Con questa recensione di Astra Protocol 2 è bene porre chiarezza su un genere che spesso viene considerato nel modo sbagliato. I videogiochi di fantascienza ambientati nel tanto freddo quanto splendido spazio non appartengono esclusivamente al genere degli sparatutto adrenalinici dove con un caccia si combatte tutto ciò che si muove. Difatti possiamo trovare diverse altre tipologie di prodotti, come per esempio i cosiddetti space sim.
Simulatori spaziali (che spesso offrono ampia libertà) che vedono in Elite Dangerous una vera pietra miliare, e che hanno come antenato di riferimento la serie X di Egosoft. Non mancano poi commistioni varie come quella coi giochi di ruolo: è per esempio il caso di titoli come Stellar Tactics e Gaia Beyond, di cui abbiamo parlato anche sulle nostre pagine. Per il titolo di Slice Bar Games però il discorso è un po’ diverso, e lo scopriremo in questa recensione di Astra Protocol 2.
Ricordiamo che il gioco, pubblicato proprio dalla software house indie britannica, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
UN PASSATO CON OCCHI AL FUTURO
Astra Procotol 2 è uno dei tanti titoli che risponde alla domanda: serve un hardware eccezionale per divertire o simulare? La risposta è “non necessariamente”. Non a caso la struttura dell’opera di Slice Bar Games corrisponde appieno a un prodotto tirato fuori dal 1980 in tutto il suo splendore, sebbene digitale. Il team di sviluppo aveva anche previsto una possibile versione fisica, ma a causa degli alti costi di produzione il sogno è rimasto tale.
Certo è qualcosa che fa sorridere, considerando che fino a 10-15 anni fa assistevamo un po’ sorpresi alla favoletta del “digitale = meno caro”, ma è un discorso che merita uno speciale a parte e noi, oggi, vogliamo rimanere nella galassia di questo titolo simulativo. Il concept alla base è molto semplice, e come altri giochi dello stesso tipo si riduce a un obiettivo da raggiungere attraverso livelli o insidie di vario tipo.
In questa sede lo scenario è composto da un’ampia mappa stellare con pianeti, asteroidi, stelle e qualche sorpresina. Trattandosi di un simulatore spaziale è implicito ma non obbligatorio aspettarsi che la parte più corposa del gameplay sia rappresentata dall’esplorazione. E in effetti nel gioco risulta preminente la forte connotazione esplorativa che si traduce in scansioni, sonde da inviare, contatti da stabilire e talvolta scontri da superare.
A inizio gioco lo schermo sì tingerà d’arancione avviando il cosiddetto “sistema nel sistema”, continuando la pantomima di un vecchio titolo che ci catapulta direttamente nell’azione. Come capitani di una nave spaziale all’avanguardia del pianeta Terra, il nostro scopo sarà quello di intraprendere una missione di soccorso e interpretare il senso di un messaggio che continuerà a ripetersi nel cosmo con sorprendente continuità: l’Astra Protocol.
MANUALI, QUESTI SCONOSCIUTI
Prima di addentrarci a fondo nel gameplay di Astra Protocol 2 è giusto mettere in evidenza un requisito fondamentale per comprenderne le meccaniche. Ovvero la lettura del manuale che ci affiancherà durante il gameplay. Pensare di suggerire la consultazione di pagine per un gioco che non sia un wargame e che non appartenga alla scuderia Slitherine ci fa sorridere, ma è tutto vero.
Il gioco infatti richiede l’uso della manualistica per quasi ogni azione, almeno fino a che non memorizzeremo i vari comandi. Questo perché tutto ciò che possiamo lanciare, attivare, scansionare e contattare avverrà attraverso una serie di comandi che dovremo digitare con assoluta precisione, pena un “Syntax Error” che sullo schermo comparirà fin troppo spesso.
Tutto la produzione è pensata per l’uso della sola tastiera, con il joystick che risulta supportato solo parzialmente per il movimento e subordinato alla digitazione del giocatore per tutto il resto. Niente mouse, niente joypad, si torna agli albori dei primi 286 anche se i “topi” venivano usati su Amiga e su Apple 2. La manualistica invece è composta da circa ottanta pagine, sebbene con l’aggiornamento 1.3 in dirittura d’arrivo sia prevedibile un ampliamento.
Digitando il comando “help” all’interno del gioco si può consultare una veloce guida ai comandi, per quanto giocare con il manuale a fianco sia decisamente più facile e immediato. Mai come in questo caso caldeggiamo la consultazione dello scritto di Slice Bar Games, perché in assenza di una corretta interpretazione della linea di comando il game over è praticamente assicurato.
COMANDO E POSTI DI MANOVRA
E veniamo al cuore di Astra Protocol 2, ossia un gameplay composto da schermate in successione da selezionare attraverso i tasti da F1 a F6. Console di comando, ingegneria, postazione scientifica, tattico, comandi di navigazione e operazioni rappresentano i più importanti ruoli standard delle navi del futuro. E in questo senso l’opera di Slice Bar Games risulta a suo modo realistica.
Gestire il timone, lanciare i caccia contro un nemico o sparare una salva contro una stazione richiederà l’immissione di comandi manuali, che di volta in volta andranno ripetuti formando vere e proprie “catene”. Cosa che per chi non ha dimestichezza con la tastiera rappresenta un bell’allenamento.
