Ci troviamo in un periodo di piena “sperimentazione” grafica, con tecniche di animazione sempre più emozionanti e peculiari, sia nel mondo del gaming che in quello del cinema. Dordogne, dal “canto suo”, riesce a farsi riconoscere con poco, quale uno dei pochi (se non l’unico) a mostrare uno stile di animazione “dipinto a mano” e animato come un paper cut 2.5 D. Parliamo di una tranquilla avventura narrativa tra ricordi, infanzia e famiglia, raccontata però in un modo unico nel suo genere.
Tra gli autori indipendenti di questo piccolo quadro in movimento troviamo due studi di sviluppo francesi. La società artistica e di sviluppo audio visivo Un Je Ne Sais Quoi e una compagnia di produzione e animazione XR (realtà estesa) denominata Umanimation. Analizziamo dunque la loro opera con la nostra recensione della versione Pc di Dordogne. Rircordiamo che il gioco, pubblicato da Focus Entertainment, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
UNA MANO DI PITTURA
Essendo quella di Dordogne un’avventura narrativa non ci dilungheremo troppo sui contenuti, in modo da lasciarvi godere il vostro viaggio. Possiamo però anticiparvi che la nostra protagonista Mimì, da adulta, si ritroverà a inseguire i suoi ricordi, smarriti nel tempo dall’età di 13 anni. Mimì tornerà nei luoghi della propria infanzia per rivivere il suo passato e salutare un’ultima volta i ricordi della sua cara nonna, ormai passata a miglior vita.
L’assillo dei genitori preoccupati continua a far vibrare quel cellulare, ignorando il nostro bisogno di fare questo passo indietro nel tempo. Torneremo quindi nella casa dove siamo cresciuti, nei pressi delle rive del fiume Dordogna, in Francia, ripercorrendo gli eventi tramite i vari oggetti che rinverremo nella vecchia casa di nonna Nora. Ci attenderà una storia di crescita personale, scoperta e relazioni, ricolma di scelte a bivi narrativi tra pensieri ed emozioni.
Dordogne è un’avventura umile, infarcita di esplorazione, pensieri e piccoli puzzle. Alterneremo i ricordi della piccola Mimì con la sua “versione” adulta, scoprendo man mano gli oggetti e i luoghi del suo passato. Quando troveremo un particolare oggetto, rivivremo l’infanzia della protagonista, ricostruendo una semplice storia in grado di scaldare il cuore. Potremo esplorare i livelli entro i “limiti della pittura”, raccogliendo anche adesivi e “pensieri”.
Alla fine di ogni ricordo della piccola Mimì ci dedicheremo al bricolage, popolando un album con le nostre avventure. Questi ultimi comprenderanno le foto che scatteremo, i suoni che registreremo, gli sticker che troveremo e le poesie che inventeremo, con le varie frasi da selezionare tra quelle raccolte nei ricordi. Dal 1982 torneremo poi nel presente, proseguendo il nostro cammino verso la prossima scoperta. Lettere e audiocassette ritrovate aggiungeranno, inoltre, importanti dettagli alla trama.
COME VOLTARE PAGINA… IN UN LIBRO 3D
Il gameplay di Dordogne è piuttosto semplice nella struttura. Sarà possibile muoversi e interagire con gli oggetti, ma la parte divertente sarà proprio nell’effettiva interazione con essi. Dovremo spostare il mouse compiendo azioni come se il puntatore fosse la nostra mano. Ci ritroveremo quindi a girare chiavi nelle serrature, spingere porte, spostare oggetti o risolvere minigame “quotidiani”. Lavarci i denti, collegare strumenti, piantare semi, cucinare, e molto altro.
Tutto ciò in soggettiva, con una prima persona che ci ha ricordato i momenti vissuti in Tchia (qui la nostra recensione). Le azioni più semplici di tutti i giorni diventeranno dei minigiochi interattivi, spesso con l’uso di entrambi i tasti del mouse contemporaneamente. Una trovata genuina e divertente, impossibile da non amare nella sua semplicità. In altre sezioni invece potremo saltare in percorsi guidati con l’utilizzo di un click del mouse
In Dordogne attraverseremo letteralmente dei livelli “dipinti a mano”. Quadri spennellati dai dettagli incredibili, proprio come un un dipinto francese di stile impressionista, mescolato a uno stile di disegno in grado di ricordarci le creazioni dello studio Ghibli. Incredibile anche la visuale in prima persona in alcune scene, come durante le fotografie, in grado di farci osservare il mondo da una prospettiva mai vista.
