Poly Bridge 3, recensione del ponte tra simulazione e rompicapo

Un carinissimo puzzle game che cambia tessere e tris con strutture che dovranno resistere ai veicoli e alle insidie del tempo

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La storia dei puzzle game ci insegna come questo genere venga talvolta frainteso, poiché spesso non parliamo di titoli dalla tranquillità e dal relax assicurati. Sia chiaro, tendenzialmente l’obiettivo di una produzione sui generis è sicuramente quello di offrire un’esperienza leggera. Ne consegue una vasta carrellata di prodotti assolutamente casual alternati ad alcuni piuttosto impegnativi. Poly Bridge 3 fa decisamente parte di questa seconda categoria, ed è il terzo capitolo di una serie che ha avuto inizio nel 2016.

Sviluppato dallo studio indipendente neozelandese Dry Cactus, si tratta sostanzialmente di un puzzle game basato sulla fisica in cui al giocatore è richiesta la costruzione di un ponte capace di resistere al passaggio di molti veicoli. Facile a dirsi e molto più difficile a farsi, per via di un gameplay suddiviso tra una fase di progettazione e una di vero e proprio test. Andiamo a parlarne nel dettaglio in questa recensione di Poly Bridge 3. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.

DIVERTIMENTO E ASPERITÀ

Poly Bridge 3 non perde tempo in chiacchere, portando sui nostri schermi una struttura immediata che non prevede alcuna componente di tipo narrativo. È una scelta che potremmo considerare inusuale poiché ad oggi sono diversi i prodotti che alternano meccaniche quali ad esempio “match 3” a risvolti e sviluppi di personaggi e storie. Nonostante questo condividiamo la scelta poiché trattandosi di un puzzle game, si capisce l’intento di puntare tutto sul divertimento e sulla progressione attraverso un corposo numero di livelli (oltre 150).

Il compito del giocatore sarà quello di collegare due posizioni distanti, per consentire ai mezzi di trasporto su strada di raggiungere la loro destinazione. Tipo il famoso ponte sullo Stretto, che vedremo ultimato nel 2406 durante un bel weekend su Saturno. Nel corso dei vari livelli che compongono la campagna principale saremo chiamati a costruire dei ponti resistenti, in grado di sopportare il peso dei mezzi in transito.

Per portare a termine quanto ordinato avremo quindi a disposizione una serie di materiali, che oltre all’asfalto prevedono legno, metallo e cavi di ogni tipologia. Ovviamente sarà nostro dovere tener conto anche delle leggi della fisica, del budget e del materiale a disposizione. Insomma si tratta di una vera e propria progettazione, sebbene condita in salsa casual volutamente sgargiante.

La fase di posa del ponte funziona in maniera semplice, e infatti basta selezionare i materiali dall’interfaccia di gioco, che attraverso l’editor sposteremo e piazzeremo nel progetto ideato dalla nostra mente. Interessante la possibilità di posizionare liberamente i vari componenti a nostra disposizione, che in caso di necessità potremo rinforzare per aumentarne la solidità e garantire un viaggio ancora più tranquillo e sicuro ai cittadini.

UNA CAMPAGNA… LUNGA

A dispetto della presenza di una modalità sandbox libera da restrizioni, è implicito che la campagna rappresenti la portata principale dell’esperienza, assieme a una componente online “indiretta” ma ugualmente interessante. La progressione attraverso i livelli di Poly Bridge 3 lascia presagire quanto l’opera sia intrinsecamente legata all’avvicendarsi tra spazio e fisica.

In altre parole, a forza di veder aumentare il numero di veicoli da far transitare, le variabili di cui tener conto e un budget sempre più risicato a disposizione, ci renderemo conto dell’importanza del viaggio, più che della destinazione. Nelle battute iniziali tenteremo quasi sempre di portare a schermo progetti dalla foggia ricercata, ma per amor di completezza cercheremo di tenerci lontani dal cosiddetto pugno nell’occhio.

Sia chiaro, opere realizzate con un minimo di gusto sono sempre auspicabili. Ma alla prova dei fatti, dopo aver perso diverso tempo nel tentativo di creare qualcosa di esteticamente memorabile senza avere però ottenuto il benché minimo risultato pratico, anche una tettoia (purché funzionale al raggiungimento dell’obiettivo) risulterà pericolosamente affascinante.

Seppur non eticamente corretto siamo comunque davanti a una produzione che non fa dell’aspetto simulativo il suo punto di forza, bensì la capacità di divertire. Abbiamo anche apprezzato la possibilità di visualizzare i livelli creati da altri utenti e pubblicarne di nostri. Una feature che di fatto dona al titolo una longevità virtualmente infinita.

MA CHE BEL PONTELLO DIRONDINO DIRONDELLO

A livello tecnico Poly Bridge 3 propone una grafica low poly che nella sua semplicità risulta piacevole e graziosa, grazie anche a una palette di colori dai toni chiari e sgargianti che portano a schermo un’atmosfera casual aderente al contesto. Gli sprite dei veicoli e dei vari elementi e più in generale le texture di gioco sono però prive di minuziosi particolari, il che rende il titolo di Dry Cactus assimilabile a una mobile.

Non che ciò rappresenti una spada di Damocle considerato l’obiettivo del team, che ha voluto puntare su un’ottima virtualizzazione della fisica. La quale, come abbiamo evidenziato in precedenza, viene simulata con sorprendente precisione e di fatto ne rappresenta il fiore all’occhiello. Buono anche il comparto sonoro con musiche leggere che accompagneranno l’azione senza risultare tediose o ripetitive.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Poly Bridge 3 è un puzzle game longevo, divertente e accessibile, valido sia per lunghe sessioni che per giocate mordi e fuggi. La parola “accessibile” però non significa “facile”, e non a caso i livelli avanzati potranno risultare a tratti persino frustranti. La sua facciata da pseudo titolo mobile lascia quasi subito il posto a un’opera sicuramente non simulativa ma a tratti impressionante quanto a completezza della fisica.

Sebbene la maggior parte delle costruzioni siano dettate da concetti logici, talvolta si dovrà ricorrere alla fantasia e alla necessità per riuscire a superare gli ostacoliche si porranno sul nostro cammino. Questo terzo capitolo rappresenta dunque un buon passo avanti per la serie di Dry Cactus, che saprà divertire e impegnare tanto i giocatori esperti quanto chi si avvicina per la prima volta al genere

Pregi

Un puzzle game accessibile e profondo. Motore fisico sorprendente. Stile artistico vivace e colorato.

Difetti

A tratti frustrante, anche troppo. Per sua stessa natura alla lunga risulta ripetitivo.

Voto

7