Afterimage, la nostra recensione

Metroidvania d'arte e d'incanto

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Afterimage di Aurogon Shanghai (software house indipendente con base, neanche a dirlo, in Cina) ha almeno due caratteristiche che spiccano: il genere di appartenenza e lo stile. Infatti basta una rapida occhiata a una delle immagini di gioco (o al trailer) del titolo per essere subito rapiti dai colori vibranti e dal design tipicamente orientale. Due tratti che nei metroidvania non si vedono così spesso, data la prevalenza di colori scuri e atmosfere tetre.

Ovviamente una cosmesi, d’eccellenza o meno, da sola non basta a rendere un videogioco valido. Perciò andiamo a scoprirne di più con questa recensione della versione Pc di Afterimage, curata dal nostro Diego Inserauto. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Modus Games, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

RENEE, UNA RAGAZZA SENZA MEMORIA

In un mondo reduce dagli sconvolgimenti di un cataclisma che ha quasi spazzato via del tutto la civiltà umana (tanto da meritarsi l’appellativo di “la Devastazione”), una bellissima ragazza si risveglia priva di memoria. Accanto a sé però trova uno spiritello, lfree, che invece sembra sapere più di quanto dovrebbe.

Engardin, 42, Goliath, Madame Aros, Mediatrice 00. Questi e tanti altri dettagli della trama sarebbero utili se narrati gradualmente, ma questo inizio di recensione vuole rispecchiare la pioggia di meteore informative che si abbatteranno senza pietà sul giocatore all’inizio di Afterimage.

Che siano dialoghi con NPC occasionali (che spesso non rivedremo mai più) o punti con cui interagire sulla mappa, ci saranno davvero parecchie informazioni da assimilare. Anche se, in definitiva, nulla di davvero importante e irrinunciabile.

Certamente è un peccato arrivare a ignorare la storia, specie se si considera l’eventuale impegno profuso dai creativi di un team di sviluppo. Ma a volte anche la cattiva narrazione merita il nome di Devastazione. Di piattaforma in piattaforma, tra fendenti di spada e il sibilare di frusta, c’è ben altro da apprezzare.

A SCUOLA DI METROIDVANIA

Chi è cresciuto a suon di Metroid e Castlevania non potrà che apprezzare Afterimage, specie dal lato tecnico. La protagonista Renee infatti si controlla egregiamente, con i frame di animazione che, dosati al millimetro, permettono un controllo fluido e preciso al pixel.

L’armamentario e il corollario di decenni di esplorazioni del genere permette di esprimersi in tutta libertà. Che siate giocatori che prediligono la velocità sleale delle coltellate o dei fan di Berserk della prima ora che si aggirano trascinando pezzi di metallo troppo grandi per essere chiamati spade, troverete in brevissimo tempo il vostro set di armi preferite.

Il tutto passando anche per fruste e magie. L’utilizzo delle armi bianche oltretutto viene sorretto da un albero delle abilità opportunamente smisurato, che ci intratterrà forse anche troppo a lungo. E che talvolta ci vedrà persino tornare a utilizzare armi statisticamente meno efficaci ma in possesso di effetti specifici.

Le afterimage (qui discutibilmente tradotte in “immagine residua”) saranno invece le abilità indispensabili al proseguimento dell’avventura. A volte ci verranno fornite con largo anticipo e in maniera praticamente inevitabile, in altri casi invece potremo trovarle sulla mappa, quasi sempre dopo aver sconfitto un boss.

LEVEL MAP POWERED BY ANAS

Dopo aver acquisito una cosiddetta immagine residua la voglia di tornare sui propri passi per esplorare porzioni di scenario prima inaccessibili sarà difficile da contenere. Questo processo, che in gergo viene definito backtracking, rappresenta uno degli elementi distintivi del genere (a partire dalle già citate serie di Metroid e Castlevania, che hanno fatto scuola per prime).

Va da sé che la sua gestione risulta decisiva nell’economia di un metroidvania. Tuttavia capita non di rado di avere a che fare con backtracking fastidiosi e frustranti. Afterimage, sfortunatamente, non fa eccezione in tal senso. Fare marcia indietro infatti risulterà decisamente snervante, con l’utilizzo di alcune pozioni e del teletrasporto (grazie ad alcuni punti precisi sparsi in giro per la mappa) che lasciano intuire quanto il problema deve essere sorto in fase di testing.

