Kingsblood, recensione di un RPG tanto cupo quanto atipico
Mettiamoci alla prova con un interessante gioco di ruolo che propone un inconsueto sistema di combattimento e una storia tutta da seguire
Questo luglio 2023 verrà ricordato dagli appassionati di giochi ruolistici come il periodo antecedente al ritorno di una delle serie più iconiche del genere. Naturalmente parliamo di Baldur’s Gate 3, genio e sregolatezza di cui ci siamo occupati nella nostra anteprima qualche anno fa. L’opera di Larian Studios potrebbe dettare nuove linee di riferimento per l’intero genere, come a suo tempo fecero Divinity Original Sin I e II. Ci sono però esponenti che sebbene comprendano tattiche e sviluppo di personaggi, partono da presupposti diversi. Di questo insieme fa sicuramente parte Kingsblood, titolo protagonista dell’articolo di oggi.
Opera d’esordio del team indie Icy Forge UG, si tratta di un gioco di ruolo fortemente incentrato sulla trama e che propone tanto testo e informazioni di carattere ambientale. Compararlo ad un LitRPG, abbreviazione di Literary Role Playing Game (ossia giochi che sottintendono una preminenza di tipo testuale) non sarebbe sbagliato. Ma Kingsblood ha altre peculiarità, che evidenzieremo nel corso di questa recensione. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
UN MONDO IN ATTESA DELLA CATASTROFE
La trama di Kingsblood prende piede in epoca medievale, con un’atmosfera che rientra pienamente nella tradizione del fantasy. Troveremo quindi umani, nani, orchi e altre creature tipiche del genere. Alcune di esse però entreranno a far parte della compagnia che andremo a creare. Narrativamente scopriamo che secoli prima queste lande erano preda di malvagi e feroci demoni, che vennero sconfitti da un coraggioso eroe nato con il potere di purificarli.
L’anima di un nome perduto tra le pieghe del tempo determinò la creazione di un artefatto, che divenne esso stesso barriera contro il ritorno delle calamità. Gli anni e i secoli passarono portando l’antica guerra a ricordo del passato, fino a che la leggenda divenne mito. A oggi quasi nessuno ha ricordi di quei momenti bui, pur trovandosi in una terra dove le minacce di certo non mancano. Ragni, ratti giganti, orchi, briganti, negromanti e vespe assassine sono solo alcune delle minacce pronte a fare la festa ad ogni sprovveduto viandante.
E qui entrano in gioco Rajo e le sue due sorelle, che insieme ad altri amici e dopo sfortunate peripezie si ritroverà al comando di una compagnia di ventura. Svolgendo missioni e aiutando villaggi e paesani il protagonista ingrosserà i forzieri e le proprie fila per far fronte ad una minaccia ben più imminente di quanto non sembri.
In realtà i motivi che spingono Rajo e compagni ad esplorare queste terre sono anche personali, visto che una delle due sorelle dell’umano viene rapita dal malvagio esercito imperiale per motivi che scopriremo seguendo la storia. Molta carne al fuoco e vicende che si dipaneranno attraverso lunghi ed interessanti dialoghi, purtroppo solo in inglese ma di livello abbordabile anche con una conoscenza scolastica della lingua.
LA BELLEZZA DELLA LETTURA
Kingsblood offre un corposo tutorial che nelle fasi iniziali ci illuminerà circa la gestione della compagnia, la progressione dei personaggi e in generale un contesto di riferimento narrativo. Quest’ultimo, specialmente nelle prime ore, riserverà un buon numero di dialoghi atti a fornire un incipit per invogliarci a continuare. Il tutto avverrà per mezzo di una combinazione mouse+tastiera, con menu che si alterneranno a schermate ricche di informazioni.
Se è un gioco orientato ad uno stile action quello che state cercando, certamente il titolo di Icy Forge UG non è quello che fa per voi. La base della gilda potrà essere migliorata costruendo una forgia per il crafting di armi e una bottega dell’alchimista da cui ricavare pozioni curative, e non solo. Lo scorrere del tempo è scandito da turni attraverso i quali decideremo le missioni da affrontare.
Sarà possibile anche migliorare le statistiche dei nostri commilitoni passati di livello e aggiornare gli inventari sulla base del bottino acquisito. Completare una missione non farà solo pervenire oro sonante nelle nostre casse, comunque fondamentale per acquistare merce, reclutare nuovi compagni o migliorare la nostra base. Infatti a seconda del livello di difficoltà impostato otterremo armi, armature e artefatti da equipaggiare.
Il crafting è molto semplice e si basa su erbe per quel che riguarda le pozioni. Per armi, armature e artefatti invece avremo bisogno dell’Arcanium, un minerale offerto dai sindaci delle varie cittadine all’ottenimento di una certa reputazione nei confronti dei paesani. Questa meccanica per quanto semplice ed interessante si rivela in parte superficiale poiché già dopo un certo numero di turni avremo ricercato e ottenuto tutte le pozioni e le pergamene che il gioco ha da offrire.
