Etrian Odyssey Origins Collection, la storia degli rpg in una recensione

Dopo il gioco di ruolo nacquero roguelike e dungeon crawler, che i giapponesi impararono ad amare e rivisitare con la solita sapienza

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Se il nome Richard Garriot non vi dice nulla, è probabile che non abbiate mai sentito parlare di giochi di ruolo. Questo genere (che vive di pane farcito con dungeon e goblin) deve molto allo sviluppatore britannico e in particolare al Giappone. La storia del mondo videoludico infatti racconta di come fu letteralmente stregato da Wizardry e Ultima, opera di grande valore nata dalla fantasia e dall’estro del celebre Lord British. In breve tempo il Sol Levante divenne terra di rpg che tra fantasy e fantascienza contano ancora oggi una fetta importante di appassionati.

E non fa eccezione l’Etrian Odyssey Origins Collection, riedizione di una serie molto conosciuta in ambito portatile. Impostando le lancette dell’orologio al 2007 ricordiamo come Atlus decise di sviluppare un dungeon crawler che sfruttasse le potenzialità del Nintendo DS e del suo doppio schermo, proponendo un gioco impegnativo e sfaccettato. Il risultato fu il capostipite di una serie che riscosse un ottimo successo tra pubblico e critica. Ad oggi sono passati sedici anni e ben nove capitoli, che hanno fatto breccia nel cuore dei giocatori anche su Nintendo 3DS.

Si è deciso quindi per delle remastered dei primi tre capitoli, di cui ora vi parleremo. Di seguito la recensione della versione Pc della Etrian Odyssey Origins Collection. Ricordiamo che i titoli (acquistabili anche singolarmente), pubblicati da SEGA, sono disponibili anche su Switch. Buona lettura.

IL CONCETTO DI NARRATIVA LATERALE

Quando si parla di giochi di ruolo è implicito pensare a una componente narrativa complessa e sfaccettata che dia adito a sviluppi e, perché no, qualche romance. Se però vogliamo addentrarci nel concetto di gioco di ruolo fino al suo nucleo scopriamo come la storia, in realtà, segua vicende che saranno i giocatori a sviluppare e con le loro interazioni a determinare.

Ne consegue che non sempre serve una componente narrativa ad ampio respiro per far breccia nel cuore dei videogiocatori, anche perché le basi devono necessariamente poggiare sul gameplay. I primi due Etrian Odyssey e di concerto l’Etrian Odyssey Origins Collection pongono quindi le basi su una storia volutamente minimalista, relativa a un gruppo di cinque eroi che avranno a che fare con un labirinto suddiviso su più livelli.

Il terzo Etrian Odyssey invece cambia di poco le carte in tavola, raccontando vicende più sfaccettate e affidando al gruppo decisioni che impatteranno sulla trama. Nel complesso tuttavia la struttura rimane sempre la stessa, e per sua natura si indirizza ad un pubblico avvezzo al grinding.

Avremo quindi un party creato dal giocatore attraverso un editor discretamente profondo e molte statistiche su cui creare build di vario tipo che testeremo nel corso della partita. C’è però un comune denominatore: la difficoltà. La serie Wizardry è famosa per la curva d’apprendimento decisamente sopra la media, ma Etrian Odyssey non è molto diverso e risulta particolarmente punitivo anche a livelli molto bassi.

L’ULTIMA GILDA SUPERSTITE

L’inizio dei tre giochi che compongono l’Etrian Odyssey Origins Collection è più o meno identico. Nel primo e nel terzo si aprono due voragini con altrettanti labirinti da esplorare, mentre nel secondo l’obiettivo è quello di superare le scalinate e i livelli apparentemente infiniti di una città tra le nuvole. La nostra gilda composta da uomini e donne di belle speranze è appena arrivata nella città che ha emesso l’incarico della quest, che finora è risultata mortale per chi ci ha preceduto.

Il primo compito da assolvere sarà quello di creare i nostri personaggi, la cui classe determinerà anche il posizionamento in una delle due linee su cui li disporremo. Ad esempio guaritori e maghi saranno posizionati nelle retrovie, mentre i guerrieri e i più o meno inutili paladini del primo capitolo saranno la nostra prima linea.

In base alla specializzazione ogni membro del party sarà in grado di portare un’arma, un’armatura e tre elementi che potranno variare da comodi stivali a qualche anello con bonus a corredo. I punti esperienza si guadagneranno eliminando mostri, mentre l’ottenimento e la risoluzione degli incarichi ci permetterà di racimolare oro. Utile per migliorare l’equipaggiamento e acquistare pozioni curative.