La possibilità di poter fissare delle icone sulla mappa è certamente di aiuto, ma sarebbe stato gradito un maggior impegno nel guidare l’esplorazione del giocatore. Dopo la prima decina d’ore il proverbiale viaggio dell’eroe (o in questo caso, eroina) rischierà seriamente di tramutarsi in un vagabondaggio vero e proprio.

In un certo senso possiamo definire l’opera di Aurogon Shanghai come una sorta di trattoria dei metroidvania, dove c’è “troppo di tutto”. La mappa è gigantesca, il già citato albero delle abilità è così vasto da non poter essere condensato in una singola schermata, i dialoghi/testi sono molto abbondanti, gli NPC innumerevoli, ecc.

QUANTITÀ SOPRA LA QUALITÀ

Va detto però che Afterimage non è tutto quantità, visto che di qualità nel complesso non ne manca. Rispetto a molti altri colleghi infatti qui abbiamo una grandissima varietà di ambientazioni e nemici, tutti di tipo diverso e con pattern di attacco unici. Si tratta di un lavoro veramente notevole, soprattutto se si considerano i boss, che spesso aumenteranno di pericolosità grazie a dei nuovi attacchi che verranno scatenati una volta che li lasceremo con mezza barra della vita.

Come abbiamo evidenziato in precedenza, gli sfondi degli scenari sono incantevoli, oltre che realizzati a mano. Di fatto ci vengono presentate ambientazioni bellissime tanto da vedere quanto da esplorare, colme di nemici altrettanto ben disegnati e animati. A mancare tuttavia vi è un bel po’ di carattere. Non c’è nulla di davvero memorabile in Afterimage. Non una situazione, né un personaggio che farà davvero breccia nel cuore del giocatore.

Certo, l’impegno da parte di Aurogon Shanghai non si discute. Il team cinese ce l’ha davvero messa tutta per rendere caratteristica la propria opera, arrivando perfino a inserire numerosi messaggi filosofici e consigli di vita (tuttavia spesso slegati dal contesto) all’interno dei dialoghi. La mappa poi è probabilmente la più grande mai vista in un metroidvania, per non parlare dei tantissimi oggetti, abilità ecc.

Per fare un paragone, una run in Axiom Verge (riconosciuto come uno dei migliori esponenti di questo genere, almeno negli ultimi anni) dura mediamente una decina d’ore. Una rispettabile porzione di tempo che però, in Afterimage, consentirà a stento di arrivare a un terzo nella progressione necessaria per arrivare al primo finale. E qui di finali ne avremo ben 10, perciò fatevi pure due conti.

I giocatori a caccia di un titolo longevo e di sostanza potrebbero fare decisamente tombola in questo caso. Per il resto vi sono tante piccole imperfezioni che potrebbero essere sistemate, e che con un po’ di pazienza probabilmente lo saranno. In seguito al lancio il team di sviluppo è già intervenuto con qualche patch, che sono andate a mitigare, tra le altre cose, uno dei problemi principali (in precedenza) della produzione.

Ovvero il font troppo piccolo dei caratteri all’interno dei testi (ora ingrandito). Infine il bilanciamento, fattore molto importante per questo genere videoludico, risulta qui altalenante. Il gioco inizia proponendo una sfida ben calibrata durante le prime ore, ma in determinate zone ci saranno dei picchi improvvisi di difficoltà. C’è da dire però che viene concessa molta libertà di esplorazione con annessa possibilità di grinding. 

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Afterimage dà la sensazione di essere una produzione uscita da un esame finale di una scuola di game design, più che dalla creatività di un team (quello di Aurogon Shanghai) volenteroso di emergere. C’è una quantità di contenuti quasi esagerata, realizzati talvolta (ma non sempre) con perizia e ispirazione. In definitiva però manca lo spessore e il carattere necessari per emergere con forza dall’affollatissima scena dei metroidvania. Tuttavia i giocatori alla ricerca di un titolo valido capace oltretutto di tenerli impegnati a lungo sono decisamente nel posto giusto.

Pregi

Visivamente splendido, tecnicamente solido e una grandissima quantità e varietà di contenuti. Se si decide di affrontare Afterimage e di andare fino in fondo (anche per via dei 10 finali diversi) le ore di gioco possono toccare quelle di un rpg.

Difetti

Trama confusionaria e narrazione priva di spessore. Occasionali picchi di difficoltà e backtracking snervante. A dispetto della varietà e della quantità di contenuti, manca di carattere risultando quindi abbastanza generico.

Voto

7,5