Quante volte guardando un noir al cinema o leggendo un giallo abbiamo esclamato con aria di superiorità: “sapevo fosse lui fin dall’inizio!”? L’ebbrezza della scoperta e il ragionamento che si dipana nella nostra mente cercando di risolvere l’enigma al centro dell’opera sono delle sensazioni familiari a tutti gli appassionati delle opere di Raymond Chandler, Agatha Christie, Conan Doyle e Gosho Aoyama.
Ecco, con Shadows of Doubt potrete mettervi nei panni di voi stessi e investigare per ore, giorni o addirittura mesi, sbrogliando casi procedurali l’uno diverso dall’altro. La mente dietro all’opera è quella di Cole Jefferies, sviluppatore indie già autore di Concrete Jungle (2015) che da solo forma ColePowered Games. Al momento il gioco è ancora in sviluppo ma c’è già tanto su cui indagare.
Di seguito quindi la nostra snteprima di Shadows of Doubt, curata da Giuseppe Pirozzi. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Fireshine Games, è attualmente disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam e GOG. Buona lettura.
IL MANUALE DEL BRAVO INVESTIGATORE
Sul manuale del giovane detective ci sono tre semplici regole: trova un caso, colleziona le prove, inchioda il colpevole. La vittima può essere chiunque, così come il colpevole. E’ come giocare una gigantesca partita a Cluedo, in cui la trama però non è cucita su un ristretto cast di personaggi, ma si irradia in ogni vicolo della città. Ogni abitante infatti ha una propria storia, un proprio appartamento e segni particolari.
Come anche misura delle scarpe, impronte digitali e codici personali per accedere al proprio computer (e quindi alle mail). Anche la città muta con i suoi abitanti e assomiglia molto a una New York low-poly fatta di grattacieli, neve e fumo. Peccato che in questa grigia città il nostro protagonista non abbia più posto, dato che al nostro risveglio una notifica di sfratto ci appare tra i messaggi.
E’ così che ha inizio Shadows of Doubt, col punto più basso della carriera del protagonista. Starà a noi sbarcare il lunario a forza di deduzioni corrette e arresti in stile Cole Phelps, indagando sulle varie piste in nostro possesso grazie all’utile menù contestuale in stile tavoletta di sughero. Qui potremo collegare le prove e i dati scoperti col classico filo rosso, avendo pieno potere su quale pista seguire e quale scartare senza che il gioco intervenga in alcun modo.
Lo stile retrò di Shadows of Doubt colloca il titolo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, in una società alternativa sufficientemente progredita da avere un Pc in ogni casa e cliniche per innesti capaci di incrementare inventario, salute e forza del protagonista, ma che non è ancora arrivata al cellulare. Una scelta probabilmente fatta per salvaguardare il gameplay “old style” che lo sviluppatore aveva in mente, non legando a un unico dispositivo la quasi totalità dell’indagine.
INVESTIGATORE+HACKER+NINJA
L’indagine si svolge parlando con i testimoni, confrontando le impronte digitali e verificando gli alibi. Più volte ci troveremo a dubitare delle parole dei nostri interlocutori, ammesso che vogliano parlare o fornire le proprie impronte digitali per un confronto. Ma ci sarà anche da sporcarsi le mani, entrando illegalmente in uffici e appartamenti tramite il sistema di ventilazione, o scassinando porte e impianto di sorveglianza dei sospettati.
Essere furtivi è fondamentale perché nel caso fossimo scoperti dovremo far ricorso alla violenza o comunque scappare dalla polizia. Fare breccia nel computer di qualcuno e leggerne la corrispondenza è spesso una perdita di tempo tra spam e richieste dai siti di incontri, ma alle volte capita quella mail capace di svoltare un’indagine. Stampiamola subito e magari diamo un’occhiata alle telecamere a circuito chiuso per capire chi è passato nell’androne del palazzo all’orario dell’omicidio: beccato.
Una volta ottenuta la certezza di avere tutte le risposte dovremo compilare un form e rispondere a delle domande per risolvere il caso. Chi è il colpevole? Qual è il movente? Quali prove lo collegano alla scena del crimine? Sei riuscito ad arrestarlo? La risposta corretta a ciascuna di queste domande ci garantirà un pagamento (o una penalità in caso di scambio di persona).
Sarà possibile occuparsi anche di più di un caso contemporaneamente, o svolgere dei compiti affissi nella bacheca del bar dell’isolato. Pestare uno sconosciuto, risolvere questioni d’amore o tra colleghi di lavoro e così via, con la costante relativa al fatto che la città non dorme mai. O meglio, dorme eccome.
SE GOTHAM FOSSE UN VIDEOGIOCO
I cittadini seguono una routine che li porta a lavoro, ad appuntamenti e a dormire in orari più o meno codificati. E tutto ciò senza aspettare un’azione o evento che faccia progredire la trama. Shadows of Doubt continua imperterrito per la sua strada. Dato che questo può portare anche alla scomparsa di testimoni e prove, la chiave qui è la celerità.
Una scena dell’omicidio può venir transennata dalla polizia o il sospetto può rientrare proprio mentre rileviamo le impronte digitali dal suo spazzolino. In definitiva, non c’è un modo giusto di fare le cose. Al giocatore e alla propria etica è lasciata carta bianca sul modo di agire. Che sia un approccio metodologico e aristocratico alla Sherlock Holmes o un onesto ma duro Philip Marlowe le possibilità sono infinite, e richiedono solo una cosa: la risoluzione del caso.
Questa ambiziosa formula di gioco viene arricchita da uno stile grafico estremamente poligonale che riesce a dare il meglio tra i vicoli della città, ma che pecca di dettaglio quando si tratta dei personaggi. Questi risultano spesso troppo simili tra loro, con visi eccessivamente poco dettagliati che rendono difficile capire chi si sta seguendo o interagire col pixel utile per compiere un’azione, come arrampicarsi nei condotti di un appartamento.
Inoltre risulta un po’ ripetitiva anche la colonna sonora, che avrebbe beneficiato probabilmente di qualche ritmo più consono alla tradizione jazz dei noir hardboiled, che ne avrebbero esaltato le atmosfere cittadine. L’approccio scelto strizza l’occhio al neo-noir di Blade Runner e simili, un approccio certamente godibile ma non pienamente riuscito.
MOLTO PROMETTENTE
Shadows of Doubt è ancora in accesso anticipato, ma è già maturo abbastanza da tenere occupati gli appassionati di avventure investigative per decine se non centinaia di ore. Alla lunga la formula potrà stancare, ma è una preoccupazione che potrà sorgere solo dopo aver completato decine di indagini e altrettanti pugni sul grugno per aver fatto la domanda sbagliata. Starà allo sviluppatore ColePowered Games aggiungere contenuti nuovi e casi sempre più variegati (qui la roadmap) per rendere Shadows of Doubt il vero, definitivo, sandbox investigativo.