Potrebbe sembrare tutto un diorama in cartone, con tanti elementi “piatti” sagomati e pitturati, a metà fra un 2.5 D e un disegno. Indubbiamente unico nel suo genere. Se anche in lavori dallo stile grafico simile abbiamo potuto attraversare dei livelli, mai l’abbiamo fatto in modo così “profondo” e prospettico. Cammineremo letteralmente dentro un grande capolavoro di pittura, vivace ed estivo, con i suoi colori sfumati e a tratti abbozzati.
UN QUADRO TECNICO TUTTO SOMMATO OK
Sul fronte tecnico di Dordogne possiamo dire che, rispetto agli altri elementi, a volte scricchiola un po’ . Non tanto sul lato grafico o visivo, sempre entusiasmante, ma piuttosto su quello “pratico”. Nelle fasi puzzle in soggettiva con la macchina fotografica, per esempio, ci siamo ritrovati bloccati e senza poter liberare le mani dopo aver “afferrato” più cose insieme. Siamo poi stati costretti a riavviare la partita dall’ultimo checkpoint.
A volte invece, nelle fasi finali di un dialogo durante un filmato, la scena passa alla “fase successiva” tagliando la visione sui sottotitoli appena comparsi. Abbiamo anche notato Mimì andare in “T pose”, scivolando sul terreno subito dopo aver saltato le pietre nel ruscello. Anche nel puzzle delle cassette, una volta riordinate, in caso di click su “indietro” per rileggere il codice, abbiamo ritrovato tutto sparso, come si fosse annullato il nostro operato senza ragione logica.
Le pagine dell’album inoltre potranno essere abbellite in ogni momento e per ogni capitolo, ma a fine livello dovremo comunque crearne una nuova. Anche se l’avevamo già fatto per il capitolo in corso. Imperfezioni comunque abbastanza trascurabili, se non altro. Fortunatamente i problemi, oltre quelli appena menzionati, finiscono qui.
Il titolo rimane stabile, senza mai accennare a cali di frame o bug di alcuni tipo, girando fluido e mantenendo un framerate granitico. Nota di merito anche per la colonna sonora, dai tocchi delicati e ricercati, in grado di trasmetterci serenità e “voglia di vacanze”. Una piccola avventura di circa tre ore che, con qualche lieve backtracking, è riuscita ad intenerirci sia per la narrazione che per lo stile grafico unico.
DA AVERE SENZA RISERVE
Dordogne è un indie incastonato in uno di quei vecchi dipinti francesi impressionisti. Una storia semplice in grado di scaldare il cuore, che chiunque può aver vissuto e potrà apprezzare. Un modo “artistico” per rivivere le piccole gioie dell’infanzia attraverso i ricordi della nostra protagonista Mimì. Esplorazione, puzzle, raccolta e tanti scenari dipinti a mano con cui restare affascinati, mentre ci cammineremo letteralmente dentro. Qualche incertezza tecnica a livello meccanico si può perdonare, anche considerando uno stile grafico e in soggettiva unico nel suo genere, sperimentale quasi, che ci farà dimenticare quei piccoli difetti. Rimane tuttavia un’esperienza artistica incredibile e contenutisticamente genuina, seppur di breve durata. Un’avventura, quella sviluppata dal connubio di Un je ne sais quoi e Umanimation, che vale la pena provare, anche solo per apprezzare il peculiare lavoro artistico alla base della produzione.
Pregi
Sublime stile artistico impressionista 2.5 D in prospettiva tridimensionale. Un semplice viaggio nella spensieratezza, ma anche nella crescita personale. Attività "meccaniche" quotidiane trasformate in piacevoli minigiochi. Fasi in soggettiva peculiari. Graziosa la colonna sonora. Costo contenuto...
Difetti
... Ma durata breve. Un lieve effetto backtraking. Diverse dimenticanze tecniche in cui ritrovarsi involontariamente.
Voto
8+