AUTOCHESS, O COMBATTIMENTO AUTOMATICO
Una peculiarità su cui verte moltissimo Kingsblood è il suo sistema di combattimento che, all’atto pratico, risulta completamente automatico. Decisa una missione da intraprendere e determinato il party che il gioco stesso suggerisce in base a classe ed abilità (per mezzo di frecce colorate accanto al ritratto di ogni personaggio), il passo prima del via è sancito dalla gestione dell’inventario. Una volta soddisfatti delle scelte compiute manderemo in viaggio i nostri uomini appena terminato il turno.
Arrivati alla posizione indicata nella missione il cambio di schermata offrirà una panoramica con una sorta di scacchiera invisibile su cui posizionare i membri del gruppo. La decisione su chi posizionare e dove è anch’essa suggerita dal gioco, questa volta attraverso linee colorate. Grigio sottintende danno normale, rosso dimezzato e verde doppio.
È implicito che il giocatore cercherà in ogni modo di massimizzare i danni, ma a parte questo e dopo aver premuto il tasto play, l’unica azione che potremo compiere è quella di usare una pozione o un oggetto. Molto semplice e immediato, forse anche troppo. E infatti alla lunga questa meccanica mostra il fianco ad una certa linearità, che risulta stemperata da alcune battute tra i membri del gruppo che condivideranno una certa affinità.
Il cast prevede ben cinquanta personaggi, e dunque la mole di testi e variabili è sicuramente assicurata. Per quanto a lungo termine si tenda a cercare la risoluzione del combattimento saltando le parti scritte, anche perché la complicità tra due elementi non ha nessuno sbocco narrativo, come per esempio una romance. Chiude il cerchio la personalizzazione, che però appare ridotta visto che non potremo cambiare classe ma solo alcune statistiche al passaggio di livello, assieme a due pezzi d’equipaggiamento.
UN MONDO SEMPLICE MA RICCO
Kingsblood è a buon diritto un “autochess LitRPG” che pone le sue basi sulla componente scritta. Non a caso tutte le città, le missioni e i personaggi propongono una corposa mole testuale che sia in partite mordi e fuggi che a medio termine risulta fruibile e interessante.
Ogni villaggio è rappresentato da una descrizione squisitamente particolareggiata, e anche le missioni godono di briefing più lunghi della media. Rispetto a titoli quali ad esempio Wartales (qui la nostra recensione) al giocatore è quindi richiesta pazienza e voglia di andare oltre le semplici battaglie automatiche.
A livello grafico Kingsblood è composto da una mappa a tre quarti dove si muoveranno le icone del gruppo e di eventuali invasori, pronti a fare la festa alla nostra base. Se non riusciremo immediatamente a respingerli, sarà game over. Gli sprite del party e delle creature così come la gestione grafica della gilda sono in stile low poly, che pur non offrendo grandissima varietà dal punto di vista estetico risultano soddisfacenti.
I ritratti dei personaggi e delle città invece sono davvero entusiasmanti e offrono piccoli particolari da ammirare, che ben si armonizzano con la relativa descrizione. Chiudiamo con il fronte audio che attraverso un buon numero di musiche a tema fantasy classico accompagneranno il giocatore senza risultare tediose. Plauso inoltre per la presenza di un doppiaggio completo per tutti i dialoghi: cosa non scontata data la natura indie della produzione.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Kingsblood è un buon “LitRPG”. Cosa che implica una componente letterale preminente e di buon livello, tanto nella scrittura quanto nei personaggi principali. La varietà è garantita da un cast nutrito che grazie all’affinità sarà capace di offrire battute talvolta anche graziose. La mancanza di romance o di un qualsivoglia approfondimento dei rapporti tra i vari membri è un’occasione mancata che avrebbe sicuramente ingolosito gli appassionati del genere.
La storia si dipana comunque attraverso un buon numero di ore, offrendo qualche colpo di scena e vicende che il giocatore avrà piacere di seguire. Alla lunga però le missioni tendono a risultare ripetitive poiché il gioco verte interamente sulla meccanica di risoluzione automatica degli scontri. Anche qui però senza mai osare, magari permettendo cambi di classi o ulteriori specializzazioni. Nonostante questo il gioco portato sui nostri schermi da Icy Forge UG risulta divertente, a suo modo vario e accompagnato da uno stile grafico che a dispetto dell’innata semplicità regala alcune vedute artistiche di pregio.
Pregi
Ambientazione complessa e approfondita. Tante informazioni e un cast nutrito. Sorprendente presenza di un doppiaggio completo. L’automatismo degli scontri snellisce la progressione...
Difetti
... Ma senza personalizzazione perde di mordente. Le interazioni tra i personaggi si fermano ai dialoghi. Alla lunga ripetitivo
Voto
7,5