A livello strutturale è come gestire la Battlestar Galactica con una grafica tra Submarine Commander datato 1982 e Gato, anch’esso simulativo a pane e sottomarini del 1984. La schermata invece appare interamente in giallo, anche se leggendo il manuale scopriamo che attraverso un comando DOS è possibile effettuare una serie di modifiche anche per quel che riguarda l’interfaccia.
La posizione di partenza come anche la situazione dello scenario con cui interagiremo sarà però casuale. Trovarsi troppo vicino ad una stella (con quello che ne consegue in termini di radiazioni) o davanti ad una stazione spaziale nemica non sarà improbabile, anzi.
UNA TIPICA SITUAZIONE DI COMANDO
Sfruttando lo spazio di questa recensione proviamo a descrivere una tipica situazione di comando in Astra Protocol 2, dove avviati i motori procederemo alla scansione di un oggetto d’interesse. In questo ipotetico scenario iniziamo fin troppo vicini a una stella, le cui radiazioni disturbano sia il sistema di comunicazione che i sensori.
Partendo dal presupposto che il piano di gioco è in due dimensioni e dall’alto, immettiamo il comando SET ENGINES 20 per una spinta iniziale, ma non così forte da sforzare inutilmente il reattore. L’inerzia farà il resto. Con SET RUDDER 20 la nave muoverà leggermente a dritta di prua; useremo un valore negativo per lo spostamento in direzione opposta se rivolti a prua. Ovviamente il contrario se la nave è rivolta a poppa.
Mentre con il comando FILTER NOISE tenteremo di ridurre il “rumore” di fondo che sporca i sensori. Dopo qualche minuto con LONG RANGE SCAN daremo uno sguardo in lontananza e annoteremo eventuali oggetti interessanti. Arrivati vicino a un asteroide su cui giace un segnale di soccorso, lo selezioneremo con TARGET ASTEROID e lo analizzeremo con SCAN TARGET.
Non rilevando nulla di utile continuiamo consci che sbagliando anche una sola sillaba il gioco restituirà errore di sintassi e dovremo ripetere l’operazione. Il movimento e specialmente lo stop sono azioni semplici solo a parole poiché non è presente un ordine d’arresto totale. Lo scoglio dei comandi si supera con un po’ d’impegno. Più difficile invece è capire cosa fare quando si incontrano navi nemiche o come contattare le stazioni spaziali, giusto per fare due esempi.
I MITICI ANNI ’80, NEL BENE E NEL MALE
Il punto debole di Astra Protocol 2 non risiede (come si potrebbe pensare) nell’ostilità del sistema di controllo, poiché il feeling migliora con la confidenza e la progressione è tangibile. Per quanto capiti di non comprendere nulla e di tornare sul gioco dopo due giorni, inziando poi a dare ordini che si ripetono in ritmica successione. È come andare a scuola, man mano che si impara si memorizza e le azioni acquisiscono fluidità.
Il tallone d’Achille è rappresentato dalla sua stessa natura poiché difficilmente lo renderà appetibile a giocatori che non siano interessati al genere. I danni alla nave talvolta sono minimi, ma non abbiamo istruzioni per iniziare le riparazioni e non esiste ordine per “andare all’ancoraggio”, ossia fermarci repentinamente sfruttando i propulsori di frenata.
In definitiva qualche comando in più non guasterebbe, e la sensazione è quella di trovarsi sì al comando di una nave ma anche di essere abbandonati a noi stessi. Nel freddo di questa galassia il silenzio è stemperato dal computer di bordo, nostro imprevedibile amico che ci affiancherà con irritante puntualità e con voci integrate al sistema vocale di Windows. Un piccolo tocco di genio da parte di Slice Bar Games.
A livello squisitamente artistico invece ci troviamo di fronte a un prodotto che omaggia l’era delle schede Hercules create, pensate un po’, da Motorola. Due colori soltanto e una grafica monodimensionale che per gli anni ’80 erano fantascienza, e che oggi possiamo comunque ammirare (sebbene con occhi diversi). E non finisce qui perché è doveroso evidenziare un fattore non di secondaria importanza: l’intera simulazione occupa solo 2 megabyte. Avete letto bene. Nello spazio in cui oggi troviamo foto nemmeno ad altissima risoluzione risiede l’intera opera. Come per Nox Archaist, chapeau agli sviluppatori.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Astra Protocol 2 è una simulazione impegnativa, a suo modo longeva e che sorprendentemente innova in un “genere” evergreen: il retrogaming. Il gioco proposto da Slice Bar Games è una simbiosi di battaglie spaziali e atmosfere sottomarine, dove saremo costantemente minacciati da detriti, asteroidi, navi nemiche, stazioni spaziali e anomalie spazio temporali. Si tratta di un universo insospettabilmente vivo eppure solitario, perché non abbiamo modo d’interagire con l’equipaggio durante l’avventura.
La nostra è una missione in compagnia del computer, che da compagno diventa voce narrante e talvolta fastidioso ricordo per tutto ciò che non va, soprattutto quando inizia a elencare i danni riportati in seguito ad una manovra fallita. Lo stile artistico è catturato con pazienza e siamo sicuri che più di un giocatore amante del genere (anche solo a livello estetico) ne riconoscerà le origini. Astra Protocol 2 rappresenta invero un titolo non adatto a tutti, ma certamente non per via della ripida curva d’apprendimento. Anzi, avremmo bisogno di molti più titoli così. Il tipo di gameplay, la natura ibrida, lo stile grafico e il sistema di controllo lo rendono un prodotto adatto ad una nicchia ristretta, ma che saprà assaporarne i pregi che aumenteranno già con l’arrivo dei prossimi aggiornamenti.