Lo sviluppo dei personaggi passa anche attraverso alberi di abilità diversi e definiti in base alla classe, che garantiranno accesso a potenti attacchi. Alcuni anche ad area, oltre a magie e bonus di tipo passivo. La progressione è incentrata sul grinding e una buona strategia è quella di mantenersi più alti di due o tre livelli rispetto a quello medio del labirinto. Cosa che capiremo dai danni riportati durante uno scontro. I nemici sono molto abili nel punire l’errore del giocatore e nel far breccia anche in build apparentemente ben studiate.

QUANDO IL GIOCATORE È DESIGNER

Cardine dell’esperienza in Etrian Odyssey Origins Collection è il design delle mappe, che risulta affidato in pianta stabile al giocatore. Essendo un labirinto su più livelli (che esploreremo talvolta in più sessioni), avere una traccia che ricordi dove siamo passati e cosa potremmo trovare risulta fondamentale.

Ai bei vecchi tempi, quando a schermo c’erano Dungeon Master o i Forgotten Realms e il mitico Eye of the Beholder, carta e penna per segnarsi i passi erano una strategia praticamente obbligatoria. Atlus ebbe inoltre l’intuizione di sfruttare il pennino del Nintendo DS, permettendo al giocatore una gestione completa che in questa collection è ulteriormente migliorata grazie alle nuove icone per diversi marcatori. Ci sono poi alcune opzioni che permetteranno un’esplorazione più fluida, con la CPU che disegnerà per noi i contorni dei muri.

Tuttavia dovremo comunque impostare punti di raccolta e forzieri. È assolutamente sconsigliato optare per un gameplay frettoloso che escluda questa pratica, poiché non solo si andrebbe a perdere parte dell’esperienza, ma alle prese con livelli vasti ritrovare l’uscita o un portale che conduca alla città potrebbe essere quasi impossibile.

UNA BUSSOLA PERDUTA

Un fattore importante su cui non possiamo esimerci dal discutere è il prezzo a cui l’Etrian Odyssey Origins Collection viene venduta. Ogni titolo preso a se stante costa infatti la bellezza di quaranta euro, mentre il pacchetto completo può essere acquistato a ottanta. Certo, recuperare i giochi in originale per Nintendo DS risulterà sicuramente più dispendioso.

Tuttavia è importante considerare l’anno di uscita di questo trio di giochi, che sebbene propongano un gameplay avvincente e una longevità ben sopra la media, di certo non possono valere quanto richiesto a oggi. Negli ultimi tempi oltretutto i prezzi dei videogiochi stanno schizzando verso l’alto raggiungendo vette quantomeno singolari (e non di rado ingiustificate), ed è il caso di questa collection.

Tecnicamente parlando le colonne sonore composte da Yuzo Koshiro mantengono intatto il loro fascino, e l’opera di rimasterizzazione ne accentua la qualità. Anche la grafica ha goduto di un tiepido restyling, con ambientazioni più dettagliate, effetti più chiari e disegni meglio definiti grazie anche a una palette di colori sgargiante che esalta lo stile anime della produzione.

Oltre alla possibilità di delegare alla CPU la mappatura dei livelli, è stata inoltre aggiunta una modalità “passeggiata”, con combattimenti semplificati orientata a un pubblico meno avvezzo al genere. Sfortunatamente però abbiamo dovuto ancora una volta constatare pratiche di marketing a nostro avviso non favorevoli, anche per un’eventuale, futura riedizione dei capitoli più recenti. Specialmente quella perla di Etrian Odyssey V.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

L‘Etrian Odyssey Origins Collection è una bella raccolta che riporta in auge tre titoli che non dovrebbero mancare nella libreria di ogni appassionato d rpg. L’esperienza di gioco risulta decisamente migliorata grazie ad alcune opzioni di quality of life sul design delle mappe, e un livello di difficoltà per neofiti che risulterà particolarmente apprezzato anche da veterani in cerca di un tuffo nei ricordi. Sebbene non particolarmente impegnato, il restyling grafico appare soddisfacente mentre il comparto sonoro è probabilmente l’elemento che ha giovato maggiormente dell’opera di rimasterizzazione.

Tre titoli indimenticabili, tante classi e possibilità di sperimentazione praticamente infinite che condividono il pesante fardello di un prezzo assolutamente fuori mercato per la proposta, come è già successo con Tactics Ogre: Reborn. La scelta di Atlus in tal senso appare a nostro avviso infelice, tenendo inoltre conto che non è stato incluso nessuno dei miglioramenti apportati con i remake del 2013. Gli appassionati della serie potrebbero comunque andar oltre e fare un salto di fede, mentre per gli altri è doveroso avvertire circa l’esistenza di alternative altrettando valide, vendute a un prezzo decisamente più onesto.

Pregi

Tre titoli iconici tornano a nuova vita. Longevità sconfinata. Impegnativi e profondi.

Difetti

Prezzo di vendita ingiustificabile. Materiale aggiuntivo risicato.

Voto

7,5