gameplay di Full Void non possiamo che complimentarci per la perfetta resa generale, sia nella precisione nell’esecuzione dei comandi, che nella sua parte visiva. Fra i titoli old-gen dai quali ha tratto ispirazione, abbiamo percepito molto dello stile del classico Prince of Persia originale. Movimenti fluidi, animazioni sciolte e realistiche, così come un palpabile senso di realismo “fisico” nelle movenze e nella “fragilità” del nostro protagonista.
Tutti elementi che ci hanno fatto apprezzare l’intero attraversamento del gioco, fatto di pericolosi salti, fughe da mostruosi umanoidi e risoluzione di interessanti puzzle. Tolte le prime fasi di “apprendimento”, ci sarà una graduale crescita logica e “tecnica” che richiederà una corrispondente risposta in termini di materia grigia. A volte la soluzione sarà sotto i nostri occhi, ma non sarà mai scontata. Tante le validissime sezioni puzzle in cui prestare una minuziosa attenzione ai dettagli, tutte ben realizzate e decisamente appaganti.
Ad aggiungere nuovi elementi al gioco ci penserà anche un simpatico robot sferico in grado di eseguire vari comandi. Saremo infatti degli hacker provetti, in grado di controllare l’ambiente collegando il nostro fidato portatile. Controllare macchinari, nemici e spesso il nostro amico robotico sarà fondamentale per aprirci la strada. Funzioni certamente interessanti e originali, che nella loro semplicità si sposano alla perfezione con lo stile di Full Void.
Una piccola spinta nell’esplorazione la daranno anche gli obiettivi del gioco, con piccole scene inedite e messaggi nascosti. Dal menù potremo osservare cosa ancora non abbiamo ancora scoperto, grazie a semplici ma attraenti indovinelli, utili per la scoperta di queste “azioni nascoste”. Restano però ancora diverse incognite irrisolte… Sembra infatti che verso la fine del gioco, molti indizi forniti al giocatore vengano “dimenticati” per far spazio a un più nobile messaggio…
LA FAMOSA ARTE DEL “PUNTINISMO”
Continuano le note di pregio di Full Void anche sul comparto grafico e tecnico. Una piccola perla che non sembra conoscere difetti, quella dei ragazzi di OutOfTheBit. Potremmo elogiare la perfetta pixel art, volutamente “grossolana” e disegnata a mano dagli sviluppatori. Come potremmo esaltare le scene di dettaglio ravvicinate, per esempio tante di quelle tragiche, conclusioni premature. Essere colpiti da sinistra o destra avrà l’esatta animazione e non un pigro copia e incolla, sintomo di passione nel lavoro svolto.
Le sezioni di gameplay invece avranno un “pixellaggio” più espanso e, nonostante tale scelta possa “eclissare” i dettagli più piccoli, recepiremo comunque tante sfaccettature del protagonista. Lì dove un volto sarà solo un “mucchio di quadrati rosa”, per dirla in modo ignorante. Nei filmati di gioco troveremo non solo inquadrature statiche, ma vere e proprie riprese cinematografiche ricercate. Delle vere scene “tridimensionali” adattate ad un’animazione 2D. Affascinante.
Full Void non presenta inoltre difetti di nessun tipo. Tutto è ben equilibrato e presentato nelle giuste dosi, scenario dopo scenario, senza mai stancare. Quelle che potrebbero sembrare strade senza uscita, inoltre, non saranno “puzzle rotti” ma solo geniali modi per farci “guardare altrove”. Un lavoro di pregio anche sul comparto sonoro. Sia per la colonna sonora “synthwave tetra” che per gli ansiogeni silenzi naturali degli scenari. Tutto generato in formato “Amiga MOD”.
Ci dispiace aver riconosciuto come “dimenticati” dei non indifferenti dettagli di trama che il titolo ci ha mostrato spesso per tutta l’avventura, cambiando direzione solo all’ultimo secondo. Un finale nobile e dal messaggio profondo certo, ma che sembra piovere dal cielo improvvisamente, interrompendo la continuità narrativa di colpo. Non ci è dato sapere se tale scelta fosse voluta o necessaria. In ogni caso Full Void, resta un piccolo capolavoro.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Full Void è un indie che è riuscito a sfiorare la perfezione. Non possiamo puntare il dito (tranne forse per il prezzo, di quasi 20 euro) contro le tre ore necessarie per giungere al finale, visto che molte esperienze “artistiche” simili condividono tale durata. Tantissima qualità “ristretta” in un progetto esaltante, ansiogeno e mai ripetitivo, e in generale assolutamente da non perdere. Tutto funziona incredibilmente bene, dal gameplay fluido (ispirato ai cult del passato) ai puzzle genuini e intelligenti, fino alla pixelart disegnata ad arte. A ricalcare la dose ci si mette anche il lato tecnico, che non mostrerà problematiche di alcun tipo, se non quella della continuità narrativa interrotta all’improvviso.
Quella dei ragazzi di OutOfTheBit è un’opera che saprà offrire qualcosa di nuovo ad ogni singolo fondale, fino alla fine. Tutto è perfettamente bilanciato e realizzato con passione e cognizione di causa. Non possiamo che congratularci per un lavoro sostanzialmente esente da difetti che non poteva veramente fare di meglio, se non dipanare qualche mistero in più. Un applauso è meritato, per un piccolo titolo che offre un’esperienza quasi perfetta come puzzle platform, impreziosita dalla fine arte cinematografica nell’uso di una stupenda pixel-art. Non vi resta che provarlo!
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